venerdì 30 agosto 2013

REPULSION di ROMAN POLANSKI

Esistono film che si collocano in una dimensione di assoluta grazia , che la divisione tra cinema d'autore, (da noi sempre e comunque difeso), e cinema di genere , ( da noi trattato con il dovuto senso critico), paiono aver poca importanza. Perchè ci troviamo di fronte alla Perfezione,alla assoluta e totale Bellezza. Esistono registi che sono dei veri geni, hanno un dono particolare, un grandissimo talento,non sono tantissimi ed è giusto che vengano considerati Maestri e le loro pellicole siano venerate come Miracoli in Celluloide.
Quindi questa estate mentre vagavo in preda alla mania da esproprio proletario di dvd, (tutti miei! Tutti miei! Mormorava un folle alla Feltrinelli di Monza),mi sono imbattuto in questa opera di Polanski.
Mai acquisto fu migliore, no vabbè ..Avendo un grandissimo gusto cinematografico ed evitando le cazzatone , diciamo che ho acquistato una quindicina di pellicole davvero godibilissime e importanti.





Carol è una ragazza fragile, non sappiamo le ragioni della sua personalità così problematica,almeno non dal principio, vive con la sorella Helen e lavora in salone di bellezza Con la funzione di manicure.
Ha un ragazzo che la corteggia,ma lei pare provare repulsione per gli altri e per gli uomini in particolare, è isolata dal resto dell'umanità , a parte quei piccoli gesti quotidiani, quelle parole di circostanza che si usano quasi per inerzia.

L'unico legame che la tiene ancora debolmente ancorata alla realtà, che le impedisce di perdersi totalmente nella follia, e che le offre un minimo di forza è quello con la sorella.  Una donna che si preoccupa per la sorella minore così tormentata,ma che non può rinunciare- come è giusto- anche a sè stessa e alla propria vita. Sceglie un po' male, perchè è l'amante di un uomo sposato.




La situazione precipita quando la donna decide di partire per una breve vacanza in Italia.
La solitudine, vissuta come un vero e proprio abbandono da Carol, distruggerà la fragile barriera di difesa della giovane a difesa delle allucinazioni, visioni, tormenti,follia che assaliranno il personaggio interpretato magistralmente da una bravissima e intensa Catherine Denueve.
E noi allegramente subiamo la stessa sorte, poichè Polanski ci fa vivere i suoi deliri sulla nostra pelle, tanto da essere ancora oggi una pellicola assai inquietante,disturbante.
Assistiamo allo stupro di Carol, (senza sonoro delle voci ,ma con l'incedere di una lancietta dell'orologio in camera),violenza che non si riesce a capir se vera o falsa,visto che si ripeterà in più occasioni, la vediamo mentre elimina il giovane che le fa la corte e il vecchio e sudicio padrone di casa, mentre viene afferrata da mani che sbucano dal corridoio ( effetto straniante  e allucinante che mette a disagio anche gli spettatori moderni),si avverte l'odore della carne in decomposizione del coniglio da preparare per cena.



Polanski predilige i tempi dilatati, l'inquadratura fissa e attenta a ogni sfumatura dell'espressione di Carol,leggeri e morbidi movimenti della macchina da presa e altri più naturali,mossi,con la macchina a mano. Il tutto crea una atmosfera sospesa,rarefatta,impalpabile,di dormiveglia, che rende la pellicola ancora più potente e perturbante..Questo stile non piacerà a chi è cresciuto con il cinemino degli shooters e quindi è probabile che qualche pirla avrà pure detto o scritto: ma è lento , è noioso. Cosa che mi irrita profondamente, troppa democrazia nell'uso della parola. Troppa.
Voi indisciplinati  e indisciplinate, non credete a essi. Perchè questa è una purissima opera d'arte che va oltre al valore cinematografico, è un orgasmo di purissimo piacere cinefilo, tanta perfezione è rara da vedere di questi tempi, a parte qualche pellicola di Lars e di autori asiatici, un viaggio nella follia che sciocca,scuote, terrorizza,angoscia, e noi siamo testimoni impotenti di fronte a tutto questo disastro
Ecco,la sensazione che si prova è quella di essere prigionieri per sempre in un brutto incubo.



Ed è anche il ritratto spietato,duro,crudele,eppure partecipe di una donna sola,abbandonata,isolata,paranoica,senza possibilità di redenzione e riscatto. Uno dei migliori personaggi femminili portati sullo schermo. Indimenticabile.

giovedì 29 agosto 2013

LA MORTE DIETRO LA PORTA di BOB CLARK

Come ormai ben sapete , per me la stagione d'oro del genere horror è quella degli anni 70. Film radicali,violenti senza ironia, nessuna concessione al pubblico con strizzatine d'occhio o altro,disturbanti, politicizzati.
Opere che disturbano lo spettatore, film fanno a pezzi la società e i suoi componenti, mostrando la decomposizione e alienazione degli individui e delle istituzioni.
Poi con gli anni 80 attraverso lo splatter -slapstick,avrebbe guadagnato importanza un discorso metacinematografico sui mezzi e le potenzialità del genere, attraverso ironia  e trucchi scioccanti e trucolenti.
Il decennio delle saghe e dei mostri superstars.




 


Bob Clark era un buon artigiano del cinema. Oggi non so quanti lo ricordino, molto pochi mi sa. Prima di dedicarsi alla commedia , grazie al successo di Porky's, il nostro Bob era un validissimo regista di horror , autore di pellicola entrate nella storia e nel mito del genere come Black Christmas, da noi noto come : Un Natale Rosso Sangue, il quale potrebbe esser visto come uno dei padri fondatori del genere slasher ,capace di influenzare diverse pellicole nel corso degli anni e di cadere nel trappolone del remake, (uno fra più squallidi mai girati), Clark ha dato il suo contributo anche al genere dei morti viventi con almeno un paio di pellicole: L'Assedio dei morti e questo La Morte Dietro la Porta




Dead of the night, questo il titolo originale è tra i miei cult horror preferiti. Anzi, nemmeno so o interessa se sia veramente un cult, d'altronde viviamo in epoche dove anche Viva La Foca, invece di esser polverizzati, diventano opere che meritano discussioni sul valore del trash, ma annate a ...
Cosa mi piace di questa pellicola?Che è un dramma famigliare cupo , disperato,inquietante, inoltre come horror è disturbante, polemico,corrosivo,eppure il tutto avvolto in una sorte di tristissima , maligna, repellente,viscida, tenerezza materna.
La colpa di quello che succede sullo schermo non è dovuto a qualche esperimento militare, o a riti satanici o altro, no: l'amore materno, quello che noi giudichiamo il più sacro e puro, è causa ed effetto delle allegre scorribande di Andy.
Reputo questa idea iniziale suggestiva,potente,altamente provocatoria. Come se lo sceneggiatore e il regista ci dicessero: basta con questa immagine candida, pura, positiva,della figura materna . Quanto egoismo c'è nel rapporto simbiotico tra madre e figlio maschio e quanti danni potrebbe provocare?
Certo,sai erano anche altri tempi.Migliori dei nostri.

Quindi in un film horror di soli 90 minuti scarsi ci trovi. la tragedia del vietnam, un attacco alla famiglia duro e amarissimo, una riflessione sulla natura matrigna dell'istinto materno.  Si poteva fare, era una cosa normale.
Oggi esistono ancora questi tipi di film, sono minoritari però e non hanno l'adeguata pubblicità. La cosa peggiore è che non abbiamo nemmeno il sano slapstick splatter che pur non piacendomi aveva uno stile ,un pensiero "artistico" dietro. Oggi ci sono prodotti seriosi , con tanti buuu in serie. Tranne qualche bella sorpresa

Per non parlar dei personaggi.

