Eccomi, arrivo buon ultimo a scrivere di un film che in questi giorni è protagonista di migliaia e migliaia di post. Non è mia intenzione dire nulla di nuovo o profondo, non sono in grado su questo terreno, con un'opera così importante.
Chissà cosa passa per la testa alle persone quando decidono di rendere omaggio a una Leggenda, un Mito. Ci sono mille e più ragioni. Si parte dal giudicare quella pellicola, libro, come parte integrante della nostra vita, si vuol dimostrare di essere talmente bravi da poter affrontare sfide così difficili. Tutti buoni motivi, ma stressanti! Pensate quanti senza veder il film, a prescindere vi attaccheranno perché avete osato tanto. Tipico dei fanatici religiosi e io, a parte quelli religiosi, adoro i fanatici, detto ciò mi rendo conto di quanto siano detestabili e fin troppo facili da prender per il culo. Ogni opera merita il suo doveroso rispetto e un cinefilo, anche medio e mediocre, dovrebbe esser curioso di confrontarsi con essa. Bè, ogni opera magari no.. Molte si, diciamo!
La pressione è fortissima, sai che stai andando contro a una gogna mediatica e alla possibilità di deludere i tuoi ammiratori: " Ma che cazzo ti viene in mente di confrontarti direttamente col mito?" Bè, diciamo che se te lo lasciano fare vuol dire che qualcosa si guadagna in termini economici, mica la chiamano industria dello spettacolo, in America poi! Però qui non stiamo parlando di un abile shooter, di un gaglioffo mestierante che taglia e cuce per portar a casa qualcosa di almeno guardabile, no qui c'è un'operazione autoriale degna di codesto nome .
Apriamo quindi una piccola parentesi: cari e care, un regista può anche starvi sulle palle, ci mancherebbe, ma non veder che Villeneuve è tra i migliori autori viventi, è tipico dei miopi. Autore di razza, che usa in modo altissimo e nobilissimo il genere, fa film che sono perfetti tecnicamente, ma c'è an che sostanza, ( si forma e sostanza non sempre coincidono) per questo il fatto che vi fosse lui dietro codesta operazione mi è garbata da subito.
Il film ci presenta un nuovo eroe, per modo di dire eroe: l'agente K. Un androide di nuova generazione che fa un mestiere ingrato: deve "ritirare" i vecchi androidi, e quelli più ribelli. Per caso, alla fine di un lavoro, scopre una misteriosa cassa. Questa cassa contiene i resti di una donna, la quale è morta partorendo. Si scopre che la donna era un'androide, per cui il fatto che abbia partorito la rende troppo umana. Il figlio deve esser scoperto ed eliminato, tocca a K occupersene
L'indagine porta K a scoprire qualcosa di terribile su di lui, e a congiungersi con il primo film. L'entrata in scena di Ford è gestita benissimo, non ci sono strizzatine d'occhio al pubblico, non si sta facendo una carnevalata, ma cinema di altissimo livello. Per cui, è una gioia rivedere sullo schermo il personaggio di Decker, riscritto con grande cura della psicologia e delle sue scelte. Un uomo anziano, solo, che vive coll'ansia del braccato a vita, uno che si nega persino il rimpianto del figlio lasciato in un orfanatrofio, non tanto perché non gli freghi nulla, ma per proteggerlo. Un peso fortissimo spiegato in una battuta e mezza espressione.
Il tema del legami, delle relazioni e di come esse ci rendano "vivi" è alla base di questa pellicola.
Non c'è vita vera nella solitudine, nella fuga, ma tutti cercano qualcuno, una compagna di vita, anche se virtuale, come K, un capo che guidi una nuova rivoluzione per rendere noto al mondo che gli androidi pensano, sentono, sono come gli esseri umani. Ognuno cerca nell'altro la proprio completezza.
Per cui: certo la fantascienza è in primissimo piano, certo l'impatto potentissimo della fotografia, scenografie, di un mondo cupo e carico di mestizia, ma Blade Runner 2049 è anche un film d'amore, anzi meglio: sull'amore. Sentimento fondamentale per capire se siamo vivi o meno. In questa pellicola viene messa in scena una delle più belle e struggenti. Due "creazioni da laboratorio" che si amano, desiderano, come esseri umani veri e propri. Come se l'amore facesse parte delle regole dell'universo e noi dobbiamo sottostare ad esse, Villeneuve fa sua la lezione di Interstellar e la porta a profondità di pensiero e azioni estreme.
