domenica 21 dicembre 2008

NON E' UN PAESE PER VECCHI dei FRATELLI COEN

Una ballata macabra di morte e perdizione,che partendo da una storia abusatissima e tradizionale-un tizio che prende una borsa di soldi sporchi e i cattivi che lo cercano-diventa emblema dei tempi crudeli nelle terre perse di un america spersonalizzata.Un paese che non rispetta tradizioni-o le enfatizza ma dal lato meramente conservatore,come paura e non risorsa di conquiste-che velocizza la corsa alla bella vita con ogni mezzo.Un paese menefreghista sulla vita umana e che non rispetta più nulla,per questo il killer implacabile è quasi meglio delle sue vittime,perchè disinteressato al denaro,al successo,a una bella e comoda vita.Lui è a suo modo un purificatore che punisce i stolti,i ladri,immagine con le fattezze umane del Male.
Mentre lo sceriffo ormai anziano e logorato,sorpassato non ce la fa nemmeno a portare la giustzia per i morti e fermare l'inferno che cammina con la sua bombola dell'ossigeno.Un paese che non è per vecchi e per persone normali,ma che è vittima di sogni di gloria e di ricchezza.Alla fine la coppia che si è appropriata del danaro non può che trovare la sua giusta punizione,perchè il male non lo puoi fermare.
Un film bellissimo,anche se ho preferito l'epica visionaria e rabbiosa di Anderson e de IL PETROLIERE

LE CONSEGUENZE DELL'AMORE di PAOLO SORRENTINO

Seconda opera di Sorrentino,presentata al festival di Berlino,opera moderna e d'autore capace di coniugare temi da film alla antonioni con elementi di gangster-movie.Film raffinatissimo,che punta più che su una storia ad ampio respiro , al ritratto di un singolo personaggio e gli altri sono funzionali alla sua esistenza e azione.
Un grandissimo Servillo, è mattatore di grande bravura nel ruolo di Titta Di Girolamo:ex commercialista divorziato e costretto da oltre 20 anni a vivere in un albergo in Svizzera per riciclare nella banche il danaro sporco della mafia.La sua vita è monotona,sempre uguale senza mai un guizzo di passione ,di vitalità.Ha un fratello scansafatiche che è molto diverso da lui, e passa le serate giocando a carte con un conte decaduto per i troppi debiti ,costretto con la moglie a vivere da ospite all'interno del suo stesso hotel.La sua vita cambia quando si innamora di una ragazza che fa la barista e per lei prenderà una decisione che potrebbe rivelarsi fatale
Il titolo non è dei migliori,perchè potrebbe farci credere di assistere all'ennesima cretinata stile Muccino.In realtà è un'opera sofisticata e intensa,dal ritmo lento affinchè nulla delle espressioni di Servillo vada persa.Perchè si può affrontare il tema della solitudine amorosa ,della ricerca di un grande amore anche senza cadere su terreni ampiamente battuti e popolani.Il film è pressochè perfetto,offre una meravigliosa interpretazione di Raffaele Pisu nel ruolo del conte decaduto e baro,ma frana in parte sulla presenza scialba interpretazione di Olivia Magnani,l'oggetto del desiderio di Titta e che gli fa cambiare la vita,e quella mediocre di Adriano Giannini.

OSPITI di MATTEO GARRONE

Uno dei migliori registi italiani ,insieme a Sorrentino,autore di opere importanti che indagano a fondo sul malessere del genere umano e della società.Questa pellicola ,uno dei primi film di Garrone, è un'opera assai strana.Un film girato come fosse un documentario,narra la storia di due fratelli albanesi ospitati in casa di un presunto artista perdigiorno e del rapporto di amicizia che uno di loro costruisce con un anziano vicino di casa,il quale ha perso la moglie malata di alzheimer, alla fermata del bus.
Vite fragili che cercano di rimanere a galla,messe agli angoli eppure protagoniste e al centro di una narrazione robusta e vigorosa, di indagine zavattiana
D'altronde la nostra società tende ad allontanare le persone anziane,ormai hanno lavorato e prodotto una volta a casa sono un peso per il nostro mondo capitalista.Gli stranieri che lasciano casa e famiglia per una nuova vita e si scontrano con una realtà di sacrifici-anche umani sul posto di lavoro-di leggi xenofobe,di sottile razzismo quotidiano.Infine la generazione mia che è nata e cresciuta durante il trionfo della morte delle idee e si ritrova impreparata ad affrontrare tempi feroci e crudeli come questi.Insomma siamo tutti ospiti precari di un mondo impazzito