Andy muore in Vietnam, la notizia della sua fine sconvolge la famiglia, ma sopratutto la madre che non accettando la realtà e la scomparsa del suo unico figlio, lo riporta in vita.
La felicità in famiglia dura poco, il ragazzo è apatico,scontroso,uccide il cane, ma la madre non dice nulla. Preferisce prendersela con il padre, mentre la sorella viene ignorata da tutti. Inoltre alcuni delitti fan pensare che l'autore sia Andy.
Un film sulla morte che inquina ogni aspetto dell'esistenza, così una tranquilla mattinata in giardino nasconde un raptus omicida, una serata tra amici degenera in una mattanza, l'amico,il figlio,il fratello,il fidanzato,scomparso torna come fredda macchina di morte. Ma per la madre non è quella la realtà e le colpe sono altre.
Dicevo i personaggi: Andy è spaventoso come morto vivente ,ma anche come non umano condannato a dover rivivere per forza, ha una presenza e un peso non trascurabile, ci incute timore e pena senza forzature di sorta.
I famigliari stessi dal padre che non ha mai capito quel figlio ,l'ha convinto a partir a fare la guerra perchè "donnicciola" secondo i temibili e ridicoli schemi comportamentali maschili,una sorella che si sente estranea,tutti saranno travolti dal ritorno di Andy

Il finale del film , al cimitero, è tra i più strazianti mai girati. Commovente e necessario, un tuffo nella morte e nella follia definitiva



martedì 27 agosto 2013

GRIZZLY MAN di WERNER HERZOG

Certe volte dovremmo sospendere il nostro giudizio. Lo so, è difficilissimo e impossibile,ma dovremmo cercare di farlo.
Sai Tim la maggior parte della gente ti giudica fanatico o coglione,e lo sei..Si,lascia che lo scriva lo sei. Eppure in tutta la tua follia, in tutto quella paranoia, ho visto anche qualcosa di bello. Un profondissimo,sincerissimo,umanissimo amore per la natura e i suoi figli. Davvero toccante, in modo tremendo e pauroso a tratti, eri andato oltre .E lì ti sei fermato.
A volte ti dici che è un film: mi ha commosso, divertito, ehi mi sono affezionato a quel personaggio,cazzo che brutta morte ha fatto,ma poi sai che qualcuno dirà: stop. E la gente torna a vivere, va a casa. Il cinema è menzogna, una grande ed affascinante bugia. Qui non succede. Tu e Amie non siete tornati a casa.
Ed è questa la forza e la potenza della vita, ci sono persone come voi due e il vostro rapporto sentimentale così forte, tanto che lei non scapperà., non ti abbandonerà, e questa cosa mi ha commosso e tanto.
Sono persone come noi,capisci? Non stanno interpretando una parte,sono come noi: veri, concreti,vivi.
E se non ci fosse la voce del caro, vecchio, immenso Werner, forse ti perderesti totalmente nella follia di una mente travolta dalla furiosa e mortale bellezza della natura.
Hai voluto plasmarla a tua immagine e somiglianza, Tim. Hai voluto che quei luoghi e quelle bestie avessero l'amore che tu cercavi disperatamente,la perfezione che la tua vita da ex alcolista non aveva trovato.
Sbagliavi,ma sai... Sono tutti bravi a dirti che sbagli. No,io non la penso così



Era il tuo modo di resistere e di dare un senso alle cose. Tutto qui. Ognuno di noi si inventa qualcosa e la tua era una nobilissima causa. Cosa ancora più importante: ci credevi. Hai vissuto e sei morto per quella causa,ma hai sbagliato a trascinare amie con te. Questo possiamo dirlo.

Grizzly Man è un film documentario di Werner Herzog incentrata sulla figura di Timothy Treadwell. Figlio della media borghesia americana,dopo una normalissima infanzia e adolescenza, ha dei problemi con le cattive compagnie e l'alcol, fino quando si dedica alla causa degli orsi. Per anni e anni si recherà nelle zone dove loro vivono e starà a strettissimo contatto con loro. Un amore viscerale,illogico,tormentato e potentissimo lo porterà sempre più tra gli alti e bassi della follia,ma una follia epica,titanica,gigantesca e per questo merita il nostro rispetto,almeno un po'.
Herzog non crede affatto che gli orsi possano essere nostri amici,o che la natura sia benevola,come Tim, ma nelle sue parole possiamo avvertire attenzione e rispetto per il ragazzo. E commozione sincera quando dice alla ex dell'uomo di non ascoltare il nastro con l'audio della loro terribile morte. A volte nella vita ti capita di incontrare gente che davvero è fuori ,gente non normale, gente sgangherata, ma in quegli incontri puoi anche trovare piccoli sprazzi di lirismo,di umanità,e nel film non mancano. Certo Tim delira, dice cose insensate e poi scatta l'immedesimazione con la natura e improvvisamente,per poco ..Cogli la Grandezza.
C'è una bellissima sequenza di lui che si allontana con due volpi:pace,serenità,armonia, sono lì . In quella inquadratura.
Sembra tutto perfetto.


Sembra,appunto. Perchè poi c'è una durezza, una crudeltà , che non esiste solo nel mondo degli uomini. Certo là nasce per esigenze di nutrimento e sopravvivenza, noi facciamo male anche solo per il gusto, ma non è un paradiso incantato. Non c'è , non c'è salvezza. Da nessuna parte.

Su questo punto la visione di Tim e Werner si divide. Io sto nel mezzo. Non amo il pessimismo e mi piace credere esista una sana armonia tra le persone, le bestie, il creato. Ma non è così, perlomeno non sempre.




Werner gira una pellicola necessaria, preziosa, importante, fondamentale. Usando materiale di Tim, fatto da Amie e intervistando le persone che in un modo o nell'altro hanno conosciuto Treadwell.
Un'anima errante, un guerriero gentile, un pazzo visionario, uno che è più grande della vita e della leggenda, o un poveraccio, un disadattato, uno che ha usato gli orsi per dare un senso a una vita di merda? Un uomo.
E il resto viene da sè.



C'è qualcosa che affascina e disturba allo stesso tempo nella vita di questo uomo,dove la smargiassata diventa poesia e viceversa.
La vita umana è cinema, la nostra vita è cinema, non devi fare altro che riprenderla. Attraverso le immagini di questo film ho conosciuto una persona comunque speciale, sia nel bene che nel male, e una storia agghiacciante e spietata.

Questo per me è grande cinema

lunedì 26 agosto 2013

SID E NANCY di ALEX COX

Bè, Sid che balla con i ragazzini di colore un celebre brano di musica dance, in una livida e fredda mattina a New York,è un momento di quiete prima della tempesta. Un fragile e irrazionale attimo di tranquillità e una scheggia di gioia impazzita,in una storia che di gioioso non ha nulla. 
No,perchè guarda che so dove andiamo a parare. Si, fidati! Tu ora mi vuoi tirare fuori la leggende del rock'n'roll, un mostro o una cosa simile, si hai presente quelle cose che vivono nelle tenebre? Solo che tu non le vedi, perchè loro per poterti divorare prima ti ubriacano con la gloria e la fama. Ora mi dirai che sono stati rock'n'roll e a fanculo la quieta vite del borghese. Può darsi, può darsi,cioè sicuramente anche il giorno più squallido di Sid vale cento vite da Modà o quel tizio che rappa,quello che ha vinto Amici..Può darsi.
Io ci vedo solo due poveri cristi,non so se hai presente? Si due poveri cristi senza miracoli, abbandonati dagli apostoli, senza buone novelle del cazzo, fermi nel momento della crocefissione. Dolenti,disperati,scoppiati,devastati,e questo credo che faccia davvero male, perchè altro che storie scabrose del rock, altro che vite vissute al massimo e spericolate, qui ci sono due perdenti senza causa, due tossici senza biglietto di ritorno e possibilità alcuna di migliorarsi e salvarsi.
Non esiste la svolta  Via Della Redenzione, Largo Vissero Felici e Contenti. Questi se ne vanno all'inferno e chissà che spettacolo , chissà che casino con i demoni,i peccatori, quello stakanovista di Caronte ,e che feste con Satana. Brindo a voi Sid e Nancy.


