Uno strano incontro,per un film sfortunato che incassò poco. Però, a chi scrive poco importa quanto un film sia stato visto. Non è sicuramente il successo economico a fare un grande film,questo mi pare un pensiero largamente condivisibile.
Anche perchè il film merita molto come testimonianza di un incontro che potrebbe sembrare impossibile,invece è figlio di una grande sensibilità artistica dell'attore principale:Totò.
Il quale non ha mai disdegnato di aggiungere momenti più malinconici o lirici in molti dei suoi film,in questa pellicola punta decisamente sul drammatico.
Un uomo si fa venti e passa anni di carcere per avere ucciso colui che ritiene aver molestato la sua amatissima e santificata moglie. Uscito dal carcere però si troverà emarginato,ingannato,abbandonato dalla cosidetta società civile,tanto che alla fine dopo una serie di cocenti delusioni e dopo aver subito pesanti umiliazioni,ritornerà in carcere
Meglio tra detenuti,rifiuti e rifiutati della/dalla società che squallidi borghesi arricchitosi con il denaro rubato a persone fatte spedire nei lager o con l'usura,di una moglie traditrice e senza scrupoli,di un mondo ostile e cattivo.
Il problema dell'inserimento nella società dei detenuti è un problema tuttoggi non sorpassato e che pare non trovare soluzione. Per mancanza di voglia da parte delle istituzioni e della società civile ,che preferisce spendere energie e denaro in tempo,piuttosto che su programmi di reinserimento.
Una mentalità forcaiola,giustizialista,che vede il carcere come fossa comune della classe proletaria,perchè raramente la giustizia colpisce duramente le classi dominanti,non comprende che il detenuto è una persona che deve scontare si una pena certa,ma che questa pena deve essere un momento di rieducazione e inserimento.L'inutilità delle leggi finora proposte non ha fatto nulla per dare una nuova direzione a questo problema.Nonostante ci si vanti di vivere in un paese cristiano
martedì 10 marzo 2009
DOVE E' LA LIBERTA' di ROBERTO ROSSELLINI
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