domenica 13 giugno 2021

un posto ideale per uccidere di umberto lenzi

 Questa pellicola nelle intenzioni di Lenzi doveva essere una sorta di Easy Rider ambientata in Italia. I produttori, per fortuna dico io, hanno spinto affinché si girasse una pellicola tendente al giallo. Tra le opere di questo genere dirette da Lenzi, questo film è tra i miei preferiti.


Il film narra le vicende di due giovani figli dei fiori, due ragazzi liberi e libertari, come ce ne erano tanti in quegli anni. O almeno quello che i vecchi pensavano fossero i giovani di quell'epoca- ora noti come ok boomer- per cui pronti a ogni avventura,  senza il senso della coppia e di un progetto comune ad eccezione di vivere alla giornata, corpi desideranti, come si suol dire, insomma la rivoluzione dei costumi e sessuale.  Infatti la coppia formata da Ray Lovelock e Ornella Muti, vive liberissima da ogni regola o struttura "borghese", vendendo immagini pornografiche, delle quali sono protagonisti assoluti.  Girano per l' Europa, fanno soldi, e li spendono tutti, ricominciando da capo.


Giunti a Firenze vengono intercettati dalla polizia. Scappano, ma si ritrovano senza benzina, così si fermano in una villa. Qui trovano la padrona di casa, la quale dopo un'iniziale momento di terrore, acconsente ad ospitarli nella sua magione.

Le cose vanno bene per un po' fino a quando precipitano del tutto e i due ragazzi sequestrano la padrona di casa.  Perché costei voleva chiamare la polizia? Perché ha fatto in modo che il ragazzo prendesse in mano una rivoltela, trovata all'interno del cruscotto dell'automobile? Cosa c'è nel bagagliaio?


I due ragazzi sottovalutano la situazione o, peggio ancora, sopravvalutano le loro capacità e le reazioni al loro piano. Ben presto finiranno nella tela del ragno. 

In un certo senso, anche se deluso dal suo progetto, Lenzi fa un buonissimo lavoro, mostrando un piccolo mondo chiuso in una villa, che però rappresenta lo scontro generazionale e di classe che scuote l'Italia in quegli anni.  Un gioco al massacro condotto dai giovani spavaldi, figli del nuovo che non si pone problemi di nessun tipo, ma che vuole solo veder esauditi i desideri, vivere una vita elettrizzante e maleducata- come canta il buon vasco- convinti di lasciarsi alle spalle la vecchia borghesia, tanto da legarla, tormentarla, come se fosse un nuovo gioco, dal quale uscirne incolumi. Allo stesso tempo la padrona di casa dietro alle buone maniere, alla gentilezza, al distacco, nasconde un'anima nerissima e criminale.  Su questa ambiguità Lenzi costruisce un film dove tutti sono colpevoli, deformati da obiettivi corrotti.

Il film si distacca anche un po' dal tipo di thriller che andava in voga all'epoca, Più che alla potenza visiva dei delitti, si punta verso un giallo più classico, riletto con lo spirito di quei tempi. Ottima Irene Papas nel ruolo della borghese. Costei gestisce molto bene il suo personaggio, passando da povera vittima a carnefice e viceversa sempre con un buon controllo del personaggio.

Lo trovate su youtube.

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