Il film si apre con un Sid catatonico. Lei è morta. I poliziotti vogliono sapere cosa sia successo,e allora visto che siete dei ficcanaso del cazzo eccovi accontentati
Si sono conosciuti a Londra,sai? Lui girava con il suo amico Johnny Rotten suonava nei Sex Pistols, aveva preso il posto di Glen Matlock, lei era a casa di una sua amica Linda. Una mistress. Hai presente bdsm,fetish,strap-on,cbt,tease and denial,cioè posso farti tutto l'elenco del menù eh?
I Sex Pistols non so come spiegarteli,certe volte tu sei il movimento e il cambiamento più per merito di tanti effetti collaterali,piuttosto che per motivi artistici. Erano un terremoto,ecco questo lo so. Qualcosa che mischiava vera rivolta e carrozzone del rock. Sarà che la rivoluzione in occidente non era arrivata, e allora o entri nelle br o fondi una band di punk. A Londra han preferito fare la seconda cosa. Alcuni ragazzi si son conosciuti nel negozio dell'ambiguo Malcolm Maclaren e insomma è cominciata così, oppure no,ma non siamo a una cazzo di puntata di Be Bop A Lula,ok? NON SONO IL VOSTRO CAZZO DI RED RONNIE!


Quindi scoppia l'amore tra questi due. Lei è una vagabonda americana, che si droga, che vive alla giornata,è testarda e sicuramente ama follemente Sid. 
Certo, si amano.Lo vedi,no? Lo capisci.
Questa è una storia d'amore :metropolitana,misera,sporca,piena di droga e insomma, è una corsa dritto verso l'inferno,ma non vedi quanto amore hanno l'un per l'altra quei due?
Non c'è nulla di glamour nella loro distruzione e non c'è nulla di compiaciuto nel descriverli.

Sono dei tossici, il rock è scomparso e c'è solo il sudiciume delle vite sprecate,ma guarda bene ... Qui c'è anche amore.

Folle,disturbante,crudele,ma a noi dispiace vedere come si facciano del male, come vadano verso la fine.


Per esempio qui,sorridono. C'è sempre un momento dove le cose paiono andare bene, vero? L'illusione di avercela fatta. La pellicola è cruda,ma non sensazionalistica.
Rispetta Sid e Nancy. Cioè non sono degli eroi, non vengono mitizzati o giustificati.
Non succede ed è giusto così, ma li rispetta. Cosa serve il nostro moralismo,il dabbenismo borghese?
Hanno vissuto, hanno sprecato la loro vita e amen.
Cox si mostra un grande regista:diretto,senza fronzoli,eppure sottilmente malinconico,e stranamente pure dolce. Perchè il film è il pianto disperato di uno che ha perso degli amici.
Li maledici, per quanto sono stati sciocchi,ma non puoi fare meno di amarli.

Come io amo questo film. Ha lanciato Oldman, che è semplicemente leggendario e memorabile, mi ha fatto venire la voglia di suonare il basso,e infatti sapevo fare solo anarchy, ed è una di quelle pellicole che una volta vista non ti lasciano più.Le ricordi con affetto e rabbia.
Affetto per quei due giovani disperati e rabbia per come sono finiti.

Io dico di regalarlo questa pellicola, sai alla gente serve vedere film utili e importanti. Questa opera lo è per me.

domenica 25 agosto 2013

UN MONDO PERFETTO di CLINT EASTWOOD

Penso che ormai sia di pubblico dominio, no? Io sono un ammiratore fanatico di Clint Eastwood e del suo cinema. Classico, tradizionale, dotato di un bel modo di raccontare storie, con una regia solida e al servizio della narrazione e degli attori. E grandi personaggi.
Ti affezioni a loro, sembrano gente che potresti incontrare, ( bè se tu vivi in america , non qui), ma è proprio quel suo taglio tra classicità hollywoodiana e aspro realismo più europeo che rende unici i suoi film.
Non mi ha mai deluso, mai. Certo qualche film è memorabile, altri ottimi e qualcuno solo buono,ma stiamo sempre parlando di uno che  insieme a Allen,Von Trier, Bergman, Paul T Anderson, Zhang Yimou, ha segnato comunque la mia formazione di spettatore e di uomo attento al cinema.




Ai tempi Kevin Kostner era particolarmente lanciato, aveva un suo bel seguito di ammiratrici e pure qualche fanciullo come me  lo riteneva valido, ma ne parlava male perchè piace alle ragazze, sai quelle puttanate lì?
Non è un grande attore, ma ha una sanissima passione per il lavoro che fa e come regista si avvicina al classicismo e al romanticismo crepuscolare di un Eastwood. Persino i suoi film peggiori come The Postman, (rovinato da alcuni attori insopportabili, da una retorica soffocante  e pesantissime, da musiche  troppo enfatiche), ha momenti di travolgente bellezza,anzi come direbbero gli antichi latini: Pulcretudine.
Si,perchè questo è il blog di un radical chic dei buoni salotti e quindi: lasciatemi usare questi cazzo di termini




Che incontro, a ben pensarci! Pur con i dovuti distinguo troviamo due che sanno fare cinema , che hanno avuto un ruolo importante nel nostro immaginario collettivo,due stars che però hanno una loro "poetica", una loro visione del e sul cinema.
Entrambi meglio come registi,esattamente come Batman...ah no! Che dico! Bè, parlo di Ben Affleck,ok ?

L'incontro soddisfa noi cinefili,ma era anche una bellissima operazione commerciale. Sfruttando un divo del momento. Alla fine ci sono gli affari, l'industria da portare avanti.
Però anche quando fai queste cose entra in campo il come le fai.

E in questo caso : si fanno bene.

La storia la sapete tutti, no?Due evasi  sequestrano un bambino come ostaggio. Eliminata la testa di cazzo, il sopravvissuto si allontana con il bamboccio cazzola e insieme piano piano si scoprono,si conoscono,nasce una tenerissima e dolcissima amicizia. Mentre una sonnolenta america degli anni 60, li sfiora, ne è spaventata o complice,testimone muta e indifferente delle loro avventure.






Cosa rende colpevole un uomo? A parte le leggi, i tribunali,dico. E questo basta? Questo è sufficiente per dire: state alla larga. Denunciatelo,massimo della pena, condanna a morte! Sono reazioni normali e comprensibili eh, le avrei anche io. Non è una lezione morale, non sono il tipo e non ne sono capace.Anzi,si sono assolutamente il tipo che te le fa, assolutamente..Ma non è questo il momento.

Eastwood porta sullo schermo la sua empatia per questi due, perchè sa che sono due perdenti, che in un modo o nell'altro la vita li ha colpiti. Più o meno duramente ,a volte con quella noia quotidiana che ci divide dal resto del gregge,che ci lascia in disparte a guardare la vita altrui.
Non amo lo stuporismo ,ma sono per un cinema umano e ricco di sentimenti. Oggi siamo tutti come cani arrabbiati, pronti ad azzannare. Certo cinema cattivista da happy hour e certe tamarrate portano avanti l'idea reazionaria del cinismo, dell'arroganza che vince su tutto e tutti, si ammazza e si fanno cose orribili quasi ridendo. Grottesco, dicono! Un alibi per me.
Io amo il cinema che ti fa sentire sulla pelle e nella tua testa tutto il dolore che un gesto violento provoca, che ti dice : ok,siamo un branco di bestie,ma alcune guarda le puoi anche accarezzare.
Tutto questo lo vedo nel film e nei due protagonisti. Tanto che Eastwood stesso se la prende con la polizia che reputa il vero problema della situazione e per la quale ha meno simpatia rispetto alla sedia vuota di Obama.

Perchè deve finire male? Non sarebbe giusto e bello che i due vadano in Alaska? Si ,in fondo a noi non dispiacciano






E invece no! Eastwood ci tira un colpo di grazia alla fine: con la morte del personaggio di Costner .Non solo!
Ci gode pure a farti soffrire e lottare con le lacrime che ti bruciano gli occhi. Un brusco risveglio proprio quando il film lo prendi per una commedia che parla di due anime erranti,di due solitudini, del rapporto padre e figlio, di amicizia, ecco che arriva la scena nel soggiorno del contadino nero. E la situazione precipita.

Perchè se hanno deciso che te sei cattivo, non ci sono cazzi: lo sei  e devi essere eliminato. Lo hanno deciso gli uomini di ordine e legge, lo ha deciso la società, non ti resta che farti sparare.

