domenica 16 dicembre 2012

GLI INVASATI di ROBERT WISE

Robert Wise è uno di quei grandissimi registi che hanno diretto opere spesso importanti ed epocali, (pensiamo ad Ultimatum alla Terra,West Side Story),ma che per una ragione o l'altra non mi pare siano citati dai fighetti che fanno cinema ultimamente.
Invece meriterebbe fiumi di parole,fiumi di parole tra noi, (lo rammentate..I Jalisse !),perchè ha diretto film di ogni categoria sempre portando al massimo il potenziale del genere
Prendete questo film,un classico immortale direi. Ha quarantanove anni, tra poco cinquanta eppure fa ancora la sua porca figura, (non la figura da porca che non stiamo parlando di Asia e delle" porca paletta" che lanciamo ogni volta che si affaccia sullo schermo),perchè riesce a trasmettere inquietudine,spavento,tensione,pur essendo un'opera quasi del tutto priva di effetti speciali e trucchi sanguinolenti, di buuuu e sviolinate assassine. Un vero e proprio trattato sulla paura,la suggestione,percezione  di essa e dell'effetto che fa sulla nostra mente.
Il film è tratto dal magnifico libro di Shirley Jackson, quanto pare si mormora che abbia collaborato al soggetto, "Incubo a Hill House". Libro che usa la ghost story per affrontare argomenti anche più seri,profondi,da occhialuti esistenzialisti. Il legame tra Eleonor e Theodora è sicuramente più intenso e disturbante su libro,ma sai io credo che sia impossibile rifare paro paro paro in modo assurdo un libro nella sua versione cinematografica. Si perde qualcosa e si guadagna altro.
Qui puntano molto sull'atmosfera,un esercizio di stile sul terrore e il suo contagio,un sublime ritratto del male, dell'insano rapporto vittima-eleonor- carnefice- la casa- che ancora oggi mette molti brividi
Le scene di "attacco" effettuate dalle presenze ostili nella camera delle due donne,l'apparizione a sorpresa del volto della moglie del professore da una botola,la voce satanica e le risate infantili,eleonor che crede di tenere nella sua mano quella di Theo e la sorpresa  che non si tratti di quella.
La regia è precisa:movimenti veloci e nervosi della mdp e lunghe pause,azzeccata anche la zona dove han girato il film nella campagna inglese. Si dice che il lungo inverno campagnolo e il grandissimo lavoro di scenografia fatta dal reparto scenografie abbiano profondamente influenzato la performance di Julie Harris -Eleonor- tanto da renderla appartata rispetto al resto del cast e che almeno in un'occasione abbia avuto un crollo nervoso,mettendosi a piangere senza ragione. Set quindi percorso da inquietudini,almeno per una di loro.
Ed è proprio la campagna,la costruzione dell casa,dei lunghi corridoi,ora accarezzandoli ora con vigore e uso magistrale del grandangolo a suggellare un patto di puro terrore tra la magia del cinema e la paura dello spettatore.
Certo,il finale del libro è migliore,questo non è eccelso,ma che magnifica goduria lasciare l'adrenalina scorrere nelle vene,e che grandissima lezione di cinema per gli attuali registi de spavento fracazzone da veletri e altre derive orribili.
Purtroppo c'è pure il remake. Orribile e inutile

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