martedì 22 giugno 2021

Night Game- Partita con la morte di Peter Masterson

 Se dovessi dire quale è il mio genere preferito, forse ed esclusivamente per oggi, direi il thriller. Quei film in cui c'è un pazzo scatenato che macella senza pietà a destra e a mancina, ma che viene spedito all'inferno dal classico poliziotto che fa giustizia da solo.  Ci sono tantissimi modi per portare sullo schermo una storia così semplice e poco propensa a profonde riflessioni.

Night Game è una di quelle opere fatte davvero bene e perse nel dimenticatoio. Per fortuna potete vederlo su Youtube.


Ci troviamo di fronte a un purissimo film di genere, senza alcuna ambizione se non quella di donarci un ottimo spettacolo, creando momenti di mistero e altri più ironici per alleggerire la tensione. Sicuramente non ci sono trovate di regia o presenti nella sceneggiatura, capaci di donare originalità alla storia. Ma sinceramente non ne sentiamo proprio il bisogno. Perché pur nella sua classicità. basicità, linearità,  la storia regge bene e i personaggi sono scritti benissimo.

Prima di tutto perché c'è un buon cast, capitanato da un sempre ottimo Roy Scheider,. Inoltre la regia di Masterson è solida, robusta, sa creare buoni momenti di tensione e violenza quando deve mostrare i delitti e mantenere l'attenzione dello spettatore anche nei momenti di raccordo, o nelle parentesi sentimentali.  Il film narra le indagini del detective Mike Seaver di Galveston, Texas, alle prese con un crudele e feroce serial killer che scanna le sue vittime con un uncino. Seaver è un uomo dal passato tormentato (figlio di un boss della malavita locale) non ben visto da alcuni colleghi, tuttavia è un buon poliziotto e farà di tutto per prender l'assassino.


Mentre i delitti aumentano e la pressione tra gli investigatori sale, all'improvviso pare aprirsi una strada che possa portare alla cattura del feroce killer.  Qualcosa legato alle partite di baseball giocate da una promettente squadra locale.

La pellicola è diretta dal regista, attore, sceneggiatore Peter Masterson, padre di Mary Stuart Masterson nota per Pomodori verdi fritti alla fermata,  come attore costui ha interpretato il ruolo dello psichiatra in quel capolavoro senza tempo che è l'Esorcista. Non ha diretto molti film e questo è l'unico che ho visto. Per quanto mi riguarda un ottimo thriller con un buon cast e una trama solida. Merita una riscoperta

lunedì 21 giugno 2021

il mistero del castello.di don sharp

 Una coppia di sposini in viaggio di nozze in Baviera ha un problema con la loro macchina, per cui sono costretti a cercar rifugio in una locanda. L'atmosfera di abbandono, trascuratezza, del locale in cui decidono di stazionare aspettando il momento propizio per andarsene, non turba minimamente la giovane coppia. I proprietari dell'albergo mostrano un comportamento strano nei loro confronti. Da una parte l'uomo fa di tutto per intrattenere gli ospiti, mentre la donna sembra persa in un mondo lontano. Passa poco tempo e ai due giovani sposi giunge, tramite lettera, la richiesta di recarsi al castello di un conte, una specie di signorotto locale, che vorrebbe conoscerli di persona.


Un b-movie della Hammer ha sempre un suo fascino personale che lo contraddistingue da tutto il resto delle produzioni horror.Anche quando ci troviamo a veder l'opera di un buon mestierante, ma di sicuro non un maestro come Fisher o Freddie Francis, giusto per far solo due nomi. Sharp dirige una pellicola che osa creando un'atmosfera di perversione e violenza trattenuta, puntando sulla seduzione come trappola del male, creando un forte contrasto tra bene e male, che nella sua pratica in realtà mette in luce la ferocia, anche ottusa, di chi combatte contro il maligno. Non mancano anche elementi macabri, paurosi, che all'epoca, a mio avviso, avranno senza ombra di dubbio spaventato molti spettatori.