E così la pellicola si conclude come è cominciata: un uomo sdraiato sull'erba , sembra che dorma , il vento che accarezza l'erba, sembra una bella giornata . Una di quelle dove la vita ci sorride e ci dona un po' di riposo e pace.
Poi una maschera, Casper ...E dei soldi che volano leggiadri trascinati dal vento.

Mai la morte è stata filmata con tanta dolcezza, tenerezza, trattenuta eppure penetrante commozione.
Roba da Clint

venerdì 23 agosto 2013

RIFLESSIONI INDISCIPLINATE

Non che io abbia una testa cosi piena di belle e dotte cose da dire, cioè si...ce l'avrei ,ma sono pigro e scrivo sempre qui: in edicola. Quindi, tante belle idee vengono semplificate. La semplificazione è alla base della moderna comunicazione, quindi anche i grafomani logorroici come me son destinati a esser essenziali.
No, questa volta non parlo di cinema, ma di alcuni aspetti della nostra vita abbastanza seri: lavoro e rapporto uomo e donna.
Da dove mi è venuta l'ispirazione? Da due ottimi e bravi bloggers , che mi vanto di avere tra gli amici , cioè Fabrizio e Valentina che hanno postato di recente questi due ottimi articoli, ( e le mie dotte considerazioni rovineranno,pardon ! :-)   )

http://taccuinodaaltrimondi.wordpress.com/2013/08/22/e-ringrazia-che-hai-un-lavoro/


http://liquida75.wordpress.com/2013/08/21/lamore-reale/

 Non è da tutti i giorni leggere cose importanti e da condividere nella blogsfera , spesso ci parliamo addosso o per quella cricca che ci segue, toccare temi universali è un dono che troviamo in questi due post.
Ma so che aspettate con impazienza le mie riflessioni e quindi...eccole.




Ci vuole una grande dose di cretineria e la certezza di avercela fatta per portar sugli schermi tv , una pubblicità idiota come quella della Conad.
Ci vuole la più totale e completa rassegnazione e smarrimento totale della classe lavoratrice per poter ideare una simile vaccata,che però mette in scena non tanto uno spot su un supermercato,ma il ruolo che un lavoratore dovrebbe investire e vivere in questo nostro sistema liberal capitalista, tanto amato e difeso da quelli che vorrebbero vivere sulla nostra pelle. D'altronde non ho mai creduto che debba esistere una classe imprenditrice estranea allo stato e indipendente. Una classe che si permette di ricattare la nazione  con il pretesto di chiudere e trasferirsi, che per anni ha fatto quel cazzo che gli pareva e ora passa come fosse l'unica vittima della crisi economica. Semplificazioni, certo. Però con una loro certa verità.

Quindi noi vediamo questo pirla che si sveglia nel cuore della notte , è talmente felice che riesce a svegliare la moglie- la quale magari pensa : va che si tromba- e invece tutto estasiato , in preda a un orgasmo che manco rocco siffredi, spiega all'allibita e intontita consorte che deve andare al lavoro,perchè i Clienti, (questi esseri superiori , dotati di spiccatissime qualità intellettuali), devono trovare tutto a posto. E via che va in negozio e accarezza in preda a un delirio servil-erotico i prodotti del supermarket.
Dici: ma è straordinario? Ti pagano?
PAGARE !!!!!!!!!!!!!!!!!! PA-GA-RE?
Ecco, infatti il passo successivo dovrebbe essere: il lavoratore si dovrebbe sentir fortunato di aver un lavoro, per concessione benevola del Conte-Duca Gran Imprenditor Cont Dracu. Gran . Figl. di Put, ma ahimè è così ingrato che vuole essere pagato. Si accontenti di un : "bravo" del suo padrone e al massimo di un osso lanciato dal suo datore di lavoro.
Esagerazioni, esagerazioni, certo!  Però a furia di  cedere , si finisce nella merda. Questo vale per tutti i campi della vita.



Una volta eravamo guerrieri. Una volta essere proletari e appartenere alla classe operaia era il nostro orgoglio. Lavoratori e Uomini , in una società di Lavoratori e Uomini.  La coscienza di classe, la cultura popolare, (che non vuol dire inno all'ignoranza contro gli intellettuali e la cultura,come funziona oggi. Ma essere preparati,studiare,militare nella sezione,riscoprire la nostra storia),l'autunno caldo te lo ricordi , vero?
Ci hanno messo le bombe per fermarci. Io sono orgoglioso della mia classe. Anche se punto a conquistare i salotti,ma proprio per portare la nostra furia e la nostra urgenza di vita tra quelli che fanno i finti poveri che vanno nelle finte osterie , (ma questa è cosa milanese eh), e sai il Lavoratore giustamente si prendeva i suoi spazi e la sua dignità.
Poi tra certi che han peccato di fancazzismo,altri che si son stancati perchè mancava un partito solido a disciplinarli e tanto altro , siamo finiti per arrivare ad oggi. Dove la controrivoluzione ha stravinto. Non è che dobbiamo inventare nuove riscosse immaginarie, ha stravinto.
Nondimeno io non demordo, non mi arrendo. Sono uno sciocco bolscevico?Meglio che esser una testa di cazzo destronza o democretina
Rimango quello là: un figlio disordinato della classe operaia. Conosco il valore della mia storia

Ecco,il lavoratore Conad che si sveglia di notte? Cosa sa? Cosa conosce? E i "creativi" che hanno ideato lo spot? Con le camice dal colletto bianco inamidato , l'abbronzatura permanente, ecco questi che sanno?
Un cazzo.  O meglio: conoscono  la controffensiva padronale, ne fanno parte, sono "nemici di classe" e come tali vanno trattati




Il lavoratore Conad non è vittima del sistema, perchè basti vedere come si comporta e quello che dice. A lui manca del tutto la coscienza di classe, che esiste ancora oggi e sai perchè? Tutti dicono che sia finita. Che è morta la destra e la sinistra. Morta da noi,per complicità dei venduti. Non perchè sia estinta in generale.
Anzi la crisi mette in evidenza come vi sia un gruppo ristretto di persone con tanto danaro e altri poveracci costretti a vivere con la paura di perdere il lavoro. Precari,instabili,con il cazzo che il lavoro fisso annoia. Cretinerie dette dai nemici.

Rammento una mia lunga permanenza in un centro commerciale. Io credo che esso sia la nuova fabbrica, che produce roba per bestie affamate di mediocrità. Simbolo potente dei nostri tempi, catena montaggio dell'accumulazione di roba e desideri.
Ero precario, però siccome ho un senso alto e nobile del lavoro, aiutavo tantissimo i miei colleghi, (spesso troppo pochi per sostenere il lavoro in corsia durante l'assalto dei clienti), anzi mi sa che ho lavorato più per il negozio che per la ditta e i suoi prodotti del menga.
Ho fatto amicizia con il delegato sindacale, ho trovato una cgil seria e combattiva. E per solidarietà nei loro confronti: ho scioperato.
Mi sono unito a loro, in prima fila  a muso scoperto,rischiando.Ma l'ho fatto per loro. La carne della mia carne: la mia classe.
 Abbiamo manifestato nei corridoi ,negli altri centri. Lo abbiamo fatto. Il centro commerciale si è fermato.

E hanno ascoltato i lavoratori.

Più avanti sempre per i lavoratori in sciopero e per il sindacato,ma sopratutto per la mia idea di giustizia sociale e socialista, anzi : comunista, mi son occupato di disciplinare i precari a non cacciarsi nei casini collaborando con i responsabili del centro. Perchè questi affidavano chiavi di settori delicati a giovincelli e giovincelle, fosse capitato qualcosa avrebbero avuto dei grossissimi guai.
Ci sono riuscito, ho rotto talmente tanto i coglioni che le ragazze hanno rifiutato ogni collaborazionismo

E abbiamo anche lavorato tantissimo. Si, non è che lo sciopero o altro l'abbiamo mai preso come una vacanza. Noi conosciamo benissimo il valore del lavoro.



La nuova classe proletaria è quella precaria.  Presente in diversi campi,ma che tu sia in fabbrica o che lavori nel fantastico mondo dello spettacolo come maestranza, o in un centro commerciale, o in un call center, sei sempre un o una precario/a del cazzo.

