martedì 5 maggio 2009

BERSAGLI di PETER BAGDANOVIC

Il debutto di Peter Bagdanovic, un ottimo trhiller /dramma sul cinema e la realtà spaventosa di una società che crea alienti e assassini banalmente terrificanti.Un attore famoso,ma ormai anziano decide di ritirarsi dalle scene,nel frattempo un giovane armato semina morte e terrore in città Un omaggio affettuoso e sentito a un grande del cinema non solo horror,cioè Boris Karloff da parte del regista debuttante, che offre alla stella ormai a un passo dalla fine di carriera un grande ruolo. Un ruolo -riflessione sul lavoro di attore e sul cinema. Un film che parla anche di un'america indebolita dalla guerra in vietnam ,sull'orlo della crisi sociale che genera paranoici e modesti assassini comuni. Il confine tra una paura letteraria e artistica e quella mediocre che nasce nel quotidiano. Il modo migliore per ricordare Karloff,grande film!

YAKUZA di SIDNEY POLLACK

Un film anomalo per Sidney Pollack,ma a pensarci anche per i due ottimi sceneggiatori e a loro volta registi :Paul Schraeder e Robert Towne. Una sorta di poliziesco puro,sullo sfondo delle tradizioni giapponesi e in particolare della sua malavita.Un americano parte per il giappone,la sua missione salvare la figlia di un suo amico sequestrata da una banda di yakuza.Qui l'uomo incontra di nuovo una donna che aveva amato durante la guerra,sorella di un yakuza che non vede di buon occhio il legame della donna con lo straniero.Loro malgrado i due dovranno collaborare insieme contro dei nemici assai feroci e determinati. Un robusto dramma gangsteristico diretto con mano sicura da Pollack,lontano dai suoi classicismi romantici e dai suoi drammi sociali,un film assai interessante che si lascia vedere grazie anche a scene d'azione ben girate e una recitazione molto valida.Mitchum granitico e malinconico è una garanzia!

domenica 3 maggio 2009

IO HO PAURA di DAMIANO DAMIANI

Damiano Damiani è un regista particolare ,perchè non è sicuramente un Stelvio Massi, ma nemmeno un Rosi. Si trova a metà strada tra cinema di impegno civile e cinema spettacolare e di azione.Per questo mi piace .

Questa pellicola del 1977- l'anno del movimento che enfatizzando il lato anarcoide e situazionista delle istanze politiche e sociali, è stato uno splendido canto del cigno per l'italia della contestazione- scritta da Nicola Balducco con lo stesso Damiani, si inserisce nel filone dei polizieschi che trattano di colpi di stato e stragi impunite.

Quindi un oggetto curioso che alcuni sostengono essere l'unico poliziottesco con Volontè.io non concordo con questa definizione. Però , si può cadere in tranello su questo punto.
La regia di Damiani è solida e attenta allo sviluppo della storia e dei personaggi, la sceneggiatura ricicla situazioni forse già viste,ma lo fa con grande mestiere e competenza quindi risulta assai valida.Gli attori:ognuno offre una buona interpretazione da Erland Johnson a Mario Adorf,fino ovviamente l'indimenticabile Volontè.
Lui fa la differenza in questa pellicola che potrebbe anche essere interpretata da un Merenda qualsiasi,ma grazie alle sfumature dell'attore milanese è qualcosa di più e meglio.

La storia del brigadiere Ludovico Graziano autista di un vecchio giudice-ossessionato dalla sovversione rossa e decisamente all'antica- il quale si trova coinvolto in una storia di servizi segreti per loro natura deviati,estremisti di destra, parti dell'esercito e della difesa intenzionati a creare -e con successo,direi- il clima di terrore necessario per fermare la rivoluzione socialista nel paese,ma con questa scusa anche schiavizzare le masse lavoratrici,disintegrare il dissenso e banalizzare i tentativi di rivalsa dei meno abbienti.Cose che son avvenute e funzionano molto bene in questo paese retto da una democrazia falsata e in realtà faccia modificata dell'antico fascismo-dopotutto non ci siamo mai liberati dei funzionari fascisti,anzi subito dopo la liberazione molti di essi ricoprivano ruoli chiave nella polizia,nell'esercito,nella magistratura.

Un film che si lascia seguire e vedere,offre due ore di spettacolo e riflessione.Valido

sabato 2 maggio 2009

LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI di NANNY LOY

Strano il popolo italiano:ruffiano,meschino,menefreghista e cialtrone quasi sempre,ma ogni tanto ha un momento di grande dignità e compie gesti epici e straordinari:LA RESISTENZA.
Non importa se oggi i coglioni ne parlino male, essa è stata la liberazione del popolo nei confronti delle catene del nazi-fascismo. Questo capolavoro di Nanni Loy descrive le 4 giornate che videro la città e il popolo di napoli attaccare l'occupante tedesco e la resa di questi ultimi.

Il regista- su sceneggiatura scritta da Campanile,Franciosa,Pratolini e lo stesso Loy- offre una lezione di resistenza e rivoluzione.La sua genesi,la prassi per farla continuare,le prospettive di successo e gli errori che si possono commettere.Lo stile asciutto,senza retorica,ci porta subito al centro della rivolta. Partecipiamo con il popolo alla liberazione,comprendendo che la lotta armata è l'elemento di vera rottura schiavista contro chi sfrutta e umilia un popolo,pensate se avenisse anche oggi una cosa simile:il popolo in armi contro la camorra.Ovviamente questo non avverrà mai,per altri motivi più profondi e tragici.
Però rimane il fatto che la lezione delle 4 giornate è fondamentale per la costruzione della resistenza e del suo radicale attacco alla dittatura nazifascista.

Ottimo il cast:volontè,massari fra gli altri

martedì 28 aprile 2009

LA VILLEGGIATURA di MARCO LETO

Ottimo film di Marco Leto,interpretato da Adalberto Maria Merli, Adolfo Celi,Biagio Pelligra,John Steiner,Milena Vukotic.

La storia è quella del professor Rossini,un democratico di fede liberale /giolittiana, che finisce al confino su un'isola nelle vicinanze della Sicilia, in confino.
Qui incontra il commissario Rizzuto,responsabile per il regime della sicurezza e del controllo dei confinati,il fascista è stato allievo del padre di Rossini ,e quindi per il professore ha un occhio di riguardo.
Tanto che gli trova una villa dove abitare con la moglie e la figlia.

L'uccisione di un giovane comunista ,che rossini conosceva bene, lo porta a una completa e totale presa di posizione anti fascista.

Uno dei migliori e completi film sul fascismo e sul confine.Pena che toccava a chi si ribellava anche con un solo pensiero ,all'ideologia fascista.
Mostra chiaramente la diversità di trattamento per i confinati:liberali e popolari con maggiori libertà-seppure sempre in confino sono- mentre per comunisti e anarchici massimo rigore.
Il film analizza benissimo la complessa struttura e le personalità dei personaggi.Offrendo uno spaccato credibile e istruttivo su un periodo della nostra storia.

lunedì 27 aprile 2009

ANIMA PERSA di DINO RISI

Un ragazzo dalla provincia arriva a Venezia a casa di un lontano parente,il suo scopo è quello di affermarsi come pittore.
In casa lo accolgono la zia e lo zio. Lei,donna fragile e sottomessa al marito, lui autoritario,erudito e severo.

Il ragazzo scopre che sopra la sua camera , in mansarda , c'è qualcuno . Scoprirà che è il fratello dello zio,un professore impazzito per amore. L'uomo infatti si era innamorato di una bambina,figlia della moglie dello zio del protagonista.


Il giovane indagherà a fondo su questa storia,fino a quando scoprirà la sconvolgente verità


Un meraviglioso film di Dino Risi,con un grandissimo Vittorio Gassman e una brava Catherine Denueve. Il tema della follia, dell'amore impossibile,trova nella città di venezia il suo ambiente perfetto:malinconico e decadente.

Esattamente come il film ,un dramma sulla malattia chiamata amore e sulle sue conseguenze più tragiche e folli.

Un'opera da non lasciarsi scappare

FATTI DI GENTE PER BENE di MAURO BOLOGNINI

Tulio Murri è un promettente astro nascente della politica italiana. Di chiarissima fede socialista,appresa dall'illustre padre professore universitario. L'uomo è convintissimo che la sorella Linda sia in pericolo di vita ,per colpa del marito:un volgare,meschino,ipocrita,reazionario e arrogante conte di nome Francesco. Così organizza il suo omicidio. Una volta avvenuto,però le indagini finiranno nelle mani di un bigotto e conservatore giudice , che prende il pretesto per colpire i socialisti tutti,aiutato in questo dal sempre imbarazzante Resto del Carlino.
La famiglia Murri e i loro conoscenti ne escono a pezzi,distrutti da una spinta anti-socialista costruita ad arte e scopi elettoralistici

Un bellissimo film di Bolognini,che offre una ottima ricostruzione storica e una denuncia ben precisa della falsificazione della verità,dei processi spettacolo,della becera propaganda.Insomma,esattamente come oggi

Fatto Di Sangue Fra Due Uomini Per Causa Di Una Vedova, Si Sospettano Moventi Politici di Lina Wertmuller

Una donna perde marito e figlio che aspettava per colpa di una vendetta ad opera di un sordido individuo al soldo del signorotto locale.
Lei si rinchiude in un ostile rabbia contro tutto e tutti,mentre in Italia nasce e prospera il fascismo.
Ad aiutarla giungono due uomini diversissimi tra loro:un avvocato di incrollabile fede socialista e un gangster,lontano parente del defunto.
Entrabi si innamorano della vedova e avranno rapporti con lei,tanto che quando ella scoprirà di essere incinta non saprà dire con certezza chi sia il padre.

Nel frattempo il fascismo prende in mano il potere in Italia,e l'assassino del marito della protagonista,diventa un gerarchetto odiosisssimo.
Il ganster e l'avvocato socialista faranno di tutto per ammazzarlo.


Un altro bellissimo film della Wertmuller,che coniugando come sempre melodramma e grottesco ci parla del sud,dei problemi che hanno colpito per tantissimo tempo i contadini e i poveri costretti a subire pesanti umiliazioni da ricchi,mafiosi,fascisti.
Un film importante e da vedere,anche grazie al cast:Mastroianni,Loren,Giannini

PASQUALINO SETTEBELLEZZE di LINA WERTMULLER

C'era un periodo , un tempo, in cui al cinema si vedevano storie straordinarie. Si,proprio così:straordinarie!E sapete perchè?C'era la voglia di sperimentare linguaggi nuovi, di intrattenere il pubblico in modo intelligente:mischiando tragedia e umorismo.
Uno dei massimi capolavori di questo genere è sicuramente questa pellicola di Lina Wertmuller.
La quale si fa notare subito nel mondo della cinematografia italiana perchè sa gestire con uno stile assai personale, il grottesco e il melodramma. La tragedia esplode feroce nei suoi film,trascinando i suoi personaggi. Come il grottesco costruisce i personaggi e le situazioni.
La pellicola in questione si è fatta apprezzare sopratutto in America,dove ancora oggi è materia di culto tra appassionati. In particolare per l'ottima colonna sonora di Enzo Jannacci.


