domenica 25 dicembre 2011

LO STRANIERO PAZZO di TONY GATLIF

Film franco-romeno chiaramente derivativo da un certo cinema fatto anche meglio da Emir Kustrica,tuttavia apprezzabile e assolutamente godibile.
Nella Romania post-comunista un ragazzo francese ,Stephan, cerca il campo nomade dei rom dove vive una cantante che attraverso le sue canzoni ha accompagnato le ultime giornate del padre.Un girovago come il figlio.
Qui per caso fa amicizia con Izidor un vecchio rom ,disperato perchè la polizia ha arrestato suo figlio.Giunto al campo dopo alcune difficoltà di inserimento ,il giovane francese diventa il beniamino degli zingari.Si immerge nella loro storia e cultura,tanto da registrare su cassetta le canzoni tradizionali dei rom.
Purtroppo un incidente scatenato da un gruppo di zingari e da romeni distrugge il clima favolistico e positivo della permanenza di Stephan.

Film che analizza in modo assolutamente e volutamente folkloristico lo scontro e incontro tra culture e formazioni diverse,uno sguardo tenero e pieno di simpatie per i Rom.Presentati come dei chiassosi,colorati,esagitati,amanti della vita e della libertà.Ottimi lavoratori manuali e pronti ad atti di generosità verso l'ospite.Tuttavia non mancano difficoltà razzistiche all'inizio- i rom non vogliono stephan perchè "straniero"-e insomma:la società multiculturale e multirazziale è quella che dovrebbe sorgere nel futuro,nondimeno essa non è quel pericolo di miseria che certi beceri reputano possa essere,ma nemmeno è il paradiso terrestre tanto voluto dalle anime belle democretine.Può essere l'uno e l'altra,oppure nessuna delle due.Perchè la società è una parte dello stato e quindi per far si che essa funzioni ci vogliono delle precise e serie leggi statali,le quali andrebbero rispettate e fatte rispettare.
Il mondo dei rom,è troppo lontano da me e dalla mia visione della vita.Non giustifico affatto alcuni loro comportamenti,ma non son nemmeno così sciocco da non comprendere la differenza forte e chiara tra i ladri comuni e quelli che dietro alle parole futuriste e belle della liberalizzazione ci rubano la vita e il lavoro.
Troppo complesso questo argomento per trovare una linea netta e precisa.Agli zingari penso si diano troppe colpe,che in parte hanno davvero e non meritano certo sconti,ma è tipico dei popoli democratici vedere il male assoluto negli altri e dimenticarsi dei propri mascalzoni.

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