giovedì 23 gennaio 2014

ATTO D'AMORE: A CARLO

Carissimo Carlo,
lo so è stupido scrivere una lettera a una persona che non hai conosciuto direttamente , e che  - particolare non da poco- è defunta. Cattivo gusto di questi tempi mediatici? Dove si salutano i morti come se partissero per un'allegra scampagnata e non per quel mistero opprimente che è la morte. Ma sai? Non è ipocrisia dell'ultimo momento, lacrime di coccodrillo in salsa sentimentalista, non è che uno tanto per esserci mo scrive a un regista morto. Non credo sia così
Dimentichiamo i volti e le voci di amici e amanti, gente a cui abbiamo promesso l'eternità e poi ci siamo scordati di richiamare, di sentire come stavano,anzi ma quando mai abbiamo ascoltato e sentito gli altri. Ci divertivano e ci davano ragione. Non è tanto facebook ad aver cambiato i rapporti relazionali e le passioni politiche,ma l'abitudine ai tempi mediocri. Ci ammazza come persone la mediocrità. Queste bestie affamate di mediocrità, del far i danè per farli ,per sbatterli in faccia agli altri. La grettezza di pensiero,l'aridità di cuore,mica è una invenzione dei social network. In Italia da tempo si vive così.Questa pressione forte che subisci al fine di dar il peggio di te, il tuo lato carognesco. Lo vedi in tv , lo leggi. E tanti si abituano,magari anche con fatica e penosamente,indossano la maschera del cinico di turno, si adagiano sul : " ma così fanno tutti, non fare il professorone, ma che cazzo frega a te"
Siamo figli della nebbia e pronipoti di sua maestà il danaro, che  vuoi farci?Qui si arrabbiano per un film che li mostra come gente devastata dal guadagno tanto per guadagnare, dalla corsa al successo per farsi invidiare dai vicini e dai parenti,ma la realtà è questa. Sono posti che uccidono ogni fantasia, ogni leggera nobiltà d'animo. Eppure è casa nostra. Amiamo questa terra. Ed era bello vedere nei tuoi film la stessa rabbia e lo stesso amore per la nostra gente, per le zone dove siamo cresciuti .

Il tuo nord est con le sue contraddizioni, le sue meraviglie e debolezze, lo squallore e la gioia, il tuo saper dosare speranza e amarezza,era diventato per me come una sorta di proiezione della mia brianza. Ci vedevo tutte le cose che non ho mai amato,la gente e i ricchi che ho sempre detestato,la fierezza di quelli che come me sono diversamente settentrionali,e poi : Cinema! Sempre e comunque.Mai ti sei abbassato allo stile piatto e sciatto di certi tuoi nuovi colleghi di successo economico,ma senza nerbo. Nomi trascurabili. Tu invece eri di quelli che ancora si chiamavano per cognome, come i compagni di scuola. " Vediamo l'ultimo mazzacurati?" " Ho preso il toro di Mazzacurati" e così via. Ed eri l'ultimo gigante del cinema italiano che non aveva paura di chiudere un film negativamente o senza darci troppe illusioni.

Io però ti ricordo sopratutto per quel capolavoro che è La Lingua del Santo. Quei due memorabili eroi, indomiti,peccatori senza gloria,esclusi sociali,che potremmo e siamo molti. E quel volo verso la libertà, l'amico che frega la sbirraglia , una vittoria che fa bene al cuore .
Era il cinema, era l'appuntamento con qualcosa che conoscevi,nel quale ti rivedevi . Non ti raccontava balle e a volte ti faceva male, altre invece ti donavano una gioia immensa. Perchè tu sapevi una cosa importante: la vita e le persone, sopratutto quelle che vediamo tutti i giorni , sono cinema. E parlavi di loro.
Non ho amato tutti i tuoi film,alcuni sinceramente non mi piacciono per niente: la passione, il prete bello.a cavallo della tigre,ma riconosco in te uno dei miei registi preferiti. Uno di quelli che se un loro film dovesse passare in tv , mi fermerei anche 1000 volte a rivederlo.
E come tutti gli artisti, uomini di cultura,ci hai reso più ricchi, consapevoli, ci hai reso migliore anche per lo spazio di una pellicola.