Dal sangue che esce copioso da una bara, fino al finale (tra i più feroci ed originali)  l'opera non tralascia quasi nulla, per disturbare lo spettatore. Certo, oggi siamo abituati a cose ben peggiori, tuttavia mi piace ricordare che proprio il genere horror è quello che da sempre si batte per contrastare la censura e spostare l'immaginazione, la potenza di mostrare l'immostrabile un passo più in avanti.  Questa lunga tradizione è stata portata avanti anche da registi di serie b, non eccellenti, ma che con il loro duro e onesto lavoro, sovente bistrattato, hanno scritto la storia del cinema horror e in parte anche quella della nostra società.

giovedì 17 giugno 2021

Spiaggia di sangue di Jeffrey Bloom

 Appena il tempo accenna a migliorare e le dannatissime nuvole dense di pioggia spariscano dalla circolazione, mia moglie è già pronta per andar al mare. 

Ella di solito è una persona pacata, tranquilla, riflessiva, eppure la vicinanza della possibilità di trascorrere un torrido e afoso giorno al mare, la trasforma. È talmente piena d'amore per la spiaggia, l'acqua, le sue nuotate, che alla fine mi convince sempre ad andar con una strana allegria verso un luogo che non ho mai amato per trenta e passa anni. Miracolo dell'amore.

Ora Jeffrey Bloom con codesta pellicola mi ha offerto una buona scusa per evitare le spiagge e il mare

Santa Monica, California.  Alcune persone (e un povero cane) scompaiono misteriosamente mentre si trovavano sulla spiaggia.  Un agente della guardia costiera inizia ad indagare insieme alla sua ex(si torneranno insieme non temete)  per comprendere che succede.  Anche la polizia è sulle tracce del misterioso e ferocissimo assassino, quasi sicuramente non umano- anche se si dispongono di pochi elementi concreti per poter capire chi o cosa stia provocando quei macelli-  e tanto fa, tanto dice che l'intervento delle forze dell'ordine darà una bella svolta al finale della storia.


Ricordo che questa pellicola passava spesso su TMC, ma all'epoca non le diedi mai nemmeno una visione. Per mille ragioni, sicuramente la più convincente era che tenevamo TMC per far numero. Guardavo spesso Odeon e Telecity, vabbè ma mo entro nel fantastico mondo delle tv private lombarde, cosa di cui a voi non frega nulla.  Volevo solo scrivere che queste reti più o meno grandi, o di alterne fortune hanno, di fatto, creato il gusto per il cinema popolare più spinto, meno raffinato, ma non meno efficace o appassionante, in diverse generazioni di cinefili. Quando non c'era ancora Tarantino e si poteva divertirsi con delle grandi cazzate per un'ora e mezzo della propria vita, poi si tornava alla propria esistenza, che negli anni 80 faceva schifo come oggi. 

In fin dei conti quei film, come Blood Beach, sono opere grezze e violente che si basano su una buona intuizione, qualche effetto truculento- che rivisti anni dopo sono anche pietosi- e tantissimo mestiere.  Questi film sono la classe operaia del cinema e averli trasformati in oggetti di battute, sproloqui, citazioni che fa tanto figo, significa non averli capiti. Peggio ancora averli trasformati in passatempi borghesi.

Bloom gira un film rozzo, che si affida a effetti speciali artigianali, qualche buona intuizione, personaggi anche sgradevoli- come il detective interpretato da un bravissimo Burt Young, cinico e sarcastico- eppure si tifa per loro.  Un prodotto capace di creare paura, tensione, solo con dei mucchi di sabbia che si muovono, qualche sequenza violenta, e nel finale una certa amarissima vena dissacrante e polemica.

Sono film che mi piacciono perché non vogliono passare alla storia, ma se possibile a incassare e poi via. Però c'è professionalità, non si fanno cose a cazzo di cane. Almeno che non se la sia davvero pensata. 

