sabato 28 marzo 2009

L'ORA DI RELIGIONE di MARCO BELLOCCHIO

Un pittore in rotta con la moglie e profondamente ateo,viene contattato da un prete che lo avvisa di una richiesta di santità della madre,assassinata tempo prima da un fratello malato di mente,servirebbe anche la sua testimonianza per sapere la verità
Il tutto è una diabolica macchinazione della sua famiglia caduta in disgrazia per avere tramite questa santa . un tornaconto di potere economico e sociale. Una garanzia per l'aldilà,come spesso viene definita la religione in questo splendido film
L'uomo resiste alle bassezze di questi credenti e della macchina religiosa.contrapponendo una laica e atea verità.Appare molto più in linea lui con le istanza cattoliche che il suo parentado interessato solo al prestigio che una simile occasione potrebbe dare alla famiglia.
Il pittore non cederà e difenderà l'integrità morale ed etica anche del suo figlio piccolo,mentre l'armata dei speculatori e creduloni andrà in udienza dal papa.

Bellocchio nel bene e nel male è un regista importante per la nostra cinematografia. Non facile e avvicinabile nel suo percorso di artista,ha donato al pubblico pellicole eterne e che hanno il gusto del linguaggio cinematografico di ricerca e una spiccata tendenza sociale e politica. Certo il tempo passa per tutti,qualcuno rivede in modo abbastanza rude il suo passato,ma alla fine rimangono le opere e non gli artisti,quindi diamo atto del percorso interessante e stimolante di Bellocchio,anche se non sempre condivisibile.

Questo film è uno tra i migliori del regista,ma anche in genere sul tema della religione.
Sopratutto sul mercato e la mercificazione dei santi e dei miracoli,temi che tanto piacciono alle pecore che popolano lo stivale . L'egemonia attraverso le loro superstizioni,folklorismi,giudizi,condanne , che la chiesa mostra nei confronti dei cittadini non solo italiani. La religione oppio dei popoli è una celeberrima e azzecatissima frase di Marx,d'altronde questi parassiti che si arrichiscono senza lavoro,che hanno amici immaginari e cercano attraverso le loro panzane inventate di sana pianta di dominare la vita dell'uomo,con un atteggiamento degno dei peggiori regimi fascisti su cosa basano il loro potere?Sulla paura,sul dolore,che colpisce l'uomo in terra,ma che se subite senza rompere i coglioni..Poi vedi che ti premia in cielo.
Onde evitare che le masse prendano il potere e la loro dignità perduta con la sacrosanta forza,meglio inventare un paradiso e un inferno,casomai la tua vita finisca in pareggio:al purgatorio ,che è un po' la panchina dell'aldilà.Il mercato dei miracoli e dei santi è poi quanto di più nauseabondo possa essere inventato e mercificato,un linguaggio bassissimo e volgare di eventi eccezionali e paranormali.Un assicurarsi futuro economico stabile e florido attraverso immagini della santa,donazioni,fondazioni e quanto altro.
Si,sono ateo e me ne vanto!

A QUALCUNO PIACE CALDO di BILLY WILDER

Due musicisti di jazz , si trovano per caso nei panni di testimoni di una strage mafiosa. Per scappare via dai gangsters si fingeranno donne e partiranno con un'orchestra totalmente femminile per la volta della Florida
Qui faranno conoscenza con Zucchero Candito,del quale se ne innamorerà uno dei due.Per l'altro invece toccherà in sorte un milionario e un improbabile matrimonio,ma si sa "nessuno è perfetto"!

Che classe e leggerezza,che misura e capacità di creare gags assai divertenti senza scadere nel ridicolo,nella macchietta e banalizzazione. Il film è ancora oggi gustosissimo e spassosissimo.Ha lanciato modi di dire-nessuno è perfetto,che poi da noi è diventato anche un mediocre e debole filmetto con Pozzetto e la Muti,su un uomo che sposa un ex parà che ha cambiato sesso-ha un ritmo che fa invidia alle commedie moderne-intrappolate nella mentalità televisiva popolana-e sopratutto vanta un cast in stato di grazia:Tony Curtis,Jack Lemmon,Marylin Monroe.

ps:il film di Benigni "Johnny Stecchino" è un omaggio a questa pellicola-c'è un personaggio che si chiama Charlie Stecchino.

Un capolavoro immortale

SINDROME CINESE di JAMES BRIDGES

Il tema del nucleare è da sempre terreno di scontro tra fazioni contrapposte. Chi dice che sia una risorsa importante e fondamentale per l'uomo e chi la vede come una minaccia perenne ,pronta a combinare dei gran bei casini se gestita male.

Questo film di denuncia sociale punta sulla seconda ipotesi e non a torto. Una reporter di servizi frivoli si ritrova per caso coinvolta in un caso di incidente accaduto,in sua presenza.all'interno di una centrale nucleare. Il suo idealista e battagliero cameramen vuole vederci chiaro e non cede ai ricatti e ripensamenti della rete spaventata dalla rappresaglia della ditta che gestisce la centrale.
Nel frattempo un responsabile diventa sempre più scettico sulla tenuta e sicurezza all'interno del suo posto di lavoro e teme che possa aggravarsi la situazione portando a una strage di innocenti cittadini.
Tormentato cerca di fermare i lavori prendendo in ostaggio i suoi colleghi e richiedendo di parlare con la giornalista,per fare conoscere a tutti la verità,ma...