In un tempo e in un paese dove il lavoro creativo è visto come una cosa da fannulloni che se la menano,meglio guitti della furbizia. Questa è la vita da noi. E il tuo cinema ce la rendeva migliore

domenica 19 gennaio 2014

CERCASI AMORE PER LA FINE DEL MONDO di LORENE SCAFARIA

Cercando un amico per la fine del mondo, non amore...ma si sa! Noi italiani amiamo il romanticismo spicciolo e quindi vai con un fuorviante titolo che possa farti illudere di visionare una spensierata commedia romantica inserita nel genere apocalittico.
Che poi è quello che preferisco: è la fine del mondo? E allora facciamola finita e non pensiamoci più.
Però sono anche abbastanza romantico e ottimista, anche se anni e anni di allenamento mi hanno costruito una corazza di scuse pessimiste per star male all'infinito,si è una cosa normale e che si pratica in tante famiglie o esclusivi club sociali che son i nostri posti di lavoro. Questo per dire che la fine del mondo a volte è una cosa agognata e sperata,ma sbagliamo. E lo sappiamo.
Lo sappiamo perchè abbiamo tutti una persona con cui vorremmo vivere,almeno una, o amici da raggiungere e ultime cose da fare. Il bene che abbiamo è molto più forte del male. Non dico che non esistano cose spiacevoli e orribili,anzi..Nondimeno,ecco io mi son immedesimato nel bravo e convincente Steve Carrel , il Dodge un po' mi somiglia,e quindi credo che non sia vero quello mostrato in modo pompato,forzato,da the divide. O perlomeno è solo una piccola parte: la più comoda,facile,conformista. Cosa ci vuole a dire: facciamo tutti schifo? Ecco,questo grillismo qualunquista in ambito cinematografico non lo sopporto. Si mi piace per carità,amo il genere,ma non venite a disgustarmi con il vostro individualismo spicciolo,il cinismo dei deboli che vorrebbero un mondo squallido come loro. Io credo che anche e sopratutto nella fine si abbia voglia di costruire , di dichiarare apertamente l'amore che soffochiamo nel grigiore della nostra vita sempre uguale,( a parte i sogni ad occhi aperti che facciamo, da bravi Walter Mitty),è la ricerca di un gruppo,un collettivo. Di un amico o di un amore.


Cercasi amore per la fine del mondo.png



Ed è la sorpresa di trovarsi di fronte a un film che commuove e coinvolge ,un film a cui non avresti dato molto e invece ti stupisce e conquista con la sua normalità e semplicità.
Dodge è un uomo come tanti, un Mitty, ma senza nemmeno la voglia e la forza di sognare. Uno che vive del suo normale lavoro di assicuratore,senza particolari noie ed entusiasmi. Un mediocre, siamo tanti così. Magari abbiamo avuto anche dei momenti fantastici e sogni e amori,ma poi il tempo inesorabile ci ha tolto l'entusiasmo e ci ha lasciato l'abitudine. Quale abitudine? A vivere.Così, che arriva un altro giorno e siamo sempre soli.
Lui ha perso la moglie appena arrivato l'annuncio della fine imminente dell'umanità e del mondo La sua vicina di casa invece si barcamena tra storie sbagliate,una voglia di esser indipendente non del tutto risolta,sai sono quelle persone che molto probabilmente sono fatte per noi, anche solo per una sana e profonda amicizia,ma che sfioriamo e non conosciamo mai. Siamo chiusi nei nostri guai,nella nostra visione deteriore del mondo.