Pasqualino è un guappo di mezza tacca, il quale per tutta una serie di casi e casini della vita si trova a partire per la guerra. Preso insieme a un suo amico lombardo,finisce in un lager.
Qui a comandare è una ferocissima e fredda donna teutonica,simbolo della morte e della mancanza di sentimenti, forse repressi, Pasqualino cercherà di sedurla per ottenere dei privilegi.
Questa cosa però gli costerà cara,anche se tornerà a casa sconvolto,diverso,ma più cosciente che non si può tirare a campare nel menefreghismo.

Lina Wertmuller,dirige una grande storia che parla di singoli e di Storia. Mescolando generi diversi ,ci dona una delle pellicola migliori sul dramma del fascismo e del nazismo. Senza retorica,senza moralismi,ma con la forza dell'arte e dell'ironia e dell'antifascismo.

Bellissima la colonna sonora di Jannacci,anche essa scanzonata e drammatica.

Un capolavoro,dove funziona pressochè tutto:storia,regia,recitazione-indimenticabile Giancarlo Giannini-fotografia.

I VIAGGIATORI DELLA SERA di UGO TOGNAZZI

Una società futura di natura fascista, i vecchi sono giudicati obsoleti e inutili ..e per questo eliminati.
Come?Raggiunti i 50 anni- la pellicola è del 1979,evidentemente allora a quell'età si era anzianotti- la gente è costretta ad andare in Vacanza. Cioè,in alcuni villaggi turistici.
Qui gli anziani e le anziane si abbandonano ad orgie con il personale-regalando a loro indumenti o gioielli- e si godono il sole e il mare. Però ogni giorno si fa Il Grande Gioco,cioè una sorta di tombola,dove alla fine chi vince ...Parte per la crociera,non tornando mai più
Al villaggio arrivano Orso e Nicky, una coppia in crisi. Lei si fa prendere dalla frenesia del luogo,anche se malinconicamente, lui si trova a disagio e soffre la prigionia.
Scopre ,grazie a un amico ribelle,che c'è un modo per scappare,però la partenza della moglie per la crociera lo abbatte.

Nonostante tutto aiuterà alcuni suoi amici a scappare,anche se il finale è decisamente amaro.

Una riflessione sulla società ,che parte da un libro di Umberto Simonetta, che nella sua assurdità trova elementi riscontrabili anche nel mondo che viviamo.
Dopotutto non ci rincoglioniscono di sesso,allegria imposta,per fregarci sui grandi e fondamentali temi del lavoro,dello studio,della memoria storica?E noi non andiamo felicemente verso la fine ,come fanno i vecchi in questo film?
Il tema della vecchiaia è molto presente e forte nel nostro mondo. Che invecchia, nonostante qualcuno voglia far credere che siamo superuomini e superdonne-mancano le superbotte,come il celebre film di Brescia- però appena la macchina comincia a non funzionare,li mandiamo nelle case di riposo.
Dove la persona è nè più nè meno che un pezzo dell'ingranaggio:la catena montaggio sul corpo e la mente del paziente-hai voglia a chiamarli ospiti.
L'anziano è un peso,sopratutto se malato. Sinceramente reputo che l'eutanasia serva anche per impedire che una vecchiaia di sofferenze e umiliazioni possa colpire una persona,e darle una più civile fine.
Detto questo l'anziano è anche il patrimonio storico del nostro paese,non sempre perchè talora se uno è coglione a 30 anni lo è pure e peggio d'anziano.
Insomma un argomento importante,pieno di interessanti sviluppi e questo film lo descrive bene.

Fra gli attori:ottimo tognazzi,ma da sottolineare anche la bravura di Ornella Vanoni

LA SMAGLIATURA di Peter Fleischmann

L'Europa del dopoguerra è un terreno minato di movimenti rivoluzionari e di strategie di tensione ,spesso di natura fascista.

La dittatura in grecia è una rappresentazione perfetta di quel periodo. Il film narra la storia di un operatore turistico greco,arrestato perchè entrato casualmente in contatto con un oppositore del regime.
Il capo della polizia affida l'uomo a due agenti della famigerata squadra speciale,con il compito di portarlo ad Atene,dove subirà sicuramente un interrgatorio assai duro.
Durante il viaggio tra uno dei poliziotti e il prigioniero si instaura un rapporto più o meno di simpatia,tanto che lo sbirro aiuterà l'uomo a scappare.
L'arrestato è infatti un esponente della resistenza e....


Un ottimo film dimenticato e pressochè introvabile, che spiega più della particolarità di una dittatura,come funzione uno stato di polizia e repressione. Come il fascismo spinga sull'annullamento della personalità,per dare sfogo alla delazione,alla tortura,alla sopraffazione.
Anche i suoi componenti che hanno una crisi rispetto alla riuscita e alla tenuta del regime,troveranno sempre il tempo di essere risucchiati all'interno.Magari più coinvolti di prima
Un film duro e pessimista,che dovrebbe essere rispolverato e rivisto con attenzione.

Bravissimi gli attori protagonisti:Michel Piccoli e Ugo Tognazzi.

IL COMMISSARIO PEPE di ETTORE SCOLA

Un commissario di polizia si ritrova ad investigare , suo malgrado, su un giro di prostituzione minorile che vede coinvolte donne dell'alta borghesia e i padroni della cittadina.
Lui procede fino in fondo,ma dovrà fermarsi quando il questore gli farà notare che son troppo importanti i personaggi coinvolti. Quindi di arrestare solo quelli minori,di poco conto.

Questo film, per alcuni, è un titolo minore nella cinematografia di Scola. Per me è un film assai interessante,perchè evidenzia i rapporti di forza esistenti anche in contesto giudiziario e d'indagine.
Cioè la legge è al servizio della borghesia e la difenderà , cercando altri esponenti facilmente eliminabili sopratutto nelle classi meno abbienti.

L'Italia del 1969, non è troppo diversa nel malcostume. Lo è nella resistenza delle classi meno abbienti e nella coscienza civile del suo cinema.

Un grande film ,con un ottimo tognazzi.

martedì 14 aprile 2009

PIC-NIC A HANGING ROCK

Uno dei migliori film di Peter Weir,con quel suo sottile e inquietante senso di mistero e morte che attraversa tutta la pellicola.

Tratto da una storia realmente accaduta in Australia nel 1900,il film narra le vicende di alcune studentesse scomparse durante una gita in una zona di montagna . Le ricerche partono subito e coinvolgono emotivamente , oltre che l'inflessibile direttrice, anche un giovane benestante inglese e il suo stalliere. Nonostante che due ragazze-una l'unica tornata dalla scampagnata e l'altra trovata dal giovane britannico- siano salve ,da loro non arriva nessun indizio prezioso.
Non si saprà mai cosa sia realmente successo.

Weir dirige un film tra il dramma e il misterioso,a suo modo carico di tensione e inquietante. Lascia intendere un discorso legato all'amore tra donne-nei personaggi di Miranda e Sara- traccia un delicato poema sulla morte,la scomparsa,la fragilità dell'esistente che si perde nei confronti di una natura criptica.

Lo stile lento e preciso,la recitazione fatta di piccoli sussulti emotivi e raggelanti inquadramenti etici e sociali,la disperazione della direttrice che vede crollare il suo college e la fine tristissima che farà. Uno di quei film che vivono oltre i generi e gli anni

domenica 12 aprile 2009

AMERICANI di JAMES FOLEY

Tratta da una commedia di David Mamet-che scrive la sceneggiatura di questo film- una pellicola di grande spessore artistico sopratutto per l'alto livello interpretativo del meraviglioso cast
Al Pacino,Jack Lemmon,Ed Harris,Alan Arkin.Kevin Spacey,Alec Baldwin-che in realtà è sempre stato un mediocre attore insieme ai suoi fratelli,più cani bagnati che star del grande cinema-per raccontare una società sull'orlo dell'esplosione,sul baratro di una follia lesionista che disgrega la forza di resistenza dei lavoratori,per trasformarli in singoli spaventati e disperati.In lotta contro un nemico non visibile e identificabile,ma anche no:il loro e nostro nemico si chiama Capitalismo
E questo film mostra un suo lato particolarmente selvaggio e oltraggioso di ogni etica o solidarietà tra e con colleghi.

Alcuni venditori hanno una settimana per fare delle buone vendite,altrimenti saranno licenziati
I contatti però sono scarsi,e presto si scatena una lotta dei singoli contro la paura del licenziamento. A complicare le cose il furto in ufficio dei nuovi contatti,che valgono molti soldi

Un grande film ,affilato come la lama di un rasoio,suadente come la musica jazz e con grandi interpretazioni
Da riscoprire

RAGTIME di MILOS FORMAN

Un ritratto amaro e duro della New York degli inizi secolo,attraverso la storia di alcuni personaggi:un uomo devastato dalla gelosia per la moglie che ha posato nuda per una statua uccide un milionario ,eviterà la condanna a morte grazie a una presunta infermità mentale.
Un pittore emigrato dall'est dell'europa abbandona la moglie che lo tradisce e parte con la figlioletta ,anni dopo sarà uno stimato regista.
Una famiglia alto borghese viene scossa dall'amore che il giovane fratello della moglie del padrone di casa prova per la ballerina rimasta senza marito perchè finito in prigione per aver ucciso un milionario, una ragazza accolta dalla famiglia ha un figlio,il padre è un pianista . L'uomo non sopportando una squallida offesa razzista e trovando la porta chiusa ogni volta che chiede giustizia .seminerà morte e terrore con una banda di neri incazzati per il razzismo che vivono ogni giorno.
A questa banda si unisce anche il fratello della donna sposata con il ricco possidente che ha preso in casa il figlio del pianista di colore.


Un film bellissimo,intreccio di storie e destini segnati dalla disgrazia o da una inaspettata fortuna dovuta a un incontro che cambierà molte vite.Forman dirige dando peso alle inquadrature sui volti dei protagonisti,sulle pause,sul tempo dilatato e sulla grande interpretazione del cast.
Personaggi dolenti e persi nei disegni del fato o che hanno la forza di cambiare pagando la libertà duramente o avendo un dono di radicale modificazione della loro esistenza.
Ultimo film interpretato da James Cagney,nel ruolo di un capo della polizia .

mercoledì 8 aprile 2009

LE COLLINE HANNO GLI OCCHI di WES CRAVEN

La famiglia sembra ormai essere diventata l'unico rifugio,l'unico posto,dove un essere umano possa crescere .
In realtà è proprio il contrario,il famigliarismo è un elemento assolutamente reazionario,la creazione di una rappresentanza di rapporti sociali in un microcosmo.Con regole e rapporti di forza come nella società,che poi è una serie di nuclei famigliari in presunta comunicazione tra di loro.
Enfatizzata dai politici della destra spesso,e sopratutto da quelli che ne hanno + di una, come massima rocca di difesa nei confronti dei problemi e rischi che vengono da fuori-mostrando in questo modo quanto la classe politica sia incapace di gestire e superare le problematiche del tessuto sociale-è purtroppo a volte una vera e propria prigione infernale:vuoi per i pessimi rapporti che avvelenano le vite dei singoli componenti,vuoi per violenze spesso tenute nascoste,vuoi per una profonda crisi a cui cerca di reagire chiudendosi in un clan.



Il film di Craven mette in mostra queste dinamiche attraverso lo scontro tra due famiglie :una di mostruosi assassini cannibali e l'altra di cittadini civilizzati e normali.
Finiti fuori strada in una zona desertica la famiglia dei civili verrà massacrata dalla forza brutale dei derelitti sadici e omicidi.Fino alla riscossa,che trasformerà i superstiti in feroci giustizieri ancora più barbari dei loro persecutori,da non sottovalutare la vendetta animalista-come simbolo di ricompensazione di tutte le torture e violenze spesso nemmeno tenute in considerazione dalla gente ,nei confronti dei cani e degli animali in genere-che vede il cane di famiglia trucidare due componenti della famiglia cannibale per vendicare la morte di una cagna.