Di rimando, ci viene da pensare di vivere in una società dove alcuni reputano normale considerare naturale o contronatura un legame affettivo, forse non sbagliano, non so, a me par assai superficiale ed egocentrico. Non solo, ci spinge più in là a riflettere su cosa provino, che tipo di amore, quelle creature che alcuni di noi umanizzano fin troppo, ma per ironia del destino rendendoli più cose da esporre che compagni di vita, altri invece pensano che siano solo "animali", per cui non provano e non sentono nulla. Solo gli esseri umani, appartenenti a certe categorie possono innamorarsi e provare davvero amore. Che ne sappiamo, realmente? Pochissimo. Per questo, che colpo sarebbe per la società se alla fine gli androidi fossero come noi? Il bello del film che non ci dice "migliori", ma uguali a noi.
Un film lungo, titanico, epico a modo suo. Seppur il ritmo sia solenne, "lento", un film che mette in scena un calvario, un sacrificio, una tragedia enorme: quella del destino che si fa beffe di quel che pensiamo esser vero, la nostra vita.
E qui spendo due parole su Ryan Gosling: la piantiamo di scassar il cazzo sul fatto che sia poco espressivo? Guardatelo qui e poi rifatevi l'idea sulla sua espressività
In questa pellicola Gosling è eccezionale, magnifico, tiene saldamente in mano questo Kolossal e offre una struggente, dolente, interpretazione, K è un personaggio tragico nel modo classico del termine, ha qualcosa di antico- ascolta Sinatra e il Jazz- pur essendo un'invenzione dei suoi tempi moderni e altamente tecnologici.
Sia io che mia moglie siamo rimasti ammaliati, stregati, conquistati da questo bellissimo film
Lunga vita a Denis!
giovedì 12 ottobre 2017
lunedì 9 ottobre 2017
AMMORE E MALAVITA de MANETTI BROS
Voglio essere sincero: non ho mai amato i Manetti Bros. Il loro lavoro cinematografico citazionista, non l'ho mai trovato vero, reale, autentico, urgente, necessario, bensì irritante e "macchiettistico", troppo intellettualizzato nel suo esser sfacciatamente popolare e legatissimo agli anni 70, che per molti sono gli anni d'oro del nostro cinema di genere. Dall'uso delle musichette funky, alla costruzione dei personaggi, non c'era niente di interessante per me, Vero, che - a loro discolpa- ho visto assai poco , e quel poco mi ha portato a distaccarmi al più presto da questa versione cinematografica "stracultiana", che io francamente detesto.
Tutto cambia dopo la visione di Song 'e Napule. La quale a parte un paio di scivoloni disastrosi, risulta una pellicola avvincente e appassionante. Il personaggio di Lollo Love è scritto benissimo, così come anche quelli di contorno, inizia con cinque memorabili minuti in cui Ciro Buccirosso è davvero a livelli altissimi e continua come ibrido fra mafia-movie, poliziesco e fa capolino la passione per la musica, come elemento portante per descriver i personaggi.
Felice di ricredermi, parzialmente, su questo dinamico duo, attendo fiducioso l'uscita della loro ultima opera.
Un film che è una vera e propria gioia per occhi, orecchie, ma io ci metto l'intero corpo umano e l'universo tutto dalla Via Lattea a San Donnino eh!
In questa nuova ed entusiasmante pellicola, la musica diventa vera e propria protagonista, che è voce dei pensieri e sentimenti dei protagonisti o come elemento esteriore, voce del destino e della città che ci descrive momenti delicati della vicenda. Oppure come momento di assoluto divertimento dissacrante sul crimine come elemento di turismo alternativo, visto che Gomorra: libro, film, serie tv in particolare, ha alimentato e non arginato l'impatto della malavita sulla classe borghese, nazionale e internazionale.
Sicchè Ammore e malavita è un Musical? Si. Ma particolare, in realtà non è tanto il genere migliore in assoluto, tra i generi cinematografici, ad esser riproposto e rielaborato, ma - modernizzata e "migliorata" attraverso contaminazioni con generi altri e oltre- la sceneggiata. Guardando la pellicola ho pensato a certi film con Merola, diretti male e "malamente" da Alfonso Brescia, cazzo non vi venga in mente di rivalutarlo eh! Ancor più profondamente è un omaggio sentito, sincero, forte e profondo a Napoli, discorso cominciato già con quel gioiellino di Song 'e Napule.
Un discorso quello sulle musiche interessante e decisamente più raffinato di quanto possa sembrare, visto che si usano più generi musicali, cover e altro per celebrare la Musica Napoletana e la musicalità assoluta della sua lingua e di quel meraviglioso Popolo.