Così si ritrovano solo sfruttando l'occasione della fine del mondo. Una vuole andare a trovare i suoi genitori e fratelli,una famiglia perfetta e forse a lei tanta perfezione ha dato origine a un complesso di inferiorità: e se non fossi in grado di gestire un rapporto come i miei genitori? D'altronde il rapporto relazionale dei nostri genitori influisce molto.Anche troppo.
Lui invece vuole ritrovare il primo amore, ha ricevuto una lettera....E quindi perchè no? Il primo amore, la gioventù, il tempo quando tutto è possibile e ci sono gli amici, che bello vero?

Così la storia è questa. Intervallata da incontri più o meno bizzarri,ma si racconta la fine con un tocco umano, c'è affetto nella storia per il genere umano che va incontro alla morte . In fin dei conti non sono stati così male, in fin dei conti  - la maggior parte di loro- erano anche buoni e avrebbero potuto dare tantissimo....




Come  a me ha dato questo film. Ho pensato se a me dovesse capitare una cosa simile, con chi vorrei passare gli ultimi istanti della mia vita? E mi sono accorto che ci sono tante persona a cui voglio bene.  Mi sono accorto che mica sono così orso grizzly e pessimista come a volte voglio- penosamente - far credere. E che anche a me dispiace tantissimo nel vedere la mia specie sparire,dissolversi nel bianco

Rimane un buonissimo film, di quelli che non ti fanno urlare al capolavoro,ma dovremmo anche piantarla di cercare sempre il capolavoro o di usare questo termine per tutto, ma ti scalda il cuore, ti commuove,un modo più umano di mostrare la fine del mondo,che poi finisca come melancolia è altro,ah ecco..è il fratello buono del film di Lars. Si dovesse finire il mondo voglio incontrare il mio Mito e stringergli la mano,ecco cosa farei!
A voi invece consiglio di guardarlo,vale la pena.

sabato 18 gennaio 2014

GUARDAMI di DAVIDE FERRARIO

Nella società della merce e del profitto ogni cosa è sfruttabile per avere clienti,compratori,e quindi far soldi. E quindi anche il corpo,d'altronde come si suol dire la prostituzione è il mestiere più antico del mondo. Per ragioni legate a una mancata educazione sentimentale e sessuale, e non solo, la pornografia è la maestra di sesso per molti ragazzini. Lo è sempre stata, d'altronde era il modo per capire il mistero legato alla esperienza di unirsi a un'altra persona, che nessun insegnante,prete,genitori,voleva svelare ai figli e alle figlie. Il porno aveva questa funzione. Poi, a mio parere, è diventata una sorta di gaudente macellerie, di catena montaggio dell'azione ripetuta all'infinito, di improbabili orgasmi, di corpi svuotati da ogni personalità. Certo ha avuto il momento d'oro del divismo , delle Moana Pozzi e così via. Poi , forse anche per le nuove tecnologie, è franato verso l'amatoriale più spiccio e terribile
Sto semplificando al massimo,ma sicuramente lasciare che si impari il sesso attraverso le ridicole esibizioni di pleonastici big jim e bambolotte rifatte non è il massimo. Però queste cose le impari dopo. Quando magari hai una certa età e ti poni il problema di amare ed essere amato,piuttosto che di trombare  Avere tante donne,avere la lista della spesa dei corpi,è l'ardente desiderio dei bimbi minkia ,oggi a 37 anni ho voglia di innamorarmi.  Di avere una compagna,amante,sorella,amica. Insomma Una Donna. Perchè universo così ricco,complesso e affascinate è la Femminilità e noi uomini dovremmo crescere i nostri figli non come dei minchioni machisti da strapazzo,ma come Uomini.  Cioè comprendere cosa significhi la prima volta per una ragazza, che il sesso più che urla tarzaniane e possesso del corpo altrui ,è la carezza,il bacio,il toccarsi con calma e tenerezza
Tenerezza,ecco cosa sarebbe giusto insegnare.