Craven ci mostra il lato brutale e oscuro della provincia americana,quella dei pionieri,del vero spirito americano.
Una storia brutale e piena di sangue quella che si nasconde tra i paesaggi assolati e desolati della provincia,dove dietro la natura e i metodi franchi e diretti si nascondono follia e massacri.

Un bellissimo film che ha avuto otto anni dopo un seguito di minor fortuna diretto sempre da Craven e poi due remake ad opera di Araja.

Da vedere!

UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA di JOHN BOORMAN

Quattro amici decidono di passare un week -end navigando su un fiume, in una zona che scomparirà presto per lasciare spazio a un lago.
I cittadini si mostrano estranei e un po'arroganti nei confronti dei paesani del luogo,ma questo non sembra sortire nessun problema particolare.
La tragedia scatta quando due cacciatori violentano uno dei cittadini e per difesa Lewis,quello che pare il capo della banda, uccide uno degli aggressori.

Il gruppo si scontra e scioglie sul dilemma se dirlo o no alla polizia,apparte dexter il più razionale e onesto , tutti gli altri decidono di non dire nulla alla polizia e di seppellire il cadavere.

Dexter sopraffatto dalla propria coscienza non resiste e si uccide annegandosi,causa però i ribaltamento della sua canoa contro quella dei compagni. Risultato il ganassa Lewis,quello che dei 4 si sente più vecchio pioniere, si spezza una gamba. Tra paura di vendette da parte dei montanari,natura selvaggia e crudele, o forse solo indifferente, la paranoia aumenta e i baldi cittadini si scoprono essere bugiardi,assassini,primitivi.


Il tema dello scontro tra civilità e natura , è alla base di questo ottimo film che in realtà dice anche altro e di più. La natura reale degli esseri umani,così fragili e vittime/carnefici in balìa della pura istintivita conservatrice sia ad opera degli hillibillies che dei cittadini apparentemente civili. L'indifferenza totale e la profonda solitudine che colpisce l'uomo quando si trova sperduto nella natura,la paranoia che spinge la comitiva a credere di essere al centro di una possibile vendetta e che porta uno di loro ad uccidere uno sconosciuto.

Questo film rappresenta il lato oscuro della america di provincia e la sua anima nera.Esattamente come altri due capolavori del genere:"guerrieri della palude silenziosa", "le colline hanno gli occhi"

Molto valido il cast formato da :burt reynolds,jon voight,ronny cox, ned beatty

Boorman si mostra come un grande regista capace di creare un clima di disperazione e abbandono solo con pochi tocchi di regia

I COMPAGNI di MARIO MONICELLI

Nonostante qualcuno dica che si debba modernizzare la sinistra e le sue istanze ,portandola sul terreno di un'indignazione populista o facendola disperdere all'interno di un blando riformismo centrista, nella sostanza delle cose il rapporto di forza tra padronato e manodopera non è cambiato. Certo la società per scardinare la sovversione delle classi meno abbienti , ha dovuto dare una virata all'interno del metodo di applicazione del capitalismo,per scoordinare le direzioni di resistenza del proletariato. La disgregazione e dislocazione delle classi lavoratrici è il punto di partenza e di arrivo della fase di aggressione capitalista .
Quindi nascono nuove figure di marginali, che però hanno gli stessi problemi delle vecchie figure lavorative,peggiorate dalla dispersione di unità e soggetti.

Cosa potremmo mai capire di questa situazione ,se non abbiamo bene in mente la nostra storia di classe e di azione politica/sociale. La storia non ha scadenza e il presente , nonche il futuro sono frutti delle esperienze passate che passano attraverso una modificazione,ma non un vero e sostanziale cambiamento: il capitalismo che sfrutta la classe proletaria,oggi diventata precaria e perlopiù composta da stranieri. Cambia il quadro,ma non la cornice.O viceversa.


Per questo il film di Monicelli è assolutamente da vedere,perchè spiega e analizza come nasce,cresce e muore , una lotta di classe che vede nello sciopero uno dei suoi strumenti.

A Torino verso la fine del 1800, alcuni operai stanchi delle ore di lavoro- 14- e degli incidenti che colpiscono molti di loro,perchè stravolti dalla stanchezza, pensano di organizzarsi per far sentire le loro ragioni. Dopo un primo tentativo fallimentare,gli operai legano amicizia con un professore socialista ricercato dalla polizia,che si è rifugiato nel capoluogo piemontese.
L'uomo organizzerà uno sciopero lungo e faticoso da sostenere sia per i lavoratori,che per il padronato.

La pellicola analizza bene i pro e i contro delle lotte,l'importanza della figura carismatica e organizzativa,ma che non è nulla senza l'unione e la coscienza di classe. La debolezza di un popolo abituato a subire e a chiedere elemosina ai ricchi e potenti,che mina la riuscita delle lotte,la paura del padrone e il servilismo delle forze dell'ordine.Tutte cose che si notano anche ai giorni nostri.


Gli operai sacrificati alla produzione-1200 morti- e i migliaia di feriti,il caporalato mafioso e infame che fa parte delle impresi edili e per la raccolta di pomodori o altro,i contratti a tempo determinato e la paura di non vederli confermati,la ricerca ossessiva di stabilità nel lavoro e per averla una lotta tra poveri spietata e ridicola.
Questa è la magnifica società occidentale e questa la ridicola e falsa democrazia solo nella forma e vagamente.

Cosa è cambiato dalla Torino del 1800 , molte cose..Ma non sempre in meglio


Un film insomma da vedere assolutamente,perchè una bellissima riflessione politica,un trattato preciso sulla lotta e su come condurla.

Bravissimo Mastroianni.

lunedì 6 aprile 2009

SUMMER OF SAM di SPIKE LEE

L'estate del 1977 a New York , è una stagione infernale e non solo per il caldo soffocante che intrappola la metropoli. Un misterioso assassino che si definisce "figlio di sam" semina morte e terrore in un quartiere popolare della città.
Mentre sullo sfondo ci sono questi delitti , la storia di un gruppo di persone rimane sconvolta e prende direzione di perdizione e violenza
Vinnie, macho da quattro soldi che tradisce ripetutamente la moglie, rimane sconvolto dal fatto di aver forse visto o essersi fatto vedere dall'assassino. Egli trascina una vita di bassi istinti, volgare e squallida che in parte divide con la moglie. In città nel frattempo nascono ronde di idioti giustizieri al servizio di un boss mafioso che cercano l'assassino .Questo branco è convinto che il colpevole sia Richie un musicista punk che per campare fa spogliarelli in un locale gay e gira film porno con la sua ragazza.

La giustizia reazionaria e popolana porterà i due amici Vinnie e Richie uno contro l'altro


Il film è un viaggio all'inferno:depravazioni sessuali,volgarità di animo,giustizialismo spicciolo e pregiudizi che portano alla rovina vite e legami.
Una pellicola a suo modo apocalittica!

L'APPARTAMENTO di BILLY WILDER

C.C. Baxter è impiegato presso una grande azienda assicurativa. L'uomo , essendo scapolo, offre ai suoi superiori il suo appartamento di modo che essi possano incontrarsi con le loro amanti. Questa situazione anche se crea dei problemi al giovane impiegato -ad esempio starsene fuori casa sotto la pioggia, o essere visto come un poco di buono da parte dei vicini di casa- gli offre anche la possibilità di fare carriera molto velocemente.
Fino a quando si innamorerà di una giovane ragazza amante del suo direttore


Un capolavoro assoluto del cinema di tutti i tempi. Ancora oggi godibilissimo,poichè lo spaccato impiegatizio è assolutamente realistico. Quanti che svendono la loro dignità umana per fare carriera, non esiste un limite che ha a che fare con l'etica anche nei rapporti di affari?

Il film è interpretato meravigliosamente da tutti gli attori,spicca un memorabile Jack Lemmon

GERONIMO di WALTER HILL

Pellicola scritta da John Millius e diretta da Walter Hill,Geronimo è la biografia dell'ultimo grande guerriero indiano.

Ormai ridotti male e sconfitti gli apache decidono la resa, tra questi vi è anche Geronimo , un imbattibile e imprendibile guerriero.

La pace , però, dura poco . Infatti alcuni soldati americani uccidono uno stregone perchè convinti che spinga gli apache a riprendere le armi- i democratici yankee vorrebbero che diventassero contadini e per questo hanno dato a loro una terra arida. Un affarone.

Per questo Geronimo torna a fare le guerra e sulle sue tracce si muovono :un giovane ufficiale appena arrivato nel west, un generale disposto al dialogo, un altro giovane ufficiale che ha simpatia per gli indiani e una guida rude e a suo modo saggia.

L'indiano si arrenderà,ma l'esercito statunitense subirà lo stesso un grande colpo,visto che 35 uomini mal armati hanno fatto trabolare un potente esercito.

Visto che il nuovo capo fa imprigionare e spedire in florida , oltre Geronimo anche le guide alleate dell'esercito, il giovane ufficiale decide di lasciare l'esercito per la vergogna profonda della mancata parola dei suoi superiori.


Il film racconta come è nata la grande democrazia americana, cioè sulle vite degli indiani. Un genocidio nazista di grande e grave peso politico e sociale. Una vergogna e un'infamia che spesso viene dimenticata perchè fa comodo la storiella della grande democrazia americana.
Paese che ha rubato vite e terra agli indiani,come ha fatto in modo diverso anche con i successivi piani condor e le sue guerre per la democrazia. Un esercito peraltro nemmeno così vincitore come ci piace credere,anzi.

Ultimamente le menti migliori del paese hanno ripreso il discorso di rivedere la storia in favore degli indiani- pratica già in voga,per la verità, già negli anni 50 guardate Tomahawk e L'ultimo Apache, ad esempio.

Una storia da non dimenticare

mercoledì 1 aprile 2009

MAN ON THE MOON di MILOS FORMAN

La biografia di un artista dell'umorismo e non solo come Andy Kaufman. Popolare interprete della serie "taxi",avanguaridsta e sperimentatore del linguaggio provocatorio con il pubblico e con il suo stesso ambiente-merito anche del suo amico autore Bob.

Andy sovverte ogni regola del mondo del show -business, si lancia in imprese assurde come quella del wrestling contro le donne,spiazza il pubblico leggendo il grande gatsby invece che fare uno show comico.

Inventa anche un personaggio parallelo :il volgare cantante tony clifton,che usa per distruggere le ipocrisie buoniste del pubblico e dei colleghi
Purtroppo morirà di cancro ancora in giovane età.Nonostante il finale poetico e simbolico che lo vede sulle scene nei panni di Clifton

Un bellissimo film che sa ricreare un'epoca,dare il giusto peso e spessore a ciascun personaggio,meditazione sul ruolo del comico e non solo,e sull'importanza di abbattere i confini tra verità e finzione scenica.
Bravissimo Jim Carrey,ovviamente snobbato dai premi oscar.