La mia generazione è stata la prima vittima. Quanti miserabili contratti abbiamo conosciuto? Quante prese per il culo? Quanti pagamenti dopo tre mesi e così via? Il nemico sono le agenzie di lavoro interinale. Dovrebbero essere spazzate via.
Ci hanno diviso perchè uniti creiamo problemi e così invece, ognuno perso nel suo mondo di merda e con la paura di non trovare un altro impiego, uno qualsiasi, ecco che abbiamo perso la guerra e la battaglia. Mi son incazzato con tanti coglioni che reputano il precario o la precaria una persona che non vuol lavorare, parole di vecchi rincoglioniti , con l'aggravante di esser brianzoli e la doppia aggravante di esser brianzoli di adozione.
Ma è chiaro: se non ti senti parte di una classe ,cosa sei? Un singolo, un individuo e quindi: zero potere. Non conti un cazzo. Sei sola con la tua paura, sei solo e ricattabile.
Il lavoro ce l'hai,ma non ringraziare un cazzo di nessuno. Preparati a combattere,se puoi.



UOMINI CHE AMANO LE DONNE

Chiaro che nemmeno a casa un lavoratore deve esser tranquillo, così eccovi servita la guerra tra sessi . Con tutte le complicazioni e farneticazioni imbarazzanti di parte: ogni maschio è un potenziale stupratore , viviamo in un contesto "nazifemminista".
Suggestioni sulle menti di alcune e alcuni di noi, atte a produrre rabbia e scontri tra i sessi,per indebolire ancora di più la nostra presenza nelle lotte . Una mia discutibile idea,ma alla quale sono legato.
In fin dei conti i mass media puntano sui risvolti negativi dei rapporti tra i sessi ,dipingendo ogni istinto maschile come squallido e ogni donna come o un'arpia oppure tette e culi che si agitano davanti a te.
Uno svilimento della persona in tutte e due i casi. Il pensiero semplice e imbecille che domina oggi ci porta quindi a vedere questi due soggetti sempre in guerra tra di loro.
Oggi si polemizza sul Femminicidio, certo: io non credo si debba fare leggi speciali ogni volta su onde emotive, le leggi ci sono: vengano applicate. Nondimeno: questi fatti esistono. Non me ne frega nulla se son tanti o pochi. Non sono i numeri,ma gli atti a essere importanti.
E alcuni farabutti , indegni di essere uomini come me, ultimamente hanno fatto cose orribili. Dovremmo quindi riflettere noi maschi su cosa stia succedendo senza darci troppe giustificazioni. Perchè non credo che tutte le vittime siano state maligne nei confronti di quei tizi.

E la riflessione deve partire da noi e da come ci comportiamo con le donne. Non siamo esenti da errori e anche io mi son accorto di aver fatto male a qualcuna o non essermi comportato bene nei suoi riguardi. Ne pago le conseguenze,perchè è giusto così.

Il punto è che la cultura maschilista per anni ha combinato casini a destra e manca. La donna come trofeo da esibire,l'ossessione di penetrare più vagine possibili per il nostro godimento, un animale domestico sempre pronta a fare tutto per noi. Si pensava naturale che esse si sacrificassero per il nostro bene.

Cultura reazionaria.

Io ho avuto la fortuna di crescere tra le donne. Dico fortuna perchè da esse ho imparato il gusto della chiacchiera, che non è solo pettegolezzo- e lo fanno, ah se lo fanno!- ma piacere di dialogare con l'altra persona, approfondire la conoscenza con l'altro.
Certo, ho notato che hanno poco spirito di gruppo, mentre noi maschi siamo portati ad agire uniti. Siamo forse più franchi e diretti nelle cose e quindi anche nei rapporti, questo ci porta anche a non comprendere i sottotesti, le sfumature, il "ma ti ho fatto capire" delle donne: che se parlassero chiaramente sarebbe meglio eh!
Però, a parte queste cazzate, cosa volevo dire?
Io credo nell'amicizia fra uomo e donna. Perchè non sono ossessionato dal sesso.  Perchè  non sono malato di pornografia e sessualità repressa che devo manifestare con tutte se no, che maschio sono? Ecco non me ne frega un cazzo di apparire maschio agli occhi degli imbecilli

L'ossessione materialista del sesso l'ho conosciuta anche io, come uomo. Spinto dalla suggestione delle compagnie , dei mass media. Però appunto ripeto:la mia educazione è stata forgiata dalla donne e quindi da sempre ho avuto un atteggiamento non da cacciatore che deve fare vedere i trofei,ma da persona che deve conoscere un'altra persona. L'amore e il sesso arriveranno
Ipocrita, falso, dici così per renderti bello agli occhi delle lettrici. Pensatelo pure,menti deboli, perchè state ricorrendo al secondo errore: generalizzare
Io sono una persona speciale, io non sono come gli altri: nel bene e nel male. Ripeto le mie cazzate le ho combinate, le ore su youporn e altro. Tutto fatto,ma poi arriva il punto in cui ti fai schifo e decidi di cambiare di migliorarti come uomo ed essere umano. Una lunga strada,ma che soddisfazione farcela!
Non possiamo piacere a tutti e tutte ,per cui sicuramente qualcuna o qualcuno dirà:ma va là quello ...Ok,pensatela così. Io ho delle persone che giudico care e che sanno come sono veramente.

Non esiste il nazifemminsimo, esistono donne naziste come la Clinton, una imperialista squallida. Ed esistono donne meravigliose che ogni giorno arricchiscono la mia vita,come tante mie amiche, molte di lunga data.
Ti dirò la verità: non ho mai avuto la fila di innamorate eh? E alcune sono state sgarbate con me, qualcuna mi ha riso alle spalle. E allora? Dovrei diventare un frignone contro un intero genere?No. Tante mi vogliono bene, sono pronte a confrontarsi,a criticarmi apertamente e a sostenermi.
Questa è amicizia,ed è una cosa naturale come il sesso o l'amore. Non un fatto meccanico,non una roba da rubrica del cuore ,come ultimamente sono vissuti queste ultime due cose.

Ovvio che uno abbia desideri sessuali per una donna,ma non è detto che debba esserlo per tutte e non è detto che sia legato all'estetica. Non prendo i film ,sopratutto americani, come bibbia del comportamento. Tranne le onde del destino , che per me rappresenta il mio modo di amare una persona.Ma vabbè...fino a un certo punto.
Come tutte le cose belle , costa fatica ed errori,alcuni imperdonabili ,a volte si concludono bene o male,ma sono rapporti che io reputo importanti. Non mi parlano di motori, non mi parlano di calcio, non sento le solite cazzate sulla "FIGA", ripeto esser amico di una donna mi ha sempre arricchito.So che non sto mentendo,perchè per fortuna non appartengo al pensiero dominante
Sono un occhialuto particolare,una bella persona da conoscere. Come tantissimi uomini e tantissime donne.

mercoledì 21 agosto 2013

L' OCCHIO CHE UCCIDE di MICHEAL POWELL

Ci sono film che fanno la differenza,che segnano un'epoca , una svolta decisiva, pellicole che hanno scritto nel loro destino di divenire cult e leggende.
Opere che tutti conoscono e amano citare, che non mancano mai nei blogs, nelle citazioni, capaci di diventare oggetti e feticci dell'immaginario collettivo. Parlo dei Psycho, ad esempio.

Poi ci sono pellicole che fanno la differenza , che segnano un'epoca, una svolta decisiva, che hanno scritto nel loro destino di divenire cult e leggende,ma lo sono solo per cinefili incalliti. Questo è il destino di Peeping Tom, ad esempio.



Opera profondamente disturbante, contorta, sadica, crudele, che nonostante i suoi 53 anni sulle spalle è ancora oggi attuale e per nulla datata. Un film che ha un suo perverso e raffinatissimo fascino, che fanno sottilmente male, che turbano, senza però fare come oggi...Come farebbero oggi? Pomperebbero al massimo l'aspetto sessuale della pellicola con tanto soft core de noantri, poi urla e suppliche isteriche , il tutto a volumi da concerto dei manowar, e farebbero a gara per mostrare la cosa più perversa e oscena, ma girata con stile videoclipparo e patinato, che comunque oh....stiamo facendo un film con contenuti e stile.
Tanto che mi auguro a nessuno venga in mente di girare un fottuto remake di Peeping Tom.