Ed è difficile girare un film sulla pornografia senza scadere in volgarità strumentali e morbose, o in moralismo d'accatto. Il limite e pericolo è sempre lì, bel presente. Per questo io questo film l'ho perso per anni e anni .E non sapete cosa mi sia perso in questo tempo.
Ferrario scrive e dirige un grande film, dove tra le immagini ripetitive di anonimi corpi movimento pelvico,difficoltà di erezione e altro,si vede e si sente l'anima dei personaggi. Senza spiegare tanto o troppo con un montaggio rapido certo,ma mai confusionario, assistiamo alla vita quotidiana di una pornostar. Dal set, alla sua vita privata con le amiche. Il suo essere sospesa nel limbo della bisessualità,ma senza stucchevoli provocazioni. Lei ama la sua Cristiana, e per soldi ,ma non solo, fa porno. Per il potere,dice lei.Perchè quando gli uomini la guardano si sente loro padrona,sarà...
Una pellicola che parla da dentro il mondo della pornografia usando i veri registi,mostrando come si lavora,la strana famiglia allargata, i soprusi, lo squallore e le grandi amicizie.
Ma non è solo questo ...


Perchè poi arriva anche un altro grande tema: la malattia . Anzi La Malattia: il tumore. E qui si sarebbe potuto scadere nel facile melodramma,ma la sceneggiatura e la regia di Ferrario impediscono che questo accada , merito anche del suo ottimo cast, partendo da un'intensa Elisabetta Cavallotti , a un ottimo e commovente Flavio Insinna.
Perchè Nina scoprirà di essere malata di tumore e in ospedale incontrerà Flavio. Un amore pudico,timido,in punta di piedi,che contrasta con la volgarità meccanica del suo mestiere. Sono due solitudini che si sfiorano,toccano,incontrano,e tutta questa stupenda storia d'amore è diretta con un raro gusto per il non detto e mostrato.Senza enfatizzare il dramma che vivono.
L'opera dice cose interessanti anche su una malattia implacabile, evidenziando le crisi dei malati,ma anche di chi da anni li cura ,sapendo che poi dovranno morire. Affezionandosi e poi vederli sparire.
Bastano pochi dialoghi., una canzone in sottofondo,una espressione del viso,una piccola sospensione .



Si riflette a lungo su pornografia,sessualità,libera scelta e sfruttamento del corpo e della persona, che a mio avviso esiste eccome, e sulla morte,l'amore che dovrebbe accompagnarci nella nostra vita.
Guardami è un film riuscito sotto ogni forma : regia,sceneggiatura, colonna sonora,interpretazioni.


martedì 14 gennaio 2014

STOKER di PARK CHAN WOOK

Brividi percorrono velocemente le nostre schiene quando annunciano : il primo film americano...e a seguito il nome del nostro regista, spesso europeo od orientale, preferito.
Temiamo che possa perdere la sua poetica, la sua cifra artistica,il suo furore visionario,eh! Ne temiamo di cose.
Nondimeno scordiamo che gran parte del cinema americano che ancora oggi tanto ci garba , è marchiato a fuoco dai talenti europei, spesso dell'europa centrale e dell'est,e che questa paura è un po' immotivata. Non sempre,ma a volte si.
Prendi questo film: Stoker. Vede il debutto in amereggga di un genio indiscusso e straordinario,di uno dei migliori registi viventi: Park Chan Wook. E ammetto che il fiato sospeso ce l'avevo, visto che un altro suo collega è finito a far l'infermiere al vecchio Arnold !  Sopratutto perchè il veder e sentire orientale è così distante dal nostro. Pensa , ad esempio, a My Sassy Girl originale e alla boiata del remake..Mein God!

Così , nonostante abbia letto ottime recensioni su codesta opera, mi avvicinai con calma ad essa.