Un film che forse in taluni punti pecca di eccessivo didascalismo,ma non sempre è un problema ,sopratutto quando si denunciano reali pericoli. Per cui il film alla fine è un'operazione cinematografica che deve prendersi certe libertà,ma nella sostanza porta avanti un messaggio reale e importante che non dovrebbe essere sottovalutato e che anzi in questi tempi è tornato di nuovo al centro del dibattito. Certo, noi avremmo fatto un referendum contro le centrali nucleari,ma il Reuccio che ci comanda e la massa di coglioni che lo votano forse lo hanno scordato e quindi..Insomma anche da noi una bella centrale nucleare gestita alla cazzo di cane,dai maneger che hanno sputtanato ferrovie,alitalia e così via.
Il film è una buona opera ed è interpretato molto bene da Jane Fonda,ma sopratutto un grande Jack Lemmon

DALLA TERRAZZA di MARK ROBSON

Un classico drammone famigliare tipico del cinema americano degli anni 50/60. Un giovane torna dalla guerra,ma non è felice il suo arrivo:il padre è un uomo privo di sentimenti,legato all'immagine del fratello del protagonista morto giovane per malattia,la madre è un'alcolizzata e ninfomane.
Il ragazzo cerca il successo non nella fabbrica di famiglia,ma con un amico nel campo degli aeroplani.Purtroppo la cosa non funziona come vuole lui,va meglio in amore perchè sposa una donna che fa parte di una ricchissima e potentissima famiglia.Dopo il matrimonio ,per caso, salva la figlia di un potente e affermato magnate di wall-street.Grazie a questo entra a far parte dell'azienda del vecchio. Il lavoro lo allontana dalla viziatissima e infedele moglie,ma lui non può chiedere il divorzio perchè il suo capo è un moralista e bigotto che non tollera queste cose.

Grazie a un viaggio però conosce un'altra persona e dopo svariate sitauzioni troverà il coraggio di lasciare moglie e vecchio bigotto e iniziare una nuova e serena vita.

Classico film hollywoodiano che attraverso il dramma affronta la vita degli americani facenti parte della buona società. Dietro l'immagine di uomini affermati e di successo,il dramma di esistenze corrotte e devastate dalla cupidigia,dal potere autorappresentativo e accumulatorio,dalla ipocrisia religiosa,dall'appartenenza che conta più della sostanza.

Un bellissimo film perchè in grande parte ancora oggi in certi ambienti funziona così, o no?

L'ULTIMA ONDA di PETER WEIR

Uno strano film tra il trhiller e il genere horror-apocalittico. Una piccola opera che manifesta però una grande perizia tecnica e una certa ricerca di rappresentazione da parte del famoso regista australiano.
David è un giovane avvocato che accetta la difesa di un gruppo di aborigeni accusati di avere ucciso uno di loro. Strani sogni ed eventi inquietano l'uomo di legge,fino a che arriva alla sconcertante verità:lui è un messagero della fine del mondo,che arriverà tramite una gigantesca onda che sommergerà il pianeta,o quantomeno l'Australia.

Il film ha uno stile raggelante e quasi documentaristico,che mantiene volutamente sottotono la materia-gli americani fracassoni come sono avrebbero riempito il tutto da musiche stile gregoriano,riprese alla cazzo di cane di statue e chiese,dialoghi pompatissimi e scleri dei protagonisti,d'altronde devono spiegare le cose a un popolo tra i più ignoranti del mondo..Quindi il linguaggio deve essere sempre sopra le righe e filo-bigotto- il che non è un difetto,anzi:sottolinea ancora di più la tragedia di questo uomo ,della sua solitudine,del fatto che è semplicemente un mezzo senza forza alcuna per bloccare la fine in arrivo.
Si parla tanto di fine del mondo,un argomento che rende benissimo ai sciacalli menagrami di tutte le chiese e religioni,penso sia un modo buono per tenere a freno la popolazione e con la paura si governa meglio.Il tema però ,è di per se affascinante e ricco di sfumature interessanti.Se verrà questa fine del mondo sarà per colpa collettiva,per collasso finanziario,perchè berlusconi perde i capelli?Per quale motivo un mondo dovrebbe finire?Non esistono tante piccole apocalissi che hanno trasformato violentemente le nostre società?

martedì 24 marzo 2009

LA PROPOSTA

Nick Cave è una leggenda della musica e in questa pellicola si manifesta anche un ottimo sceneggiatore.
La storia parla di una banda di delinquenti sanguinari la famiglia Murphy,la quale viene fermata da un capitano dell'esercito inglese. Il soldato offre a uno dei fratelli una proposta:ha a disposizione poco tempo per trovare suo fratello Arthur ,che si è nascosto sulle montagne,e ucciderlo altrimenti il fratello minore verrà impiccato.
Charlie parte per questo viaggio,che si concluderà in un bagno di sangue.

Bellissima ballata di morte ,sangue,violenza e anche di solidarietà famigliare,incapacità di scappare dal proprio destino,scontro tra l'indifferenza della natura e i dolori del genere umano,il sadismo di chi detiene la legge e dei cittadini vigliacchi e forcaioli e la violenza libera e selvaggia dei criminali,il razzismo degli inglesi colonizzatori nei confronti non solo degli aborigeni,ma anche contro irlandesi e poveracci.
Un grande film da vedere a tutti i costi,tra le migliori riflessioni sulla violenza.

