lunedì 13 maggio 2013
LA BALLATA DELL'AMORE E DELL'ODIO di ALEX DE LA IGLESIA
Non sono un ammiratore di Alex De La Iglesia perchè reputo il suo cinema troppo grottesco e che lui non riesca quasi mai a controllare quello che fa. I suoi primi due film me li rammento come opere con qualcosa di interessante che naufragano impietosamente in un mare mosso da incredibili e madornali cazzate. Ho amato molto invece un suo film intitolato La Comunidad,perchè interessante attacco alla borghesia spagnola e alla convivenza in un condominio,film che mi è parso più scritto o comunque più affine ai miei gusti.
Avevo sentito parlottare anche di questo film, passato a Venezia se non erro,dal significativo titolo Ballata triste di una tromba,tradotto da noi come Ballata Dell'Amore e Dell'Odio,peraltro massacrando l'omaggio all'Italia fatta dal regista ,poichè la canzone che dà il titolo al film è italiana, di Nini Rosso.
Detto e scritto questo passiamo alla pellicola: la poesia del cinema imperfetto.Ecco come intitolerei un saggio su questa pellicola se fossi abbastanza saggio da scrivere saggiamente,ma sono solo un magnifico Spettatore Indisciplinato proprietario di uno splendido blog di nicchia e quindi...
Questa è un'opera piena di pregi e difetti,luci e ombre,ma che non lascia indifferenti e che mette la potenza assoluta e devastante del mezzo cinematografico al centro dell'azione ,film interessante perchè osa la strada di un melodramma d'assalto e impetuoso,esagerato e quindi sempre in bilico tra ridicolo e patetico. Un'opera però che esula dal cinema onesto,diomadonna e gli angeli in colonna quanta rabbia atroce ..no davvero sappiate :se scrivete sui vostri blog robe tipo:cinema onesto,spacconata fiera di esserla,non vuol fare altro che intrattenere,finirete subito nella mia lista nera. Tipo che vi smadonno a ritmo di lambada e con le maracas in mano,(ci sono strumenti che si chiamano così?No,hai presente quelle robe che si agitano tenendole in mano e che fanno frrrr frrrr frrr?Si,bravo..brava..perchè io non ci ho capito un cazzo di quel che ho scritto dopo "cinema onesto"),insomma:non è un'opera di cinema onesto,di genere , ma qui è evidentissima l'ambizione smodata,travolgente del buon Alex. E io amo gli ambiziosi,se non lo siete non fate mestieri per cuori titanici e menti gigantesche,non servite,fate solo massa e numero e zavorra.Lo spettacolo,l'arte,la cultura,si alimenta di ambizioni smodate,di salti nel buio,di omaggi farneticanti. Di pazzi visionari e folli crudeli.
Almeno il cinema che piace a me:imperfetto e smargiasso .Che ti fa applaudire e mettere le mani nei capelli per la disperazione. Chiedo molto a me come spettatore, (e infatti non mi trovate nei gruppi popolan -chic o tra i nostalgici delle vaccate anni 80),figurati se non lo faccio con chi lavora per la sua Gloria .Perchè anche questo è importante se fai cinema fallo perchè il tuo nome in faccia ai superbi e ai prepotenti scintillerà,mica per fare il galloppino di qualche stronzo produttore di serie z
Ecco De La Iglesia,si prende il gusto di fare un'opera titanica,gigantesca,cioè raccontare la storia della spagna attraverso gli occhi di un povero pagliaccio,e usando i più abbietti codici del melodramma popolare, tipo Dramma della gelosia di Scola,e tra un sussulto di grande cinema e qualche scivolone , ti tira fuori un'opera di straziante bellezza. Come quelle persone che alternano momenti delicati e poetici e poi franano travolti dalle loro debolezze.
Cinema che diventa carne,sangue,ossa,si fa umano e quindi indolente nel suo essere ambiziosamente imperfetto.
Xavier è un bambino occhialuto quando nel circo dove lavora il padre, clown,quando arriva un'armata di anarchici che pretende di arruolare tra il pubblico dei soldati.
Durante un'operazione militare il pagliaccio viene arrestato e posto alla prigione a vita. Il bambino occhialuto va a trovarlo e impara dal padre una lezione sulla vendetta. E sopratutto:non fare il pagliaccio che fa ridere,ma quello triste.