Stoker (2012) Park Chan-wook.png


India è una ragazza particolare: taciturna, chiusa,ombrosa. Sopratutto dopo la tragica morte del padre : Richard Stoker. La ragazza vive un'adolescenza problematica, dovuta forse anche a un non risolto rapporto con la madre. Un conflitto che nasce dall'inadeguatezza della donna di esser materna. Un ritratto, quello reso così bene da una sempre valida Nicole Kidman,  di donna che si sente soffocare dalla casa,dalla famiglia,che si nasconde dietro la rigidità delle maniere, del dialogo forzatamente per bene,ma pronta ad esplodere e lasciarsi andare all'astio.
Le due donne ricevono la visita dello zio Charlie. Fratello del defunto,e qualcosa cambia per entrambe




L'uomo pare una calamita che libera le attenzioni della madre e della figlia. Misterioso, nessuno sa chi sia e da dove arrivi. Lui parla di viaggi in Europa, di cose lontane e affascinanti.
Così il film si sviluppa come una sorta di dramma sudista, di conflitti famigliari trattenuti a stento,di malessere imploso, di disadattamento nei confronti degli altri, ( India è sottoposta a bullismo da parte di compagni idioti), il tutto descritto in modo gelido e con grande potenza visiva.
Perchè  questa opera colpisce sottopelle, sotto traccia, ci impegna a soppesare il non detto, a controllare ogni espressione, ogni parola e frase lasciata a metà
Una sorta di racconto gotico trasportato in una epoca moderna,ma straniante. Non è facile dire in che anni si svolga e questa atmosfera tra sogno,incubo,realtà , che rende bellissimo il film. Almeno per me.



L'ambiguità morbosa del rapporto tra lo zio Charlie e la sua nipotina, è resa benissimo sia dai bravissimi attori - eccellenti sia Mia Wasikovska che Matthew Goode- che dall'idea di cinema ben radicata in Park. La forza delle immagini: potentissime,ma mai ridondanti e fine a se stesse. Eleganti,raffinate, eppure allo stesso tempo brutali.
Va bene che si potrebbe dire: e a ma in Corea...E chi se ne frega! Ha diretto in territorio alieno al suo modo di fare cinema,un film il quanto più vicino possibile alla sua poetica.

Il buon cinema per me è fatto da personaggi,storia e poi anche la parte tecnica. Per me in questo film questi elementi ci sono.



India è un personaggio magnifico, che colpisce lo spettatore. Una sorta di angelo vendicativo, di morte in vestito bianco, prende le turbe e i malesseri di tanti personaggi di fanciulle viste sullo schermo e l'implacabilità della violenza, la sua nobiltà. Zio Charlie è il male assoluto nella sua freddezza affascinante- basti vedere la bellissima e impressionante sequenza  del piccolo charlie e di come uccide il fratello minore -pigmalione della giovane india, quello che le farà capire la bellezza del suo dono.e sullo sfondo impossibilitata ad agire : la madre.
Come se attraverso ad essa si volesse simboleggiare il fallimento della natura umana, della sua parte migliore,e infatti la pellicola è ambientata in un contesto di soffuso smarrimento e indifferenza dell'esterno verso i personaggi centrali.


Film che a molti non è piaciuto,per questo e  l'altro e cristo e la madonna,ma a me invece ha conquistato attraverso una regia "geometrica" fredda,raggelante,ma pronta ad esplodere ed implodere nello spazio di una sola inquadratura, ha ottimi interpreti e personaggi validi. Questa volta hollywood non ha rovinato nulla !