Anche a livello estetico il film è entusiasmante e meritevole di attenzione. L'uso del rallenty, questa volta mi appare decisamente "ficcante", come anche quello delle accelerazioni. Ha un preciso senso dentro a scene precise. La contaminazione sparatorie e musica, aumenta l'epica delle scene e mostra un inedito lato umano dei personaggi. Basti vedere la scena - bellissima- al porto.
I personaggi: ecco, uno dei punti di forza del film. Il quale gioca abilmente con il bozzetto umoristico del boss interpretato da un grandissimo Buccirosso, bozzetto umoristico che si espande fino al personaggio di Claudia Gerini, davvero bravissima in questo ruolo, ma sa diventare serio e tragico quando in scena entra il personaggio migliore di questa pellicola: Rosario, interpretato dall'ex front man degli Almanegretta: Raiz.
Il confronto finale sulla spiaggia tra isso e Giampaolo Morelli, è davvero tragico e toccante, un duetto musicale-cinematografico davvero commovente per il senso letale che intende e nasconde tra le note.
Insomma : ammore e malavita ci piace assai. Puro film di genere, di riflessione sulla possibilità di modernizzare il cinema cosi detto di serie B, omaggio profondo e sentito a una delle città più belle del mondo e anche oltre.
Assolutamente imperdibile
Tutto cambia dopo la visione di Song 'e Napule. La quale a parte un paio di scivoloni disastrosi, risulta una pellicola avvincente e appassionante. Il personaggio di Lollo Love è scritto benissimo, così come anche quelli di contorno, inizia con cinque memorabili minuti in cui Ciro Buccirosso è davvero a livelli altissimi e continua come ibrido fra mafia-movie, poliziesco e fa capolino la passione per la musica, come elemento portante per descriver i personaggi.
Felice di ricredermi, parzialmente, su questo dinamico duo, attendo fiducioso l'uscita della loro ultima opera.
Un film che è una vera e propria gioia per occhi, orecchie, ma io ci metto l'intero corpo umano e l'universo tutto dalla Via Lattea a San Donnino eh!
In questa nuova ed entusiasmante pellicola, la musica diventa vera e propria protagonista, che è voce dei pensieri e sentimenti dei protagonisti o come elemento esteriore, voce del destino e della città che ci descrive momenti delicati della vicenda. Oppure come momento di assoluto divertimento dissacrante sul crimine come elemento di turismo alternativo, visto che Gomorra: libro, film, serie tv in particolare, ha alimentato e non arginato l'impatto della malavita sulla classe borghese, nazionale e internazionale.
Sicchè Ammore e malavita è un Musical? Si. Ma particolare, in realtà non è tanto il genere migliore in assoluto, tra i generi cinematografici, ad esser riproposto e rielaborato, ma - modernizzata e "migliorata" attraverso contaminazioni con generi altri e oltre- la sceneggiata. Guardando la pellicola ho pensato a certi film con Merola, diretti male e "malamente" da Alfonso Brescia, cazzo non vi venga in mente di rivalutarlo eh! Ancor più profondamente è un omaggio sentito, sincero, forte e profondo a Napoli, discorso cominciato già con quel gioiellino di Song 'e Napule.
Anche a livello estetico il film è entusiasmante e meritevole di attenzione. L'uso del rallenty, questa volta mi appare decisamente "ficcante", come anche quello delle accelerazioni. Ha un preciso senso dentro a scene precise. La contaminazione sparatorie e musica, aumenta l'epica delle scene e mostra un inedito lato umano dei personaggi. Basti vedere la scena - bellissima- al porto.
I personaggi: ecco, uno dei punti di forza del film. Il quale gioca abilmente con il bozzetto umoristico del boss interpretato da un grandissimo Buccirosso, bozzetto umoristico che si espande fino al personaggio di Claudia Gerini, davvero bravissima in questo ruolo, ma sa diventare serio e tragico quando in scena entra il personaggio migliore di questa pellicola: Rosario, interpretato dall'ex front man degli Almanegretta: Raiz.
Il confronto finale sulla spiaggia tra isso e Giampaolo Morelli, è davvero tragico e toccante, un duetto musicale-cinematografico davvero commovente per il senso letale che intende e nasconde tra le note.
Insomma : ammore e malavita ci piace assai. Puro film di genere, di riflessione sulla possibilità di modernizzare il cinema cosi detto di serie B, omaggio profondo e sentito a una delle città più belle del mondo e anche oltre.
Assolutamente imperdibile
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