Secondo la mia opinione, quindi prendetevela con lei se doveste pensare che stia per scrivere una cazzata, i migliori horror sono diretti da gente che come filmografia ha fatto altro. Certo sempre portati a un'idea surreale, onirica,o comunque speciale di cinema, ma se ci fate caso quando questi registi si dedicano a un film del terrore trovano soluzioni clamorose e di indubbio spessore per un genere spesso bistrattato e sottovalutato.
 Powell  era un grandissimo scrittore/sceneggiatore che insieme al di origine magiare Pressburger,fonda la casa di produzione The Archer e poi in coppia gireranno tantissimi grandi film
Amavano un cinema totale ,anti naturalistico, capace di regalare grandi emozioni allo spettatore.

Questa pellicola invece è diretta dal solo Micheal Powell, ed è una delle visioni più terrorizzanti,angoscianti,che gli spettatori abbiano mai visto sullo schermo. E anche delle più terribilmente penose,toccanti.



Mark Lewis è un giovane che campa facendo l'operatore cinematografico e arrotondando come fotografo per immagini sexy di ragazze discinte., ( indimenticabile la gag iniziale con il distinto e severo signorotto inglese che smania di fronte alle foto), è molto carino, ha l'aspetto del bravo ragazzo, è timido e a modo,ma ha un piccolo problema: è un assassino seriale.

Da bambino suo padre, un famosissimo e stimato biologo, lo usava per certi strani esperimenti: riprendendolo sempre 24 h su 24 con una telecamera e sottoponendolo a spaventi improvvisi per studiare la paura
Chiaro che crescendo abbia il desio di ammazzare qualcuno.

Così armato di camera da presa portatile, e con una lama alla base del cavalletto, uccide donne ignare. Non solo attraverso un vetro posizionato sulla macchina le riprende mentre loro si vedono morire terrorizzate,
Idea potentissima  e assai disturbante, metafora non solo dello Sguardo,ma del voyeurismo cinematografico che ci porta a vedere in soggettiva la morta di una donna che vede sè stessa crepare male.

Per questo giudico questa pellicola la migliore mai girata su un serial killer, migliore anche di Psycho e Mark Lewis un personaggio indimenticabile e memorabile
Perchè è un feroce e crudele assassino,ma anche un timido innamorato e un giovane che spera di girare un film, quindi con dei sogni. In un certo senso non è distante da noi.
In bilico tra orrore e pietà.  Perchè se da una parte lo vogliamo fermare, dall'altra speriamo che la sua storia d'amore con la vicina funzioni e che sia felice.



Riflessione quindi sul potere del cinema, dell'immagine, del vedere, più che semplice  horror o giallo macabro, l'opera indugia sul Vedere, lo Sguardo, anzi la molteplicità di sguardi infiniti che compongono una scena.
Per questo penso sia anche tra i thriller più raffinati mai girati, capaci di trasformare una macchina dei sogni, ( il cinema e il suo mondo fatato), in una macchina che alimenta oscenità omicide.
Ci dice che anche noi spettatori siamo colpevoli, perchè vediamo e non denunciamo, assistiamo ridacchiando e tremando al prossimo omicidio con gusto e piacere,anche se non vogliamo ammetterlo.
Ci dice che il mondo non è un posto sicuro , nemmeno nelle arti che dovrebbero renderlo migliore.
E noi guardiamo un uomo, travolto da una vita infelice, che si uccide guardandosi morire.
La molteplicità sadica di sguardi che compone la scena




Opera indimenticabile, che andrebbe vista a tutti i costi. Io ho il dvd originale,preso a Roma ^_^

martedì 20 agosto 2013

IL CAMMINO PER SANTIAGO di EMILIO ESTEVEZ

Io, come ben saprai, non è che sia una persona equilibrata . Si, ho sbalzi di umori, talora sono sarcastico e pungente,qualche volta intollerabile. Ma sono sopratutto uno, che nei suoi momenti migliori, ama la gente e vuole conoscerla. Non mi servono grandi storie di calzamagliati e mutandari, non mi servono imprese epiche ed eroiche,mi piacciono le storie che parlano di noi, delle nostre vite. Perchè ci trovi di tutto,assolutamente di tutto: è melodramma,tragedia, commedia dell'arte, tutto. E siamo noi. Conoscere una persona ,vuol dire comprendere anche i suoi difetti, non perdonarli, ma non usare termini a caso che possano ferirla o altro. Conoscere bene una persona, vuol dire aver a che fare con un mondo immenso di emozioni, debolezze,splendori e miserie. Siamo questo e non altro. Io credo che nonostante il brutto, le cose squallide,il dolore, noi non siamo nati per soffrire e per concludere con rabbia e tristezza la nostra vita, noi siamo qui per conoscerci e fare questa strada insieme.
Litigheremo, ci ameremo, tutto è possibile, ma noi viviamo negli e per gli altri. Per le amiche e gli amici, che diventano come sorelle e fratelli, anche se non ci incontriamo di persona.
Non è naturale essere soli, e non dico tanto essere scapoli o zitelle,ma soli ..Senza amicizie, senza perdersi e confrontarsi con la gente e tutto quello che consegue.
Mi piacciono i film che mi commuovono, e mi piacciono tantissimi film perchè io mi commuovo spesso. Non so dovrei vergognarmene, ma non me ne frega nulla. Non voglio sprecare il tempo a dar spazio al cinismo e allo stuporismo, mi piacciono questi film fatti di Sentimenti. Sai sono cose un po' sputtanate in questi tempi.





                          


Tom è un oculista che vive una vita agiata fatta di lavoro, partite di golf con gli amici,una vita ordinata e inserita nel sistema. Suo figlio Daniel è all'opposto vuole conoscere il mondo, irrequieto, non trova pace nello stile del padre. Un giorno , durante una partita di golf, Tom viene chiamato da un poliziotto francese: suo figlio è morto.
Una tempesta l'ha sorpreso mentre voleva andare in Spagna nella famosa cattedrale di Santiago . Un pellegrinaggio di 800 km fatto ogni anno da persone di nazionalità diverse.
L'uomo capisce di non aver mai avuto un reale rapporto con il figlio, di non aver mai accettato la sua vita e per questo decide di partire per concludere il viaggio che il ragazzo stava compiendo. Con le ceneri del defunto da lasciare nei punti importanti del pellegrinaggio.


            

All'inizio vuole fare la cosa da solo, ma sarà la strada e il viaggio a fargli capire che non possiamo e non dobbiamo rimanere mai soli. Non è umano, non è accettabile. Così scoprirà che il destino o la vita gli ha dato la possibilità di incontrare alte persone e diventare una sorta di famiglia, di unità, chiamala come cazzo vuoi,ma il nostro dolore terrà compagna a quello degli altri, come le nostre gioie e i passi che faremo.

Non è un film che vuole regalare ottimismo a tutti i costi, non cerca il facile ricatto emotivo, non tenta la strada della scena madre, anche quando potrebbe.

Si tratta solo di un grandissimo film su noi, su noi come esseri umani, come abbiamo bisogno di relazionarci, di vivere intensamente il dolore e come possiamo sopravvivere.

Io non sono pessimista, non credo che dobbiamo per forza stare male e fare del male. Mi piace pensare di essere come Tom e i suoi amici, lungo una strada infinita e vorrei percorrerla tutta con i miei amici e le mie amiche



                   


Un film che affronta anche il tema del lutto, della scomparsa di una persona cara, di rapporti conflittuali tra padri e figli, che dona spazio alla figura paterna descrivendola come è nella normalità.