ELLING

Elling dopo la morte della madre , finisce in una struttura per disagiati mentali.Qui fa amicizia con un altro ricoverato.Il governo norvegese affida appartamenti a persone con questo tipo di problematiche proprio per inserirle nel contesto sociale,quindi il film con i toni di una commedia agrodolce segue questi tentativi da parte di Elling e del suo amico di rifarsi una vita.Sono seguiti da un severo assistente sociale,e nonostante le prime difficoltà ,i due scopriranno l'amore,l'amicizia,la possibilità di vivere normalmente

Questo può capitare in un paese socialdemocratico come la Norvegia,ma in Italia?Abbiamo una legge a dir poco importante come la Legge 180. Una legge che sulla carta potrebbe consentire un percorso anche difficile per persone che hanno problemi di malattia e comportamento mentale
Purtroppo per colpa della burocrazia amministrativa,dell'allarmismo e coglioneria popolare non è possibile in Italia,non in tutte le parti e non con buoni esiti poter fare una cose come quella vista in questo bellissimo film che vi consiglio caldamente!

UN ANNO VISSUTO PERICOLOSAMENTE di PETER WEIR

In Indonesia vi è stata una delle più terribili dittature di natura repressiva e fascista che la storia ricordi.Milioni di comunisti uccisi,fame,corruzione.Il tutto benedetto dalle forze occidentali-tanto che persino i feroci musulmani all'epoca potevano andare bene in ottica anti-comunista.

Un giornalista australiano si trova lì perchè il paese è ormai sull'orlo della guerra civile,il leader Sukarno pare una marionetta opportunista,e quindi l'uomo vorrebbe sfruttare la situazione per fare un grosso scoop. Nel frattempo fa amicizia con il fotografo di origini cinesi Billy,e si innamora di una donna inglese.Il suo spirito da avventuriero conservatore-moderato cambierà quando capirà la giustezza della causa comunista,che però subirà una grossa sconfitta,a segnarlo è anche la morte dell'amico billy.

Un film intenso,che sa coniugare molto bene sentimento e denuncia. Bravo Gibson e un plauso a Linda Hunt vincitrice di un oscar come non protagonista, in un ruolo maschile!

BLOODY SUNDAY

Una manifestazione pacifica e pacifista viene stroncata nel sangue e nella morte da parte dei parà inglesi. Questa azione passerà alla storia e molto probabilmente influirà di molto la scelta dei giovani irlandesi di arruolarsi tra le file dell'I.R.A.
Il film con taglio documentaristico e grande tensione emotiva narra il prima,il durante e il dopo.Le macchinazioni,la strumentalizzazione e l'oppressione criminale degli inglesi-non molto lontana da quelle della sbirraglia italica a genova,vedi la scena in cui i parà inglesi mettono delle armi nelle tasche di un morto per far credere che la manifestazione era nelle mani di gente pericolosa..tanto simile alle false molotov della diaz- le parole .la saggezza,la volontà di chi vuol cambiare in meglio le cose stritolata dalla reazione militare.

Un film da proiettare nelle scuole come lezione sulla controrivoluzione ,sul come le "democrazie" occupino e abusino del proprio potere per stroncare violentemente ogni tipo di resistenza.

Da vedere assolutamente

sabato 28 marzo 2009

L'ORA DI RELIGIONE di MARCO BELLOCCHIO

Un pittore in rotta con la moglie e profondamente ateo,viene contattato da un prete che lo avvisa di una richiesta di santità della madre,assassinata tempo prima da un fratello malato di mente,servirebbe anche la sua testimonianza per sapere la verità
Il tutto è una diabolica macchinazione della sua famiglia caduta in disgrazia per avere tramite questa santa . un tornaconto di potere economico e sociale. Una garanzia per l'aldilà,come spesso viene definita la religione in questo splendido film
L'uomo resiste alle bassezze di questi credenti e della macchina religiosa.contrapponendo una laica e atea verità.Appare molto più in linea lui con le istanza cattoliche che il suo parentado interessato solo al prestigio che una simile occasione potrebbe dare alla famiglia.
Il pittore non cederà e difenderà l'integrità morale ed etica anche del suo figlio piccolo,mentre l'armata dei speculatori e creduloni andrà in udienza dal papa.

Bellocchio nel bene e nel male è un regista importante per la nostra cinematografia. Non facile e avvicinabile nel suo percorso di artista,ha donato al pubblico pellicole eterne e che hanno il gusto del linguaggio cinematografico di ricerca e una spiccata tendenza sociale e politica. Certo il tempo passa per tutti,qualcuno rivede in modo abbastanza rude il suo passato,ma alla fine rimangono le opere e non gli artisti,quindi diamo atto del percorso interessante e stimolante di Bellocchio,anche se non sempre condivisibile.

Questo film è uno tra i migliori del regista,ma anche in genere sul tema della religione.
Sopratutto sul mercato e la mercificazione dei santi e dei miracoli,temi che tanto piacciono alle pecore che popolano lo stivale . L'egemonia attraverso le loro superstizioni,folklorismi,giudizi,condanne , che la chiesa mostra nei confronti dei cittadini non solo italiani. La religione oppio dei popoli è una celeberrima e azzecatissima frase di Marx,d'altronde questi parassiti che si arrichiscono senza lavoro,che hanno amici immaginari e cercano attraverso le loro panzane inventate di sana pianta di dominare la vita dell'uomo,con un atteggiamento degno dei peggiori regimi fascisti su cosa basano il loro potere?Sulla paura,sul dolore,che colpisce l'uomo in terra,ma che se subite senza rompere i coglioni..Poi vedi che ti premia in cielo.
Onde evitare che le masse prendano il potere e la loro dignità perduta con la sacrosanta forza,meglio inventare un paradiso e un inferno,casomai la tua vita finisca in pareggio:al purgatorio ,che è un po' la panchina dell'aldilà.Il mercato dei miracoli e dei santi è poi quanto di più nauseabondo possa essere inventato e mercificato,un linguaggio bassissimo e volgare di eventi eccezionali e paranormali.Un assicurarsi futuro economico stabile e florido attraverso immagini della santa,donazioni,fondazioni e quanto altro.
Si,sono ateo e me ne vanto!

A QUALCUNO PIACE CALDO di BILLY WILDER

Due musicisti di jazz , si trovano per caso nei panni di testimoni di una strage mafiosa. Per scappare via dai gangsters si fingeranno donne e partiranno con un'orchestra totalmente femminile per la volta della Florida
Qui faranno conoscenza con Zucchero Candito,del quale se ne innamorerà uno dei due.Per l'altro invece toccherà in sorte un milionario e un improbabile matrimonio,ma si sa "nessuno è perfetto"!

Che classe e leggerezza,che misura e capacità di creare gags assai divertenti senza scadere nel ridicolo,nella macchietta e banalizzazione. Il film è ancora oggi gustosissimo e spassosissimo.Ha lanciato modi di dire-nessuno è perfetto,che poi da noi è diventato anche un mediocre e debole filmetto con Pozzetto e la Muti,su un uomo che sposa un ex parà che ha cambiato sesso-ha un ritmo che fa invidia alle commedie moderne-intrappolate nella mentalità televisiva popolana-e sopratutto vanta un cast in stato di grazia:Tony Curtis,Jack Lemmon,Marylin Monroe.

ps:il film di Benigni "Johnny Stecchino" è un omaggio a questa pellicola-c'è un personaggio che si chiama Charlie Stecchino.

Un capolavoro immortale

SINDROME CINESE di JAMES BRIDGES

Il tema del nucleare è da sempre terreno di scontro tra fazioni contrapposte. Chi dice che sia una risorsa importante e fondamentale per l'uomo e chi la vede come una minaccia perenne ,pronta a combinare dei gran bei casini se gestita male.

Questo film di denuncia sociale punta sulla seconda ipotesi e non a torto. Una reporter di servizi frivoli si ritrova per caso coinvolta in un caso di incidente accaduto,in sua presenza.all'interno di una centrale nucleare. Il suo idealista e battagliero cameramen vuole vederci chiaro e non cede ai ricatti e ripensamenti della rete spaventata dalla rappresaglia della ditta che gestisce la centrale.
Nel frattempo un responsabile diventa sempre più scettico sulla tenuta e sicurezza all'interno del suo posto di lavoro e teme che possa aggravarsi la situazione portando a una strage di innocenti cittadini.
Tormentato cerca di fermare i lavori prendendo in ostaggio i suoi colleghi e richiedendo di parlare con la giornalista,per fare conoscere a tutti la verità,ma...

Un film che forse in taluni punti pecca di eccessivo didascalismo,ma non sempre è un problema ,sopratutto quando si denunciano reali pericoli. Per cui il film alla fine è un'operazione cinematografica che deve prendersi certe libertà,ma nella sostanza porta avanti un messaggio reale e importante che non dovrebbe essere sottovalutato e che anzi in questi tempi è tornato di nuovo al centro del dibattito. Certo, noi avremmo fatto un referendum contro le centrali nucleari,ma il Reuccio che ci comanda e la massa di coglioni che lo votano forse lo hanno scordato e quindi..Insomma anche da noi una bella centrale nucleare gestita alla cazzo di cane,dai maneger che hanno sputtanato ferrovie,alitalia e così via.
Il film è una buona opera ed è interpretato molto bene da Jane Fonda,ma sopratutto un grande Jack Lemmon

DALLA TERRAZZA di MARK ROBSON

Un classico drammone famigliare tipico del cinema americano degli anni 50/60. Un giovane torna dalla guerra,ma non è felice il suo arrivo:il padre è un uomo privo di sentimenti,legato all'immagine del fratello del protagonista morto giovane per malattia,la madre è un'alcolizzata e ninfomane.
Il ragazzo cerca il successo non nella fabbrica di famiglia,ma con un amico nel campo degli aeroplani.Purtroppo la cosa non funziona come vuole lui,va meglio in amore perchè sposa una donna che fa parte di una ricchissima e potentissima famiglia.Dopo il matrimonio ,per caso, salva la figlia di un potente e affermato magnate di wall-street.Grazie a questo entra a far parte dell'azienda del vecchio. Il lavoro lo allontana dalla viziatissima e infedele moglie,ma lui non può chiedere il divorzio perchè il suo capo è un moralista e bigotto che non tollera queste cose.

Grazie a un viaggio però conosce un'altra persona e dopo svariate sitauzioni troverà il coraggio di lasciare moglie e vecchio bigotto e iniziare una nuova e serena vita.

Classico film hollywoodiano che attraverso il dramma affronta la vita degli americani facenti parte della buona società. Dietro l'immagine di uomini affermati e di successo,il dramma di esistenze corrotte e devastate dalla cupidigia,dal potere autorappresentativo e accumulatorio,dalla ipocrisia religiosa,dall'appartenenza che conta più della sostanza.

Un bellissimo film perchè in grande parte ancora oggi in certi ambienti funziona così, o no?

L'ULTIMA ONDA di PETER WEIR

Uno strano film tra il trhiller e il genere horror-apocalittico. Una piccola opera che manifesta però una grande perizia tecnica e una certa ricerca di rappresentazione da parte del famoso regista australiano.
David è un giovane avvocato che accetta la difesa di un gruppo di aborigeni accusati di avere ucciso uno di loro. Strani sogni ed eventi inquietano l'uomo di legge,fino a che arriva alla sconcertante verità:lui è un messagero della fine del mondo,che arriverà tramite una gigantesca onda che sommergerà il pianeta,o quantomeno l'Australia.

