Il film immagina un'America dittatoriale dove ogni anno si svolge una gara che vede dei pittoreschi guidatori investire cittadini per le strade delle città della nazione. Ogni bersaglio ha un punteggio, ogni vittoria aumenta la gloria del autista e la sua fama nei confronti dell'adorante popolo.
Chiaramente la gara è pensata per dare al popolino uno svago, fargli scatenare adrenalina e odio,mentre il governo repressivo continua allegramente a sottometterli.
Grande campione assoluto della gara e idolo incontrastato delle folle è tal Frankeistein, che le leggenda vuol esser pieno di ferite e arti artificiali causa gli innumerevoli incidenti,ma non è proprio così
La resistenza gli mette al suo fianco un'avvenente bionda con il compito di rapirlo,ma tutti i tentativi sfumano, degli insuccessi clamorosi. Tipo affidare la rivoluzione a dei cri cri a caso eh!
Ovviamente tra i due nasce anche l'amore. Mentre alle loro calcagna il terribile e spietato tamarro e ganassa John Viterbo tenta in tutti i modi di vincere la gara e uccidere il nostro amico Frankie.
Film bizzarro,eccentrico frutto anche degli scontri sul set tra il regista Paul Bartel e il produttore Roger Corman, il primo puntava a una commedia nera senza troppa violenza, il secondo invece voleva un film d'azione violentissimo e cupo. Tutto questo si nota nella pellicola: imperfetta e incompiuta,ma assai affascinante , con un suo carisma deviato e instabile tra ironia e satira del modello americano e sulla tirannide,la sua amara ironia nei confronti di una resistenza old america ,ridicola e casinista, la manipolazione dei fatti e dell'informazione, (vaneggiano contro i crudeli francesi nemici del popolo americano,invece di ammettere la fine atroce per mano dei ribelli dei loro piloti), ha un finale beffardo di falso ritorno alla democrazia e di riciclaggio di pezzi del regime
Ed ha personaggi per quanto caricaturali davvero efficaci, oltre al protagonista interpretato da un magnifico David Carradine,va sottolineata la prova di un giovanissimo Sylvester Stallone. Gradasso,crudele,buffone il suo John Viterbo è un gran villain
Una pellicola che intrattiene in modo a tratti anche intelligente per via di una raffinata e inaspettata presa in giro del potere e dei poteri,il tutto in un contesto squisitamente da cinema di serie b. Con buone scene d'azione, alcune truculente morti, uno spirito un po' anarchico e casinista,insomma una pellicola godibile pur non essendo un capolavoro assoluto
Esiste un seguito: i gladiatori dell'anno 3000 e un remake,sul quale sorvolo perchè detesto il regista
Però io un giro con il vecchio Frankie sulle strade d'america a tirare sotto un po' di gente , lo farei!
giovedì 19 settembre 2013
ANNO 2000 LA CORSA DELLA MORTE di PAUL BARTEL
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2 commenti:
Superclassico distopico, radicale, "politico" anarcoide e al contempo sardonico, della SciFi anni'70. L'orrendo, becero, assolutamente decerebrato e solamente fracassone remake ad opera di Paul Thomas Anderson del 2008, si dimentica appena un nanosecondo terminatane la visione.
L'originale ha ispirato più o meno consapevolmente il concept di fumetti, graphic novel, videoclip, e naturalmente famosissimi videogame dall'enorme successo, a partire dal suo demenziale, geniale spunto. Occorre ricordare che nel punteggio degli investiti i vecchi e i malati sono quelli che valgono di meno, le donne e i bambini a decrescere nell'età fino agli infanti, sono coloro che valogono via via sempre di più.
Fantastica la cinica, terribile sequenza nella quale le infermiere dell'ospedale portano gli anziani e gli infermi nei letti e sulle carrozzine, fuori sulla strada all'arrivo rombante dei motori dei corridori. Un geniale, swiftiano sberleffo per una possibile soluzione alle spese del sistema sanitario americano di un futuro (prossimo?)Bellissime le bizzarre carene fantasiosissime e oserei dire visionarie delle macchine, opera di uno dei più grandi creatori di veicoli speciali per il cinema, anche creatore di lì a poco della superba Lincoln Continental Mach IV trasformata in veicolo satanico, utilizzata ne "La Macchina nera" anche da te precedentemente recensito.
Bellissima fotografia che tanto stile anche un poco da film "Arty" dona all'opera di Bartel, del bravissimo Tak Fujimoto, poi DPT di fiducia anche per molti film di Jonathan Demme, entrambi usciti dalla fucìna cormaniana di quegli anni.
Anche "I Guerrieri dell'anno 3000"(Deathsport 3000)('77) di Allan Arkush altro fedele allievo cormaniano, non è male. Con le motociclette trasformate in senso gladiatorio post-apocalittico, in barbara gara fra loro nelle deserte lande dell'America post-nucleare. E sempre Carradine.
si è una bellissima opera avant-pop. Con i simboli tanto cari al sistema americano,e quindi di rimando nostro, come elementi di distruzione. Le vite umane che non contano nulla, la balla clamorosa di un attacco straniero quando sono i ribelli locali.
Una commedia feroce e un crudele action movie.
Davvero un grandissimo film
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