Ecco io li premierei codesti film. Vale la pena. Così come sono da applauso l'intero cast, tra questi spicca un emozionante Martin Sheen    

IL SOSPETTO di THOMAS VINTERBERG

Il gruppo giudica e condanna l'individuo sulla base delle suggestioni,percezioni, fantasie , di menti deboli e personalità fragili. Non cerchiamo il confronto,la spiegazione,la motivazione, ci limitiamo a dire qualcuno quello che altri avrebbero fatto nei nostri confronti o della società e poi mettiamo in moto la macchina della diffamazione a fin di bene, (nel senso che questi credendo alla parola della persona, senza contraddittorio, senza ascoltare le ragioni altrui, ma fidandosi ciecamente della parola o facendosi trascinare emotivamente di fronte ad accuse forti su temi scabrosi), che stritola l'individuo. Perchè siamo tutti inquisitori, siamo sempre pronti a condannare e a non dare possibilità alcuna di recuperare, di riscattarsi,ma cosa ben peggiore : si ritiene normale dimenticare. Si, ti abbiamo definito un mostro,cattivo,repellente,essere umano,ma sai una cosa? Non era così. Si, vabbè...capita eh? Ah,ti senti mortificato e ferito? Perchè le accuse erano infondate?Ma sai...mettiti nei nostri panni ci vengono a dire queste cose, che sono anche gravi...Su, su , non rompere che la vita è bella !
La leggerezza nell'accusa, la forza devastante delle parole e dei silenzi colpevoli,la presunzione di essere un gruppo immacolato e che gli altri siano tutti dei bastardi falsi e quindi:proteggiamoci!

Questo è il modo in cui funziona la nostra società. Tutti siamo rimasti vittime di accuse infondate e tutti abbiamo accusato. Tutti, io decisamente meno. Però la tentazione è fortissima.






                                               


Lukas è il ben voluto maestro d'asilo in un paesino della Danimarca . Una piccola comunità dove tutti si conoscono, un piccolo paradiso sembrerebbe... Sembrerebbe.
Infatti per la bugia di una bambina, offesa perchè il suo amico e maestro rifiuta un suo regalo : un cuore, la sua vita viene completamente distrutta e sconvolta.
L'accusa è infamante: pedofilia. I bambini non mentono mai, questo quello che pensa l'isterica e detestabile direttrice dell'asilo e a ruota madri,maestre,i bambini suggestionati dai racconti dei grandi cominciano a denunciare . Così quello che era un amico, un compagno, diventa un mostro. Del tutto innocente, del tutto estraneo ai fatti, lui è la vera e unica vittima. Però il gruppo ha deciso che è colpevole. Perchè? I bambini non mentono mai.
Invece bimbi e anziani sono maestri di bugie e coglionate, sappiatelo!  Ipocritamente però tendiamo a dimenticarlo, che fa sempre bene alla nostra sporca coscienza fare i paladini dei piccoli e dei moribondi.

Come fai a fermare una squallida bugia se a dirla è una bambina? Come ti difendi dalle accuse infamanti di un gruppo che ti giudica pubblicamente, basandosi sulle parole di una bimbetta isterica?  Qualcuno accuserà il film di misoginia , poichè le donne in questo film son le prime ad attaccare il povero Lukas. In parte è vero, sono più sensibili a certi argomenti e si lasciano andare a giudizi preventivi,ma credo che chiunque di fronte a un'accusa tanto pesante e infamante abbia i suoi 15 minuti di giustizialismo. Ho trovato ridicola la direttrice. Un misto di suggestione,debolezza,vigliaccheria. Del resto anche i maschi non son da meno. Lukas perde l'amicizia di uomini che conosce da una vita, non vogliono che vada a fare la spesa in un determinato posto, gli ammazzano la cagnolina, rendono difficile la vita al figlio

                                  


Fino al finale che dovrebbe essere riparatore. Oh,sai che effettivamente è come dicevi tu: una bugia! E la gente dimentica. I nemici di ieri  tornano ad essere tuoi amici. Come se nulla fosse.
Solo che gli esseri umani mica si possono riprogrammare,resettare , facilmente. E una vita stritolata dall'odio meschino e vigliacco delle masse purificatrici , mica torna come prima.

Film bellissimo diretto da un solidale di Von Trier, autore già dello splendido Festen e co fondatore dell'unico movimento cinematografico degno di nota negli anni 90, il Dogma, è una pellicola che dovrebbe essere vista e assimilata da moltissime persone e anche da noi stessi. Spesso feriamo e facciamo male alle persone anche senza vera cattiveria,ma per una sorta di leggerezza dovuta alla mancata capacità di mettersi nei panni altrui, sulle scie delle nostre debolezze e paranoie, per cattiveria nei confronti di altri che riteniamo ingiustamente fortunati e sulla spinta della suggestione e del gruppo.
Davvero dovremmo riflettere su noi stessi e sulle dinamiche sociali che ci spingono a prendercela con i Lukas o a giudicare negativamente persone su travisamenti, fraintendimenti e altro.
Siamo debolissimi ,come esseri umani, cerchiamo di vivere senza far del male. Durissimo, ma necessario
Madds Mikkelsen titanico, giganteggia,memorabile

lunedì 19 agosto 2013

L'ESTATE DI KIKUJIRO di TAKESHI KITANO

No, ho capito... Va di moda oggi, che ai miei tempi non era mai capitato, va bene essere tolleranti,ma questi ometti di oggi che frignano guardando i film o ascoltando una canzone...Anzi,te per la colonna sonora di un film, che poi... Cosa è sta musica qui?Tre note di piano forte...

Carissimo masculo reazionario, le tue pose ridicole e machiste te le puoi ficcare su per il culo,così esaudisci anche un vostro sogno inconfessabile. Credo che il nostro mondo faccia pena e pietà grazie agli uomini come te. Cattivisti da happy hour, cinici un tanto al chilo, idioti professionisti 24 ore su 24. E vi permettete pure,parenti pezzenti dei scimmioni, di deridere, ridere alle spalle, insultare, gente che come me non si vergogna della propria sensibilità

La tenerezza è un reato? Commuoversi una gravissima colpa? Non credo. Siamo esseri umani non solo perchè bipedi,ma perchè sappiamo e conosciamo l'importanza di provare emozioni, sentimenti, e condividerli con gli altri. Cosa hanno di sporco od osceno le lacrime? Davvero pensate che sia una vergogna commuoversi per un uomo? I vostri veri uomini fanno guerre imperialiste, sono omofobi, xenofobi, considerano la donna non come compagna di viaggio nella vita,ma un oggetto da comprare. Bel gruppo di stronzi ed esseri repellenti. Io non sono come voi e me ne vanto

ed ora......






                                            


Masao è un bambino che vive con la nonna,vuole conoscere la madre che non ha mai visto. Per una serie di eventi. il bambino si troverà a viaggiare in compagnia di un tipo burbero,squinternato,avvezzo a scommettere, fare risse,comportarsi da piccolo boss di sto cazzo.
I due andranno alla ricerca della donna, nella speranza di riunirla con il piccolo. Viaggio dolcissimo, commovente,senza essere ricattatorio e puntare alla facile tragedia, ma con quella tenerezza , quel senso nobile di umanità, tante parentesi umoristiche,che in realtà nascondono immensi dolori,solitudini crudeli, perchè Masao e Kikujiro sono due perdenti,due anime perse. Ma Kitano non enfatizza il dolore, te lo fa vivere con dolcezza e profondità, con le bugie che l'uomo inventa per il bambino,ed è proprio lui: un adulto meschino,scontroso,che riscopre la felicità dell'infanzia e per la prima volta si apre a un'altra persona. La lunga parte finale con i due motociclisti,e il viaggiatore sottolinea un mondo di anime candide,sensibili,di gente forse che tu giudichi stupida e poco adatta a questo mondo,ma senza rendertene conto a loro, e a me, fai un grosso complimento
Film di soffusa malinconia e dolcezza,umanissimo, spiritoso, un grande capolavoro di Takeshi Kitano

sabato 10 agosto 2013

TIFIAMO ASTEROIDE E BOOK :IL MIO RACCONTO PUBBLICATO!