ZODIAC di DAVID FINCHER

La storia vera di un famoso e imprendibile killer che ha funestato la summer of love e i tempi del flower power in america.
Il film ,bellissimo,è la lunga indagine per la scoperta dell'identità dell'assassino condotta da un poliziotto,un giornalista ubriaco e un vignettista.Come essi vengano travolti dalla storia,tanto da rimetterci lavoro e rapporti personali.Mentre affiorano i primi sospetti.
Ancora oggi con certezza non si sa chi sia il vero colpevole,anche se il film lo dice e non alla cazzo di cane ma affidandosi alle carte giudiziarie e ai documenti della polizia.
Un'indagine sulla psicosi collettiva che un assassino seriale può recare in un paese come l'america,prodotto tipico della società occidentale,orco cattivo che può svegliarci dai nostri sogni d'oro.
Un grande film sulla paura,l'ossessione,la ricerca della verità

DEATH SENTENCE di JAMES WAN

Il filone nefasto del giustizialismo privato è forse tra i più odiosi del mondo cinematografico.Migliaia di pellicole reazionarie e profondamente fasciste che riscaldano il cuore dei conigli borghesi,incapaci di dare sfogo alla loro anima carogna e sadica se non esercitate dai loro sbirri e soldati. In realtà la delinquenza che nasce da un contesto ambientale e sociale è ben visibile e proposta dai tg e dai pensatori vaghi odierni giornalmente. Tanto da spingere la gente a credere che una certa etnia,una certa religione o i soliti sovversivi siano più pericolosi di un ingegnere pervertito e maneggione.Potenza dei tempi.

Il film in questione è molto ambiguo,ma nella esaltazione della carneficina operata da un onesto medio borghese a cui una banda di sottoproletari stermina metà famiglia,vi è anche una sorta di denuncia del giustizialismo privato.Alla fine un pretesto per dare libero sfogo alla bestialità disumana che abita il pacifico cittadino,peggiore anche dei criminali vittime della sua vendetta.
Oltretutto il protagonista non è il solito vendicatore tutto di un pezzo-reazionario e fascio dalla prima all'ultima scena-ma un uomo che volendo farsi giustizia entra anche in depressione per quello che ha fatto,causa la morte della moglie e il ferimento grave del figlio superstite,si trasforma in mostro sadico e assetato di sangue.insomma diventa un criminale.
Bravissimo come sempre Kevin Bacon.

LINEA MORTALE di JOEL SCHUMACHER

Alcuni studenti di medicina curiosi di sapere cosa c'è dopo la vita,sperimantano la morte-per pochi minuti-al ritorno però vedranno materializzarsi le loro colpe: chi sarà ossessionato dalla visione delle sue numerose amanti che lo accusano di averle usate,chi sarà ricoperto di insulti da parte di una bambina che aveva aggredito ai tempi della scuola,chi dovrà scontrarsi con la morte del padre,chi con il fantasma di un bambino del quale aveva provocato la morte.
Per salvare la loro psiche dovranno riconciliarsi con i loro fantasmi. Un film confuso sul registro da adottare:horror o film metaforico sulla colpa e la redenzone?Questa ambiguità è la forza e debolezza della pellicola che regala immagini assai suggestive,tecnicamente è un film più che valido,ma che nella sceneggiatura zoppica un po'. Tentazioni filosofiche all'americana,uno spirito cristiano un po' reazionario in sottofondo,e alcune scene che avrebbero meritato di più-vedi la scena della roberts che incontra e abbraccia lo spirito del padre morto suicida-però dalla sua ha anche un grosso fascino visivo.E poi pone domande sulla vita dopo la morte. Su questo tema il potere ha per secoli e continua farlo ora ,il suo carburante,la sua forza per spingere la gente a una vita di schiavi paurosi.La paura di un giudizio ultraterreno,la speranza nel miracolo,il crearsi un paradiso che non sia visibile nel mondo che viviamo.La religione come oppio dei popoli,sosteneva Marx, e la morte con il suo aldilà come guinzaglio stretto al collo del popolo.

Il film vanta un cast di attori allora molto in voga:Sutherland jr -che aveva già recitato con il regista nel buon ragazzi perduti un vampire movie di metà anni 80- la sempre sopravvalutata esteticamente e professionalmente Roberts,il mio stimatissimo Bacon,uno dei tanti fratelli Baldwin dalla faccia di cucciolo bagnato,e Oliver Platt attore che ha visto la sua carriera in crisi per colpa di una certa somiglianza con Jack Black

TERRA DI CONFINE di KEVIN KOSTNER

Kevin Kostner è una sorta di Eastwood minore,poichè a differenza del grande regista americano di Bird ,non rielabora il classicismo,il romanticismo delle "vecchie storie",ma lo ripropone pari pari, mantenendo saldissime le radici nella nostaglia rappresentata e rivendicata del vecchio cinema hollywoodiano. Eppure è anche capace di donare opere come questo film assai interessanti e godibili.
Il film narra la storia di alcuni cowboy nomadi che girano il paese con la loro mandria e la lotta contro il solito malvagio proprietario terriero,lotta che è alimentata dalla vendetta dei cowboys nel nome di un loro compagno di lavoro e del cane di uno di loro.
Sono proprio i piccoli particolari-esempio l'importanza del cane, la sparatoria che non segue uno schema cinematografico,ma è pura confusione e rapida violenza- che fanno questo film una pellicola degna di essere vista.Siamo nei paraggi del cinema classico,con una storia solida e robusta e tempi larghi e distesi.Bravi gli attori coinvolti nell'operazione nostalgia kostneriana ,tra tutti spicca il grande Robert Duvall

