venerdì 13 gennaio 2012

IF di LINDSAY ANDERSON

If= se. Quante volte nella nostra vita abbiamo pensato e desiderato attraverso i Se. Non vale la pena contare,sono tante.Troppe.Ha a che fare con i nostri piccoli o grandi tormenti,con le nostre piccole e grandi speranze.Eppure non c'è nulla di più umano e naturale che abbandonarsi e struggersi con i se,per i più emo :i ma.
If è anche il titolo di un film leggendario,che poi è anche una definizione diminutiva,un pilastro del free cinema,una pellicola che è fotografia-ora che il tempo è passato e i giovani ribelli son diventati vecchi reazionari- di un periodo storico importante e fondamentale.Un periodo che secondo me è vittima di una sciocca e sterile lotta tra i negativisti,(quelli che reputano il 68 e dintorni una cosa totalmente orribile),e i positivisti ,(quelli che danno al 68 e dintorni una esagerata importanza rivoluzionaria),metodo assai sciocco ripeto di giudicare la Storia.Negativo e positivo convivono tranquillamente,si tratta di comprendere quale sono le parti da tenere e quelle da dimenticare.Semmai.


Tuttavia per comprendere il film ci vuole una breve spiegazione politica,(è un discorso mio e quindi anche soggettivo),per capire quel momento storico.
La seconda guerra mondiale era costata moltissimo sia in termini umani sia per quanto riguarda l'economia dei paesi.I vecchi regimi demoliberali non avevano abbastanza soldi per mantenere le loro colonie,peraltro ormai territori in cui grazie alla rivoluzione sovietica si creavano sempre più gruppi anti colonialisti e veramente rivoluzionari, questo porta due conseguenze:1)l'avanzata di nuove potenze imperialiste come l'america,2)l'intensificarsi delle azioni rivoluzionarie e di liberazione dei popoli sotto occupazione,che vedono nel comunismo e nel nazionalismo una possibilità di riscatto.

Cosa succede invece da noi?Una certa classe dominante è ormai vetusta e pleonastica,i loro valori e le loro convenzioni sono ormai del tutto inservibili perchè il mondo si avvia vesso la produzione di beni immediati e di massa.Questo porta una generazione cresciuta durante la ricostruzione e il successivo boom economico a sentire sempre più strette e lontane le vite dei loro padri.Non mancano nemmeno-e son la parte migliore-le tensioni sociali di chi si sente sfruttato e partecipante di serie b nel gioco del miracolo e della bella vita.Ci saranno anche dei caduti nella parte operaia delle nostre società,vittime della rinascita economica,ma giammai democratica.
Il 68 ha una fortissima valenza di ribellione dei figli insoddisfatti della piccola e media borghesia contro i loro padri .La ribellione è figlia dell'insodisfazione e sorella della reazione.Da noi si materializzava con una spinta anti autoritaria,individualista,basata sui diritti sociali,sul gesto simbolico,su slogan fantasiosi.Non mancano nemmeno elementi più politicizzati e coscienti,in particolare nel mondo del lavoro.Ma sono i giovani,il soggetto dell'attenzione.E quindi è chiaro che il 68,pur con molte cose giuste da dire e fare,sarebbe finito nelle carnevalate piccole borghesi degli indiani metropolitani,corpi desideranti,in balìa alle quinte colonne come il femminismo.
Credo che molti erano comunisti perchè in quel periodo dava fastidio ai "vecchi" e metteva ansia e paura al sistema ,il caro comunismo.Quanto era gajiardo allora.
Tuttavia non è un periodo da condannare totalmente,perlomeno la gente o parte di essa si batteva anche per diritti più o meno giusti e si cercava magari con velleità piccolo borghesi di far progredire la società.Una ribellione piccolo e media borghese che ha toccato parte del proletariato, e anche della grande borghesia,esaurita la sua spinta-non riconoscendo nemmeno al suo interno la disciplina e l'organizzazione-si è sfasciata.In modo drammatico con le varie esplosioni di resistenza armata-rammentiamolo bene a tutti le br sono nate come risposta alle stragi di stato e fasciste.Contro civili inermi e non simboli di uno stato-o trasportando come è nella natura di ogni ribelle le sue istanze direttamente nella casa del Padrone e del Borghese.
L'erotizzazione ridicola e il consumismo alla cazzo di cane,la precarietà sul lavoro,l'anti politica al servizio di ristretti gruppi di potere,sono tutte cose che si trovavano già allora,dette però a "sinistra" estrema e liberale,mai comunista e rivoluzionaria.Mai.
Le cose migliori le hanno fatte nel cosidetto terzo mondo:vietnam,cina,cuba,tanto per dire alcuni.

Ora che più o meno ho spiegato il periodo veniamo al cinema:purissima ribellione dei figli della borghesia contro i lor padri e insegnanti,inutili ometti con stupide tradizioni superate dalla storia e dal contesto politico
Anderson gira una bellissima pellicola ,potentissima metafora della sua Nazione.Il collegio infatti pretende attraverso il rettore,gli insegnanti,ma sopratutto i prefetti:ordine,obbedienza,remissività,da parte dei ragazzi.Solo che da fuori giungono immagini di guerra e all'interno il capitalismo post bellico è diverso rispetto a quello di qualche anno prima.
Per cui se da una parte il collegio è simbolo di una tradizione pura e pulita,nella camerata dei ragazzi è facile veder le foto di guevara-rivoluzionario trasformato dal capitalismo in incona innocua e pop-o di mao.
La corruzione morale,sessuale,nascosta dietro le buone maniere,e la rabbia selvaggia pronta ad esplodere dei ragazzi è presente e ormai stanno arrivando allo scontro finale.
L'angelo vendicatore è Travis,ragazzo inquieto e ribelle che tornando al college con altri compagni segna la rottura definitiva-allora non lo sapevano che sarebbe durata poco-con i vecchi borghesi.
Memorabile e indimenticabile il finale:Travis e i suoi amici sparano sopra la folla di benpensanti,ridicoli ruderi borghesi,collaborazionisti falsi amici-il rettore giustamente ammazzato e ben gli sta-ma anche la vecchia borghesia vuole resistere e mostra la sua faccia assassina e repressiva.Uno scontro lasciato aperto:furioso,devastante,incontrollato

Anderson spiega con questo capolavoro un indimenticabile momento storico.Giusto o sbagliato hanno fatto qualcosa,noi?Ci limitiamo a stupidi ricordi di cartoni animati,mentre il capitalismo ci manda al macello.Storditi dai regimi liberali che ci danno libertà effimere,ma distruggono il lavoro e il ruolo del lavoratore,assistiamo passivi e incazzati alla nostra fine.
Se....

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Al di là delle divagazioni storiche, If resta un film splendido che è persino invecchiato bene. E' questa la cosa che mi stupisce. Non è datato come, ad esempio, Fragole e Sangue che davvero mamma mia aiutami tu.
If è potente adesso come lo era trenta e passa anni fa. Fa quasi paura quanto può essere ancora attuale, seppur radicato nel suo contesto storico.
Forse perché è un film europeo, anzi, inglese, che è pure meglio.

babordo76 ha detto...

oh mamma mia Fragole e Sangue,alla fine tengo agli sbirri che mi ripuliscono la scuola da quei frichettoni che si mettono pure a cantare la canzonetta orribile di lennon.
If ha invece una potenza clamorosa,trascinante,una rabbia feroce che insomma alla fine io tifo di brutto i ragazzi.
Si noi europei siamo superiori agli ammmmeregggani anche nei film di protesta

Ti suggerisco anche la visione di Il servo di Joseph Losey:cattivo,feroce,spietato

ciao!