giovedì 30 ottobre 2008

LUNA ROSSA di ANTONIO CAPUANO

Film notevole seppure non del tutto riuscito.La storia del crollo di una famiglia di camorristi,dilaniata da infedeltà e torbidi piani per la presa del potere,che viene distrutta dal figlio "malato e ribelle".
Capuano sceglie una strada diversa e insolita per parlare dei mali che attaccano le famiglie e nel loro insieme la società.Meschinità ,desideri incontrollabili di piacere personale,bramosia di potere e ambizioni smodati che portano l'individuo a perdersi del tutto trascinando con sè la vita di molte altre persone
Si cerca un richiamo con la tradizione della tragedia greca,si punta in alto mischiando il genere di film camorristico /mafioso con un rigore e una ricerca sperimentale dal sapore avanguardistico e sperimentale

Il male d'italia cioè la criminalità organizzata analizzata come una famiglia allo sbando,marcia dentro.
Questo ci può fare riflettere anche sulle meschinità che si vivono quotidianamente ,i tradimenti e i calcoli per avere quella fetta di potere , di goduria da poco,ma che danno l'illusione di essere meglio di altri.

Per questo il film-seppure non del tutto riuscito e un po'confuso- mi piace,è una di quelle pellicole che cercano l'altro e l'oltre,superando la storia di crimine per arrivare a essere un apologo morale ed etico su quali sono i mali del tempo

lunedì 27 ottobre 2008

TOTO' E CAROLINA di MARIO MONICELLI

Prima della guerra preventiva,in Italia avevamo la censura preventiva:questo film è una limpida dimostrazione.
La polizia infatti trovò osceno che essa venisse descritta attraverso il personaggio di Totò,uno sbirro un po' ottuso e non molto perspicace,non furono i soli guai.Vennero censurate diverse battute-quella bellissima in cui il principe de curtis dice a Anna Maria Ferrero:il sucidio non è per i poveri,ma per i ricchi .Loro possono permettesserlo,noi no-ma anche battute come quella dell'urbe-Antonio Caccavallo agente dell'urbe- e di chiaro riferimento satirico nei confronti del fascismo.Eliminata anche una scena in cui,Totò viene interrogato da un suo collega sugli articoli inerenti ai comportamenti della celere in piazza,ovviamente il maestro della comicità partonopeo non sa rispondere.
Insomma un ritratto di sbirro che non piacque alle forze dell'oridine,andò incontro anche ad altre ire di stampo democristiano
Pensate ad esempio alla scena quando Totò sorpassando un camion di lavoratori che cantano bandiera rossa urla:buttatevi a destra.
Dopodiche a un passaggio ferroviario viene tamponato da un camioncino,Caccavallo scende furioso-convinto che siano i comunisti-invece si ritrova a che fare con un prete e un gruppo di scout,lo sbirro da incazzato diventa agnellino-segno della referenza che tutti i "poteri " hanno per la chiesa.
Oppure,quando Carolina accusa il patrigno di andare di notte nella sua camera per abusarne
Insomma un film troppo vero,troppo bello per piacere ai dorotei,alla sbirraglia e affini
Soggetto di Ennio Flaiano,sceneggiatura di age,scarpelli,sonego e lo stesso monicelli-al primo film da solo senza steno- film che è stato tagliato,ostacolato,censurato da un potere ridicolo e "coglionesco",come se non bastasse la pellicola si è dovuta fermare perchè durante una scena-quella dove totò si butta in un torrente,girata dall'attore senza controfigura- il principe si ammalò di polmonite,così le riprese si son fermate per un certo periodo.Ripresero a Torino-la ferrero era lì per fare amleto-
Dimenticavo come aiuto regista un tale Gillo Pontecorvo.

Film che oggi è possibile vedere nella sua reale formazione,alla faccia della censura.
Basta che prendiate la copia del corriere della sera-collezione dedicata a totò,oltretutto dopo pagine e pagine di critica spazzatura e cretina,che trovate in certe collane western e poliziesche- mereghetti e fofi danno lucidissime letture e spiegazioni.