Penso che andrebbe recuperata questa piccola chicca. La trovate su Youtube.

martedì 15 giugno 2021

aenigma di lucio fulci.

 Ci sono tanti motivi per cui un film ci piace. Non sempre perché ci troviamo di fronte a un ottimo prodotto o quanto meno decenti. Mi rendo conto perfettamente dei mille problemi che ha codesta pellicola: pessima recitazione, sceneggiatura non proprio perfetta, alcune parti tediose che non aggiungono nulla.

Però è la prima pellicola di Fulci che ho visto, da qui mi sono interessato ad altre opere del noto regista romano. Non sono un suo fanatico ammiratore, ma reputo molti suoi film davvero notevoli e che meriti il massimo rispetto da parte degli amanti del genere horror e non solo.


L'opera prende spunto da Carrie- lo sguardo di Satana, come ammesso dallo stesso Fulci, e a mio avviso cita ampiamente e prende spunti anche dal film Il tocco della medusa. Narra di una giovane ragazza che non brilla per bellezza ed è di umili origini- la madre è una specie di oligofrenica che fa le pulizie nel prestigioso college femminile frequentato dalla nostra sfortunata protagonista-  che a seguito di uno scherzo feroce cade in coma.


L'incidente passa sotto silenzio e la vita nel college e per le ragazze protagoniste dell'incidente procede regolarmente.  Fino quando giunge una nuova studentessa, di nome Eva.  Il suo arrivo dopo pochi giorni dell'incidente non fa nascere nessun sospetto, e perché mai? Mica che hanno visto il film e sanno che costei è una rappresentazione della rabbia feroce della povera ragazza in coma.  Dal momento del suo arrivo, tutti quelli che hanno avuto un ruolo nell'incidente muoiono in modi raccapriccianti.


Sono proprio questi delitti il punto di forza del film. Dalla ragazza ricoperta dalle lumache, alla giovane strozzata da una statua, fino all'incubo del protagonista maschile che sogna di esser divorato da Eva durante un rapporto sessuale.  Nonostante il basso budget, e l'ambientazione che si comprende benissimo non aver nulla di americano- il film è girato in quel di Sarajevo-  la mano del Maestro del brivido, del terrorista dei generi, si vede proprio nella cura con cui queste scene memorabili sono state girate.  In questa pellicola manca quasi del tutto lo splatter e il gore, ma le scene di orrore sono davvero impressionanti e girate benissimo. In fondo, basta solo questo per accontentarci.

Certo non è il miglior Fulci, l'opera risulta debole, colpita da una recitazione pessima e da altri problemi, sopratutto di budget, ma ha un suo fascino, ci regala scene memorabili e indimenticabili. 
Lo trovate su Youtube.
Ps: mi sa che è l'unico film di Fulci con un finale positivo!


la lupa mannara di rino di silvestro

 In pieno medioevo, una donna attraverso un rito satanico si trasforma in una lupa mannara- effetto abbastanza comico a dir il vero- i contadini non prendono benissimo la cosa e la vogliono metter al rogo. Lei riesce ad attaccare un villano e sbranarlo. 

Secoli dopo in quella zona ci abita, con l'anziano padre, la giovane Daniela. La donna è traumatizzata per colpa di una violenza subita da ragazzina che le ha lasciato una profondissima paura e fortissima repulsione per il sesso. Ella è spaventata e furiosa con il genere maschile e vede la sessualità come una cosa pericolosa.  Inoltre- visto che non si fa mancare nulla- è sotto l'influenza maligna di quella sua antenata bruciata secoli prima.

Le cose precipitano quando la sorella torna a casa dall'America con il nuovo marito.  Spinta e posseduta dallo spirito maligno della lupa mannara, Daniele seduce e poi sbrana il cognato. Si sbarazza del cadavere gettandolo in un burrone, ma traumatizzata dal gesto compiuto finisce in una clinica. Ovviamente scapperà anche da lì. Durante la fuga ucciderà un po' di gente, fino a quando le cose sembrano mettersi bene quando trova un bravo uomo. Purtroppo la felicità dura poco,..

