domenica 13 marzo 2011

SETTIMO SIGILLO di INGMAR BERGMAN

Cosa c'è di reale nella nostra esistenza?La morte.Cosa ha di certo l'uomo di tutta la sua lunga e talora tormentata esistenza?Di morire.Eppure da sempre , noi cerchiamo di sfuggire a questa semplice e unica verità che possediamo.L'amore,il sesso,il denaro,la lotta politica e sopratutto il più grosso autoinganno collettivo che l'uomo abbia mai pateticamente creato:la religione.Con i suoi paradisi per buoni e inferni per cattivi,quanta sciatteria a ben pensarci come se il sangue dato alla morte come sacrificio nelle tante guerre di religione,ora sono chiaramente diventate lotte di colonialismo avanzato da alcuni secoli,non sia azione delle più spregevoli e pleonastiche.Le crociate hanno forse migliorato la vita umana di chi vi combatteva o di chi ha perso la vita?Non credo.Sarebbe giusto accettare la fine,ma è terribile.Ci vuole una forza troppo grande per un essere piccolo come quello umano.Per questo parliamo pochissimo della morte,la esorcizziamo in mille modi usando anche rozze superstizioni unite a credulanze religiose.Gli animali non ne hanno bisogno,accogliendo essa senza la dannazione della ragione,ma come processo della natura.Per il resto cerchiamo di non pensarci,di allontanarla da noi. Un cavalliere torna dalle crociate con il suo scudiero,qui vi trova la Morte ad attenderlo.L'uomo decide di sfidarla a una partita a scacchi.Nel frattempo la peste domina sulla svezia causando la fine di molte persone e il furore religioso è duro da tenere a bada.ciò nonostante lungo il tragitto il cavalliere incontrerà la compagnia di un gruppo di guitti:un uomo con la sua moglie e figliolo e un loro collega,un fabbro e la moglie che lo tradirà con un attore della compagnia di artisti e così via.Sarà possibile vincere la partita con la Morte?E sarà disposta a svelare i segreti dell'esistenza e del dopo? Un immenso capolavoro che ha segnato profondamente la storia della cinematografia internazionale.Un film potentissimo con immagini evocative e memorabili:lo spettacolo allegro degli attori interrotto dall'arrivo dei fanatici che mortificano la loro carne con la flagellazione,la morte dell'attore con la morte beffarda che gli sega l'albero dove lui è rifugiato,il ballo macabro finale. Film sicuramente profondamente religioso seppure non fermo a una certa pacificazione del credente,dove il tema del silenzio di dio pesa fortissimo contro ogni facile soluzione dogmatica.Max Von Sydov e tutto il cast è superbo. Oltre il capolavoro!

LA FONTANA DELLA VERGINE di INGMAR BERGMAN

Una dolente e lucidissima disamina potentemente metaforica su cristianesimo e paganismo,sulla natura della vendetta e la ricerca lancinante-che se po' scrivere codesta parola?-del perdono,l'uomo nella sua fragilità animalesca e la purezza della gioventù immacolata.Dovrebbero capire certuni che i Maestri del Cinema esistono e non si possono inventare su basi di gusti personali.Tutto il lordume scomposto del recupero e revisionismo del cinema bis alla cazzo di cane,tutti i dotti e sprezzanti idioti in piena crisi mistica trasharola,dovrebbero convertirsi alla pulcretudine inviolabile e inviolata dal tempo e dalla umana bassezza di giudizi frettolosi. Bergman è Un Maestro ,anzi è tra i Supremi insieme a Kurosawa e pochissimi altri.Con questa pellicola segna un ulteriore passaggio in avanti all'interno del suo cinema.La riflessione religiosa,sulle condizioni umane,dove regna superba una fotografia di superba beltà e la recitazione precisa e perfetta senza abbandoni a gigionerie di sorta ,(e sarebbe facilissimo),lo porterà a trionfare nel 1960 ,mi pare, agli Oscar vincendo la seconda statuetta della sua lunga e nobile carriera.La storia è assolutamente dolorosa,straziante,feroce:in una Svezia medioevale una giovane puella ancora intatta nella sua purezza virginale seppure di carattere felicemente socievole ed espansivo,viene mandata dalla madre a portare i ceri alla madonna in compagnia di una donna-sorellastra o cosa non si capisce bene- decisamente più imperfetta e votata ad Odino.Lungo la strada la giovine viene importunata da tre manigoldi la cui vita abbietta ai margini della società e le successive sventure han reso dei lestofanti di ogni risma.La sorte amara della ragazza è segnata :violentata e uccisa.Il fato però gioca un tiro mancino ai tre delinquenti:finiranno per cercare ristoro nella casa dei famigliari .Una volta scoperta la verità il padre si vendicherà ferocemente e brutalmente.Ammazzando anche il terzo,un giovane in realtà innocente del tutto estraneo al triste fatto di sangue.Come si vive dopo la vendetta?Cosa subisce la nostra anima?Quale profondo orrore e dispiacere arriva con la fredda riflessione di aver ucciso seppure con buone e lodevoli motivazioni?Il finale però vede sgorgare dal posto in cui giace la ragazzina seviziata e defunta una purissima sorgente di acqua fresca che lava mani assassine e visi segnati dalla infelicità e disperazioneDire capolavoro è poco!