Buona visione!

giovedì 23 ottobre 2008

BOB ROBERTS di TIM ROBBINS

Come sempre c'è qualcosa nei film che va oltre la pellicola,la tecnica,la pura rappresentazione filmica e diventa profezia
Vedendo questo splendido film dell'attore Tim Robbins, non possiamo notare come tutto quello menzionato in questo film di 17-18 anni fa sia ancora assai attuale ,che un film giudicato grottesco all'epoca ora sia tristissima verità.Le guerre,i candidati fieri e forti della loro ignoranza reazionaria,la violenza popolana vestita da ricerca di sicurezza,il disprezzo per i poveri ed emarginati, le associazioni sulla carta benefiche e in realtà finanziatrici di guerre e trasporto di droga,il successo economico sbandierato,la denigrazione qualunquistica e populista della politica,le banche che falliscono per colpa di un liberismo esasperato ed esasperante,la deriva fondamentalista cristiana.

Nelle vicende del cantante Bob Roberts autore di squallide canzonette fasciste, che sfruttando l'ignoranza delle masse diventa un politico importante,ci sono tutte le tragiche storie -per chi non li sopporta e supporta-dei vari berlusconi,bush,aznar e del peso che un capitalismo selvaggio e irresponsabile ha avuto sulla politica e sul sociale

Un grandissimo film,indimenticabile

ps:molto divertenti i dischi più importanti di Dylan rivisti in ottica conservatrice,non penso che Zimmerman sia dispiaciuta la cosa....guardare il doc di Scorsese per averne la conferma!

ALLA RIVOLUZIONE SULLA DUE CAVALLI di MAURIZIO SCIARRA

Rammento la sceneggiata di Laura Morante alla premiazione per il pardo d'oro di Locarno,a lei il premio dato a questo film non piacque proprio.Evidentemente la regina del cinema borghese e dabbenista con spinte isteriche non ama le commedia popolari.Cioè quei film che pur essendo leggeri raccontano episodi politici e sociali,cosa che per esempio un Ricordati di Me,non fa nemmeno di striscio
Lasciando perdere questo episodio,parliamo del film:decente,piacevole,gradevole. Non un capolavoro,ma un film dignitoso che merita proprio perchè unisce la leggerezza della commedia con intenzioni sociali e storiche appena acennate,certo,ma presenti.Un film che è utile per chi non ha vissuto quell'epoca fantastica che sono stati i 70,per chi vuol capire la storia recente europea,i regimi e la libertà dei popoli. Chiaramente la commedia prevale,ma il film in realtà non è fragile e racconta la storia di tre amici-due uomini e una donna- di nazionalità diverse che partono per assistere alla rivoluzione portoghese-nota anche come la rivoluzione dei garofani,per via del fatto che i soldati liberatori,portavan questo fiore-lungo la strada vivranno diverse avventure e peripizie,fino a quando raggingeranno Lisbona.Il finale è assai ironico e tagliente,ben fatto

Questo film dunque serve per poter aprofondire un tema importante,quello della dittatura fascista e della ricostruzione di una democrazia,ho come l'impressione che in Portogallo ,come in Spagna,Italia,Germania,alla fine siano arrivati i governi democratici rappresentazione della borghesia,quindi inutili e dannosi per il popolo.Però,il momento della liberazione quando i sogni possono concretizzarsi,quello deve essere qualcosa di indescrivibile,prima che qualcuno compri il sogno,la rivoluzione e ci dica:è il mercato baby!

martedì 21 ottobre 2008

MOBY DICK di JOHN HOUSTON

Non poteva che essere portata su schermo dal grande John Huston,questa storia classica conosciuta da milioni di persone
Si,il regista dalla personalità debordante-Eastwood l'ha celebrato nell'intenso "Cacciatore bianco,Cuore nero"- aveva già portato sugli schermi una grande storia di ossessione fatale con Il tesoro della sierra madre,la dove era l'oro a fare impazzire il protagonista ,qui è l'ossessione di Achab per la Balena Bianca,che trascinerà lui e i suoi uomini verso la morte.
Scritto con un maestro della fantascienza quale Ray Bradbury,il film entra di diritto tra i capolavori del genere e della cinematografia mondiale.
Il tema dell'ossessione,del destino segnato e della sfida che l'uomo porta contro la natura,sono ben strutturati e svolti.
Memorabile Gregory Peck,nel ruolo di Achab

In italia la balena bianca era la democrazia cristiana...ah,che tempi!