Il film ha uno stile raggelante e quasi documentaristico,che mantiene volutamente sottotono la materia-gli americani fracassoni come sono avrebbero riempito il tutto da musiche stile gregoriano,riprese alla cazzo di cane di statue e chiese,dialoghi pompatissimi e scleri dei protagonisti,d'altronde devono spiegare le cose a un popolo tra i più ignoranti del mondo..Quindi il linguaggio deve essere sempre sopra le righe e filo-bigotto- il che non è un difetto,anzi:sottolinea ancora di più la tragedia di questo uomo ,della sua solitudine,del fatto che è semplicemente un mezzo senza forza alcuna per bloccare la fine in arrivo.
Si parla tanto di fine del mondo,un argomento che rende benissimo ai sciacalli menagrami di tutte le chiese e religioni,penso sia un modo buono per tenere a freno la popolazione e con la paura si governa meglio.Il tema però ,è di per se affascinante e ricco di sfumature interessanti.Se verrà questa fine del mondo sarà per colpa collettiva,per collasso finanziario,perchè berlusconi perde i capelli?Per quale motivo un mondo dovrebbe finire?Non esistono tante piccole apocalissi che hanno trasformato violentemente le nostre società?

martedì 24 marzo 2009

LA PROPOSTA

Nick Cave è una leggenda della musica e in questa pellicola si manifesta anche un ottimo sceneggiatore.
La storia parla di una banda di delinquenti sanguinari la famiglia Murphy,la quale viene fermata da un capitano dell'esercito inglese. Il soldato offre a uno dei fratelli una proposta:ha a disposizione poco tempo per trovare suo fratello Arthur ,che si è nascosto sulle montagne,e ucciderlo altrimenti il fratello minore verrà impiccato.
Charlie parte per questo viaggio,che si concluderà in un bagno di sangue.

Bellissima ballata di morte ,sangue,violenza e anche di solidarietà famigliare,incapacità di scappare dal proprio destino,scontro tra l'indifferenza della natura e i dolori del genere umano,il sadismo di chi detiene la legge e dei cittadini vigliacchi e forcaioli e la violenza libera e selvaggia dei criminali,il razzismo degli inglesi colonizzatori nei confronti non solo degli aborigeni,ma anche contro irlandesi e poveracci.
Un grande film da vedere a tutti i costi,tra le migliori riflessioni sulla violenza.

ZODIAC di DAVID FINCHER

La storia vera di un famoso e imprendibile killer che ha funestato la summer of love e i tempi del flower power in america.
Il film ,bellissimo,è la lunga indagine per la scoperta dell'identità dell'assassino condotta da un poliziotto,un giornalista ubriaco e un vignettista.Come essi vengano travolti dalla storia,tanto da rimetterci lavoro e rapporti personali.Mentre affiorano i primi sospetti.
Ancora oggi con certezza non si sa chi sia il vero colpevole,anche se il film lo dice e non alla cazzo di cane ma affidandosi alle carte giudiziarie e ai documenti della polizia.
Un'indagine sulla psicosi collettiva che un assassino seriale può recare in un paese come l'america,prodotto tipico della società occidentale,orco cattivo che può svegliarci dai nostri sogni d'oro.
Un grande film sulla paura,l'ossessione,la ricerca della verità

DEATH SENTENCE di JAMES WAN

Il filone nefasto del giustizialismo privato è forse tra i più odiosi del mondo cinematografico.Migliaia di pellicole reazionarie e profondamente fasciste che riscaldano il cuore dei conigli borghesi,incapaci di dare sfogo alla loro anima carogna e sadica se non esercitate dai loro sbirri e soldati. In realtà la delinquenza che nasce da un contesto ambientale e sociale è ben visibile e proposta dai tg e dai pensatori vaghi odierni giornalmente. Tanto da spingere la gente a credere che una certa etnia,una certa religione o i soliti sovversivi siano più pericolosi di un ingegnere pervertito e maneggione.Potenza dei tempi.

Il film in questione è molto ambiguo,ma nella esaltazione della carneficina operata da un onesto medio borghese a cui una banda di sottoproletari stermina metà famiglia,vi è anche una sorta di denuncia del giustizialismo privato.Alla fine un pretesto per dare libero sfogo alla bestialità disumana che abita il pacifico cittadino,peggiore anche dei criminali vittime della sua vendetta.
Oltretutto il protagonista non è il solito vendicatore tutto di un pezzo-reazionario e fascio dalla prima all'ultima scena-ma un uomo che volendo farsi giustizia entra anche in depressione per quello che ha fatto,causa la morte della moglie e il ferimento grave del figlio superstite,si trasforma in mostro sadico e assetato di sangue.insomma diventa un criminale.
Bravissimo come sempre Kevin Bacon.

LINEA MORTALE di JOEL SCHUMACHER

Alcuni studenti di medicina curiosi di sapere cosa c'è dopo la vita,sperimantano la morte-per pochi minuti-al ritorno però vedranno materializzarsi le loro colpe: chi sarà ossessionato dalla visione delle sue numerose amanti che lo accusano di averle usate,chi sarà ricoperto di insulti da parte di una bambina che aveva aggredito ai tempi della scuola,chi dovrà scontrarsi con la morte del padre,chi con il fantasma di un bambino del quale aveva provocato la morte.
Per salvare la loro psiche dovranno riconciliarsi con i loro fantasmi. Un film confuso sul registro da adottare:horror o film metaforico sulla colpa e la redenzone?Questa ambiguità è la forza e debolezza della pellicola che regala immagini assai suggestive,tecnicamente è un film più che valido,ma che nella sceneggiatura zoppica un po'. Tentazioni filosofiche all'americana,uno spirito cristiano un po' reazionario in sottofondo,e alcune scene che avrebbero meritato di più-vedi la scena della roberts che incontra e abbraccia lo spirito del padre morto suicida-però dalla sua ha anche un grosso fascino visivo.E poi pone domande sulla vita dopo la morte. Su questo tema il potere ha per secoli e continua farlo ora ,il suo carburante,la sua forza per spingere la gente a una vita di schiavi paurosi.La paura di un giudizio ultraterreno,la speranza nel miracolo,il crearsi un paradiso che non sia visibile nel mondo che viviamo.La religione come oppio dei popoli,sosteneva Marx, e la morte con il suo aldilà come guinzaglio stretto al collo del popolo.

Il film vanta un cast di attori allora molto in voga:Sutherland jr -che aveva già recitato con il regista nel buon ragazzi perduti un vampire movie di metà anni 80- la sempre sopravvalutata esteticamente e professionalmente Roberts,il mio stimatissimo Bacon,uno dei tanti fratelli Baldwin dalla faccia di cucciolo bagnato,e Oliver Platt attore che ha visto la sua carriera in crisi per colpa di una certa somiglianza con Jack Black

TERRA DI CONFINE di KEVIN KOSTNER

Kevin Kostner è una sorta di Eastwood minore,poichè a differenza del grande regista americano di Bird ,non rielabora il classicismo,il romanticismo delle "vecchie storie",ma lo ripropone pari pari, mantenendo saldissime le radici nella nostaglia rappresentata e rivendicata del vecchio cinema hollywoodiano. Eppure è anche capace di donare opere come questo film assai interessanti e godibili.
Il film narra la storia di alcuni cowboy nomadi che girano il paese con la loro mandria e la lotta contro il solito malvagio proprietario terriero,lotta che è alimentata dalla vendetta dei cowboys nel nome di un loro compagno di lavoro e del cane di uno di loro.
Sono proprio i piccoli particolari-esempio l'importanza del cane, la sparatoria che non segue uno schema cinematografico,ma è pura confusione e rapida violenza- che fanno questo film una pellicola degna di essere vista.Siamo nei paraggi del cinema classico,con una storia solida e robusta e tempi larghi e distesi.Bravi gli attori coinvolti nell'operazione nostalgia kostneriana ,tra tutti spicca il grande Robert Duvall

UOMINI E TOPI di GARY SINISE

Il film prende spunto dal celeberrimo romanzo di John Steibeck ambientato durante la Grande Depressione negli anni 30 in america.
Due amici cercano lavoro e lo trovano in un ranch-uno è piccolo e furbo,l'altro è un gigante ritardato tanto buono quanto incapace di controllare la sua forza.E per questo portatore di grossi casini per il suo compare,costretti sempre a scappare inseguiti da galantuomini pronti a linciarli.
Trovato il lavoro i due fanno amicizia con un vecchio legatissimo al suo cane-che sarà costretto a fare eliminare-e ad altri lavoratori.Purtroppo la cretineria del figlio del padrone,e il comportamento della sua giovane moglie ,porteranno grossi guai che vedranno una svolta drammatica nel rapporto tra i due amici.

Un film che punta molto sulla capacità degli attori di sapere creare l'emozione e la commozione per il grande pubblico.Non l'opera migliore tratta da un romanzo di Steinbeck,ma un buon film che si lascia guardare e che pone una riflessione sul sistema lavorativo/schiavizzante che dominava l'america di quel periodo.Quando il paese era attraversato anche da idee rivoluzionarie e sanguinosi scioperi. Un periodo che ha visto all'opera grandi artisti come Woodie Gutrhie e altri

THE KILLER di JOHN WOO

Non amo particolarmente il cinema di Hong Kong ,sopratutto quando espatria e si contamina con la mentalità piatta e fracassona degli yankee.
Ammetto però che John Woo abbia saputo donarci pellicole assai suggestive e riuscite,come questo film profondamente malinconico e fatalista che colpisce non solo per le bellissime e suggestive scene di azione,ma anche per la rielaborazione dei personaggi tipici di questi film e per una ricerca di commozione e partecipazione anche umana alle gesta del killer protagonista di questa opera.

Un killer causa per errore il ferimento di una donna che finisce accecata,turbato pensa di abbandonare il lavoro di sicario dopo un'ultima missione che gli frutterà i soldi necessari per un'operazione al fine di far vedere di nuovo alla ragazza.

Purtroppo viene tradito dal suo capo e inizierà una sanguinosa lotta -insieme a un poliziotto-contro la sua ex banda.

Un film che oltre a sparatorie e coreografie di violenza spettacolare,scava o cerca di farlo anche all'interno del genere umano. Amicizie salde,coraggio,contro la crudeltà gratuita,il tradimento,l'abbandono degli amici e le sofferenze dei deboli. Un film che non si ferma solo sulla forza dell'azione,ma cerca di contaminarsi con il melodramma,con l'emozione.
Uno dei massimi capolavori del genere e non solo

EVA CONTRO EVA DI J.L.MANKWIEVITZ

Una giovane e perbene ragazza della profonda provincia americana,grandissima ammiratrice di una famosa diva del teatro,riesce a diventare segretaria e amica della sua amata attrice.
Si rivelerà un'arrampicatrice scaltra e cattivissima,tanto da sfruttare la ex diva e vincere un importante premio.Il finale però ribalta l'inizio con lei che si trova nei panni della diva e una ragazza che ricorda la protagonista quando fingeva amicizia nei confronti della vecchia attrice
Un film bellissimo ,molto popolare e amato, che indaga con tagliente lucidità sui rapporti complicaati alla base della "sorellanza" o dell'amicizia femminile,ovviamente inserito in un contesto ben preciso: il teatro. Rivalità,raggiri,raccomandazioni,invidie e cattiverie,quasi nessuno si salva. L'impossibilità di avere rapporti di amicizia reali,di dedicarsi all'arte piuttosto che a una ridicola rappresentazione di ego e perfidia.Il film appare ancora oggi moderno e importante,non risulta didascalico o datato.Merito sopratutto del cast ,sopratutto delle due attrici protagoniste:una immensa come sempre Bette Davis e Anne Bancroft,valida nella parte della finta buona.

domenica 15 marzo 2009

I GUERRIERI DELLA PALUDE SILENZIOSA di WALTER HILL

Un grande maestro del cinema obliquo americano. Perchè obliquo?Perchè Hill ,regista ampiamente sottovalutato,attraverso i suoi film di genere arrivava a parlare di altro e con una forza di impatto visionario che colpisce totalmente lo spettatore.