UOMINI E TOPI di GARY SINISE

Il film prende spunto dal celeberrimo romanzo di John Steibeck ambientato durante la Grande Depressione negli anni 30 in america.
Due amici cercano lavoro e lo trovano in un ranch-uno è piccolo e furbo,l'altro è un gigante ritardato tanto buono quanto incapace di controllare la sua forza.E per questo portatore di grossi casini per il suo compare,costretti sempre a scappare inseguiti da galantuomini pronti a linciarli.
Trovato il lavoro i due fanno amicizia con un vecchio legatissimo al suo cane-che sarà costretto a fare eliminare-e ad altri lavoratori.Purtroppo la cretineria del figlio del padrone,e il comportamento della sua giovane moglie ,porteranno grossi guai che vedranno una svolta drammatica nel rapporto tra i due amici.

Un film che punta molto sulla capacità degli attori di sapere creare l'emozione e la commozione per il grande pubblico.Non l'opera migliore tratta da un romanzo di Steinbeck,ma un buon film che si lascia guardare e che pone una riflessione sul sistema lavorativo/schiavizzante che dominava l'america di quel periodo.Quando il paese era attraversato anche da idee rivoluzionarie e sanguinosi scioperi. Un periodo che ha visto all'opera grandi artisti come Woodie Gutrhie e altri

THE KILLER di JOHN WOO

Non amo particolarmente il cinema di Hong Kong ,sopratutto quando espatria e si contamina con la mentalità piatta e fracassona degli yankee.
Ammetto però che John Woo abbia saputo donarci pellicole assai suggestive e riuscite,come questo film profondamente malinconico e fatalista che colpisce non solo per le bellissime e suggestive scene di azione,ma anche per la rielaborazione dei personaggi tipici di questi film e per una ricerca di commozione e partecipazione anche umana alle gesta del killer protagonista di questa opera.

Un killer causa per errore il ferimento di una donna che finisce accecata,turbato pensa di abbandonare il lavoro di sicario dopo un'ultima missione che gli frutterà i soldi necessari per un'operazione al fine di far vedere di nuovo alla ragazza.

Purtroppo viene tradito dal suo capo e inizierà una sanguinosa lotta -insieme a un poliziotto-contro la sua ex banda.

Un film che oltre a sparatorie e coreografie di violenza spettacolare,scava o cerca di farlo anche all'interno del genere umano. Amicizie salde,coraggio,contro la crudeltà gratuita,il tradimento,l'abbandono degli amici e le sofferenze dei deboli. Un film che non si ferma solo sulla forza dell'azione,ma cerca di contaminarsi con il melodramma,con l'emozione.
Uno dei massimi capolavori del genere e non solo

EVA CONTRO EVA DI J.L.MANKWIEVITZ

Una giovane e perbene ragazza della profonda provincia americana,grandissima ammiratrice di una famosa diva del teatro,riesce a diventare segretaria e amica della sua amata attrice.
Si rivelerà un'arrampicatrice scaltra e cattivissima,tanto da sfruttare la ex diva e vincere un importante premio.Il finale però ribalta l'inizio con lei che si trova nei panni della diva e una ragazza che ricorda la protagonista quando fingeva amicizia nei confronti della vecchia attrice
Un film bellissimo ,molto popolare e amato, che indaga con tagliente lucidità sui rapporti complicaati alla base della "sorellanza" o dell'amicizia femminile,ovviamente inserito in un contesto ben preciso: il teatro. Rivalità,raggiri,raccomandazioni,invidie e cattiverie,quasi nessuno si salva. L'impossibilità di avere rapporti di amicizia reali,di dedicarsi all'arte piuttosto che a una ridicola rappresentazione di ego e perfidia.Il film appare ancora oggi moderno e importante,non risulta didascalico o datato.Merito sopratutto del cast ,sopratutto delle due attrici protagoniste:una immensa come sempre Bette Davis e Anne Bancroft,valida nella parte della finta buona.

domenica 15 marzo 2009

I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA di WALTER HILL

Un grande maestro del cinema obliquo americano. Perchè obliquo?Perchè Hill ,regista ampiamente sottovalutato,attraverso i suoi film di genere arrivava a parlare di altro e con una forza di impatto visionario che colpisce totalmente lo spettatore.


Questa pellicola è una delle sue opere migliori:ritmo,tensione,robustezza di immagini e situazioni,buone interpretazioni,eccellente sceneggiatura che pur essendo essenziale e diretta non perde un colpo e non scivola nel banale.

Un gruppo di soldati in esercitazione nelle paludi della Louisiana,per superare le acque e arrivare a destinazione prendono delle canoe,queste appartengono ai cajiun-popolazione che abita nella zona e parla un francese un po' strano,ma anche no-i quali si fanno vivi per riavere le loro imbarcazioni.Un soldato idiota ha la brillante idea di sparare su di essi-anche se a salve- ovviamente come risultato ottengono la morte del sergente ,abbattuto da una fucilata.
Inizia una caccia spietata da parte degli abitanti della palude nei confronti dei soldati,i quali avranno grossissimi problemi non solo con le acque putride,la vegetazione e il disorientamento,ma sopratutto tra di loro.(scoppieranno violenti conflitti per la paura e l'isolamento).