lunedì 20 ottobre 2008

AFFLICTION di PAUL SCHRAEDER

Paul Schraeder è un grande sceneggiatore,che ha diretto anche film abbastanza significativi per il loro ruolo di ricerca della morale e dell'etica in ambientazioni dominate da follia e violenza.Lo era il suo Taxi Driver,è molto simile anche questo ottimo film sulla caduta nella follia di un uomo
Uno sceriffo divorziato dalla moglie,che cerca di avere un buon rapporto con la figlia,vede la sua vita andare a rotoli dopo che in un incidente di caccia,perde la vita un pezzo grosso del sindacato,il quale doveva testimoniare in un processo contro la mafia
Da questo momento scivola sempre più nella follia,colpa di un pessimo rapporto con un padre violento, che gli farà perdere l'amore di una donna,il lavoro e lo condurrà verso l'omicidio e la fine


Il film analizza benissimo la solitudine cui sono condannate le persone che per vari motivi non riescono a sopravvivere in questo mondo ferocemente vuoto e desolato.
L'eroe del film nonostante le sue buone intenzioni non riesce a stare a galla,a vivere e si abbandona alla violenza che da piccolo ha subito e visto
Molta compassione e tenerezza per queste vite disperate e spezzate,mentre fuori si celebra l'eroismo di affaristi poco chiari

Un grande film,sul declino dell'uomo medio e sulla violenza che genera solo esistenze devastate
Grandissimi Nick Nolte-che adoro perchè non ha applaudito il collaborazionista Kazan-e James Corburn,oscar per questa sua ultima apparizione cinematografica prima della fine

In questa pellicola non c'è il riscatto del perdente,come se il sogno americano si sia sciolto ,una balla a cui nemmeno i bimbi credono più

IL VERDETTO DI SIDNEY LUMET

Uno dei migliori film americani degli anni 80,prima della deriva reaganiana rambista e di edonismo sfrenato da due soldi
Il film potrebbe essere visto come la solita storia di riscatto di un perdente,tanto cara alla cultura americana.
In realtà è una pellicola più profonda che indaga sul limite e confine :etica e legge.
La legge è davvero sopra le parti,oppure è un metodo di giustizia legato al potere economico e politico?
Credo che non sia del tutto sbagliato questo modo di vedere la cosa:dopotutto una sostanziale lotta alle fasce più deboli è riscontrabile nella composizione e nella severità con cui viene colpita la classe proletaria.I carceri scoppiano di detenuti comuni,spesso non ancora giudicati e condannati a rimanere in prigione aspettando i tempi lunghissimi della legge borghese. Vero che i cavilli,le astuzie vengono usate per difendere clienti illustri ,a limitarne i danni.Tranne in situazione dove diventa troppo insostenibile la situazione,c'è una saturazione all'interno della gestazione del potere e quindi si può lasciare sul campo qualche nome blasonato.Un conflitto interno che deve regolarsi con l'aiuto della legge.Non mancano ovviamente avvocati e magistrati limpidi e onestissimi che cercano dall'interno di cambiare le cose,questo rappresentato benissimo nel film dallo scontro tra Frank Galvin e l'altro avvocato.La giustizia democratica e per la tutela delle zone più disagiate e meno capaci di difendersi e la Macchina affaristica-giudiziaria che protegge una classe di privilegiati,di potenti e loro tirapiedi.
Non manca un affondo molto forte contro la chiesa e la sanità privata.Notiamo come nella realtà,un caso come il Santa Rita ha svelato la distorsione privatista
Privatizzare è il motto degli italioti in libera uscita cerebrale.L'affare sulla vita umana,la competizione con tutto quello che porta di rischioso e nocivo,sono assai ben manifeste nella triste vicenda lombarda.La quale avrebbe dovuto portare un ripensamento su tutto quello che avviene nel mondo della sanità gestita da privati,ma non è stato così
Per questo il film di Lumet è prezioso e importante,punta a una giustizia vera che sia prima di tutto tutela dei deboli,questa è la vera democrazia.Un film che svela la finta carità della chiesa,i ritmi insostenibili negli ospedali e nelle strutture sanitarie,il legame fortissimo tra legge e potere economico e politico.
Un film memorabile,come un grandissimo Newman che offre una interpretazione suggestiva,che pone riflessioni importanti
Da non perdere

venerdì 17 ottobre 2008

IL GOBBO DEL QUARTICCIOLO di CARLO LIZZANI

Splendido film che narra le gesta di Alvaro Cosenza,detto Il Gobbo per via ovviamente del suo lieve difetto fisico.
Dopo una breve militanza tra i partigiani -viene cacciato perchè è uno dal grilletto facile e troppo testa calda- il protagonista del film combatte una guerra personale contro il capo della polizia fascista Moretti.
Cosenza gli violenta pure la figlia-che rimasta incinta sarà costretta ad abortire-fino alla eliminazione dello sbirro mussoliniano.
Dopo la liberazione ,mentre la ragazza finisce per diventare una prostituta-protetta dal Monco,interpretato da PierPaolo Pasolini,una buona prova di attore-il Gobbo diventa un temuto bandito.Fino allo scontro finale che vede la fine dei due giovani,vittime di un rapporto tormentato di amore e odio e di uno sradicamento all'interno della società
Due perdenti che non chiedono pietà o sconti di nessun tipo,che bruciano disperatamente le loro vite,con rabbia e dolore.