Questa pellicola è una delle sue opere migliori:ritmo,tensione,robustezza di immagini e situazioni,buone interpretazioni,eccellente sceneggiatura che pur essendo essenziale e diretta non perde un colpo e non scivola nel banale.

Un gruppo di soldati in esercitazione nelle paludi della Louisiana,per superare le acque e arrivare a destinazione prendono delle canoe,queste appartengono ai cajiun-popolazione che abita nella zona e parla un francese un po' strano,ma anche no-i quali si fanno vivi per riavere le loro imbarcazioni.Un soldato idiota ha la brillante idea di sparare su di essi-anche se a salve- ovviamente come risultato ottengono la morte del sergente ,abbattuto da una fucilata.
Inizia una caccia spietata da parte degli abitanti della palude nei confronti dei soldati,i quali avranno grossissimi problemi non solo con le acque putride,la vegetazione e il disorientamento,ma sopratutto tra di loro.(scoppieranno violenti conflitti per la paura e l'isolamento).


Un film bellissimo che indaga sulla nefasta natura primitiva e reazionaria,che non lascia scampo a nessuno,nemmeno ai tutori dell'ordine abituati a malmenare studenti in manifestazione.Un mondo violento e senza scampo,devastato dalla ferocia,dallo sbandamento e abbandono davanti a minacce incontrollabili.

In poche parole un capolavoro a recuperare!

L'IMPOSSIBILITA' DI ESSERE NORMALE di RICHARD RUSH

Il cinema migliore fatto in america , è sicuramente quello nato dopo il flop di Cleopatra e che è arrivato fino al riflusso e revisionismo a favore dell'Industria e della Massificazione di immagini precotte per un pubblico di non pensanti voluti da Lucas e Spielberg.

In quel periodo i film americani indagavano e propagandavano la tensione sociale e politica,il fermento sacrosanto della contestazione e della lotta contro il sistema reazionario americano.

Tra i tanti film spicca anche questa commedia di Richard Rush,con una superlativa prova di Elliot Gould e l'incantevole Candice Bergen,già protagonista del capolavoro Soldato Blue.

Uno studente vuole a tutti i costi laurearsi e diventare un insegnante e per questo pur capendo le motivazioni non vuole immischiarsi troppo nelle lotte studentesche. Egli è una persona in realtà rabbiosa con il sistema e insicuro nei confronti della vita ,cerca come direbbe battiato, il suo:centro di gravità permanente.Non lo trova nemmeno nel rapporto con una donna anche lei abbastanza incasinata politicamente e sentimentalmente,tutto questo mentre un suo amico frichettone non riuscendo a svignarsela per evitare la guerra in vietnam diventa un reazionario pattriota,l'università è messa a ferro e fuoco dagli studenti rivoluzionari e la vecchia e conservatrice classe dirigente è alle strette
Alla fine sarà un trionfo di ribellione e amore!

Una bellissima commedia che affronta un periodo d'oro sia per il cinema che per la gioventù,la quale fermentava istanze rivoluzionarie che avrebbero lasciato il segno nella società.Poi la risposta violenta e definitiva della reazione sostenuta dalla borghesia e da settori-assolutamente massacrabili,tanto non si perde niente-del sottoproletariato.Questi film ci mostrano come era possibile confrontarsi e muoversi verso un percorso di reale liberazione degli individui e di annientamento dell'individualismo.Purtroppo la storia è andata da un'altra parte, afuria di bombe di stato,terrorismo nero,revisionismo storico e tanto altro

LO SPECCHIO DELLA VITA di DOUGLAS SIRK

Negli anni 50 hollywood viveva sotto la morsa del senatore macharty, un grandissimo pirla che ha rovinato la vita di molti tra i migliori scrittori e registi della città del cinema.
Nonostante questo,è da sottolineare come proprio in questo decennio filtrati da melodramma e spirito yankee ,si cominciasse a parlare di problemi riguardanti la società americana. Certo vi erano registi come Martin Ritt e altri che puntavano direttamente alla denuncia e altri che invece se la cavavano nascondendosi dietro a generi di sicuro successo popolare.
Un esempio è proprio questo film:Lo specchio della vita. Storia di quattro donne-madri e figlie- che vivono in modo diretto e indiretto la problematica del colore della pelle. Alla base un rapporto di amicizia e lavoro che spinge una donna afro-americana senza casa e con una figlia dal colore della pelle decisamente vicino al bianco,a cercar lavoro presso una attrice in cerca di affermazione. Le due donne si conoscono perchè le figlie in spiaggia legano una profonda amicizia.

Crescendo la ragazza ,figlia della cameriera, vive sempre più a disagio il suo avere una madre nera.Questo crea forti problemi sui posti di lavoro e nei rapporti con i ragazzi.Mentre l'altra ragazza si innamora del bello di sua madre.

Alla fine un funerale metterà tutto a posto,con il trionfo dell'amore e della comprensione.

Un buon film che oltre al melodramma in voga proprio in quel periodo,ci racconta cose niente affatto banali e che pur mutando il soggetto ci descrivono problematiche ancora attuali:il difficile rapporto con le altre popolazioni-anche senza essere neri,ora i rapporti difficili sono con il mondo arabo e con i romeni,mai una volta che i "buoni e bravi" cittadini italici e statunitensi facciano ammenda delle loro violenze e dei loro lati più oscurantisti- la difficoltà di controllare le proprie pulsioni sentimentali che ci portano spesso a innamorarci di persone non adatte ,la solidarietà che dovrebbe essere alla base del rapporto tra uomini.

Insomma un flm che nonostante tutto ci fa ancora riflettere a lungo!

sabato 14 marzo 2009

VOGLIO LA TESTA DI GARCIA di SAM PECKINPAH

Peckinpah è il regista degli outsiders e della violenza-nonostante lui preferisse fra le sue pellicole film come L'ultimo Buscadero o La Ballata di Cable Houghe,commedie amare e senza traccia alcuna di violenza-anche in questa pellicola continua il suo viaggio all'interno dell'inferno in terra.

La figlia di un potentissimo proprietario terriero messicano ,rimane incinta di un certo Alfredo Garcia. L'uomo offre un milione di dollari a chi uccide 'sto tipo. I suoi scagnozzi incaricano un pianista alla deriva alcolica ,del denaro per sapere dove si trova Garcia. In realtà il ricercato è morto in un incidente stradale,quindi il pianista riceve la missione di recuperare la testa di Alfredo e portarla in un luogo sicuro dove il pianista sarà pagato profumatamente-in realtà pochissimo,ma lui non lo sa.

L'uomo parte con la sua compagna,una donna di cui è molto innamorato.Dopo alcune avventure ,la donna verrà uccisa e lui impazzendo scatenerà una strage uccidendo tutti gli uomini del ricco proprietario terriero e uccidendo anche il riccastro,ma non si salverà

Un doloroso,macabro,fatalista canto funebre. Un film poetico a suo modo,un'opera straziante sul destino e l'incapacità di evitare la fine

MISSOURI di ARTHUR PENN

Uno splendido western diretto da un grandissimo maestro del cinema americano-Alice's restaurant,gangsters story, furia selvaggia- Arthur Penn, che riflette sulla natura assassina e di rapina del capitalismo yankee.
Uomini di legge e ordine,padri esemplari, latifondisti pieni di soldi e di morale che impiccano senza processo presunti ladri di cavalli e assoldano psicopatici feroci per difendere il loro benessere.
Dall'altra una banda di ladri decisamente più umana e anche onesta rispetto alla rapina di materiale e vite messa in atto dai cosidetti bravi cittadini.

Il film parte da questo per raccontare la vita di uomini divisi dalla visione della vita e dalla violenza. Quando uno di loro vorrà comprarsi un ranch e dare il via a una vita semi-onesta,interverrà un sadico e pazzo assassino ,cacciatore di taglie,a trascinare l'uomo verso la vendetta.Non lo fermerà nemmeno l'amore per la figlia del padrone della terra e della morte altrui.

Il film è un grande affresco della vita nel west,senza romanticismi o cattiverie gratuite. Una storia magnifica,ben diretta da Penn e che vede tra i protagonisti due leggende come Jack Nicholson e Marlon Brando- si vocifera di una loro relazione passionale sul set.

Una grande opera cinematografica,come spesso se ne son fatte nei western

QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA di HAL ASHBY

Abituati alla musica come mero sottofondo e agli eroi usa e getta del pop odierno,pare impossibile credere che questo film sia una storia vera.Infatti ,la pellicola è la trasposizione su grande schermo della vita di Woodie Gutrhie,notissimo e nobilissimo padre del folk americano di protesta.
Cantore dei braccianti e operai sfruttati nell'america della grande depressione,un uomo che ha pagato anche duramente la sua posizione politica intrasigente verso il regime capitalista americano. Abbandonando un programma radiofonico di successo,tagliando i rapporti economici vantaggiosissimi che aveva stipulato con la radio nazionale e un locale alla moda.

Un modo di intendere l'arte che affoga oggi dentro a un circo insostenibile di musica conformista e addomesticata,che non vuol dare fastidio a nessuno.

Grande Woody,noi non ti dimenticheremo mai!

Insomma un bellissimo film interpretato molto bene da David Carradine.

martedì 10 marzo 2009

THE WOODSMAN

Uno splendido film che affronta un tema spinoso e assai difficile :la pedofilia.
Un uomo esce dopo dodici anni di prigione,trova lavoro in un magazzino e avvia una relazione con una sua collega.
Purtroppo egli è stato un molestatore di ragazzine e bambine,questo ha fatto in modo che venisse abbandonato totalmente dalla famiglia-la sorella gli impedisce di vedere la nipotina-tranne il cognato che è l'unico a stargli abbastanza vicino.Lo seguiamo dal psicologo,nei suoi rapporti con un poliziotto che lo tormenta,nella sua lotta contro i propri demoni. Non viene giustificato,ma nemmeno moralisticamente condannato a priori. Si cerca di capire cosa succede e perchè, si indaga sulla condizione umana con ecquilibrio senza cercare la scena madre o quella forte per impressionare gli spettatori.

L'uomo è carnefice e vittima allo stesso tempo,e solo alla fine arriverà un possibile cambiamento

Il film è riuscito anche grazie alla presenza di un grande attore,mi sa un po' sottovalutato,cioè:Kevin Bacon
Che offre una memorabile performance:misurata,sofferta,spiazzante.

Da vedere se riuscite a non essere rondaioli e reazionari

CHE FINE HA FATTO BABY JANE? di ROBERT ALDRICH

Aldrich è un grandissimo autore che dovete a tutti i costi recuperare perchè fondamentale per il linguaggio cinematografico di un certo modo di fare film,moderno anche ai tempi.Nonostante il suo impianto sia ambiguamente classicheggiante
Questa è una storia nerissima e crudele di dipendenza,abbandono, gelosia,invidia e declino. Due sorelle un tempo famose ora vivono da sole ,schiave dei ricordi e di un rapporto sadico ,di subordinazione e malignità
Una è una ex attrice assai affermata costretta su una sedia a rotelle,l'altra una ex-bambina prodigio che non ha mai dimenticato il suo passato e si comporta come tale
Jane tortura psicologicamente e fisicamente Blanche,per rivendicare la sua rabbia contro il mond e la sorella ne subisce le conseguenze.

