sabato 23 aprile 2011
TOGLIATTI è TORNATO DI CARLO LIZZANI
il 14 luglio 1948 un infame cercò di ammazzare Il Migliore,colui che del comunismo in italia è stato l'esponente di maggior richiamo popolare e capacità organizzative.Certo era in ottima compagnia:longo,amendola,noce,pajetta e tanti altri.Il grande Pci,nostro orgoglio e punto di riferimento prima della svolta berlingueriana e il suicidio dell'unità nazionale. Questo documentario illustra il ritorno dopo quel terribile giorno e dopo le reazioni popolari soffocate nel sangue dalla sbirraglia scelbiana.La nostra democrazia è stata anche lotta di classe con le forze dell'ordine usate per soffocare nel terrore e nella morte le istanze di vera democrazia,quella dei lavoratori,volute dal popolo Che emozione vedere tantissima gente,uomini e donne bambini e anziani,festeggiare il ritorno di Togliatti!Le parate,l'emozione dei compagni,il toccante discorso del MiglioreDocumentario fondamentale e di strepitosa beltà
Dove La Terra Brucia DI ANTHONY MANN
Il genere western è quello che Ha la Storia,esattamente (,seppure in maniera diversa), come il poliziesco.Sono narrazioni universali,su temi che travalicano in sostanza la terra e le origini,sempre uguale eppure sempre diverso da sè stesso. Anthony Mann è stato un grande autore di western e questa pellicola riconferma la sua leggenda.Un uomo insieme a una donna e un altro passeggero sopravvive a una rapina al treno,cercano rifugio in una casa e si trovano in balìa dei banditi.Essi sono un branco di selvaggi allevati da un vecchio delinquente.Sono tutti parenti del nostro eroe il quale abbandonata quella sorta di famiglia diabolica aveva trovato una vita onesta e senza violenza. Purtroppo i suoi adorati parenti li porteranno a riscoprire il gusto della violenza Un film immenso sia per i paesaggi e la fotografia eccelsa,sia per le interpretazioni tra le quali spicca Gary Cooper.Una parabola sulla violenza,una visione distorta della famiglia americana,un capolavoro
Etichette:
anthony mann,
capolavoro,
famiglia,
gary cooper,
west
LA DESTINAZIONE di PIERO SANNA
Film prodotto dalla Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi,opera di soprendente pulcretudine artistica.Sanna dirige,monta,scrive,questa storia dedicata alla sua Sardegna.Emilio è un giovane romagnolo che decide di fare il carabiniere- "vado al cine,al teatro,in discoteca gratis" questa la sua motivazione- durante l'addestramento conosce un giovane sardo che per non fare il pastore decide di servire lo stato.Suggestionato dai racconti dell'amico decide quindi di andare proprio in Sardegna,quella è la sua destinazioneArrivato si troverà al centro di una faida tra pastori con tanto di morto ammazzato.Straniero in terra straniera,nemmeno l'amore contrastato per una ragazza locale potrà farlo rimanere. Un film bellissimo dove Sanna spiega il lavoro del carabiniere dal dentro stesso dell'arma salvandoli dalla macchietta e rappresentandoli come uomini di stato e anche analisi dei mali della sardegna-ma non solo- senza però strizzatine d'occhio al pubblico,ma mostrando quello che accade.Il film ha il ritmo giusto degli eventi della vita non cerca di essere veloce e semplice,anzi il suo rigore molti olmoniano è garanzia di pellicola severa e attenta ai personaggi,alla storia,al contestoDavvero una formidabile testimonianza di grande cinema italiano
Etichette:
cinema d'autore,
cinema sardegna,
italia da rifare,
piero sanna
Piranha di Joe Dante
La materia prima di questo cult è sicuramente una variante sul tema de Lo Squalo.Ci sono tutti i classici stereotipi e luoghi comuni del genere:la gara dei bambocci cazzola , la bimba che ha paura dell'acqua,loschi manigoldi affaristi ,eroi per caso e così via.Eppure devo dire che il film è un gioiellino e i piranha a tratti rubano la scena a tutti!Infatti il film è girato quasi fosse un classico della fantascienza anni 50,visto anche i tanti riferimenti e omaggi all'atmosfera e ai film di quell'epoca.Due ragazzi scompaiono mentre fanno il bagno in una vasca situata in una ex zona militare.Un'investigatrice privata insieme a un locale-divorziato e alcolizzato apparente- solitario e burbero.I nostri eroi scopriranno che i militari hanno creato una nuova razza di piranha da usare nella guerra in vietnam e in altre zone .Sbadatamente la donna libera queste bestie feroci che divoreranno parecchia gente.Finale assai aperto tendente al pessimismo cosmico. Da notare che la pellicola usa tante glorie del genere sci-fi ed horror come Kevin Macharty- l'invasione degli ultracorpi-e sopratutto Barbara Steele..a colori! Grande film di genere scritto da un maestro del cinema indipendente :John Sayles,(fratello di un altro pianeta,lone star,otto uomini fuori) e diretto dal grande Joe Dante.Innovatore tradizionale del genere