domenica 14 dicembre 2008

STORIA DI VITA E MALAVITA di CARLO LIZZANI

Il tema della prostituzione è da sempre materia assai complicata nel suo essere affrontata,perchè è fattibile scivolare in moralismi o sottovalutare il problema
Lizzani,un grande regista sempre attento alla società e ai suoi problemi, dirige questo film sul finire dei 70.Mettendo al centro dell'azione una serie di storie legate al racket della prostituzione minorile.
Ragazze che per problemi di povertà,miseria,durissime condizioni famigliari,o per la scoperta di quanto una famiglia dabbene e ricchissima sia nella sostanza un luogo di meschinità,sono finite nelle mani di organizzazioni criminali le quali poi usano i loro corpi per fare soldi.
Film scabroso e durissimo,che Lizzani essendo un buon regista e con una robustissima coscienza politica riesce a salvare dal diventare populista,alla zampa.Però,vi è anche da dire che certe soluzioni scadono nella quasi pornografia e che spesso si ha la sensazione di una ricerca forte del "sensazionalismo" il quale potrebbe rivolgersi proprio contro alla pellicola e alla sua denuncia.
Ne esce però un'opera dura,disturbante,che attacca lo spettatore e lo fa partecipare al dolore e disperazione delle ragazze.Un pugno nello stomaco,non del tutto riuscito,ma importante e che merita la visione.

EHI ,AMICO! C'E' SABATA...HAI CHIUSO!di GIANFRANCO PAROLINI

l'impatto visivo e di scrittura che il genere "spaghetti western" ha avuto sulla cinematografia mondiale è sotto gli occhi-del cuore- di tutti.
Ha portato una sostanziale differenza rispetto ai classi western americani,dove c'è un eroe ben distinguibile -spesso l'insopportabile John Wayne- una storia robusta e lineare, divisione ben marcata tra loschi figuri ed eroi.
Lo spaghetti invece trascende queste regole e le mischia tutte:personaggi del tutto buoni non ci sono,spesso arrivano ammazzano e se ne vanno.I personaggi poi si muovono nelle scene come se fossero delle rockstar.offrendo uno spettacolo memorabile agli spettatori,grazie a ritmo,battute grottesche e personaggi debordanti.All'interno della scena possiamo riconoscere i film western rivoluzionari di Corbucci e Sollima,il lugubre e splatter Questi,la rivoluzione e la vendetta di Petroni,il classico epicismo di Leone.
Parolini,fa a sè:grande divertimento,spettacolari trovate registiche e personaggi bizzarri ed eccentrici.Cult,ma meritatamente perchè dotato di ottime capacità di regia e formazione di una storia.
In questo film un personaggio misterioso Sabàta arriva in un paese dove alcuni uomini potenti della zona hanno organizzato una rapina ai danni della cassaforte dell'esercito nordista.Il pistolero con l'aiuto di Garrincha,un petulante messicano fanfarone e micidiale con il coltello,Gatto Mammone , un indiano muto e che è abilissimo nel saltare da un tetto all'altro, e di Banjio un pistolero che usa il suo strumento musicale a mo di fucile,combatterà contro questa banda di criminali
Geniale nelle trovate-la morte del cattivo ne è un esempio-fantasioso nei personaggi-gatto mammone,banjio ne sono la prova- un film bellissimo western appassionante e divertente ,ricco di azione e spettacolo..Da vedere!
Ottimo Lee van cleef ,protagonista della pellicola