Un film bellissimo che indaga sulla nefasta natura primitiva e reazionaria,che non lascia scampo a nessuno,nemmeno ai tutori dell'ordine abituati a malmenare studenti in manifestazione.Un mondo violento e senza scampo,devastato dalla ferocia,dallo sbandamento e abbandono davanti a minacce incontrollabili.

In poche parole un capolavoro a recuperare!

L'IMPOSSIBILITA' DI ESSERE NORMALE di RICHARD RUSH

Il cinema migliore fatto in america , è sicuramente quello nato dopo il flop di Cleopatra e che è arrivato fino al riflusso e revisionismo a favore dell'Industria e della Massificazione di immagini precotte per un pubblico di non pensanti voluti da Lucas e Spielberg.

In quel periodo i film americani indagavano e propagandavano la tensione sociale e politica,il fermento sacrosanto della contestazione e della lotta contro il sistema reazionario americano.

Tra i tanti film spicca anche questa commedia di Richard Rush,con una superlativa prova di Elliot Gould e l'incantevole Candice Bergen,già protagonista del capolavoro Soldato Blue.

Uno studente vuole a tutti i costi laurearsi e diventare un insegnante e per questo pur capendo le motivazioni non vuole immischiarsi troppo nelle lotte studentesche. Egli è una persona in realtà rabbiosa con il sistema e insicuro nei confronti della vita ,cerca come direbbe battiato, il suo:centro di gravità permanente.Non lo trova nemmeno nel rapporto con una donna anche lei abbastanza incasinata politicamente e sentimentalmente,tutto questo mentre un suo amico frichettone non riuscendo a svignarsela per evitare la guerra in vietnam diventa un reazionario pattriota,l'università è messa a ferro e fuoco dagli studenti rivoluzionari e la vecchia e conservatrice classe dirigente è alle strette
Alla fine sarà un trionfo di ribellione e amore!

Una bellissima commedia che affronta un periodo d'oro sia per il cinema che per la gioventù,la quale fermentava istanze rivoluzionarie che avrebbero lasciato il segno nella società.Poi la risposta violenta e definitiva della reazione sostenuta dalla borghesia e da settori-assolutamente massacrabili,tanto non si perde niente-del sottoproletariato.Questi film ci mostrano come era possibile confrontarsi e muoversi verso un percorso di reale liberazione degli individui e di annientamento dell'individualismo.Purtroppo la storia è andata da un'altra parte, afuria di bombe di stato,terrorismo nero,revisionismo storico e tanto altro

LO SPECCHIO DELLA VITA di DOUGLAS SIRK

Negli anni 50 hollywood viveva sotto la morsa del senatore macharty, un grandissimo pirla che ha rovinato la vita di molti tra i migliori scrittori e registi della città del cinema.
Nonostante questo,è da sottolineare come proprio in questo decennio filtrati da melodramma e spirito yankee ,si cominciasse a parlare di problemi riguardanti la società americana. Certo vi erano registi come Martin Ritt e altri che puntavano direttamente alla denuncia e altri che invece se la cavavano nascondendosi dietro a generi di sicuro successo popolare.
Un esempio è proprio questo film:Lo specchio della vita. Storia di quattro donne-madri e figlie- che vivono in modo diretto e indiretto la problematica del colore della pelle. Alla base un rapporto di amicizia e lavoro che spinge una donna afro-americana senza casa e con una figlia dal colore della pelle decisamente vicino al bianco,a cercar lavoro presso una attrice in cerca di affermazione. Le due donne si conoscono perchè le figlie in spiaggia legano una profonda amicizia.

Crescendo la ragazza ,figlia della cameriera, vive sempre più a disagio il suo avere una madre nera.Questo crea forti problemi sui posti di lavoro e nei rapporti con i ragazzi.Mentre l'altra ragazza si innamora del bello di sua madre.

Alla fine un funerale metterà tutto a posto,con il trionfo dell'amore e della comprensione.

Un buon film che oltre al melodramma in voga proprio in quel periodo,ci racconta cose niente affatto banali e che pur mutando il soggetto ci descrivono problematiche ancora attuali:il difficile rapporto con le altre popolazioni-anche senza essere neri,ora i rapporti difficili sono con il mondo arabo e con i romeni,mai una volta che i "buoni e bravi" cittadini italici e statunitensi facciano ammenda delle loro violenze e dei loro lati più oscurantisti- la difficoltà di controllare le proprie pulsioni sentimentali che ci portano spesso a innamorarci di persone non adatte ,la solidarietà che dovrebbe essere alla base del rapporto tra uomini.

Insomma un flm che nonostante tutto ci fa ancora riflettere a lungo!

sabato 14 marzo 2009

VOGLIO LA TESTA DI GARCIA di SAM PECKINPAH

Peckinpah è il regista degli outsiders e della violenza-nonostante lui preferisse fra le sue pellicole film come L'ultimo Buscadero o La Ballata di Cable Houghe,commedie amare e senza traccia alcuna di violenza-anche in questa pellicola continua il suo viaggio all'interno dell'inferno in terra.

La figlia di un potentissimo proprietario terriero messicano ,rimane incinta di un certo Alfredo Garcia. L'uomo offre un milione di dollari a chi uccide 'sto tipo. I suoi scagnozzi incaricano un pianista alla deriva alcolica ,del denaro per sapere dove si trova Garcia. In realtà il ricercato è morto in un incidente stradale,quindi il pianista riceve la missione di recuperare la testa di Alfredo e portarla in un luogo sicuro dove il pianista sarà pagato profumatamente-in realtà pochissimo,ma lui non lo sa.