Etichette:
abissi di terrore,
animali assassini,
horror,
joe dante
venerdì 8 aprile 2011
IL PRESTANOME di MARTIN RITT
Durante il maccartismo un uomo,cassiere in un bar e dalla vita sgangherata,accetta di far da prestanome a un amico il quale non può lavorare in quanto finito sulla lista nera ,per simpatie comuniste. Il lavoro funziona talmente bene che altri scrittori gli affidono i loro copioni per la tv. Howard diventa così sempre più ricco e inserito nel dorato mondo dello spettacolo,fino a quando la morte di un attore abbandonato da tutti perchè "comunista",lo porterà a una coraggiosa azione. La terra della libertà si basa da sempre,come tutte le nazioni occidentali "democratiche e liberaldemocratiche" sulla penosissima e maldestra ipocrisia del libero pensiero,espressione,stampa,poi nel suo agire quotidiano emargina ed elimina le voci scomode che non riesce a comprare o a costruire direttamente da sè. Il maccartismo è stato un periodo assai buio perchè ha anche colpito la parte migliore dello spettacolo e cultura americana.Alcuni hanno resistito al far autodenuncia o peggio ancora denunciare gli altri,altri invece no-come elia kazan,umanamente lo posso comprendere,ma sostengo assolutamente Nick Nolte ed altri che non hanno applaudito il regista al momento della consegna dell'oscar per la carriera Ritt dirige un'ottima commedia sfruttando al meglio Woody Allen come attore,per raccontare quel periodo storico. Zero Mostel se non sbaglio ha anche vinto l'oscar per la sua interpretazione di attore famoso abbandonato a un triste destino per la colpa di aver partecipato a una manifestazione. Il film è fatto da gente che era veramente sulla lista nera,d'altronde un grande come Ritt faceva film troppo intelligenti per le merdacce maccartiste
Etichette:
amerika,
caccia alle streghe,
capolavoro,
Martin Ritt,
Woody Allen
giovedì 7 aprile 2011
NEL BEL MEZZO DI UN GELIDO INVERNO di KENNETH BRANNAGH
Kenneth Brannagh è inglese e si piace.Sembra quasi un ossimoro,ma è così.Certo un attorone,come si suol dire in terra brianzola per definire a seconda o un attore bravissimo oppure un bellimbusto imponente e impotente,credo non accetti di farsi vedere in wild wild west,gran cazzata tra le cazzatone. Nondimeno rammentiamo anche sue prove davvero brillanti e insomma è un po' il remake attoriale in terra usa e nebbie della perfida abbione,di :Sergio Rubini.Non c'entra un cazzo,ma mi andava di fare un parallelo tra due attori e registi che a me suscitano sentimenti ambivalenti di stima e antipatia! Meglio che la desolata amarezza di un Ozpetek o Muccino. Vabbè,ma questo film è stupendo!Un piccolo,ironico,malinconico,dolce,tenero e acuto atto d'amore per il teatro e per gli attori. Un attore in crisi cerca di salvare una vecchia chiesa destinata alla demolizione recitando Amleto di Shakespear,un classico per gli inglesi come per noi Totò.Il cast che sceglie è un campionario di stereotipi e luoghi comuni della recitazione,ma sono così ben scritti e recitati da svelarci una grande verità:per difesa come degli stronzi ,scriviamo che codesti personaggi siano stereotipi e luoghi comuni,come se l'umanità fosse altro,oltre,migliore...No! Stereotipi blateranti luoghi comuni in penosa ricerca di una personalità originale,ormai non sono più rinchiusi nello zoo dello spettacolo,ma stanno anche e sopratutto tra la gente normale ,il sano popolo. E allora applausi a Brannagh che scrive una commedia umana leggera,ma toccante.Ottimo bianco e nero,buona recitazione,un film pulito.E in questi tempi il sapone andrebbe usato mooolto!