I MAGLIARI DI FRANCESCO ROSI

Quando eravamo noi italiani,costretti ad abbandonare la Patria e a subire lo sfruttamento e il razzismo di altri popoli.Quando vivevamo ammucchiati in luride baraccopoli,con la paura che la polizia ci beccasse e ci rispedisse indietro.
Quante storie di miseria e fatica,quanti dolori hanno vissuto milioni e milioni di italiani in tutto il mondo,quanti morti sul lavoro per fare grandi altre nazioni.
Questo film di Rosi affronta l'argomento parlando di una categoria particolare :i magliari.Mezzi imbroglioni,mezzi venditori.Questi nostri connazionali giravano in lungo e largo la Germania vendendo stoffe di dubbia provvenienza.
In particolare la storia si concentra su due personaggi:Mario,umile e onesto lavoratore che per una serie di coincidenze si trova a dover collaborare con Totò,un magliaro dalle grandi ambizioni.Tanto che convince un noto industriale tedesco ad affidare a lui la scelta delle stoffe,questo scatena l'ira di altri concorrenti-polacchi- e del suo ex capo ,un camorrista di nome don Raffaele.Un film amarissimo,che scava nella profondità della questione politica e sociale,offre ritratti veritieri e taglienti dei protagonisti
Giganteggiano Salvatori e Sordi,davvero bravissimi.

mercoledì 10 dicembre 2008

BRONTE di FLORESTANO VANCINI

La storia è la materia più importante tra quelle studiate a scuola.Perchè senza di essa,senza conoscerla,impararla,difenderla,si rischia di credere a un Pansa qualsiasi,cedere al revisionismo,essere arrogantemente ignoranti,come succede spesso da noi.
Questo film scritto da Vancini con Leonardo Sciascia,Nicola Balducco ,Fabio Carpi,racconta un vero e ignobile fatto legato all'unità di italia:la strage di Bronte.
In questo paese il popolo eccitato aspetta l'arrivo di Garibaldi,i contadini finalmente potranno avere le terre per loro ed essere liberi.Basta vicerè,basta sfruttatori,basta punizioni e umiliazioni.
L'avvocato liberale Nicola Lombardo si occupa di mantenere la calma e di far passare la linea di un cambiamento politico.Dalle montagne però scende Calogero Gasparazzo,un carbonaro che insieme ai suoi e ad alcuni contadini stermina i padroni del paese.Ovviamente questo segna una distanza tra i metodi feroci e di giustizia proletaria del carbonaro e quelli di affidarsi alle leggi,allo stato dell'avvocato liberale.Se dovessimo pensare alla storia d'italia,vedremmo che non esiste legge di stato e democrazia borghese che manifesti l'intenzione di fare giustizia per i torti subiti dai proletari e dalle classi più emarginati.Non credere a questo tipo di giustizia è una cosa a mio avviso giusta e quasi doverosa,lascio ad altri il mito della legge che tanto piace a travaglio o di pietro.
L'arrivo di Bixio però sconvolge la cittadinanza,manifestando disprezzo e incomprensione per il popolo e preso solo dai suoi piani di conquistatore,questo pirlone crea in fretta e furia una commissione che porterà ,usando metodi cari ai borboni,alla fucilazione in paese di cinque innocenti.Più le pene contro 150 villici a catania.
La rivoluzione e la libertà come vengono viste e capite dal popolo,e come invece vengono usate dai conquistatori per far passare un nuovo potere repressivo per sotituire uno vecchio e obsoleto.
A rimetterci i contadini,il popolo,mentre una nuova colonizzazione dal nord porterà effetti devastanti sulla popolazione del sud.Nascosta dietro alla lotta contro i briganti,nata dall'incomprensione di una falsa rivoluzione,di un cambiamento parziale,classica storiaccia italiana

