domenica 15 marzo 2009

LO SPECCHIO DELLA VITA di DOUGLAS SIRK

Negli anni 50 hollywood viveva sotto la morsa del senatore macharty, un grandissimo pirla che ha rovinato la vita di molti tra i migliori scrittori e registi della città del cinema.
Nonostante questo,è da sottolineare come proprio in questo decennio filtrati da melodramma e spirito yankee ,si cominciasse a parlare di problemi riguardanti la società americana. Certo vi erano registi come Martin Ritt e altri che puntavano direttamente alla denuncia e altri che invece se la cavavano nascondendosi dietro a generi di sicuro successo popolare.
Un esempio è proprio questo film:Lo specchio della vita. Storia di quattro donne-madri e figlie- che vivono in modo diretto e indiretto la problematica del colore della pelle. Alla base un rapporto di amicizia e lavoro che spinge una donna afro-americana senza casa e con una figlia dal colore della pelle decisamente vicino al bianco,a cercar lavoro presso una attrice in cerca di affermazione. Le due donne si conoscono perchè le figlie in spiaggia legano una profonda amicizia.

Crescendo la ragazza ,figlia della cameriera, vive sempre più a disagio il suo avere una madre nera.Questo crea forti problemi sui posti di lavoro e nei rapporti con i ragazzi.Mentre l'altra ragazza si innamora del bello di sua madre.

Alla fine un funerale metterà tutto a posto,con il trionfo dell'amore e della comprensione.

Un buon film che oltre al melodramma in voga proprio in quel periodo,ci racconta cose niente affatto banali e che pur mutando il soggetto ci descrivono problematiche ancora attuali:il difficile rapporto con le altre popolazioni-anche senza essere neri,ora i rapporti difficili sono con il mondo arabo e con i romeni,mai una volta che i "buoni e bravi" cittadini italici e statunitensi facciano ammenda delle loro violenze e dei loro lati più oscurantisti- la difficoltà di controllare le proprie pulsioni sentimentali che ci portano spesso a innamorarci di persone non adatte ,la solidarietà che dovrebbe essere alla base del rapporto tra uomini.

Insomma un flm che nonostante tutto ci fa ancora riflettere a lungo!

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