L'uomo parte con la sua compagna,una donna di cui è molto innamorato.Dopo alcune avventure ,la donna verrà uccisa e lui impazzendo scatenerà una strage uccidendo tutti gli uomini del ricco proprietario terriero e uccidendo anche il riccastro,ma non si salverà

Un doloroso,macabro,fatalista canto funebre. Un film poetico a suo modo,un'opera straziante sul destino e l'incapacità di evitare la fine

MISSOURI di ARTHUR PENN

Uno splendido western diretto da un grandissimo maestro del cinema americano-Alice's restaurant,gangsters story, furia selvaggia- Arthur Penn, che riflette sulla natura assassina e di rapina del capitalismo yankee.
Uomini di legge e ordine,padri esemplari, latifondisti pieni di soldi e di morale che impiccano senza processo presunti ladri di cavalli e assoldano psicopatici feroci per difendere il loro benessere.
Dall'altra una banda di ladri decisamente più umana e anche onesta rispetto alla rapina di materiale e vite messa in atto dai cosidetti bravi cittadini.

Il film parte da questo per raccontare la vita di uomini divisi dalla visione della vita e dalla violenza. Quando uno di loro vorrà comprarsi un ranch e dare il via a una vita semi-onesta,interverrà un sadico e pazzo assassino ,cacciatore di taglie,a trascinare l'uomo verso la vendetta.Non lo fermerà nemmeno l'amore per la figlia del padrone della terra e della morte altrui.

Il film è un grande affresco della vita nel west,senza romanticismi o cattiverie gratuite. Una storia magnifica,ben diretta da Penn e che vede tra i protagonisti due leggende come Jack Nicholson e Marlon Brando- si vocifera di una loro relazione passionale sul set.

Una grande opera cinematografica,come spesso se ne son fatte nei western

QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA di HAL ASHBY

Abituati alla musica come mero sottofondo e agli eroi usa e getta del pop odierno,pare impossibile credere che questo film sia una storia vera.Infatti ,la pellicola è la trasposizione su grande schermo della vita di Woodie Gutrhie,notissimo e nobilissimo padre del folk americano di protesta.
Cantore dei braccianti e operai sfruttati nell'america della grande depressione,un uomo che ha pagato anche duramente la sua posizione politica intrasigente verso il regime capitalista americano. Abbandonando un programma radiofonico di successo,tagliando i rapporti economici vantaggiosissimi che aveva stipulato con la radio nazionale e un locale alla moda.

Un modo di intendere l'arte che affoga oggi dentro a un circo insostenibile di musica conformista e addomesticata,che non vuol dare fastidio a nessuno.

Grande Woody,noi non ti dimenticheremo mai!

Insomma un bellissimo film interpretato molto bene da David Carradine.

martedì 10 marzo 2009

THE WOODSMAN

Uno splendido film che affronta un tema spinoso e assai difficile :la pedofilia.
Un uomo esce dopo dodici anni di prigione,trova lavoro in un magazzino e avvia una relazione con una sua collega.
Purtroppo egli è stato un molestatore di ragazzine e bambine,questo ha fatto in modo che venisse abbandonato totalmente dalla famiglia-la sorella gli impedisce di vedere la nipotina-tranne il cognato che è l'unico a stargli abbastanza vicino.Lo seguiamo dal psicologo,nei suoi rapporti con un poliziotto che lo tormenta,nella sua lotta contro i propri demoni. Non viene giustificato,ma nemmeno moralisticamente condannato a priori. Si cerca di capire cosa succede e perchè, si indaga sulla condizione umana con ecquilibrio senza cercare la scena madre o quella forte per impressionare gli spettatori.

L'uomo è carnefice e vittima allo stesso tempo,e solo alla fine arriverà un possibile cambiamento

Il film è riuscito anche grazie alla presenza di un grande attore,mi sa un po' sottovalutato,cioè:Kevin Bacon
Che offre una memorabile performance:misurata,sofferta,spiazzante.

Da vedere se riuscite a non essere rondaioli e reazionari

CHE FINE HA FATTO BABY JANE? di ROBERT ALDRICH

Aldrich è un grandissimo autore che dovete a tutti i costi recuperare perchè fondamentale per il linguaggio cinematografico di un certo modo di fare film,moderno anche ai tempi.Nonostante il suo impianto sia ambiguamente classicheggiante
Questa è una storia nerissima e crudele di dipendenza,abbandono, gelosia,invidia e declino. Due sorelle un tempo famose ora vivono da sole ,schiave dei ricordi e di un rapporto sadico ,di subordinazione e malignità
Una è una ex attrice assai affermata costretta su una sedia a rotelle,l'altra una ex-bambina prodigio che non ha mai dimenticato il suo passato e si comporta come tale
Jane tortura psicologicamente e fisicamente Blanche,per rivendicare la sua rabbia contro il mond e la sorella ne subisce le conseguenze.

Il film è freddo ed analitico,ci mostra fino a dove la nostra mente può tranquillamente arrivare.Lo fa però senza strafare e ricercare l'effetto,ma con anche molta compassione per le due protagoniste. Abbandonate a vivere di rancore pensando al passato,affogando nella più nera follia

Memorabili Bette Davis e Joan Crawford.Un grande esempio di cinema!

LA TERZA MADRE di DARIO ARGENTO (?)

