martedì 10 marzo 2009

RISATE DI GIOIA di MARIO MONICELLI

Il mondo dello spettacolo è da sempre nel mirino del cinema che spesso lo descrive come una giungla di persone senza scrupoli.
Monicelli in questo film descrive le vicissitudini di due poveri cristi:Tortorella e Umberto. Due emarginati e perdenti che vivacchiano ai margini del cinema. Una notte di capodanna movimentata e piena di insidie li unisce a un giovane malavitoso,del quale Tortorella si innamorerà,subendo una grossa delusione

Un mondo cinico e crudele con gli ultimi, dove nemmeno l'amore è un dono di sincerità e onestà, un ritratto al vetriolo dell'Italia del Boom,devastata dal consumismo e dalla superficialità e cafoneria dei nuovi ricchi e vecchi fascisti.
In tutto questo brillano,seppure da presunti perdenti,i due protagonisti:dimenticati attori del varietà,gente che non avrà mai una seconda possibilità per riuscire a ottenere un minimo di riconoscimento.

Bravissimi,struggenti ANNA MAGNANI E TOTO', per un film sfortunato al botteghino,ma validissimo come testimonianza di un'epoca e di un modo di vivere che forse anche oggi vede molti protagonisti cercare un'occasione che non arriverà mai.

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