sabato 12 marzo 2011

FUORI ORARIO di MARTIN SCORSESE

Esercizio di stile ?Forse,ma che gran stile!Sì,perchè in altre mani italoamericane-mani sporche e sprecone- questa pellicola sarebbe uscita una grande e trionfante cazzata.Si sarebbe puntato su un grottesco grossolano,di grana grossa,su dialoghi improbabili e personaggi pompatissimi.Figurarsi poi se codesto italo americano avesse donato il progetto al suo amicone messicano,nemmeno voglio immaginarloScorsese,siccome è Scorsese,invece ha gusto e un'idea di cinema Grande,per cui sa come controllare gli aspetti più spigolosi di una sceneggiatura in bilico tra buon cinema e smargiassata, riesce così a creare un incubo credibile e potente.Una delle sue pellicole migliori, (intendiamoci:martin ha anche diretto cazzate immonde come Kundom su quel fetente del dalai lama o the departed,na ciofecata premiata anche con l'Oscar.Poi mi chiedono perchè io non li segua...So amerikanate!),vicenda che per far il figo colto definirò :kafkiana,ma che poi non è che centri molto! Un modesto impiegato conosce una fanciulla,con l'intenzione di passare una notte diversa va dal suo rassicurante quartierino dabbenista fino in periferia.Comincerà una notte tormentata,tra strane scultrici e macabre "statue",banda di cittadini giustizieri ,cameriere logorroiche e l'impossibilità di tornare a casa. Il film era l'occasione per il valido Griffin Dunne di entrare nel giro grande del grande cinema ,visto che lo rammentiamo solo per la sua partecipazione al capolavoro landisiano:lupo americano a londra e per questo film ,diciamo che la sua operazione non sia propriamente riuscita.Questa però potrebbe essere una cazzata da critico opinionista da blog e così via.Quindi fatemi sapere che altri film importanti e parti eccellenti gli son capitati.Insomma:il film è assai buono e va assolutamente visto!

BIRD di CLINT EASTWOOD

Il film che ha consacrato MR Eastwood come un grande regista e che gli ha fatto guadagnare i favori della critica mondiale. Molti considerano il jazz musica assai noiosa,e forse non hanno torto,molti la considerano musica per borghesi,mentre i figli loro preferiscono ascoltare punk o reggae o peggio hip hop,vabbè lasciamo che dicano.Il Jazz è la forma musicale che più si avvicina all'arte,certo è settaria,certo è di elite e non è per le masse.Forse che i grandi artisti abbiano mai lavorato per le masse?Non credo proprio. Questa è la storia di Charlie Parker , un notissimo musicista jazz-saxofonista-morto a 34 anni dopo una vita di dipendenza delle droghe,alcol,una vita tragica e sregolata,che lui vive tra un certo trasporto al "maledittismo"quasi doveroso e una forte voglia di uscirne.I rapporti con la moglie,con i membri della sua band,la disonestà delle case discografiche ed imprenditori.Eastwood sa che potrebbe sfornare l'ennesima biografia romanzata,pompata,agiografica oppure perdersi nel dannatismo d'accatto.Essendo un grandissimo autore egli sceglie la strada del pudore:mostra e anche tanto,ma non enfatizza.Vi è quasi una lezione bergmaniana del dolore:presente,ma controllato dalla pietà non ipocrita,ma partecipe. Forest Withaker supera se stesso in una grandissima prova di attore.Un film memorabile,leggendario,meraviglioso.

LA PECORA NERA di LUCIANO SALCE

Filippo è una simpatica canaglia,truffatore,imbroglione,amante della cosidetta bella vita di vizio e lusso,Mario è invece un politico onestissimo,serissimo,rigoroso,sposato con la stessa donna da anni e anni.I due sono gemelli anche se non si vedono da anni,si incontreranno di nuovo-perchè Filippo arrestato per smercio di foto oscene si fa passare per il gemello moralista-e la vita dell'onorevole sarà stravolta e distrutta,la moglie che si innamora del fratello scapestrato scoprirà che razza di squallida carogna sia,ma è troppo tardi. Commedia sarcastica,dissacrante,irriverente,un pregio?Non sempre e infatti anche in qusta pellicola si scade pesantemente nel razzismo qualunquista-il presidente africano-o nel fin troppo esibito e calcato-anche nella recitazione di Gassman.Rimane comunque una pellicola tuttosommato godibile e a tratti assai divertente.Il finale feroce è la parte migliore del film

CRASH di PAUL HAGGIS

Il regista ,di cui non assicuro di aver scritto giusto il cognome,è noto sopratutto per aver scritto il capolavoro eastwoodiano :Milion Dollar Baby.In passato è stato anche il creatore di Walker Texas Ranger,mostrando postumo un certo pentimento,sempre per eastwood ha scritto un altro grande film :Flag Of our fathers.Questo film lo vede anche in cabina di pilotaggio o pirlotaggio se il film non dovesse piacervi.Vincendo anche degli oscar,che ho dimenticando non fregandomene una cippa di questo premio amerikano...Si,si con la K!^_^ Il film si allinea alla serie 21 grammi,Amores perros,Magnolia,American Beuty e sopratutto il mai citato,ma ottimo:i cinque sensi.Questo tipo di pellicola a me piace assai,poichè sono un brianzalotto con altissimo senso della sceneggiata,del melodramma,delle scene madri,del cinismo "sentimental-commoventista".Amo la tragedia dura e pura,in poche parole. La pellicola in questione è un prodotto medio,di buona fattura che racconta due giorni di solitudine,redenzione,rabbia,morte,collera e perdono a Los Angeles.Cittadini di razze mescolate in attrito tra di loro,che denunciano come il multiculturalismo potrebbe funzionare ,ma non in società capitalistiche.C'è il poliziotto rozzo e razzista,ma che poi si scopre umano,quello dabbene che uccide un povero fratello non solo in senso di nero,ma anche di fratello di un suo collega sbirro,un produttore di colore che vuol vivere da bianco e via elencando.Eppure manca qualcosa,il film risulta irrisolto,con tanti acenni,ma abbandonati.Forse è anche vero che nella vita succedono degli episodi che poi non hanno seguito,ma inzomma..Comunque un buon film da vedere