Come si sputtana terribilmente una saga assai interessante nel panorama horror italiano?Con questo film.Truculento in modo ridicolo e chiassoso,mal recitato,comico involontariamente-le scene delle zuffe tra cittadini posseduti dalla forza malefica e lo spirito della madre di Asia Argento-fastidioso anche nel suo essere reazionario,vedasi il brutale delitto delle due lesbiche.
Insomma uno dei peggiori film horror di tutti i tempi!
Alla larga,e rivedetevi i film vecchi del grande maestro!

IL punto di domanda tra parentesi è per sottolineare l'incredulità!

OTTOBRE di EINSESTEIN

Un grande classico della cinematografia mondiale nonostante abbia ottantadueanni. Il film celebra il decennale della rivoluzione sovietica e ne rielabora le diverse tappe.
Il risultato è un grandioso affresco storico e politico,una lezione rivoluzionaria che nonostante tutto però mostra già i primi segni del potere staliniano-trockji ne esce a pezzi,quando in realtà è stato insieme a Lenin il maggiore motore rivoluzionario e strategico -magnifico dal punto di vista della tecnica ,con un montaggio moderno nonostante il tempo.
Avvincenete nelle tante scene spettacolari ed epiche di battaglia, meraviglioso per le soluzioni visive che allietano i nostri occhi,commovente e trascinante.Un vero capolavoro cinematografico.

Viene da pensare alla possibilità di riportare un contesto di formazione e pratica rivoluzionaria ai giorni d'oggi,pare del tutto impossibile. Anche perchè a sinistra nonostante le recenti batoste si continua a perdere tempo parlando di unità e novità ,senza badare che si è perso il terreno fertile delle avanguardie di lotta per il popolo e la sua formazione.

Anzi ai banchetti mi capita sentire persone di sinistra parlare di superamento della lotta di classe,di modernizzazione che ha portato il prc a scomparire dalle scene politiche parlamentari.Grazie a cosa?A una politica socialdemocratica legata al posto nell'amministrazione del potere piuttosto che alla lotta delle classi meno abbienti.
Riprendiamoci vedendo sto film,va!

30 GIORNI DI BUIO di DAVID SLADE

Il genere horror è decisamente tra i più popolari e tra quelli che stimolano maggiormente un pubblico spesso giovanile a una sana visione.Per valutare quanto coraggio si abbia a resistere nella visione di film disturbanti e che mirano a risvegliare in noi parti buie del nostro essere.
Ultimamente in America escono parecchie cose assai scadenti, truculente buffonate e filmetti per teen-agers.
Per fortuna non è questo il caso che andiamo ad analizzare.Nossignori,qui ci troviamo di fronte a un bellissimo esempio di horror assai ben fatto.
Originale la trama:un paese in alaska rimane per un mese all'anno senza la luce del giorno.
Questa situazione avvantaggia una invasione di letali nemici.In pochi sapranno resistere e per vincere sarà neccessario il sacrificio di uno dei buoni.

Il film crea tensione,avvince,è suggestivo e originale nella sua ambientazione e nelle sue dinamiche che richiamano il grande cinema del new horror come Carpenter,ad esempio.

Per gli amanti del genere è assolutamente da non perdere!

GREMLINS di JOE DANTE

L'impiegato di Hollywood Steven Spielberg è anche da produttore assai presente sul set e cerca in tutti i modi di mettere il suo non stile all'interno di progetti che dovrebbero appartenere ad altri.Ne sa qualcosa Tobe Hooper,addomesticato e rovinato dal regista di Hook,sul set di Poltergeist.
Poteva succedere la stessa cosa anche a Joe Dante,regista di questa pellicola cult negli anni 80.Per fortuna in parte Dante si è salvato
Certo l'ambientazione natalizia da spot televisivo,certi leggeri stuporismi ,certi tentativi assai ruffiani di conquistarsi il pubblico,ma c'è anche un pizzico di anarchia e ironica crudeltà da parte dei mostriciattoli protagonisti che rende il film simpatico e divertente
Non è un capolavoro,non è forse nemmeno un buon film-almeno nel senso comune del termine-ma possiede momenti gustosi e mantiene lo spettatore complice della visione.
La storia arci nota è quella di uno strampalato inventore che regala al figlio uno strano animaletto,avendo evitato di seguire le regole per allevarlo bene ,il ragazzo sarà responsabile dell'invasione di mostriciattoli i quali metteranno la cittadina a ferro e fuoco.

Un tuffo nella nostra infanzia,per questo ci piace questo filmettino!

LETTI A 3 PIAZZE di STENO

Una godibilissima commedia diretta da Steno e che tra i suoi sceneggiatori vanta la firma anche del noto regista horror Lucio Fulci.
Un uomo è sposato felicemente con una bella donna,la quale è legata precedentemente da un matrimonio con un soldato disperso in Russia.
L'unione procede bene ,fino a quando il disperso si fa vivo e pretende la donna per sè.
Questo genera una divertente serie di gags tra i due uomini per avere la moglie e cacciare il rivale.

Il film parte da uno spunto serissimo,la disfatta dell'esercito italiano nelle lande sovietiche,per proporre una gustosissima commedia tutta sulle spalle di due colossi della risata come Totò e Peppino De Filippo.

Si ride tanto,e si passa un oretta e mezza assai spensierata. Un buon film da visionare!

