mercoledì 30 aprile 2014

DIES IRAE di CARL THEODOR DREYER

Credo non esista nulla di più malvagio del bigottismo. Questo annebbiamento totale della ragione, questa cupa auto flagellazione che i deboli e chi è incapace di Amare, di Godere della Vita, usa per trascinare nel dolore le loro vittime. E chi sono queste vittime? Cosa fanno? Loro diranno: peccatori e streghe. Ma quale il loro peccato? Quale la loro stregoneria?Se un Dio davvero esistesse vorrebbe veramente che degli scellerati vittime di gravi frustrazioni facessero processi sommari, portati avanti con metodi totalmente disumani,al fine di mandare una donna al rogo?
Il punto è che la gioia,la felicità, l'allegria della dolcezza, della tenerezza,dell'amore,spaventa la gente grigia  e mediocre. Per questo loro, in nome di un dio, faranno di tutto per strapparvi quella gioia ,quella voglia di ridere perchè hai trovato un uomo,un ragazzo, Martin, che con la sua giovinezza ti ridona la speranza in una vita diversa da quella di donna sottomessa,schiacciata dalla presenza di una suocera incapace di donare un minimo di affetto al figlio,figurati a te Anne.



Nel 1623 doveva essere durissima la vita per una giovane donna, sposata con un anziano pastore rimasto vedovo. La suocera donna rigidissima e per nulla incline ai sentimenti è un tormento che subisci ogni giorno,così come il distacco del marito. L'uomo in passato aveva salvato la madre di Anne dal rogo,intenzionato  a sposarne la giovane donna. Anni dopo una povera anziana accusata di stregoneria tenta di usare questa storia per avere clemenza dal pastore. Ma lui ,uomo di fede e frustrato asessuato orribile esecutore di delazioni e superstizioni altrui non farà nulla per salvarla dal rogo.



L'idea di morte come sublime estasi, e la vita come una lunga e tenebrosa condanna da scontare tentando di rimanere puri agli occhi di un dio lontano che tanto piace al vecchio pastore non è per nulla accettata da Anne che diverrà l'amante del giovane Martin,figlio di primo letto dell'uomo
Rinascerà, l'amore , la gioia della fisicità di un bacio,un abbraccio,una passeggiata romantica in barca, la porteranno a riscoprire da una parte le antiche usanze della madre,l'avvicinarsi alla magia come ribellione all'atmosfera tetra della casa e del suo villaggio,ma sopratutto ad amare totalmente e profondamente

Una ribellione umanissima,contro quella cupezza opprimente ,ottusa,che vorrebbe punire il male e far trionfare il bene imponendo un regime di terrore continuo, di strage degli innocenti,di caccia alla strega .



Proprio questo scontro tra la repressione del proprio istinto a vivere e godere di un amore forte e della vita ,e la voglia di Anna di non lasciar che la sua esistenza si sciupi in tutto quell'odio, dolore,senso di colpa soffocante, è il fulcro del film
Vorrei ipotizzare che si possa anche leggere come il desiderio di una nazione di ritornare libera,viva,lontana dalle grinfie del male nazista. Visto che l'opera è stata girata sotto l'occupazione.

Il senso di Morte, Punizione,Colpa,è soffocante in questo film, ogni fotogramma e dialogo portano in un modo o nell'altro a questi temi. Come se l'unico scopo dell'essere umano sia snaturarsi in un perpetuo dolore e condanna ,ricerca del perdono ,perchè l'uomo è sporco è l'unica sua salvezza, è una purezza imposta e mal vissuta e appunto perire.




Ma non è una lezione a non desistere a combattere per vivere la lezione finale di Anna capace di affrontare il suo destino amarissimo,mentre Martin si rifugerà nella vigliaccheria e nella codardia? Non vi è una forza così potente e devastante nel sacrificio di questa donna che ama,che vive, tanto da sembrar condannare le anime pie,i devoti, marci e morti dentro?

Questa pellicola , giustamente,considerata tra le migliori opere mai girate, un capolavoro assoluto, è anche tra le preferite del mio amatissimo Lars Von Trier. In un certo senso i temi di questa pellicola e il personaggio straziante,titanico,potente,gigante di Anne, assomiglia decisamente a certe figure femminili del cinema di Von Trier.