Un grandissimo film,robusto e diretto con stile tra i gangster movie degli anni 30-tipo scarface- e il rigoroso documentario.Lizzani si dimostra ancora una volta bravissimo nel descrivere un periodo storico.

La figura del bandito senza causa è al centro del film,che peraltro sfrutta anche un validissimo e rabbioso Pasolini,molto efficace in questa parte,preferibile rispetto al ruolo del predicatore rivoluzionario in Requiescant.
Film che parla anche di tanti sbandati di oggi,giudicati criminali dai bravi cittadini che ogni giorno con la loro vita di xenofobi e reazionari portano il paese verso uno stato di controllo poliziesco,di repressione e vigilanza.Mentre la figura sporca e allo stesso tempo romantica del bandito che non ha nulla da perdere distrugge forse involontariamente proprio questo schema borghese della difesa dei loro interessi di privilegiati.Mascherandosi dietro alle legge e alle forze repressive,per questo ho più simpatie verso un Bakunin che rifletteva sul ruolo del brigante,rispetto a chi enfatizza l'ordine costituito-spesso sul sangue di lavoratori e migranti-chiaramente la soluzione non è il brigantaggio e il banditismo,che sono in ogni caso involontariamente alleati con la repressione borghese come alibi per fortificare le vite e le città
Resta il fatto che la vita di Alvaro Cosenza,brilla anche di luce cattiva,quella degli altri è opaca come la mediocrità silenziosa e feroce che si nasconde dietro al rispetto di leggi classiste

martedì 14 ottobre 2008

TRE SEPOLTURE di TOMMY LEE JONES

Un film americano che parla di immigrazione messicana e di amicizia tra due uomini:un clandestino Estrada e un vecchio cowboy americano.Il messicano viene ucciso-per errore- da un agente della polizia di frontiera decisamente reazionario .
La pellicola non è solo questo,ma anche l'analisi di un paese in solitudine,dove nessuno ha una vera e personale felicità.Un paese distrutto dalla noia e da una violenza casuale
Rapporti vuoti e superficiali tra persone ,tranne nel caso di Estrada e il vecchio Pete.Il film mostra persone credibili che devono vivere il malessere quotidiano frutto di una società in decomposizione per noia e incapacità di sapere vivere e altri disperati che rincorrono un sogno ,ma finiscono sfruttati e ammazzati senza ricevere giustizia.Tranne per il messicano ammazzato dal poliziotto,perchè il vecchio cowboy lo rapirà al fine di dare una vera sepoltura al povero Estrada

Il problema dei clandestini e di come vengono sfruttati nella terra delle opportunità e promesse è un tema assai scottante per spiegare le dinamiche del capitalismo americano e mondiale.
Quanti Estrada spariscono e fanno bruttissime fini nella più totale indifferenza e menefreghismo della cittadinanza locale?
La ricchezza di un paese dipende molto spesso dalla forza lavoratrice sottopagata e sottomessa che vengono da noi. Molti reputano banale e scontato questo discorso,sarà anche così:ma le violenze poliziesche per colpa di esaltati e la dura vita del migrante sono temi da non sottovalutare
Il sogno di un popolo che cerca una vita migliore andando in un'altra nazione spesso finisce con il rivelarsi un incubo. In italia non mancano casi di lavoratori stranieri morti sul lavoro o peggio ancora uccisi dai loro padroni,il caporalato che da lavoro e pretende anche di scoparsi le donne dei poveri cristi in cerca di occupazione e altre situazioni ignobili
Purtroppo molti di loro ,nemmeno potranno conoscerlo un Pete,qualcuno che prenda a cuore la loro vita,qualcuno che capisca un fatto non trascurabile:noi siamo disperatamente soli e morenti,mentre le forze migranti sono piene di vita e speranza.La cercano in posti infernali che qualcuno malauguratamente spaccia per paradisi.Non è così