Il film è freddo ed analitico,ci mostra fino a dove la nostra mente può tranquillamente arrivare.Lo fa però senza strafare e ricercare l'effetto,ma con anche molta compassione per le due protagoniste. Abbandonate a vivere di rancore pensando al passato,affogando nella più nera follia

Memorabili Bette Davis e Joan Crawford.Un grande esempio di cinema!

LA TERZA MADRE di DARIO ARGENTO (?)

Come si sputtana terribilmente una saga assai interessante nel panorama horror italiano?Con questo film.Truculento in modo ridicolo e chiassoso,mal recitato,comico involontariamente-le scene delle zuffe tra cittadini posseduti dalla forza malefica e lo spirito della madre di Asia Argento-fastidioso anche nel suo essere reazionario,vedasi il brutale delitto delle due lesbiche.
Insomma uno dei peggiori film horror di tutti i tempi!
Alla larga,e rivedetevi i film vecchi del grande maestro!

IL punto di domanda tra parentesi è per sottolineare l'incredulità!

OTTOBRE di EINSESTEIN

Un grande classico della cinematografia mondiale nonostante abbia ottantadueanni. Il film celebra il decennale della rivoluzione sovietica e ne rielabora le diverse tappe.
Il risultato è un grandioso affresco storico e politico,una lezione rivoluzionaria che nonostante tutto però mostra già i primi segni del potere staliniano-trockji ne esce a pezzi,quando in realtà è stato insieme a Lenin il maggiore motore rivoluzionario e strategico -magnifico dal punto di vista della tecnica ,con un montaggio moderno nonostante il tempo.
Avvincenete nelle tante scene spettacolari ed epiche di battaglia, meraviglioso per le soluzioni visive che allietano i nostri occhi,commovente e trascinante.Un vero capolavoro cinematografico.

Viene da pensare alla possibilità di riportare un contesto di formazione e pratica rivoluzionaria ai giorni d'oggi,pare del tutto impossibile. Anche perchè a sinistra nonostante le recenti batoste si continua a perdere tempo parlando di unità e novità ,senza badare che si è perso il terreno fertile delle avanguardie di lotta per il popolo e la sua formazione.

Anzi ai banchetti mi capita sentire persone di sinistra parlare di superamento della lotta di classe,di modernizzazione che ha portato il prc a scomparire dalle scene politiche parlamentari.Grazie a cosa?A una politica socialdemocratica legata al posto nell'amministrazione del potere piuttosto che alla lotta delle classi meno abbienti.
Riprendiamoci vedendo sto film,va!

30 GIORNI DI BUIO di DAVID SLADE

Il genere horror è decisamente tra i più popolari e tra quelli che stimolano maggiormente un pubblico spesso giovanile a una sana visione.Per valutare quanto coraggio si abbia a resistere nella visione di film disturbanti e che mirano a risvegliare in noi parti buie del nostro essere.
Ultimamente in America escono parecchie cose assai scadenti, truculente buffonate e filmetti per teen-agers.
Per fortuna non è questo il caso che andiamo ad analizzare.Nossignori,qui ci troviamo di fronte a un bellissimo esempio di horror assai ben fatto.
Originale la trama:un paese in alaska rimane per un mese all'anno senza la luce del giorno.
Questa situazione avvantaggia una invasione di letali nemici.In pochi sapranno resistere e per vincere sarà neccessario il sacrificio di uno dei buoni.

Il film crea tensione,avvince,è suggestivo e originale nella sua ambientazione e nelle sue dinamiche che richiamano il grande cinema del new horror come Carpenter,ad esempio.

Per gli amanti del genere è assolutamente da non perdere!

GREMLINS di JOE DANTE

L'impiegato di Hollywood Steven Spielberg è anche da produttore assai presente sul set e cerca in tutti i modi di mettere il suo non stile all'interno di progetti che dovrebbero appartenere ad altri.Ne sa qualcosa Tobe Hooper,addomesticato e rovinato dal regista di Hook,sul set di Poltergeist.
Poteva succedere la stessa cosa anche a Joe Dante,regista di questa pellicola cult negli anni 80.Per fortuna in parte Dante si è salvato
Certo l'ambientazione natalizia da spot televisivo,certi leggeri stuporismi ,certi tentativi assai ruffiani di conquistarsi il pubblico,ma c'è anche un pizzico di anarchia e ironica crudeltà da parte dei mostriciattoli protagonisti che rende il film simpatico e divertente
Non è un capolavoro,non è forse nemmeno un buon film-almeno nel senso comune del termine-ma possiede momenti gustosi e mantiene lo spettatore complice della visione.
La storia arci nota è quella di uno strampalato inventore che regala al figlio uno strano animaletto,avendo evitato di seguire le regole per allevarlo bene ,il ragazzo sarà responsabile dell'invasione di mostriciattoli i quali metteranno la cittadina a ferro e fuoco.

Un tuffo nella nostra infanzia,per questo ci piace questo filmettino!

LETTI A 3 PIAZZE di STENO

Una godibilissima commedia diretta da Steno e che tra i suoi sceneggiatori vanta la firma anche del noto regista horror Lucio Fulci.
Un uomo è sposato felicemente con una bella donna,la quale è legata precedentemente da un matrimonio con un soldato disperso in Russia.
L'unione procede bene ,fino a quando il disperso si fa vivo e pretende la donna per sè.
Questo genera una divertente serie di gags tra i due uomini per avere la moglie e cacciare il rivale.

Il film parte da uno spunto serissimo,la disfatta dell'esercito italiano nelle lande sovietiche,per proporre una gustosissima commedia tutta sulle spalle di due colossi della risata come Totò e Peppino De Filippo.

Si ride tanto,e si passa un oretta e mezza assai spensierata. Un buon film da visionare!

RISATE DI GIOIA di MARIO MONICELLI

Il mondo dello spettacolo è da sempre nel mirino del cinema che spesso lo descrive come una giungla di persone senza scrupoli.
Monicelli in questo film descrive le vicissitudini di due poveri cristi:Tortorella e Umberto. Due emarginati e perdenti che vivacchiano ai margini del cinema. Una notte di capodanna movimentata e piena di insidie li unisce a un giovane malavitoso,del quale Tortorella si innamorerà,subendo una grossa delusione

Un mondo cinico e crudele con gli ultimi, dove nemmeno l'amore è un dono di sincerità e onestà, un ritratto al vetriolo dell'Italia del Boom,devastata dal consumismo e dalla superficialità e cafoneria dei nuovi ricchi e vecchi fascisti.
In tutto questo brillano,seppure da presunti perdenti,i due protagonisti:dimenticati attori del varietà,gente che non avrà mai una seconda possibilità per riuscire a ottenere un minimo di riconoscimento.

Bravissimi,struggenti ANNA MAGNANI E TOTO', per un film sfortunato al botteghino,ma validissimo come testimonianza di un'epoca e di un modo di vivere che forse anche oggi vede molti protagonisti cercare un'occasione che non arriverà mai.

DOVE E' LA LIBERTA' di ROBERTO ROSSELLINI

Uno strano incontro,per un film sfortunato che incassò poco. Però, a chi scrive poco importa quanto un film sia stato visto. Non è sicuramente il successo economico a fare un grande film,questo mi pare un pensiero largamente condivisibile.
Anche perchè il film merita molto come testimonianza di un incontro che potrebbe sembrare impossibile,invece è figlio di una grande sensibilità artistica dell'attore principale:Totò.

Il quale non ha mai disdegnato di aggiungere momenti più malinconici o lirici in molti dei suoi film,in questa pellicola punta decisamente sul drammatico.

Un uomo si fa venti e passa anni di carcere per avere ucciso colui che ritiene aver molestato la sua amatissima e santificata moglie. Uscito dal carcere però si troverà emarginato,ingannato,abbandonato dalla cosidetta società civile,tanto che alla fine dopo una serie di cocenti delusioni e dopo aver subito pesanti umiliazioni,ritornerà in carcere
Meglio tra detenuti,rifiuti e rifiutati della/dalla società che squallidi borghesi arricchitosi con il denaro rubato a persone fatte spedire nei lager o con l'usura,di una moglie traditrice e senza scrupoli,di un mondo ostile e cattivo.
Il problema dell'inserimento nella società dei detenuti è un problema tuttoggi non sorpassato e che pare non trovare soluzione. Per mancanza di voglia da parte delle istituzioni e della società civile ,che preferisce spendere energie e denaro in tempo,piuttosto che su programmi di reinserimento.
Una mentalità forcaiola,giustizialista,che vede il carcere come fossa comune della classe proletaria,perchè raramente la giustizia colpisce duramente le classi dominanti,non comprende che il detenuto è una persona che deve scontare si una pena certa,ma che questa pena deve essere un momento di rieducazione e inserimento.L'inutilità delle leggi finora proposte non ha fatto nulla per dare una nuova direzione a questo problema.Nonostante ci si vanti di vivere in un paese cristiano

mercoledì 4 marzo 2009

A PROPOSITO DI SCHMIDT di ALEXANDER PAYNE

Warren Schmidt è un modesto e mediocre assicuratore che dopo una vita di lavoro giunge alla pensione.
La vita però gli appare insostenibile:si annoia,non sopporta la compagnia della moglie,si sente perso nel grigiore quotidiano,nella normalità soffocante. Un giorno all'improvviso rimane vedovo e il mondo gli crolla addosso. Sopratutto quando scopre che la moglie lo tradiva con il suo migliore amico.Warren così si lascia andare ,unici scopi: scrivere lettere a un bambino africano che ha adottato a distanza e far saltare le nozze della figlia con un baldo giovine che lui non sopporta.
Parte perciò a bordo del suo camper per un lungo viaggio verso Denver,dove sta la figlia. Qui incontra la strana ed allargata famiglia del futuro sposo e nonostante cercho di non farli sposare non riuscirà nel suo intento. Tornato a casa e assalito dalla disperazione per una vita che sente di avere sprecato,riceve tramite la posta un disegno del bimbo africano. Questo piccolo gesto d'affetto fatto da un bambino che vive situazioni assai più difficili della sua,lo commuoveranno e lui piangerà di disperazione e gioia.

Un grande film che mescola sapientemente e senza strafare:dramma,commedia,grottesco. Il regsta segue il suo personaggio e con pochissimi elementi,(una notte insonne a guardare una parte del letto vuota,il girovagare per casa,un primo piano)egli ci fa entrare nell'universo di Warren , che rappresenta un ottimo simbolo del maschio medio occidentale. L'apparenza della felicità :casa,lavoro,famiglia,ma che in realtà nasconde sottile disperazione e inquietudine. La figlia idealizzata,ma non capita ..Tanto che il loro rapporto naufragherà nell'egoismo di lei che pensa al suo matrimonio con un tizio forse non giusto e quello dell'anziano che teme la solitudine.
Una società la nostra incapace di costruire dei rapporti relazionali seri e duraturi,persi nelle nostre beghe,nell'egoismo tipico della società individualista.
Fino a quando un semplice disegno,un gesto di amore disinteressato proveniente dal terzo mondo-ridotto così per colpa della società occidentale- ci trasporta nella giusta dimensione. Siamo qui per dare un po' di speranza e affetto agli altri,non per altro

venerdì 27 febbraio 2009

LA PROMESSA di SEAN PENN

Un poliziotto in pensione si trova coinvolto nel caso di una bimba stuprata e uccisa. La polizia arresta un indiano ritardato che si suiciderà,non convinto che questo sia il vero colpevole e avendo promesso alla madre della piccola di trovare l'assassino,lo sbirro condurrà da solo le indagini. Nel frattempo si trasferisce in un paesino,conosce una giovane donna con una figlia e sarà quest'ultima a portarlo sulla strada giusta per la soluzione del caso,ma il destino è feroce e spietato. Non ci sarà happy end per l'ex poliziotto

Penn torna alla regia-mi pare che sia il suo terzo film- con una straordinaria opera sul destino,sulla ricerca della verità e lo smarrimento letale che porta con sè.Un grande film recitato benissimo da Jack Nicholson,qui misurato e attento a dare una visione completa del suo umanissimo personaggio.