Il film per quanto improbabile, ridicolo, assurdo, ha dalla sua un certo ruvido fascino. Merito di una buona fotografia, di una malinconica colonna sonora,  ma non solo. Contestualizziamo, perché penso che oggi verrebbe visto come opera sessista e chissà che altro, in realtà la sessuofobia della protagonista non possiamo negare viene usata per mostrare momenti di insistita sessualità, al limite del softcore e anche oltre.  Tuttavia la sceneggiatura scritta da Di Silvestro e Howard Ross- figura centrale per un certo tipo di cinema di genere e degenere- costruisce Daniela come una vittima, una donna a cui è capitata una cosa terribile e che per questo ne paga le durissime conseguenze.  Costei è vittima della violenza maschile, e reagisce attraverso la maledizione di trasformarsi- non sempre a dir il vero- in una creatura mostruosa.  C'è un'atmosfera cupa, di implacabile condanna, solitudine, che permane l'intera pellicola. Certo è un film di genere che vuol incassare e non prender posizione politiche, ripeto è spesso anche ridicolo al limite dell'imbarazzante, ma è a modo suo suggestivo

In fin dei conti viste le premesse, il trucco, l'isteria esagerata con cui l'attrice protagonista- mi sa che ha fatto solo codesto film- mette in scena gli attacchi del suo personaggio, poteva andare decisamente peggio. Invece abbiamo un film di genere, che esprime totalmente l'epoca in cui è stato girato, ma che dona anche buonissimi momenti. 
Si trova su Youtube.



domenica 13 giugno 2021

un posto ideale per uccidere di umberto lenzi

 Questa pellicola nelle intenzioni di Lenzi doveva essere una sorta di Easy Rider ambientata in Italia. I produttori, per fortuna dico io, hanno spinto affinché si girasse una pellicola tendente al giallo. Tra le opere di questo genere dirette da Lenzi, questo film è tra i miei preferiti.


Il film narra le vicende di due giovani figli dei fiori, due ragazzi liberi e libertari, come ce ne erano tanti in quegli anni. O almeno quello che i vecchi pensavano fossero i giovani di quell'epoca- ora noti come ok boomer- per cui pronti a ogni avventura,  senza il senso della coppia e di un progetto comune ad eccezione di vivere alla giornata, corpi desideranti, come si suol dire, insomma la rivoluzione dei costumi e sessuale.  Infatti la coppia formata da Ray Lovelock e Ornella Muti, vive liberissima da ogni regola o struttura "borghese", vendendo immagini pornografiche, delle quali sono protagonisti assoluti.  Girano per l' Europa, fanno soldi, e li spendono tutti, ricominciando da capo.


Giunti a Firenze vengono intercettati dalla polizia. Scappano, ma si ritrovano senza benzina, così si fermano in una villa. Qui trovano la padrona di casa, la quale dopo un'iniziale momento di terrore, acconsente ad ospitarli nella sua magione.

Le cose vanno bene per un po' fino a quando precipitano del tutto e i due ragazzi sequestrano la padrona di casa.  Perché costei voleva chiamare la polizia? Perché ha fatto in modo che il ragazzo prendesse in mano una rivoltela, trovata all'interno del cruscotto dell'automobile? Cosa c'è nel bagagliaio?


I due ragazzi sottovalutano la situazione o, peggio ancora, sopravvalutano le loro capacità e le reazioni al loro piano. Ben presto finiranno nella tela del ragno. 

In un certo senso, anche se deluso dal suo progetto, Lenzi fa un buonissimo lavoro, mostrando un piccolo mondo chiuso in una villa, che però rappresenta lo scontro generazionale e di classe che scuote l'Italia in quegli anni.  Un gioco al massacro condotto dai giovani spavaldi, figli del nuovo che non si pone problemi di nessun tipo, ma che vuole solo veder esauditi i desideri, vivere una vita elettrizzante e maleducata- come canta il buon vasco- convinti di lasciarsi alle spalle la vecchia borghesia, tanto da legarla, tormentarla, come se fosse un nuovo gioco, dal quale uscirne incolumi. Allo stesso tempo la padrona di casa dietro alle buone maniere, alla gentilezza, al distacco, nasconde un'anima nerissima e criminale.  Su questa ambiguità Lenzi costruisce un film dove tutti sono colpevoli, deformati da obiettivi corrotti.