RIVINCITA DI NATALE di PUPI AVATI
Sequel del celeberrimo e premiato Regalo di Natale,riprendendo lo stesso cast del primo film.Franco dopo la sconfitta si è rifatto una vita ,ha ripreso il successo e la posizione sociale "invidiabile", anche se chiaramente non ha scordato affatto quella lontana e triste sera.Un giorno un chirurgo lo informa che l'amico Lele è malato terminale e quindi che farebbe bene a incontrarlo. L'uomo a Bologna oltre che rivedere il vecchio amico,allaccia anche una relazione extraconiugale con la giovane moglie del dottore.Ben presto l'idea di una rivincita si fa strada tra gli ex amici:Lele e Camillo-ma non son sicuro del nome- se la passano male tra debiti e delusioni,Franco e Stefano invece so ricchi e brave persone.Poi si aggiunge anche il professionista del primo film e via che si ritorna a giocare.Ci saranno ancora tradimenti e riscatti fino al ritorno alla proprio esistenza quotidiana Un buon film che si lascia vedere,ben interpretato,ma che secondo me snatura un po' la grande storia del primo.Come se l'autore non si fosse perdonato il finale amarissimo del primo e avesse voluto sistemare le cose "per bene".Una sorta di noir-l'intrigo leggero leggero, un po' stile noir- a suo modo classista,(i poveretti son ladroni e traditori ),è comunque un film dignitosissimo.Ottimi gli attori ,gli stessi dell'irragiungibile regalo di natale ps:a ripensarci è però assolutamente pleonastico
REGALO DI NATALE di PUPI AVATI
Come tutti sanno io sono un ammiratore del cinema di Pupi Avati.Certo il girare troppo frequentemente-una pellicola all'anno più o meno-ha reso il suo cinema forse un po' bozzettistico e non sempre riuscito,nondimeno è giusto riconoscere ad egli un ruolo fondamentale e di prima importanza nel nostro cinema In virtù anche di un cammino artistico pieno di cambiamenti e di stili diversi.Dalle prime pellicola anarchiche,amare e crudeli,al cinema horror di grande impatto,alla rievocazione storica . Regalo di Natale per molti è tra i suoi film migliori.Concordo.Una storia semplice ,gestita da una regia assai pudica che si annulla nel descrivere i suoi personaggi per renderli al meglio.Credibili e veri. Quattro amici si trovano a sfidare la sera di Natale un ricco industrialotto con il vizio del gioco e delle grosse sconfitteSono Franco un gestore di cinema in crisi economica,Ugo un venditore televisivo fallito,Stefano istruttore di palestra gay non dichiarato,Lele un critico cinematografico troppo buono e fesso.A sfidarli un raffinato giocatore con la capacità di perdere grosse cifre Non tutto funziona tra gli amici.Ugo ha rubato la donna ,anzi la sposa a Franco.La sera procede lentamente escono piccoli conflitti e un gioco sporchissimo orchestrato contro uno di essiAmarissimo film ,di sottile e lucida misantropia,cattiveria appena accennata e pure tagliente. Ottimo il cast:abantantuono,cavina,delle piane,haber,perfino george eastman è in parte .C'è un seguito,al tempo mi sembrò superfluo,dovrò rivederlo!
IL TORO di CARLO MAZZACURATI
Certamente per molti è il miglior film del regista veneto.Anche con questa storia parte dalla sua terra,ma poi si sposta per narrare il buio che è arrivato con la guerra in jugoslavia.Atto di colonialismo predatore portato avanti con la solita balla della missione umanitaria,del diritto civile,della libertà,dalle quinte colonne fasciste e cattoliche e islamiche.Un mondo che crolla in parallelo con un altro:il lavoro nella azienda agricola dopo anni e anni di fatica,una pedata in culo e via.Disoccupati.Tanto il padroncino-categoria da eliminare nella società perfetta-se ne frega alla grande.Così il colpo di genio!Sequestriamo Corinto,toro da monta di grandissimo valore economico.Due lavoratori disperati tenteranno di venderlo all'est,direzione Ungheria.Però la guerra è arrivata fino in quel della jugoslavia.Smontata con il beneplacito dei tedeschi principalmente ,che così mettono in atto un loro vecchio sogno di dominio.Bruttissimi tempi,pessimi!I nostri eroi proletari dovranno affrontare mille avventure amarissime e disperate,fino a quando... Un bellissimo film :equilibrio di narrazione e recitazione,ottima fotografia,analisi dell'ambiente italiano ed estero.Commovente e profondo,ma senza essere retoricoIl miglior Mazzacurati per molti Ottimi Diego Abantantuono e Roberto Citran
LA LINGUA DEL SANTO di CARLO MAZZACURATI