NUOVO CINEMA PARADISO di GIUSEPPE TORNATORE

Film premiato con l'Oscar e non poteva non essere altrimenti,in quanto è costruito ,pensato,ragionato per piacere al vasto pubblico e per appassionare gli americani.Una pellicola ruffinissima,allora?Certo!Ma con grande gusto e girata davvero bene.La storia del piccolo Totò che stringe amicizia con Alfredo proiezionista del cinema parrocchiale Paradiso,è ben scritta e diretta.Tocca temi importanti come l'amicizia e l'amore per il cinema.Un amore inspiegabile a volte,spesso mal corrisposto,ma che quando ci colpisce difficilmente si perde.Oggi non è che stia benissimo:le mocciate,il sentimentalismo borghese,il tarantinismo,i blockbuster senza personalità,eppure da qualche parte c'è sempre un regista o un film che colpiscono perchè fanno altro e qualche volta raggiungono persino un oltre.Certo le sale sono diventate "multisala",cambiando profondamente il modo di porsi come spettatore nei confronti del cinema.Non più i chiassosi,ingenui,partecipanti spettatori del film di Tornatore,ma posti prenotati,nn si entra più all'inizio del film,una visione passiva e subita,senza intervento e commozione nella scoperta o nella polemica contro o a favore di questo o altro autore.Un pubblico disciplinato,spento,che si accontenta e gode di pieraccionate,cinepanettonismo,di sbobba sentimentalista,di maledettismo con i dollaroni e senza reale perdizione.Per non parlare dei critici improvvisati,di chi a tutti i costi vuo, difendere il trash,il b-movie anche quando il giochino ha ormai stancato e da quella parte ormai il meglio è stato rivalutato e non ci rimane che l'amarissima riscoperta del genere che più di altri ha manifestato la fine del cinema in italia:la commedia scollaciata.Così tra chi è passivo e chi si improvvisa critico,lo spettatore ha subito una trasformazione verso il peggio di grande rilevanza,segno anche dei nostri tempi cafonissimi e ignoranti.
Il film di Tornatore in questo senso è una boccata di ossigeno, di dolci ricordi e tenere nostalgie,il finale quando demoliscono il cinema è assolutamente commovente e straziante.Il film lanciò la breve carriera di Totò Cascio-molto bravo in questo film,peccato che successivamente interpretò quella cazzata letale di Jackpot con Celentano,un film a dir poco non riuscito-un grandissimo Noiret,e un toccante Cannavale.
Film che merita di essere visto,perchè pone delle riflessioni sul cinema e sul fatto di essere spettatori

COLLATERAL di MICHEAL MANN

Micheal Mann è un regista che chissà per quale motivo non è riconosciuto come dovrebbe.Certo i cinefili lo conoscono,ma nonostante abbia creato opere legate ai generi di una certa sostanza tecnica e artistica, non ha mai avuto la conclamanzione a maestro quale effettivamente egli è.
Questo film è tra i suoi migliori,insieme a mio avviso a Manhunter,perchè nella semplicità della trama manifesta l'intenzione di toccare temi non sempre presenti in film di questo tipo.
Max è un taxista di L.A. che conduce una vita come tante altre:un lavoro che dovrebbe servirgli solo per pagarsi il progetto della sua vita-ma che non lascerà mai perchè forse non vuole rendere reale quel progetto-un futuro di soldi e successo e un ritiro sulla solita isola caraibica.Una persona normale,mediocre,con sogni minimi,seppure ambiziosi.Un giorno carica sul suo taxi un uomo che gli cambierà totalmente la vita:Vincent.Uomo raffinato e pericoloso in quanto killer,anche se al contrario del tassista egli ha momenti di pensieri più profondi sul mondo e sulla solitudine inutilità della vita umana
Perchè questo è il tema del film:la solitudine nelle grandi città,come nel resto della società.Uomini che vivono,ammazzano,sperano nell'ombra ,dimenticati e dimenticabili.Il tutto travolto dall'indifferenza e dai rumori della città,inghiottiti dal nulla di esistenza senza futuro.Il finale è speranzoso per Max,ma la strada per arrivarci è un viaggio nella morte e nel terrore
Un film bellissimo che attraversa il genere ,per diventare un simbolico atto di accusa all'alienazione,solitudine,violenza della nostra società
Ottimi i protagonisti:un cattivissimo Tom Cruise, e un credibile Jamie Foxx

