sabato 31 marzo 2012

UN GELIDO INVERNO di DEBRA GRANIK

Sai come si dice dalle nostre parti di cowboy brianzoli?La verità sta sempre nel mezzo.E mi pare un bel modo di dire.
Si,perchè è vero che il cinema ammmmmereggggano sia ormai finito e spacciato.La moda effimera del post citazionismo tarantiniano è chiaramente troppo debole per potere essere definita come la vena d'oro del cinema yankee,dopo il buon inizio si è rinchiusa in se stessa ,ripetendo una formula che ha diviso profondamente gli spettatori,quelli indisciplinati come me non la sopportano affatto.Lo stuporismo yankee e l'insulsaggine delle commediole romantiche ,ha devastato i linguaggi per nulla banali delle commedia,delle pellicole sentimentali e delle opere di fantasia.Il mainstreem e l'indipendente alla moda sono ad un passo dalla fossa.
Purtuttavia vi è una parte del cinema yankee che ha ancora qualcosa da dire,un linguaggio non involutivo e non finto alternativo,una grande attenzione ai personaggi.
Certo a furia di essere essenziali e anti retorici si cade nel difetto di una possibile debolezza rappresentativa,troppo minimale.Di essere un piccolo film.Però la forza di queste pellicole sta nei personaggi,nelle facce degli attori e attrici,nel riprendere vite dure e ambienti ostili come sono.

Un gelido inverno è un piccolo film,certamente,sicuramente gli Oscar-premi che a me non dicono nulla essendo una parata di ammmmereggganate tronfie e pleonastiche- se li è meritati assolutamente quel capolavoro che è Il Discorso del Re,ma non possiamo togliere al film della Granik tutti gli applausi che si merita.
Ree Dolly è una ragazzina di 17 anni che la vita ha reso più dura e matura rispetto alle sue coetanee.Il fatto è che la teenager non se la passa per nulla bene.Vive con la madre,catatonica e assente,un fratellino e una sorellina più piccoli e tanti,ma tanti guai.Il padre è uno spacciatore di metanfetamine.Per uscire dalla prigione ha impegnato la fattoria e quel poco di terreno a loro disposizione.Lo sceriffo avvisa la giovane che qualora il padre non si presentasse in tribunale scatterebbe l'esproprio della famiglia dalla casa.
Ree si mette alla ricerca del padre,ma si imbatte in un muro di omertà.

La regista ci mostra un pezzo di white trash americana,senza giustificazionismi di sorta.Non sono dei poveri cristi che cadono per disperazione nella delinquenza,o anche se lo fossero ,alla regista non importa mostrarci questa parte.Ci mostra un campionario di bestie sconsolate,abbandonate,per questo rabbiose,nate come erba cattiva.Che sanno solo usare la violenza,proteggersi a vicenda,coltivare l'omertà.In mezzo a questi rifiuti, spunta Ree:un fiore selvatico.Un grande personaggio,lontano dalle derive pseudo femministe delle donne risolute che menano,sparano,manco fossero rambo in versione dopo l'operazione,ma nemmeno delle vittime a tutti i costi.La ragazzina cerca di difendersi come può,testarda cerca il padre e si scontra con il muro di gomma delle reticenze,degli inganni,viene anche pestata brutalmente dalle donne della famiglia,ma testarda non demorde.Troverà ad aiutarla,a modo suo, solo lo zio.Un altro splendido personaggio.Uomo tormentato,solo,indurito,che alla fine cerca una sorta di vendetta la quale purtroppo o saggiamente non ci viene mostrata dalla regista-io avrei concluso il film in un bagno di sangue e morte con in sottofondo epitaph dei king crimson,magari usando la mdp in modalità dolly carellato,cioè riprendendo dall'alto per dare l'idea di una vendetta "divina",bella questa idea?No?Vabbè...-non sono da meno nemmeno gli altri personaggi.Tutti sconfitti e rancorosi,in un'america di provincia degradata,disumanizzata,squallida.E lo squallore te lo senti tutto,senza enfasi,senza eccessivi turbamenti.Così come è.
Certo ,come un altro piccolo grande film:Frozen River, l'asciugare le situazioni porta a una certa insoddisfazione per lo spettatore,tuttavia il risultato finale è davvero convincente.Solitudine,abbandono,violenza,disperazione,miseria umana prima ancora che economica,tribalismo che sostituisce uno Stato assente ,la legge debole e asservita al clan,l'esercito che dovrebbe essere il rifugio dei disperati,ma che non li vuole nemmeno illo.Su tutto questo brillano le figure della ragazzina-una bravissima Jennifer Lawrence- e lo zio.A modo loro i personaggi forse migliori.
Opera comunque degna di nota,coinvolgente e sottilmente spietata,ad avercene di film come questo.
Dategli un'occhiata,ok?

4 commenti:

hetschaap ha detto...

E' da tanto che ho questo film messo lì in attesa di essere visto. Ne ho sentito parlare bene da tutti ma è stato in sala troppo poco perché riuscissi a vederlo. Adesso aspetto solo la giusta predisposizione d'animo perché pellicole del genere vanno affrontare al momento più opportuno ;-)

babordo76 ha detto...

è un buon film che asciuga la potenzialità melodrammatica o l'esplosione vendicativa.Però è teso e a tratti disturbante.Davvero valido

Alessandra ha detto...

Ma a me è piaciuto molto più questo che Il discorso del re. Fai te. Bellissimo anche Frozen river.

babordo76 ha detto...

lo so,capita e me ne faccio una ragione!^_^

Per me il discorso ,è bellissimo e ha meritato assolutamente di vincere l'oscar.Questo è ottimo,ma troppo asciguato mi pare.E faccela vedere la vendetta dello zio dai!Più da sundance che da oscar