Mazzacurati è uno dei miei registi preferiti.Pur riconoscendo a egli una certa debolezza retorica e moralistiggiante,ha una padronanza assoluta del mezzo cinematografico .Muove benissimo la macchina da presa,ha gusto e grazia per i particolari,i colori,le espressioni degli attori.Narra da sempre la sua terra il Veneto-regione che mi sta francamente sulle palle,ma che ha una bellezza potente ed evocativa.Non ci fossero i veneti sarebbe anche meglio.Questa cosa la penso anche del piemonte,della toscana,della Francia ad esempio.Vabbè ma son misantropo,dal cuore d'oro,ma pur sempre misantropo- raccontando le contraddizioni di una terra di poveri che diventa grazie alla tenacia e alla volontà di essi una delle zone più ricche dell'italia e non solo.Certo che i poveri arricchiti mostrano un attaccamento clamoroso al loro bene materiale e noi lo comprendiamo benissimo.Da qui partono certi comportamenti sociali,di settarismo,di egoismo,di perbenismo e di corruzione totale della morale e del sociale.Il leghismo è la naturale conseguenza.Un partito che difende non il territorio,ma il protezionismo di una parte di essa,quella dei signori.Notate ad esempio come il problema dell'infiltrazione mafiosa-cosa di più terribile per ilterritorio- non sia stata mai denunciata .Questi imbecilli erano in prima fila contro i temibili migranti,mentre i criminali si occupavano di costruire sul territorio.Macchiette squallide. In questo contesto nasce l'opera La Lingua del Santo.Un buon film con una parte centrale che gira un po' a vuoto,ma sostanzialmente riuscito nella sua rappresentazione poco edificante di un certo tipo di societàFilm che si regge per la bravura assoluta di due grandi attori come Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio.Un giocatore di rugby a fine carriera e un ex venditore di penne travolti dai tempi moderni del benessere schizofrenico e della corsa folle al denaro ,alla posizione da esibire.I due ruberanno la reliquia di san antonio con dentro la sua lingua.Turberanno la loro terra e avranno tutti contro,ma la loro voglia umanissima di riscatto non si fermerà davanti a nulla.Un film che forse non del tutto riuscito,ma ha una forza trascinante e un'urgenza,una necessità di mostrare e dire certe cose tanto da renderla una di quelle pellicole che vanno viste,analizzate,discusse
QUESTIONI DI CUORE di FRANCESCA ARCHIBUGI
Non amo in modo particolare il cinema della Archibugi,classica emanazione del cinema democratico e un po' retorico.Nondimeno le riconosco una buona capacità registica e sopratutto è ottima nel dirigere gli attori,(più che le attrici) Il suo film migliore rimane Il Grande Cocomero,diciamo che questo Questione di Cuore si avvicina molto.La storia è più che altro rappresentazione di due personaggi diversi tra di loro,della loro amicizia,(quella più forte e duratura e sincera di tutte:l'amicizia virile,alla faccia della tanto pompata sorellanza!),del loro percorso nella malattia e per uno di essi nella morte. Uno sceneggiatore e un meccanico si ritrovano vicini di letto all'ospedale dopo aver rischiato grosso per colpa di un infarto.Nasce una grande amicizia che lega due mondi, (uno di spettacolo,autorappresentativo, l'altro di lavoro e beni materiali),diversi tra loro.Porta un po' di scompiglio alle compagne,ma andrà avanti nonostante uno dei due cerchi di nascondere il fatto che è condannato a morire.Un ottimo racconto di formazione e accettazione della malattia,della morte,dell'amicizia di qualcuno che non avremmo mai calcolato in altri frangenti.Il film non brilla certo nella sceneggiatura o nella regia-con alcune scene un po'didascaliche e troppo rappresentative,il pianto della compagna di albanese sul divano ad esempio è superfluo.Almeno che quel giorno non avanzasse del mentolo sul set),certamente le attrici non sono bravissime,(la Ramazzotti non mi convince affatto),e allora perchè diciamo che la pellicola è davvero buona e assolutamente da vedere?Per Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart.Sono così naturali,immediati,empatici,che pare davvero di essere lì con loro.Il confine tra girato e esistenza reale nostra viene da loro superato.Commovente con grazia ed equilibrio.Ci fa meditare sulla nostra fine-moriremo tutti per malattia,lo sapete no?Magari pure abbandonati in qualche ospizio o con il cadavere lasciato a decomporsi sul divano-e sulla forza di un grande,nobile,unico sentimento L'amicizia
GLI INESORABILI di JOHN HOUSTON
Epico e classicissimo capolavoro western del grande John Houston.La storia di due famiglie di coloni da sempre in affari nel campo del bestiame.La vita appare tranquilla,ma ad un tratto un misterioso uomo porta a galla una brutta storia di massacro in un campo indiano e il rapimento di una bambina.Codesta bimba viene cresciuta da una delle due famiglie di allevatori.Il problema è che gli indiani la rivogliono. Regia titanica,veramente epica-altro che le mezze seghe dei manowar-grandi personaggi e attori in forma.Sopratutto un eccelso Burt Lancaster e Audry Hepburn,insomma quella di Collazione da Tiffany.La parte dell'assedio indiano è magistrale,anche se il film alla fine potrebbe sembrare un pochetto razzista,ma in sostanza è solo americano.
Etichette:
burt lancaster,
capolavoro,
cinema,
cinema d'autore,
cinema di genere,
classici,
john houston,
west
Iscriviti a:
Post (Atom)