Alex gira una delle più belle scene di battaglia mai fatte al cinema. Epica,dolente,immaginifica e possente. Con il capo degli anarchici in prima fila a sparare e il pagliaccio che fa a pezzi i soldati.
Esuliamo dal contesto storico e dalla storia che fa abbastanza pietà. Rimane una grande scena di guerra
Anni dopo Xavier fa il pagliaccio triste in circo scalcinato,simbolo di una umanità frichettiona,perdente,tenerissima nel suo essere orgogliosamente artisti emarginati,di poco peso,ma che il regista ci fa subito amare. Come se fossero nostri amici,gente che sente il peso di non appartenere a nessuno e a niente,che sta negli angoli eppure ha il grande dono di intrattenere i bambini,anche con spettacoli poverissimi o non riuscendo mai e poi mai a concludere il loro lavoro, (il motociclista fantasma, mito!),qui il nostro eroe fa da spalla a Sergio. Uomo volgare e violentissimo. Una bestia feroce ,e non possiamo fare altro che tifare per Xavier il quale nel frattempo si è innamorato di Natalia, trapezista e donna selvaggiamente picchiata dal crudele Sergio,ma a lei non dispiace troppo la cosa.
Il film quindi diventa un bollente melodramma carico di scene violentissime e urla,pianti..
Un giorno per gelosia Sergio massacra Xavier di botte, l'uomo però si vendica scappando dall'ospedale e sfigurando il rivale in amore
Risultato?Uno vaga nei boschi e l'altro ormai ha la carriera da pagliaccio rovinata.
L'opera avanza seguendo le gesta di questi due uomini alla deriva,impazziti,folli eppure la grande capacità del regista è quella di farceli sentire vicini e umani,quando vuole.
Sergio senza lavoro che piange disperato è toccante e commovente anche se per tutto il film desideri la sua morte violenta,violentissima. Xavier è il buono e dico pure che mi sono anche immedesimato non poco,poi per colpa del destino si trasforma in un tetro clown assassino. Spettacolare e indimenticabile la scena che vede il nostro storpiarsi il viso per diventare un pagliaccio senza trucco. Scena dolente,splendida nella sua violenza e amarezza.
Così tra sparatorie,inseguimenti,effetti splatter,esagerazioni non sempre credibili e sopportabili e un pre finale che a me non è piaciuto per niente perchè troppo ridondante e tirato per le lunghe,arriviamo all'ultima inquadratura. Che da sola vale tutto il film
Due uomini soli,che hanno perso per sempre l'amore e che non possono fare altro che nascondersi dietro a quelle maschere che i loro visi sono diventati. Ridere o piangere,travolti dalla follia,dalla loro vita distrutta,dal dolore.Commovente in modo devastante e doloroso.
Perchè questo film è un straziante film d'amore,tumultuoso e pericoloso come talora esso sa essere,ed è un film dove il regista ha messo tutto se stesso nella creazione dei due personaggi principali, (peccato per Natalia scritto un po' male e interpretato sulla stessa linea),provare ribrezzo,paura e infinita dolcezza per due orribili perdenti. Non si nasconde nulla e te li mostra in tutto il loro splendore:debolezze,miserie,momenti alti e nobili che però crollano immediatamente
Esagerato,sbagliato,sconclusionato,eppure indimenticabile,memorabile,necessario. Un piccolo classico.
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2 commenti:
Nenache io amo De La Iglesia in maniera particolare (concordo che la sua cosa migliore sia stata, probabilmente, La Comunidad), ma di questo film ho apprezzato lo spirito anarchico e strafottente che vi traspare. In un panorama cinematografico (quello europeo) così convenzionale e attento agli schemi, una ventata di strafottenza anarchica è da apprezzare, anche se poi il risultato finale ha più difetti che pregi. Per cui, ben venga un De La Iglesia anche in Italia!!!
questo film a differenza degli altri ha due grandissimi,memorabili,leggendari personaggi e una ambientazione circense che trasuda umanità
Poi ci sono scivoloni clamorosi e minchiate classiche di alex,ma reputo questo film il suo vertice,se penso alle due puttanate che aveva diretto agli esordi...
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