RISATE DI GIOIA di MARIO MONICELLI

Il mondo dello spettacolo è da sempre nel mirino del cinema che spesso lo descrive come una giungla di persone senza scrupoli.
Monicelli in questo film descrive le vicissitudini di due poveri cristi:Tortorella e Umberto. Due emarginati e perdenti che vivacchiano ai margini del cinema. Una notte di capodanna movimentata e piena di insidie li unisce a un giovane malavitoso,del quale Tortorella si innamorerà,subendo una grossa delusione

Un mondo cinico e crudele con gli ultimi, dove nemmeno l'amore è un dono di sincerità e onestà, un ritratto al vetriolo dell'Italia del Boom,devastata dal consumismo e dalla superficialità e cafoneria dei nuovi ricchi e vecchi fascisti.
In tutto questo brillano,seppure da presunti perdenti,i due protagonisti:dimenticati attori del varietà,gente che non avrà mai una seconda possibilità per riuscire a ottenere un minimo di riconoscimento.

Bravissimi,struggenti ANNA MAGNANI E TOTO', per un film sfortunato al botteghino,ma validissimo come testimonianza di un'epoca e di un modo di vivere che forse anche oggi vede molti protagonisti cercare un'occasione che non arriverà mai.

DOVE E' LA LIBERTA' di ROBERTO ROSSELLINI

Uno strano incontro,per un film sfortunato che incassò poco. Però, a chi scrive poco importa quanto un film sia stato visto. Non è sicuramente il successo economico a fare un grande film,questo mi pare un pensiero largamente condivisibile.
Anche perchè il film merita molto come testimonianza di un incontro che potrebbe sembrare impossibile,invece è figlio di una grande sensibilità artistica dell'attore principale:Totò.

Il quale non ha mai disdegnato di aggiungere momenti più malinconici o lirici in molti dei suoi film,in questa pellicola punta decisamente sul drammatico.

Un uomo si fa venti e passa anni di carcere per avere ucciso colui che ritiene aver molestato la sua amatissima e santificata moglie. Uscito dal carcere però si troverà emarginato,ingannato,abbandonato dalla cosidetta società civile,tanto che alla fine dopo una serie di cocenti delusioni e dopo aver subito pesanti umiliazioni,ritornerà in carcere
Meglio tra detenuti,rifiuti e rifiutati della/dalla società che squallidi borghesi arricchitosi con il denaro rubato a persone fatte spedire nei lager o con l'usura,di una moglie traditrice e senza scrupoli,di un mondo ostile e cattivo.
Il problema dell'inserimento nella società dei detenuti è un problema tuttoggi non sorpassato e che pare non trovare soluzione. Per mancanza di voglia da parte delle istituzioni e della società civile ,che preferisce spendere energie e denaro in tempo,piuttosto che su programmi di reinserimento.
Una mentalità forcaiola,giustizialista,che vede il carcere come fossa comune della classe proletaria,perchè raramente la giustizia colpisce duramente le classi dominanti,non comprende che il detenuto è una persona che deve scontare si una pena certa,ma che questa pena deve essere un momento di rieducazione e inserimento.L'inutilità delle leggi finora proposte non ha fatto nulla per dare una nuova direzione a questo problema.Nonostante ci si vanti di vivere in un paese cristiano

mercoledì 4 marzo 2009

A PROPOSITO DI SCHMIDT di ALEXANDER PAYNE

Warren Schmidt è un modesto e mediocre assicuratore che dopo una vita di lavoro giunge alla pensione.
La vita però gli appare insostenibile:si annoia,non sopporta la compagnia della moglie,si sente perso nel grigiore quotidiano,nella normalità soffocante. Un giorno all'improvviso rimane vedovo e il mondo gli crolla addosso. Sopratutto quando scopre che la moglie lo tradiva con il suo migliore amico.Warren così si lascia andare ,unici scopi: scrivere lettere a un bambino africano che ha adottato a distanza e far saltare le nozze della figlia con un baldo giovine che lui non sopporta.
Parte perciò a bordo del suo camper per un lungo viaggio verso Denver,dove sta la figlia. Qui incontra la strana ed allargata famiglia del futuro sposo e nonostante cercho di non farli sposare non riuscirà nel suo intento. Tornato a casa e assalito dalla disperazione per una vita che sente di avere sprecato,riceve tramite la posta un disegno del bimbo africano. Questo piccolo gesto d'affetto fatto da un bambino che vive situazioni assai più difficili della sua,lo commuoveranno e lui piangerà di disperazione e gioia.

Un grande film che mescola sapientemente e senza strafare:dramma,commedia,grottesco. Il regsta segue il suo personaggio e con pochissimi elementi,(una notte insonne a guardare una parte del letto vuota,il girovagare per casa,un primo piano)egli ci fa entrare nell'universo di Warren , che rappresenta un ottimo simbolo del maschio medio occidentale. L'apparenza della felicità :casa,lavoro,famiglia,ma che in realtà nasconde sottile disperazione e inquietudine. La figlia idealizzata,ma non capita ..Tanto che il loro rapporto naufragherà nell'egoismo di lei che pensa al suo matrimonio con un tizio forse non giusto e quello dell'anziano che teme la solitudine.
Una società la nostra incapace di costruire dei rapporti relazionali seri e duraturi,persi nelle nostre beghe,nell'egoismo tipico della società individualista.
Fino a quando un semplice disegno,un gesto di amore disinteressato proveniente dal terzo mondo-ridotto così per colpa della società occidentale- ci trasporta nella giusta dimensione. Siamo qui per dare un po' di speranza e affetto agli altri,non per altro