MIAMI VICE di MICHEAL MANN

Una serie a dir poco mitica quella di Miami Vice:come non ricordare le ferrari ,i vestiti di armani,l'imbarcazione con l'alligatore e una serie di storie tra glamour e cupezza segno identificativo di questo telefilm.
Una visione nera dell'era reaganiana seppure non fortemente in contrasto,ma dalla sua ha sicuramente delle storie avvincenti e una buona confezione.
Il film è una rilettura,una rielaborazione più che una vera trasposizione cinematografica.Più o meno ci sono tutti i personaggi,tranne Castillo il capo interpretato da Edward James Olmos,per uno spettacolo tuttosommato buono.
Mann è un grande regista,un vero autore di opere metropolitane.Non è affetto da tarantinismo quindi zero grado di idiozia da cattivisti alternativi trendy,ma un ritratto duro del mondo e delle leggi del narcotraffico.I due eroi protagonisti dovranno smantellare una rete di spacciatori che vede uniti i paramilitari di estrema destra colombiana-gli amici di Uribe,l'amico degli states-e i nazisti americani.Una critica che colpisce con precisione il bersaglio.Il film ha un ritmo non velocissimo,e questo è un bene.Nulla è lasciato al caso nei film di Mann e se si sofferma su un viso per lungo tempo è perchè vuole mostrarci la disperazione o lo smarrimento.Buona la colonna sonora,e le interpretazione-pure Farrel è decente-forse c'è fin troppo erotismo ,cosa che spinge a una certa scelata un po' patinata e che sicuramente non aggiunge niente alla pellicola.
Insomma un gradevolissimo poliziesco,degno di essere visto

domenica 7 dicembre 2008

IL SUO NOME E' TSOTSI

Ritratto durissimo e feroce delle periferie sudafricane,il film manifesta come le problematiche reali non siano mai collegati a fenomeni di "razze",ma di classi.
In quanto è dimostrato che dopo l'ignobile regime xenofobo che per decenni ha colpito la nazione di Biko e Mandela,la situazione per i poveri non sia affatto cambiata.
Neri arricchiti,neri che fanno i poliziotti e sono più duri loro con i propri "fratelli" rispetto al poliziotto bianco, e neri che non avranno mai un minimo di libertà e prospettive migliori,travolti da una miseria che si tramanda di generazione in generazione.
Il protagonista è un delinquente che vede la sua terribile vita,cambiare quando durante una rapina ai danni di una giovane appartenente alla medio-alta borghesia,scopre che sulla macchina rubata c'è un bimbo di pochi mesi.
Da quel momento riflette sulla sua vita,gli errori,le crudeltà e cerca seppure utilizzando metodi non proprio convenzionali e ortodossi di uscire dalla sua situazione e posizione sociale.

Un film che talora sembra manieristico,ma che ha momenti davvero coinvolgenti e toccanti,dove si mostra l'altra faccia di democratiche e civili rivoluzioni,rapporti di classe,disperazione del sottoproletariato-ben denunciato dal professore,uno dei giovani delinquenti.Anima politica e di denuncia del sudicio quartiere criminale-paternità e riscatto.
Un buon film,che merita di essere visto!

PICCOLO MONDO ANTICO di MARIO SOLDATI

Tratto dal romanzo di Fogazzaro,questa sublime opera dello scrittore e regista torinese si può iscrivere nel calderone dei melodrammi storici.
Genere che attraverso lo schema rigido e ripetitivo dell'amore contrastato -tra un personaggio nobile e l'altro no- mostra particolari scenari storici:rivoluzionari o di cambiamento
Qui ci sono i "patrioti" che vorrebbero l'Italia unita e libera dagli invasori o dai stati papali.Un nobile Franco,vittima di una cattivissima nonna -donna avida di denaro e ben voluta dai potenti,quanto dal compiacente prete-che si innamora di una donna del popolo.Lotteranno contro le brame della vecchia e supereranno la tragedia di una figlia persa,perchè per loro c'è la speranza di una nuova terra e di libertà.Così lui con la simpatica ottusità degli idealisti parte per combattere e lei lo saluta con commozione dal porticciolo.
Un bellissimo esempio di cinema letterario e di costume,certo un po'datato in alcune interpretazioni,ma gustoso.
Ottimo l'uso del montaggio nella scena dell'incubo della marchesa,non mancano frecciate contro un certo mondo clericale e si sospetta che il film sia stato usato in modo anti-fascista.La polizia del periodo e certe parti di dialogo della contessa e dei suoi amici paiono essere collegabili al fascismo.
Film di altri tempi che vale la visione