Il film si distacca anche un po' dal tipo di thriller che andava in voga all'epoca, Più che alla potenza visiva dei delitti, si punta verso un giallo più classico, riletto con lo spirito di quei tempi. Ottima Irene Papas nel ruolo della borghese. Costei gestisce molto bene il suo personaggio, passando da povera vittima a carnefice e viceversa sempre con un buon controllo del personaggio.

Lo trovate su youtube.

venerdì 11 giugno 2021

il prato macchiato di rosso di riccardo ghione.

 Il cinema di genere, da sempre, offre l'opportunità di rappresentare conflitti latenti nella società attraverso linguaggi di grande presa sulle masse.  Ha la forza di saper indagare e metter in scena non solo le mode e i fragili sogni delle generazioni precedenti (o attuale) ma anche di descrivere le forze oscure, reazionarie, che si celano dietro ai modi distaccati e garbati della borghesia.


Riccardo Ghione è uno sceneggiatore, regista, produttore che vanta alcuni progetti fallimentari ma straordinari dal punto di vista della cultura cinematografica, basti pensare al progetto Documento Mensile che fonda con Marco Ferreri, ma che fallisce dopo poco tempo. Si comprende, o si immagina che costui sia stato un uomo da molte idee e non tutte riuscite, ma come molti uomini di cultura e spettacolo del tempo, capaci di suggestionare e affascinare con film come questo horror, sicuramente bislacco, sconclusionato, con momenti anche un po' naif, ma che conquista l'attenzione dello spettatore.

 Horror che conferma come l'Emilia, così soleggiata e piena di campi, sia un posto ideale per girare dei film ricchi di brividi, folk horror in cui rappresentare una società chiusa, staccata dal mondo, feroce.
Il film narra le gesta di questi tre individui, che vedete nella foto qui sopra, che non hanno nulla di meglio da fare nella vita che rapire persone emarginate, esclusi,  gente giudicata dalla morale borghese come rifiuti umani, per ucciderli barbaramente dissanguandoli. Con il sangue, queste sbarazzine birbe, ci fanno il vino.


Il film conquista per una sua atmosfera figlia degli anni settanta, così eroticamente perversa e in cui i comportamenti liberi e libertari vengono schiacciati dalla morbosità folle e omicida delle persone dabbene.  In un certo senso è un horror padano figlio della contestazione generale.  Ghione, autore anche della sceneggiatura, porta in scena la lotta di classe, lo scontro tra gruppi sociali, dando corpo e sostanza a una vera e propria denuncia sociale e politica. 

Non tutto funziona, qualche attore davvero cane e alcuni passaggi un po' campati in aria, ma da film di questo tipo noi chiediamo e vogliamo solo l'intrattenimento, l'arroganza e la sincerità di mostrare quello che ci pare, senza fronzoli e bigottismo.  Io credo che questo film riesca nella sua missione.

Il ritratto è quella di una borghesia corrotta, divisa al suo interno da odio implacabile, ma che collabora per annientare le classi sociali svantaggiate, per affari e decoro. Certo, non essendo un libertario, devo dire che queste vittime si gettano tra le braccia dei loro carnefici, ma l'attacco e il nostro disprezzo vanno tutti per questi assassini ossessionati dal denaro, dall'accumulare ricchezze, e con nostaglia pensiamo, oggi si potrebbe far un film simile? O trovi il solito liberale da strapazzo che inorridito ti dà del fascista o del bolscevico fuori tempo massimo, perché fai quello che vuoi, ma non attaccare mai il padronato.

Lo trovate su youtube.