QUALCOSA E' CAMBIATO di JAMES L. BROOKS

Fra le tante abitudini che abbiamo noi uomini, quella di cercare protezione nei-dai nostri guai,disturbi,sfiducie nei confronti del mondo, è la più incomprensibile. Non nego che partano da robuste e sanissime motivazioni, ma spesso siamo troppo occupati a star male, a rimpiangere le occasioni perse, a maledire schiere vastissime di nemici,che escludiamo a prescindere le possibilità di cambiamento.
Cambiare..Ecco, fin dalla tua nascita ti parlano di questa maledizione e divinità oscura: il cambiamento. Ci scrivono canzoni, fanno film, la gente usa questa parola,poi lo dimentichiamo.  O accettiamo quella parte sufficiente per metterci la coscienza a posto, sperando di vederlo fallire sto cazzo di cambiamento,che poi andiamo fieri di tornare indietro. Tornare nella comoda casa delle nostre lamentele . Te lo dico perchè ero un esperto clamoroso di queste cose. Ho eliminato ogni possibile via di fuga da una vita fatta di me,poi ci sono io,poi ci sono le mie fisse e così via. Come tanti,e come tanti un giorno scopri che forse vale la pena cambiare.  Magari c'è una donna, magari ne hai abbastanza, magari vuoi vedere come si sta fuori dagli abissi delle tue menate. Menate reali,vere, che non prendo alla leggera,ma altrettanto vere sono le possibilità che dovremmo giocarci.




Visto che molti ne parlavano, ho avuto la bella idea di vedermi Il Lato Positivo. Quanto mai: filmetto cretino e criminale nel suo prendere sotto gamba le problematiche legate alla malattia o disagio mentale e comportamentale. L'esempio massimo della coglioneria a stelle e strisce secondo cui: dai si ottimista e tutto si sistema. Giustificando anche la violenza del protagonista  e la sua natura da stalker e coglione. Far credere che medicine e aiuti medici non siano necessari è una clamorosa buffonata,sopratutto per problemi comportamentali seri. Poi è scritto male,ha personaggi miseri,e insomma..La mia amica Valentina mi parla di questo film con Nicholson: qualcosa è cambiato.
L'avevo visto tempo fa, non mi era dispiaciuto. Lei mi ricorda la scena quando sono al ristorante e lei si lamenta perchè lui non è capace di far complimenti. Lui ci pensa un po' e poi le dice: anche se odio prendere le pillole,da quando ti conosco le prendo. Perchè voglio guarire ed essere un uomo migliore.

Ecco la differenza sostanziale e profonda fra un film scritto con il pensiero,il sentimento,la voglia di narrare personaggi e situazioni e uno che scimmiotta l'irriverenza ottimista sfrontata,la superficialità a mano armata

Cosa racconta questo ottimo e bellissimo film di Brooks? Di tre persone in una grande città. Melvin è uno scrittore di romanzi sentimentali che ha serissimi problemi comportamentali e di relazionarsi con gli altri, di nevrosi,ossessioni,vive solo contro tutti, in prima contro sè stesso e quindi l'universo tutto. Odia il suo vicino di casa , Simon, pittore gay che vive in simbiosi con il suo cane. Tanto che Mel gli rende la vita difficile con inutili e pesanti cattiverie. L'uomo va da anni nel solito ristorante,dove è odiato da tutti perchè in quel posto c'è una cameriera a cui si è affezionato tanto,anche se tutto questo è ben nascosto dal suo modo di fare che offende spesso la donna.



Carol è una giovane mamma che da sola sta cercando di crescere un figlio perennemente malato,ma il suo magro stipendio non gli permette di procurare cure migliori al bimbo. Una donna sola,come lo sono gli altri due
Qui la solitudine è percepita,soffusa, Brooks non è certamente un regista danese- uno dei miei amatissimi registi danesi- sicuramente pensa al film come intrattenimento serio e quindi dice le cose ,ma con un tono comunque accettabile da tutti. Limite del film, forse,ma che non pesa perchè i personaggi funzionano benissimo.

Il cambiamento arriva. Inaspettato e fulminante. Come nella vita, perchè si puoi metterti a tavolino a progettarlo, ma lui arriva da altre parti. Per Mel è l'occasione non voluta di occuparsi del cane di Simon.  Non c'è pornografia dei sentimenti in questa pellicola e tutto ci viene proposto con delicatezza,ma non superficialità. Il cane per lo scrittore diventa qualcuno di cui occuparsi. Piano piano grazie al piccolo quadrupede , si pone in modo diverso - a tratti- verso la vita e verso gli altri.