Questo film merita la visione:un film dal volto umano e necessario,per capire l'importanza della vita degli Estrada di questo mondo,perchè solo la responsabilità dei nostri gesti e la ricerca di un reale perdono e pentimento, l'amicizia vera e profonda ,potranno salvarci

lunedì 13 ottobre 2008

TODO MODO di ELIO PETRI

Lo spettatore indisciplinato, non ama le serate di regime -dove al pubblico viene concesso il privilegio di seguire le gesta di vipparoli su isole lontane. Non si abbandona nemmeno all'umorismo borghese e facilone dei comici del vuoto.Per questo si è scelta la visione di questo film assolutamente imperdibile e di grande importanza artistica.
Petri si ispira a Sciascia e scrive/dirige un film assai inquietante ,un vero e proprio horror sulla società italiana e specificatamente quello che era il Partito che per 50 anni ha sommerso l'Italia in clientelismi,sostegni mafiosi,malgoverni e altre infamità,cioè la Democrazia Cristiana.Il film però va oltre a questo e diventa l'agghiacciante fine di un mondo politico e religioso per mano di uno o più misteriosi assassini.Una punizione che si abbatte su i membri di un partito ed esponenti di rilievo della nazione,i quali durante lo scoppio di un epidemia si rintanano in un lugubre luogo di culto per esercizi spirituali.Un film apocalittico,feroce,crudele. Grottesco misurato e simbolismi graffianti,un'apocalisse desiderata da chi vive amaramente questi tempi morti e infetti.
I fascisti al potere attualmente,i peggiori razzisti,e i grandi ladroni della nostra attuale società,non meritano forse una punizione simile?Dopo tutto loro hanno assassinato la meglio gioventù e affogato le istanze migliori di questa nazione,dopo tutto anche essi sono infetti dal male che colpisce classe dirigente e popolino che li segue,quello di una arroganza cialtrona e del malaffare come esempio di carriera.Todo Modo,dunque , è un film ancora attuale.Perchè i collegamenti con quel periodo non sono del tutto finiti,le responsabilità della dc e del mondo clericale nel costruire un paese debosciato,corrotto,volgare e assassino non mancano.Omicidi politici ,quindi senza colpi di pistola,ma distruggendo nella nazione lo spirito critico e l'ideologia di un cambiamento culturale prima di tutto e poi politico e sociale.L'italia non è cambiata dal tempo trascorso dalla realizzazione e visione nelle sale del film ,ad oggi.La faccia di un potere infetto e da condurre verso una fine senza concessione di pentimenti è ancora attuale.
Memorabile Volontè che rifà Moro,(il presunto martire e padre della repubblica-ma lo spettatore indisciplinato preferisce rimanere orfano ,piuttosto che avere un padre legatissimo a un partito che ha portato una morbida e soffocante dittatura nel paese per oltre 40 anni,), è a dir poco perfetto nella rappresentazione ipocrita e melliflua del Potere. La distruzione di una classe dirigente minata da assassini invisibili e letali,rappresenta il suicidio collettivo dovuto a un uso distorto della politica e del potere,inevitabile punizione che nulla ha di celestiale e divino,nulla ha che fare con il presunto Megadirettore delle nostre anime,ma è la fine ,la condanna di chi troppo si è spinto nell'affarismo e nel sudicio mondo della corruzione.
Un film indimenticabile ,simbolico e "dannato".Petri dimostra di essere stato un grandissimo autore , straordinario inventore e costruttore di "racconti" morali e politici ancora capaci di colpire nel segno,la pellicola ha a disposizione un grande cast.Oltre a Volontè,Mastroianni,Melato, citerei un bravissimo Ciccio Ingrassia,Franco Citti,Renato Salvatori,tutti bravissimi .
Un film che narra dell'auto-cannibalismo del potere corrotto e distorto,chissà se dallo sterminio di una classe dominante e da una misteriosa epidemia possa nascere un mondo diverso,o forse quella era la Fine,senza possibilità di salvezza?