Tentacoli in via Craxi
di Davide Viganò


Bloccata in mezzo al traffico. Non c’è mattina che andando verso via Craxi qualche macchina non tenti di ammazzarla, o qualche pedone decida di suicidarsi gettandosi sotto le ruote del Maggior Eden Sinclair.
Fosse per lei, la Cassia sarebbe una zona libera e pacifica! Ma Rhona è lontana, vive da qualche parte, in America, e lei ogni mattina deve lottare contro la fauna degli autisti e dei folli incoscienti che…
«Abbbella! E daje!». Un essere diversamente umano sta suonando come se fosse un fottuto mago della pioggia il suo divino tamburo-clacson! Ride, d’altronde lei è una donna e una ciclista, niente di meglio per sfogare la sua frustrazione da avanzo di palestra.
Lei si ferma sulla strisce pedonali e lo guarda. Questa volta non scapperà. Ne ha fin sopra i capelli di questi mascalzoni, della gente volgare e maleducata, di vedere la sua vita sempre messa sotto torchio dai reazionari, da chi la giudica per la sua vita, per quello che è.
Così fissa con rabbia il burino dal collo taurino, il viso abbronzato penosamente con la doccia solare, la catena massiccia d’oro pacchiano.
Vede le tempie del tizio pulsare, la vena del collo ingrossarsi, la mandibola spezzarsi, carne e ossa volare in aria e pigramente cascare per terra. Infine la testa del tipo esplode in mille pezzi come fuochi d’artificio per carnevale.
«allora!! a fracicona te dai ’na mossa?!»
No, nemmeno questa volta sono morti. A parte lei, ogni giorno sempre più triste e demotivata.
Il suo ufficio si trova all’inizio di via Craxi. I gradini che sale e scende sembrano sempre più il passaggio verso una ulteriore giornata di mediocrità spesa come terza assistente al montaggio per un patetico film con un noto comico televisivo come protagonista.
Ecco: lei e la moviola. Tutti i giorni, per troppi giorni. Questo è il cinema: un’industria, da noi quasi in fallimento, che sfrutta a modo suo la pazienza e la vita delle maestranze. Pensa che nonostante tutto, però, a lei non dispiaccia affatto come lavoro. Un passaggio su Facebook, una partitina a Criminal Case, un momento di doverosa noia, mentre l’amore come la pensano gli eterosauri continua a fare danni cerebrali nella moviola.
«Hai sentito?». La voce del suo collega, il secondo assistente al montaggio, la riporta alla realtà (Fanculo a te! Stavo spaccando la faccia agli automobilisti zombie, insieme a Rhona).
«No, cosa?». Mica ha veramente voglia di sentire la risposta, ma non è maleducata.
«Stasera passerà dalle nostre parti un asteroide… Mi pare, o una cometa. Be’,comunque, sono tutti in allerta. Ho sentito Letta…».
«Chi?», domanda sbadigliando lei.
«Il capo del governo…».
«Oh, santo cielo! No, per favore niente politica! Che quella ha rovinato l’Italia!».
«Sì, ma il governo ha fatto sapere…».
«Dai, non mi interessa! Tra poco finisco e vado a casa. Devo scrivere un post da pubblicare sul mio blog, l’unica cosa che mi dà una vera e goduriosa felicità».
Asteroide… Perché no? Che spazzasse via questo governo classista, servo sciocco del capitalismo, accozzaglia di “destronzi” e “democretini”! Sì, una bella fine del mondo in cinemascope e technicolor!
Basta razzisti, omofobi, rivoluzionari tagliagole pagati dal Mossad, basta illusioni, sciocche speranze nel cinema e nella scrittura. Laura si sente stanca e demotivata, forse quell’asteroide… Non piangerebbe certo la fine dell’umanità. Lei girerebbe per una Roma devastata , distrutta, in mano ai morti viventi e ai banditi, li farebbe a pezzi con la sua motosega e il fucile a canne mozze, come Ash!
E poi… booom! Un rumore assordante, il terreno sotto i piedi che trema violentemente, e lei che, leggera come una piuma, si ritrova a volare verso il soffitto e poi cadere pesantemente per terra.
Buio, silenzio, quanta quiete… Non mi rompete (si ritrova a canticchiare la canzone dei Banco del Mutuo Soccorso, da quanto tempo non la cantava! Da quando aveva voglia di vivere e combattere), un rumore in sottofondo… Cosa? Voci, forse.
«laura! laura!» Mani che l’afferrano, si ritrova in piedi. La testa gira, fa fatica a muovere i piedi. Qualcuno la sta trascinando verso il corridoio.
«Cosa fai Francesco?», chiede al secondo assistente al montaggio.
E poi piovono parole, esondazione di frasi, diluvio di risatine isteriche. La gente in via Craxi è folle! Automobili, camion, gente che salta sui tetti dei mezzi e canta. Sono tutti nudi e selvaggi. Si abbracciano e baciano e ridono, bestemmie allegre arrivano fino al Paradiso.
«Un asteroide ha colpito il governo! Proprio il governo, dove cazzo si ritrovano… Oh, mio Dio sono così allegro che nemmeno lo rammento! Be’, spazzato via! Tutti morti! Siamo liberi!», grida piangendo e ridendo Francesco.
Il cellulare vibra con insistenza, lei lo estrae con fatica dalla tasca dei pantaloni. Un messaggio.
Silvia la informa che il ponte in corso Genova, che lei malauguratamente conosce assai bene, è pieno di gente in totale e irresistibile delirio.
Ci sono delle violenze di gruppo sulle ragazze, risse, e sorrisi, abbracci, pianti di gioia.
In tutta Roma la situazione è la stessa.
«Cosa è stato?». Laura è convinta di aver parlato, ma il rumore della bolgia umana sovrasta la sua domanda.
Francesco è troppo impegnato a riprendere con il suo smartphone quello che capita e ride.
L’ultima cosa che farà da vivo.
Da qualche parte un tentacolo, tanto lungo e largo da oscurare completamente la via e il cielo, si abbatte pesantemente sulla folla in festa.
«att–», fa per gridare Laura, ma lo spostamento d’aria la sbatte di nuovo dentro nel palazzo dove lavora. Vede Francesco e la gente spiaccicata. Poi con un rumore viscido e un odore che le fa venire in mente le alghe e il putrido che si nasconde in fondo al mare, il tentacolo si ritira. Lasciando detriti, sangue, ossa, morte, dietro di sé.
La mano trema e il cellulare continua a cadere, che cazzo di numero ha Silvia? E mia sorella? Laura è travolta dalla paura. «Tu hai chiamato Cthulhu, tu hai risvegliato gli Antichi, e ora? Hai paura?», una voce che proviene dalle tenebre profonde di un tempo dimenticato la canzona sardonicamente. Vero, è lei… Lei la unica e sola responsabile. Piange, prima con fatica , con la gola che scoppia e brucia, poi lasciando che le lacrime e la disperazione la sovrastino…

«aò! e daje!! te vuoi da’ ’na mossa!?». L’autista burino dalla faccia cretina di chi non ha mai letto in vita sua, le sta facendo segno, poco elegantemente, di darsi una mossa.
Si guarda intorno: Roma è ancora intatta e la gente sempre la stessa. L’uomo continua a suonare, mentre lei si gode lo spettacolo della sua città e della fauna disperata, rozza eppur splendida che chiamano “umanità”.
Al lavoro saluta Francesco, in fondo non è un cattivo ragazzo, e va tranquilla a lavorare su quella merda di film.
Si siede, accende il computer, è tutto apposto. Forse riuscirà a recuperare la speranza perduta nel cinema e…
«Hai sentito?». Francesco è preoccupatissimo.
«Cosa?», chiede sorridendo lei.
«Un asteroide, si sta…». Una musica strana,come una risata profonda dall’inferno cosmico si abbatte sulla vita di Laura e dell’umanità. Mentre sugli schermi tv Letta tenta di calmare la nazione.

Così mi sono accorta che non stavo sognando e che davvero da qualche parte stava risorgendo un’antica razza di vendicatori crudeli. Nemici che oggi combatto disperatamente, la mia motosega e il mio fucile. Io contro i loro tentacoli.

Quando mi chiedono: «Cosa avete sentito, Laura?», io rispondo: «Dopo il boato, con le orecchie che fischiavano, sentivamo ancora quella musica. Dove fino a un momento prima si trovava Enrico Letta, capo del governo delle larghe intese,  si apriva una spaventosa voragine. Dall’enorme cratere si levavano nubi di fumo nero».



ps:buone vacanze io dal 12 al 18 sarò a Roma. Splendida città, splendida gente. La lovvo a manetta


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