Film che sconvolge,scuote, inquieta e spaventa, nella sua freddezza formale e nel "fuoco" che cela , la sua forza  e potenza che gli ha fatto passare i decenni per arrivare a noi come capolavoro da tenere in serbo per le generazioni di cinefili a venire.

martedì 29 aprile 2014

LA VITA DI ADELE cap 1 e 2 di A. KECHICHE

Cosa provoca fastidio? Come mai per un branco di imbecilli ritiene sia meglio difendere una virilità selvatica , spesso ridicola e fallimentare, che una sana convivenza con gente che è come te. Ha solo gusti sessuali diversi. E pensi che un modo di  intendere l'attrazione sessuale possa compromettere la tua ribalda vita da maschio che non deve chiedere mai? Non penso: visto che fai queste carnevalate,davvero isteriche e pessime. Dove mostri palesemente la tua deficienza retrograda, dove mostri la tua incapacità di saper riconoscere che gli altri non sono tuoi nemici,non sono appestati,
E fa parte della nostra voglia di discutere,metterci in gioco,tanto la tua forza non ha bisogno di insulti o altro,se sei sicuro di quello che sei accetti anche le ragioni altrui
Ripeto: le persone gay,lesbiche, trans, non vogliono sconvolgere la tua vita e importi un regime. Di cosa devi aver paura?
Questo lungo prologo è riferito a quei ragazzini un po' pirla e un po' coglioncelli,che hanno manifestato la loro idiota omofobia ,a Roma.

Ora: parliamo di cinema




Alla base c'è un graphic novel di buon successo,che racconta della relazione tra una studentessa delle superiori e una ragazza più grande. C'è di mezzo tutto il calvario che possono affrontare due giovani in amore, (ex gelose, rapporti scontrosi con i genitori),e un finale tragico che nella pellicola viene saggiamente evitato.
Ho letto il romanzo a fumetti e non mi è dispiaciuto,anche se l'ho trovato in alcune parti un po' ingenuo, abbastanza convenzionale nel seguire un canovaccio che pretendeva l'assoluto della tragedia,ma rimane un gran bel lavoro.
 Kechiche è un regista che ha del talento, non solo o non tanto come mezzo di trasporto,ma quanto capacità di fare ottimo cinema: " La schivata", " Tutta colpa di Voltaire", sono per me due ottimi esempi di cinema del reale. Girati con amore e passione per i suoi personaggi,per quella parte del popolo che vive realtà anche dure,ma senza strumentalizzazioni melodrammatiche e populiste.



Così eccoci al film. Da molti e molte stroncato, per molti motivi:essenzialmente per le scene di sesso.
Prima parlavo di capacità di saper discutere,temo che non sia scomparsa solo nei momenti di tensione sociale tra elementi di gruppi diversi,ma reputo scarseggi anche quando si parla di cinema o altri argomenti.
A prescindere: sono etero e sono maschio,allora che mai potrò comprendere di un film che parla di lesbiche?
Nulla! Lo vedi solo per le scene di sesso , da bravo maiale, come quel porco del regista. Notoriamente nelle relazioni,sopratutto appena conosciuti, non c'è voglia di fare sesso,di conoscere il corpo dell'altra,no! E notoriamente noi etero e maschi siamo ottusi, si tanti,ma non esiste una eccezione . Tipo uno o più che hanno amicizie tra le lesbiche o i gay,e verso le quali e i quali proviamo affetto profondo.
Ma queste critiche sono superficiali e si soffermano su un piccolo punto,un piccolo e insignificante parte di un'opera monumentale e lunghissima.



E la felicità di innamorarsi,la passione di condividere una vita , le speranze,i sogni,la noia quotidiane,le carezze, il sesso, il crescere perchè una persona ti aiuta a superare i tuoi limiti? Insomma l'amore? Non la vedete in questa magnifica pellicola.
Perchè ancora più che nel suo romanzo a fumetti di riferimento, qui c'è la Vita. Come sottolinea anche il titolo del film. Quella dei ragazzi a scuola,con le loro incertezze e il desiderio di riempire la loro vita e le loro solitudini amando e scoprendo il sesso, una crescita personale
Così il regista ci lascia conoscere Adele,che scopre la propria sessualità con i classici "titubamenti", l'insicurezza su chi siamo e cosa vogliamo, il nostro io con le sue esigenze e le esigenze che la società,in primis il nostro gruppo di amici e amiche ha e predente per/da noi.
Questa parte è descritta bene, Avvertiamo la paura di Adele,la vergogna,e il suo voler ribadire quello che è, quello che si sente di essere.

C'è freschezza, normalità, pudore e tanta empatia nel parlare e mostrare lei.