Altri che hanno difficoltà anche loro e che cercano di riempire la loro solitudine. Non è tutto acqua di rose,nemmeno tragedie fortissime,ma nel personaggio di Simon avverto una forte malinconia,dolore,è quello che più mi ha colpito durante questa seconda visione. Sopratutto quando il suo cane non lo riconosce più, ( ma già Venditti anni fa cantava sta cosa: " il tuo cane , non mi riconosce più),e perchè Gregg Kinnear  è bravissimo nel rendere umanissimo e toccante il suo personaggio. Lontano da macchiette, parodie,lontano da quel repertorio che noi etero sfoggiamo dovessimo fare la parte di un gay.
Quindi il film mostra una cosa che da anni affligge la nostra società: la difficoltà di portare avanti relazioni, aprirci agli altri, fidarci, uscire dalla gabbia soffocante e dorata del " ma quanto soffro io" o " gli altri sono tutti bastardi".
Ci narra il tentativo bellissimo di andare oltre,tentare di farlo,che non c'è nulla di buono nella solitudine.

E così un giorno ti ritrovi a pensare: ok,vado al cinema da solo. Prenderò il fottutissimo treno da solo, ma ancora di più -anche se poi questa cosa non verrà letta- ma quanto sono stato coglione e cretino con una persona a cui tenevo e tengo tanto, rovinando un'amicizia importante per il mio comportamento scorbutico,le mie cazzate, il mio trattare male chi mi avvicina.Il sarcasmo acido come arma di distinzione e relazione, cose che ho intenzione di abbandonare totalmente e che posso dire ci sto riuscendo.
Come Melvin che decide di prender le sue pillole,io ho deciso di smetterla di lamentarmi tra me e me ,di avere rabbie immotivate, di veder negli altri uno sfogo per litigi o altro. E di esser più sicuro,quindi vai al cinema da solo,prendi il treno- si ci sono i dannati numeri,le file, e la gente di mezzo,ma non stai andando da molto tempo al ristorante da solo? Non hai organizzato le vacanze dell'anno scorso? Ok,ce la farai anche in questo- e ripensare pure all'amore. Tentare,cadere e ricadere, tirarsi indietro che non ce la faccio,ma insomma vivere al meglio. Come posso,come riesco.

Ecco i grandi film, ti fanno pensare anche a questo.  Vedi dei personaggi e ti immedesimi,e così mica ti metti a dire cose intelligenti sul film e l'aspetto tecnico e queste cose. Scrivi a vanvera della pellicola e di te. Si,vabbè parlo sempre di me,e amo quei blogger che mettono tanto di loro nelle cose che scrivono. Perchè a mio avviso i film ti spingono a riflettere e a voler comunicare quello che senti,provi,sei. Ma è il mio metodo.
QualcosaèCambiatoSnapshot.png

E questo film lo reputo fondamentale. Certo, è una commedia americana , la puoi anche trovare ruffiana in certi punti,ma che cazzo me ne frega. Dice cose importanti, giuste,e se ben vedi nemmeno ti vende la formuletta magica. Lui dovrà curarsi,avrà alti e bassi ,come tutti noi. Ma , come me in questi tempi,sta cercando di migliorarsi.Poi l'amico Lars e il maestro Ingmar mi ricordano che potrà finire malissimo,ma sai...Son pronto anche a quello.
Ed è il messaggio del film.

ps: inutile dire che Jack Nicholson, Helen Hunt, Gregg Kinnear,siano bravissimi e memorabili. Non solo : pure Cuba Golding jr recita bene

Ps 2: dopo tanto amore e buoni sentimenti,ci riprendiamo con tanto horror ok?