L'INGORGO di LUIGI COMENCINI

Film assai strano e diseguale,non perfettamente riuscito eppure" doveroso ".Certo il disfattismo realista e veritiero è anche alla base di certe scivolate populiste tipiche di un non popolo,come quello italiano.Vi è da dire ,in difesa della pellicola,che proprio denunciando la vera situazione italica si possono evidenziare metodi altri e alti di cambiamento sociale e politico(la piazza di un grillo,non avrà mai la forza e lo spessore politico della piazza dell'11 ottobre.Partendo da punti che si potrebbero ritenere uguali,in realtà si approda su posizioni del tutto diverse.)La commedia italiana è stata anche questo:attraverso ironia e simbolismi si denuncia il male che da anni infetta lo stato italiano,puntando non solo sulla sua classe dominante,ma anche su quelle fette di cittadinanza che con il loro squallido comportamento portano il paese verso un ingorgo di cialtronerie pericolose e mal assortite.Non è cambiato molto da ieri ad oggi,la sostanza del paese denunciata in questa pellicola è pur sempre identica,se non peggiorata da una forte mancanza di sinistra non codardamente pacifista,ma come deve essere guerrigliera e anti compromessi.Così la scena disgustosa e insostenibile dello stupro illuminato con i fari della macchina,da quattro schifosi padri di famiglia reazionari è ancora oggi il simbolo forte e possente del paese.Illuminano con eccitazione da farabutti le violenze atroci su persone che vengono da altri paesi,ad esempio.O il pacifismo inutile del tizio che ha l'opportunità di fare l'unica azione valida,cioè bruciare la feccia fascista e invece colto da ripensamento- potrebbe forse coinvolgere altre macchine- lascia che i malfattori stupratori possano vivere in pace.Si chiude questo episodio con la ragazza violentata che cerca la mano e la trova del ragazzo.Una fine sentimentale e di comodo,che pesca nel peggior "tirem inanz",pecca pesante del film.Un film che offre ruoli e spunti interessanti non ai soliti grandi nomi del cinema italiano,che peraltro non mancano:sordi, mastroianni, tognazzi, ma che punta invece su storie interpretate da validissimi attori non famosissimi o di richiamo.Le storie del padre napoletano,dei 4 padri di famiglia,la donna con il bimbo affetto da una malattia che lo condanna a un sonno senza sogni.Piccoli e strazianti passaggi di lacerante urgenza.Meno convincenti invece i nomi di richiamo,chiamati a fare loro stessi,bravi epperò non memorabili.Soggettivamente ho trovato molto toccante la partecipazione di Ingrassia,quel suo essere un disperato poveraccio in punto di morte che spera in un ribaltamento della sua assistenza,quella sua solitudine così "reale" fanno del suo piccolo ruolo un grande momento di riflessione sulla vita umana Queste son le commedie sociali,quelle che pongono dibattiti e riflessioni e che denunciano attraverso amarissimi simbolismi la fine infinita del nostro paese Mi piange il cuore quando leggo le puttanate di un Giusti su Salemme.Da ferocissimo anti democratico lo spedirei in siberia,condannando lo a visionare solo vecchi film sovietici Ricostruire una critica non modaiola,giovanilis ta,revisionista,è una cosa assolutamente necessariaSi è confuso il salvare dall'anonimato alcune pellicole e alcuni nomi di settore,con l'assoluzione dei peccati generalizzata del cinema di genere e di tutti i suoi autori. Il tempo del film di comenicini aveva la ricerca attraverso il linguaggio popolare,anche se non lo era nemmeno per un po' considerando il simbolismo forte di questa imperfetta pellicola-di un metodo di condanna del potereOra ci accontentiamo di sbiadite risatine reazionarie, si vede che a Giusti piace questo

inizio proiezioni

Un blog sul cinema,ma non solo.Perchè l'arte e la cultura sono da sempre rivoluzionarie,attente alla società e a denunciarne i limiti e le distorsioni.
Per questo cercherò di parlare di cinema alternandole a visioni "altre", non solo -anzi mai- il cast o le trame,ma le sensazioni e le riflessioni che esso impone allo spettatore
Oggi lo spettatore è pressochè passivo,inerte,senza momenti di analisi e dibattito sul "visionato",un pubblico di pecore che applaude a comando,che sostiene la carriera di una presunta star fino a quando non arriva qualche altro idolo delle folle .Compito di questo blog,invece sarà la riflessione sul cinema,sui film visti. Con il limite di chi non è un critico e non cerco nemmeno di spacciarmi per tale,ma piuttosto uno spettatore indisciplinato agli applausi altrui,alla moda,alla visione apolitica e qualunquista .

Questa è la semplice presentazione,da domani avremo le recensioni e le riflessioni.

saluti da davide "viga " viganò,per gli amici di blogspot:Babordo 76