Certo che l'Italia poi è stata completamente modificata rispetto ai presupposti iniziali,governi liberali deboli e tenetazioni guerresche e imperiali-la libia- che hanno minato la credibilità del paese che migliaia di patrioti hanno voluto far nascere.Dopodiche il fascismo,la gloriosa stagione della resistenza-checchè ne pensi un pansa qualsiasi-i democristiani e grigi anni 50,la celere di scelba,i morti di reggio emilia,il 68,l'autunno caldo...momenti di grande entusiasmo,spazzati via dalla reazione dello stato dei suoi servizi e dai criminali fascisti:piazza fontana e le altre stragi.
I rivoluzionari rossi troppo pochi per una guerra folle,il riflusso,quella rivoluzione profondamente borghese di tangentopoli,l'arrivo del berlusconismo ormai maturo per rovinare il paese,genova e un movimento debole che si credeva forte,la fragile e risibile parentesi prodiana,l'inutile nascita del pd, il populismo orribile di Grillo e il giustizialismo idiota di di pietro e company,le aggressioni e uccisioni razziste-fasciste,le morti bianche ,l'onda studentesca che non diventa mai tsunami,la crisi economica.
Povera patria,direbbe Battiato

UNDERGROUND di EMIR KUSTRICA

Tranne qualche sprovveduto,qualche disciplinatissimo e presuntuoso spettatore dal gusto medio e mediocre,è umanamente impossibile non rimanere affascinato da questo gioiello del regista serbo.
Accusato di pseudo-fellinismo,critica superficiale in quanto Kustrica è un regista visionario che tende a rendere assai personali le sue visioni ,seppure l'influenza di Fellini esista essa è trattata in modo assai personale.Uno stile proprio ben riconoscibile
La cifra artistica che ci permette di comprendere l'opera di questo straordinario regista è sicuramente:la tragicommedia.
Imbastardita dalla cultura jugoslava e che fonde:umorismo grottesco esasperato,tragedia tagliente,poesia urticante nel suo essere così necessaria e urgente.
Questo film è la summa della poetica kustrichiana:umorismo travolgente,tragedia che brucia il sangue e le lacrime e poesia che farebbe piangere anche il demonio-se esistesse.
La storia di due amici :Marco e Nero.Comunisti e partigiani dai caratteri travolgenti e non sempre moralmente disciplinati -puttanieri,ladri,ubriachi di vino e libertà- i quali durante la seconda guerra mondiale sono uniti da amicizia fraterna.Di contorno vediamo altri personaggi,come il dolce ragazzo balbuziente dello zoo e altre figure tra grottesco e lirismo.
Durante un attacco nazista molta gente trova rifugio sotto uno scantinato.Questo posto darà a Marco un'idea assai crudele per poter vivere il suo amore con Natalia,attrice di cui Nero è follemente innamorato-tanto che la sposa dopo averla sequestrata al teatro.
Ossia:terrà chiuso sotto questo scantinato per oltre quarantanni il povero Nero e le altre persone,convintissime di essere sempre nella seconda guerra mondiale.Così nasce un mondo parallelo:vivace e organizzato.Mentre sopra la coppia marco e natalia diventano potenti espressioni del partito comunista.C'è un set cinematografico che viene scambiato da Nero e il figlio come una sorta di postazione tedesca e sparano uccidendo gli attori,il figlio morirà annegato poco dopo.Di tragedia in tragedia fino alla conclusione durante il conflitto che ha visto smembrare una terra unita,anche grazie ad interventi vergognosi delle potenze europee.Finale di struggente bellezza e profonda commozione,dove il regista mette tutto il suo dolore per la situazione in jugoslavia.Dove gran parte delle brave persone di altri paesi hanno sostenuto i fascisti croati fregandosene o colpevolizzando i serbi,come è successo anche a Kustrica per questo suo straordinario e bellissimo film
Terra martoriata e ingiuriata:dalle fandonie dei revisionisti sul fenomeno delle foibe-senza mai citare in alcun modo il campo di concentramento italiano di Arbe e i massacri sulla popolazione e la cancellazione di quella gente e quel popolo attraverso l'italianizzazione -distrutta da una guerra infame come quella in Kosovo-usata per eliminare Milosevic,aiutando i mafiosi albanesi nel portare avanti il piano della Grande Albania-terra che per questo amo profondamente-tranne gli ustacia croati.

