Dipende da quanto tu credi nell'umanità: se ci credi, ti viene naturale mostrare quanto di buono o giusto, gli esseri umani possano fare per sé stessi e gli altri, altrimenti ti fermi "alla realtà", che nel felice mondo occidentale equivale a un "che schifo"
Tutto qui. Non c'è giusto o sbagliato, il desiderio di fare continuamente il punto su un'idea. Ora, un artista potrà mentire al pubblico, a sé stesso, alla critica, il mondo è pieno di film "falsi" e fatti male, ma quando è da più di trenta anni che sei un grosso e importante nome all'interno dell'industria e tra milioni di cinefili, ecco, dovremmo farcene una ragione: non è più, o solo, l'uomo che mira all'incasso e alla gloria con trucchi facili, ma un Autore che film dopo film mette in scena la sua poetica.
Potrà anche darci fastidio, ma a questo punto è un problema nostro. Non suo.
Sicuramente non è un mio problema: visto che ho amato profondamente questo bellissimo film
War horse è un film che parla di un legame profondo e indistruttibile, quello tra un ragazzo e il cavallo che lui ha addestrato per farlo lavorare nella fattoria, dove lavora col padre e la madre. Il rapporto speciale, difficile da spiegare a chi non ha un minimo di empatia cogli altri, che si instaura tra un umano e un animale "domestico", è qualcosa di forte e totale. Pur rimanendo ognuno quello che è: noi esseri umani e loro animali. Ma ti ritrovi a pensare a loro, gioire e soffrire per e con essi. Dubito che una persona, la quale rimane indifferente alle sofferenze di una bestia, possa provare pietà per una persona. Forse potrebbe accadere, ma dubito.
Però il film non parla di questo, o almeno non solo. La pellicola si e ci pone una semplice domanda: "Possibile trovare, nella guerra, un barlume di umanità? Possibile in un simile contesto, non perdere del tutto gli aspetti positivi di essere umani?"
Questa domanda ci porta a una risposta che molti non ameranno affatto, perché semplificano la vita e le persone, comunque essa è : "Sì" Possiamo trovare della bellezza, gentilezza, grandezza, ad opera di piccoli esseri umani, anche mentre stiamo combattendo. L'uomo che stermina senza pietà i nemici, ha tempo anche per solidarizzare con essi, riflettere nell'altro quello che siamo e saremo dopo la battaglia: persone che lavorano, amano, piccole vite, ma che sono la base di ogni cosa.
Così il cavallo diventa testimone di tutto questo dolore e bellezza mischiati insieme. Perché l'umanità, per Spielberg, è più forte di ogni conflitto. Tema cardine della sua filmografia, qui esposto in modo lucido e totale.
Il giovane ufficiale inglese, i due soldati disertori tedeschi, la ragazzina francese, il soldato tedesco e infine di nuovo col padrone. Questo viaggio per ritrovarsi è denso di personaggi indimenticabili, che anche se appaiono poco, lasciano il segno e traccia. Come indimenticabile è la scena del soldato inglese e quello tedesco che lavorano insieme per salvare il cavallo.
Siamo uomini, simili. Anche se i nostri potenti ci mandano al macello, alla fine abbiamo più cose in comune di quanto si possa pensare.
Forse non siamo più abituati a credere e pensare che il cinema abbia il compito di mostrarci la parte migliore di noi, delle nostre vite. Forse crediamo che solo una sofferenza senza uscita sia la realtà , quella perlomeno degna di essere filmata. Non sappiamo quasi più gioire di fronte a una bellissima storia di pace, amore, amicizia, una storia che parla di gente umile, meraviglioso Peter Mullan come tutto il cast, non so cosa ci sia successo. Però mi dispiace
Io, insieme a Spielberg, Virzì, non so quanti altri, crediamo negli esseri umani, che hanno il coraggio di essere umani. Toh, cito Mengoni e ora posso andar a dormire
mercoledì 5 aprile 2017
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