La vita cambia quando conosce Emma, che è più grande , studia belle arti,vuol fare la pittrice. Ma non ci viene presentata come una alternativa balorda, o una acida trasgressiva. Emma è donna,è persona. Non è gente,altrimenti sarebbe una patetica cittadina di grillolandia.
E l'incontro tra queste due avviene in un bar lesbo,ma senza forzature ,senza malizia,un lungo dialogo tra chi ha deciso,ma è ancora impreparata,di fare un passo importante e una donna matura che la sta iniziando rispettando i suoi passaggi. Oh,almeno io l'ho vista e capita così.




Una grande opera sull'amore e la sua universalità,per far comprendere che una relazione sia vissuta da una coppia etero o da una coppia lgbt non cambia.  Uguali i sospiri, il sangue che ti ride nelle vene quando parli o vedi o tocchi la persona che ami, stesse le paure,le delusioni. Una persona normale dovrebbe capirle.
Io credo sia questa la forza del film,fare vedere alla gente che le loro paure e le loro stupide e cattive chiacchiere sulla diversità pericolosa che portano le adele ed emma di questo mondo è immotivata
E di perderci in questa bellissima storia d'amore, vivere le loro gioie e soffrire per la rottura di un rapporto così importante.

Io ho amato questo film. Si,possiamo amarle le pellicole! Quando ci emozionano,ci addolorano,ci fanno partecipare alla vita dei personaggi,come fossero amici nostri.

Sono tre ore che per me passano senza nessun problema di tedio, sono tre ore di vita di Adele che mi hanno emozionato e colpito.

Adèle Exarchopoulos: e Léa Seydoux,sono a dir poco straordinarie.

lunedì 28 aprile 2014

DELITTI INUTILI di BRIAN G. HUTTON

Un film forse scordato da molti, comunque di quelli che , come si usa dire, "facevano una volta".  Nel senso della costruzione dei personaggi, nel ritmo di lavoro, nelle atmosfere autunnali,malinconiche , tipiche del cinema americano di fine anni 70 e inizi anni 80,cioè quello che reputo il periodo migliore e l'ultimo colpo di coda e di genio e di sensibilità di una cinematografia devastata poi dal cinema patinato e conservatore dei vari Top Gun e merda simile.
Questa pellicola , pur con certi limiti evidenti che si manifestano attraverso dei piccoli cedimenti, è un grande esempio di film di genere che ha anche delle aperture verso discorsi anche importanti.
Certo vengono accennati,ma non sono utilizzati in modo banale o scontato ,o peggio ancora pretestuosi. Ripeto:è un poliziesco. Tremendamente malinconico e amarissimo.




Tanto che per atmosfere e trama si potrebbe pensare a una sorta di polar, di quel tipo di crime story dove in realtà si punta a narrare la solitudine delle persone, la difficoltà di vivere,la degenerazione umana nelle grandi città. E la vecchiaia,la morte, la malattia. Sono tutti temi che si ritrovano in questo buon film.

Già l'incipt è ottimo,con un montaggio rapido-ma non frenetico alla cazzo di cane- che mostra il serial killer in attesa della sua vittima e una donna che deve esser operata. Non ci vengono risparmiati dettagli in primo piano dell'operazione, il tutto termina con il primo delitto.

Da questo momento assistiamo alle gesta di un sergente di polizia Edward Delanay,ad un passo dalla pensione che si barcamena tra la caccia al killer e le visite in ospedale ad assistere la moglie malata.



E i duetti tra Frank Sinatra e Faye Dunaway sono bellissimi. Il tentativo maldestro di lui, di non accettare un verdetto senza speranza e la rassegnazione dolce di lei. Il libro Riccioli d'oro come emblema di un passato mitizzato,inesistente,ma dove si stava meglio. Non la New York piena di folli,indifferenza,violenza e non la morte di una persona che ami profondamente.

Il film ha un suo andamento pacato, lento,ma è proprio questo il punto di forza. Il personaggio di The Voice, non suor cristina eh, è un eroe per caso,ma è anche eroico perchè umanissimo. Conduce un'indagine a cui nessuno presta caso, se non un altro uomo anziano e solo come lui, si occupa amorevolmente della moglie,ma attacandosi a vane speranze.
Un personaggio memorabile,verso la quale va tutta la nostra empatia, recitato benissimo da Sinatra
E alla fine rimane proprio il senso dell'inutilità delle cose: la giustizia,il peso che gli altri dovrebbero dare all'esperienza dei più anziani, non c'è nulla. Solo un uomo solo, un atto di maldestra giustizia sommaria e una città ,un mondo che avanza come nulla fosse