Per una vera informazione su quelle terre evitare Tommaso Di Francesco del Manifesto,e leggere Fulvio Grimaldi

Oppure vedetevi i meravigliosi film di Kustrica

venerdì 5 dicembre 2008

IL RESTO DI NIENTE di ANTONIETTA DE LILLO

La storia vera di Eleonora Fonsceca, una nobile di secondo piano che rimane coinvolta durante la rivoluzione e la fondazione della Repubblica Napoletana.
Ritratto di un personaggio che nella sua fragilità e trasparenza è simbolo perfetto dello spirito democratico e/o rivoluzionario.
Il film studia attentamente come i grandi ideali e speranze messe in atto sono costretti a soccombere nei confronti della restaurazione.Lo stile raffinato e la bravura degli attori,trasforma quindi una normale apparentemente storia "in costume" e di genere "letterario", in una vibrante considerazione e lezione sulla politica e la rivoluzione.Interessante e credibile lo scollegamento tra il pensiero rivoluzionario e la costruzione di una società diversa o migliore e le mancanze popolane .Tanto che la stessa Eleonora capisce che si deve fare qualcosa insieme al popolo,tanto che si circonda di donne con una morale assai dubbia e popolani.
Oggi con la classe operaia che vota a destra,il popolino che sostiene con ignoranza arrogante piena di sè le tesi reazionari,vediamo in atto che il romanticismo borghese sul popolo deve essere rivisto.Per questo dobbiamo puntare molto sulla trasformazione popolare usando l'istruzione e la cultura,affinchè possano spezzare le catene di cui vanno fieri.Frantumare e dividere il proletariato a suo agio nel tempo dello sfruttamento precario e riporlo su punti di sovversione .
Si,ma va bene anche una pizza in compagnia!

giovedì 4 dicembre 2008

LE IENE DI CHICAGO di RICHARD FLEISCHER

Richard Fleischer ,è un autore di cinema popolare assai ben fatto.Ha spaziato in lungo e largo attraverso tutti i generi cinematografici,spesso con a disposizione un budget ridicolo,
Questa pellicola si è guadagnata una nomination all'oscar per la sceneggiatura e rappresenta un chiaro esempio di noir americano degli anni 40
Due poliziotti devono proteggere una testimone,ma l'intervento di un ganster pone fine alla vita di uno dei due sbirri.L'altro parte con la testimone su un treno per los angeles,dove la donna-ex di un gangster-dovrà testimoniare contro una potentissima banda criminale.Sul treno salgono anche alcuni individui che vogliono la morte della donna.Inizia una battaglia dei nervi fra i malviventi e lo sbirro.Peraltro questo Brown .non è nemmeno un eroe e combina diversi guai.
Un ottimo esempio di gangester-movie,dal ritmo serrato e mozzafiato.Ottimi i colpi di scena e la caratterizzazione dei personaggi
Invece di girare il film su un set mobile l'hanno girato su uno fisso,muovendo a mano la telecamera al fine di creare la sensazione di stare su un treno
Nei 90 Peter Hyms ha diretto un remake con Gene Hackman

martedì 2 dicembre 2008

LA NEVE NEL BICCHIERE di FLORESTANO VANCINI

Florestano Vancini è stato un regista assai prezioso e importante- almeno a mio modesto avviso-per il cinema di indagine sociale e politica nazionale.
Con questa opera televisiva,lontanissima da tante fiction odierne. racconta il canto del cigno della cultura contadina-mondo e cultura narrati benissimo in film quali NOVECENTO o L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI-attraverso le vicissitudini di una famiglia di contadini del ferrarese.
Mestieri e professioni scomparsi ormai da tanto tempo,tradizioni e valori modificati e in peggio dai decenni e dalla dittatura fascista ,la nascita delle leghe contadine e del socialismo,la rivolta proletaria e i conflitti dentro il movimento-che rimangono tali e quali ancora oggi-seguiti con un metodo assai legato alla realtà e alla sua rappresentazione,con concessioni romanzesche nei lutti e negli amori-ma anche questi assai credibili perchè ben contestualizzati,
Un'opera assai importante dal punto di vista televisivo,perchè parte di una tv che prende dal cinema e offre un servizio realmente pubblico e culturale.
La storia ha l'andamento delle saghe popolari e contadine e si pone come riflessione sociale e politca non banale

GOSTANZA DI LIBBIANO di PAOLO BENVENUTI

Paolo Benvenuti porta sullo schermo questa opera importante e fondamentale all'interno della debole scena cinematografica nazionale fatta di commedie giovanil-borghesi e patetiche ricostruzioni storiche
Usa un approccio alla materia di massima severità figurativa e interpretativa,pare a tratti di visionare un film muto stile Dreyer e una rappresentazione teatrale filmata, che non permette sbavature e incongruenze,ma solo la realtà dei fatti
Il film è infatti tratto da un episodio vero di sospetta stregoneria e si basa sugli atti processuali.
Una donna accusata di essere una strega ,Gostanza, si vede costretta a confessare per evitare le torture.Da qui un pensiero sui poteri che degradano la persona con l'uso delle sevizie e sopratutto il compiacimento gelido e sadico da parte di uomini di chiesa e convento nell'effetuarle.Come se attraverso ad esso, questi uomini si sentano protetti dal potere femminile o dei diversi.
Un femminicidio lungo secoli,penso la peggiore strage mai effettuata da uno stato o da un regime,nelle mani candide di chi parla di paradisi e beati gli ultimi.Mostrando così in modo diretto l'ipocrisia e lo schifo morale che stanno alla base del clero-non utlimo,il vaticano non riconosce la depenalizzazione del reato di omosessualità.Proprio lo stato con maggior pedofili e pervertiti,si impunta su posizioni che offendono l'intelligenza degli uomini-la condizione femminile di prigionia e terrore,le confessioni strappate con la paura.

Il film che non è per nulla semplice e di facile assimilazione,è però una tappa obbligata per chi crede in un cinema urgente e necessario.Non docile,non dabbenista,non giustificazionalista,ma un grido di denuncia profondo e tagliente

Bravissimi gli attori ,tra tutti ovviamente spicca la protagonista:Lucia Poli

IL PETROLIERE di PAUL ANDERSON

Paul Anderson è, a mio modesto avviso, il miglior autore cinematografico americano di questi ultimi dieci e passa anni.Sicuramente meglio dello strombazzatissimo tarantino,per stile ed efficacia.
Ha descritto in modo superbo il periodo d'oro e il declino del mondo controverso ed affascinante della pornografia, "Boogie Nights", ha diretto il capolavoro degli anni 90 "Magnolia"-splendido affresco pre e post apocalittico sul genere umano,le miserie e la nobiltà che ci portiamo dentro-e ora arriva con questa pellicola rigorosa ed epica.Votata a una cattiveria non fanciullesca e piccolo borghese come le opere di Tarantino,ma trascinata da una visione etica e morale assai tagliente e combattiva
La storia è di per sè semplice: un uomo che si costruisce da solo il suo successo come petroliere si scontra,in una sperduta regione americana, con un giovane ciarlatano invasato
Capitalismo e religione,due piaghe che spesso viaggiano insieme e che da secoli rendono prigioniere le classi meno abbienti
Non solo questo,è la pazzia del potere,la solitudine mostruosa e assassina di chi crede di avere nelle mani vite e realtà altrui.Un assassino senza pietà,un padre disastroso,che si rovina in una lucidissima pazzia
Questo ,pare dirci lo sceneggiatore e regista, è la via del capitalismo e del fondamentalismo religioso,alla base di crimini e stermini in giro per il mondo
Una società in mano a folli omicidi e cialtroni che blaterano di paradisi ,ma solo per ingannare i poveri di spirito
Questa storia nella sua potentissima allegoria ,è certamente un monito sul come vadano le cose e in che mani siamo.
Daniel day Lewis giganteggia nel ruolo del protagonista,tanto che da semplice personaggio inziale-con limiti e pregi- mano mano che la storia avanza diventa sempre più un simbolo satanico di perdizione e sconfitta etica.

Da vedere assolutamente!