LUPO SOLITARIO di SEAN PENN

rapporti famigliari,la vita che sfugge lasciando le persone meno stabili in balia di sè stessi,delle proprie emozioni incontrollabili e di un malessere profondo che non ci fa cogliere le bellezze della vita:come avere un figlio.
Sono questi i temi che segnano il debutto alla regia di Sean Penn,una pellicola che pur avendo sostanziali difetti ,è più che decorosa e descrive bene una certa deriva umana ,del quale non possiamo conoscere a fondo e concretamente la fonte.
Il film si basa in realtà su una canzone bellissima di Springsteen-rifatta benissimo anche da John Cash-che parla di due fratelli uno sbirro e un fuorilegge,con lo sbirro che decide di non arrestare il fratello delinquente.

La canzone si chiama Highway patrol e si trova su Nebraska. Penn partendo da lì descrive il rapporto tenero e difficile di due fratelli.Uno sposato,con un bimbo,sceriffo del piccolo paese e l'altro reduce impazzito del vietnam,ribelle e violento senza causa.
I rapporti famigliari complessi e difficili ,l'impossibilità di poter salvare certe anime perse e l'amore fraterno che comprende le difficoltà e cerca una possibile strada verso il perdono,anche lasciando andare il proprio fratello verso una fine sconosciuta e non salvifica.

Un film interessante che merita di essere visto

mercoledì 25 febbraio 2009

IL DISCO VOLANTE di TINTO BRASS

Uno splendido esempio di ricerca del linguaggio cinematografico,di come si possa sperimentare e spostare in avanti verso nuovi territori,un genere classico come la commedia.
Grazie allo stile di Tinto Brass-qui ancora in grado di fare opere satiriche feroci e chiaramente legate a un discorso anarchico,che poi in questi tempi ha lasciato spazio alla sciatteria erotica un po' piccolo borghese,para-televisiva- che travolge la storia e la piega verso una crudele e spietata satira di costume,società,politica. In un paese del Veneto,precisamente in provincia di Treviso, vengono avvistati dei marziani. Attraverso questo punto di partenza, assistiamo alle storie di diversi personaggi: un ragioniere scrittore frustrato e amante della insodisfatta moglie del sindaco, un prete con problemi di vino e lucidissima carità cristiana, devastata dall'ipocrisia dei parocchiani, un brigadiere ligio al dovere, il figlio omosessuale di una contessa arpia.Questi quattro personaggi al centro e perno della storia sono tutti interpretati da un grandissimo Alberto Sordi. L'attore riesce a essere credibile in tutte e quattro le parti,certo a volte sembra di assistere a un certo macchiettismo,ma d'altronde il veneto bianco e ora legaiolo cosa sarà mai se non una gigantesca e poco riuscita macchietta? Con il loro fervore religioso che copre peccati e vizi inconfessabili, con la loro sfrenata voglia di fare soldi magari andando in paesi come la Romania a costruire fabbrichette che si reggono sulla manodopera a costo zero e senza beghe sindacali? Il Veneto è uno straordinario laboratorio del pensiero legaiolo,portatori di luoghi comuni e poco spazio alla riflessione,di sceriffi ridicoli, di sfrenata identitarismo sbandierato come fosse uno scudo contro immaginari nemici. In piccolo questo avviene anche in Lombardia e principalmente nella mia Brianza. Il potere legaiolo ex democristiano,che vede il pericolo dei marziani pronti a movimentare e sovvertire il loro ordine-la contessa ,vera cattiva del film , teme che i marziani possano risvegliare i suoi contadini e portare la rivoluzione. Lei incarna assolutamente il male di queste terre del profondo nord:offre rifugio ai partigiani sotto il fascismo e poi li fa avvelenare e gettare i cadaveri in un pozzo.La stessa fine che toccherà al marziano diventato unico momento di grande gioia del figlio omosessuale. Giusta sarà la sua morte,ma poco conta perchè anche il figlio finirà in manicomio.

Portato ai giorni nostri è il comportamento che nel nord-est,e in Lombardia, si tiene con altri marziani che sbarcano su navi scassate da noi,o con altri mezzi di (s)fortuna. Li vogliono per sfruttarli nelle loro fabbriche,spesso sacrificate le loro vite in nome del profitto,ma appena possono li denunciano come demoni criminali. Tanto che ora arrivano,questi imbecilli incapaci di qualsivoglia piccolo ragionamento,a fare le ronde. Mi auguro che vengano decimate a decine,per far passare la voglia a questi coglioni di sentirsi come una specie di cittadini onesti,giusti,dalla parte del bene.Quando non lo erano,non lo sono,non lo saranno mai. Tutto questo si può trarre dalla visione del suddetto film,chiaramente la denuncia del grandissimo Rodolfo Sonego-sceneggiatore di molti capolavori nostrani- è legata al contesto storico e politico degli anni 60,ma l'arte sfugge ogni ristretto raggio di azione temporale,e quindi il film -di scarso successo- ha una sua profonda valenza politica ancora oggi. Basti pensare alla povera contadina che tenta la fortuna sfruttando il povero marziano e finisce per perdere tutto,per mano della contessa e delle forze dell'ordine.

Al peggio non c'è mai fine e a pagare son sempre i "marziani" che vengono da lontano e cercano solo il dialogo,la solidarietà e la pace ,la gente sensibile e che vuole vivere non solo di meschini affari e mediocrità culturale,chi compie il suo dovere di ricerca delle verità,il proletariato che si illude di trattare con il Potere Capitalista.

Per questa grandissima lezione di cinema e di metafora politica,vi consiglio la visione della pellicola in questione

lunedì 23 febbraio 2009

MY NAME IS JOEdi KEN LOACH

La mia passione per il cinema sociale e di impegno politico,trova il suo naturale approdo nel cinema britannico che per un lungo periodo ,prima di squallide cretinate stile richard curtis, ha descritto senza falsità la reale vita del proletariato e degli emarginati

Questa pellicola di Ken Loach è un ennesimo tassello all'interno del discorso di rappresentanza filmica di un certo contesto politico e sociale

Joe è un ex alcolizzato,allenatore di una squinternata squadra di calcio formata da giovani emarginati ,l'uomo cerca di costruirsi con dignità una vita e di essere di aiuto ad altri ridotti male e disperati come lo era lui.
Ha una relazione con un'assistente sociale e si dedica alla protezione di un ragazzo ex tossico e della famiglia del giovane che rischia brutte azioni da parte di una banda di malviventi.
Purtroppo nel mondo le cose vanno male e lui subirà una amara sconfitta,forse in parte recuperabile...almeno il finale vuol farci credere


Un altro grande film di Ken Loach,un resistente,un trockjista sempre impegnato a descrivere le distorsioni del mondo dei capitalisti e dei collaborazionisti riformisti.

Da non perdere

FESTEN

Gli anni 90 ,ripensati e rivisti oggi,dal punto di vista cinematografico non erano malissimo. Certo dall' America arrivava la più sopravvalutata cinematografia fatta di un ridicolo grottesco,di una cattiveria falsamente trasgressiva,ipercitazionista,roba buona per qualche borghese vestito da alternativo o per qualche ingenuo outsider.Tutto altro discorso,giusto rammentarlo,in Europa.Il cinema britannico filmava storie dure,necessarie,di tragica quotidianità,mentre in Danimarca un geniale regista -che ha perso notevolmente la mia stima per la sua idea assurda e cretina di uccidere un asino sul suo set-tentava una nuova ,quanto effimera rivista oggi,strada di fare cinema originale e sperimentale:parlo di Van Trier
Questo modo nuovo di fare cinema si chiamava Dogma 95:telecamera a mano,luce presa dal vivo senza il filtraggio della fotografia,collettivismo di lavoro, e tante altre novità.Al di là del risultato e di quanto lasciato,applaudiamo il tentativo e il gesto. In fin dei conti ogni tipo di movimento nasce in seguito all'effimero,alla sua naturale dissolvenza futura.Il lampo accecante di un certo periodo,dove muove cose e pensieri,per poi concludersi con un passo più conservatore e tradizionale-in questo un fine pensatore come Stalin ci aveva visto giusto ^_^- il primo film girato con lo stile dogma è proprio questa pellicola:Festen.


Di cosa parla e a chi consigliamo la visione?Parla di incesto e violenza sessuale in famiglia. Spesso questi casi sono taciuti per via di una serie di catene legate al nome e al prestigio delle famiglie nel microcosmo cittadino e parrocchiale,o di reputazione nel mondo di relazioni più o meno profonde con parenti e amici. Ci vorrebbero di rigore anche le ronde nelle case,visto che anche questa è emergenza!Scherzo ovviamente,ma i cialtroni destrosi al governo scelti da un popolame di piccoli reazionari,mica ci pensa a queste cose.Pazienza.Quindi il film è consigliato ai difensori del "famigliarismo",questa malattia letale per la persona e la sua autonomia di pensiero e azione tanto quanto il bigottismo e il nazionalismo.
La storia è ambientata in Danimarca,durante la festa di compleanno di un potente capitalista. Si riuniscono i figli-una si è suicidata -e durante il pranzo il figlio maggiore denuncia a tutti le violenze subite.Viene aiutato dai camerieri e cuochi-la lotta di classe che entra prepontemente e con una splendida e meravigliosa metafora ,un simbolismo di abbacinante pulcretudine-fino che al padre non rimane un amaro oblio,una sconfitta dovuta e cercata.

giovedì 19 febbraio 2009

GRAN BOLLITO di MAURO BOLOGNINI

Un film decisamente macabro con tocchi di grottesco,fuori dalla norma dei film di solito diretti da un raffinatissimo intellettuale come Mauro Bolognini.
Il film vanta un cast di tutto rispetto:Shirley Winters,Max Von Sydov,Alberto Lionello,Renato Pozzetto,Laura Antonelli,Milena Vukotic,Mario Scaccia e Liù Bosisio.
Anche a livello tecnico non mancano collaborazioni importanti e illustri come Enzo Jannacci,per le musiche.

L'ispirazione della pellicola -scritta tra gli altri da Luciano Vincenzoni- arriva da un personaggio davvero esistito e nota come la Saponificatrice,per via che le sue vittime finivano sotto forma di sapone o dolci per la gioia delle sue amiche.

La protagonista è una donna colpita dalla vita-dodici figli nati morti o morti dopo poco tempo- che si attacca in modo morboso nei confronti del figlio e per lui-per tenerlo lontano da una ragazza che lei non sopporta e dalla guerra-compie dei veri e propri sacrifici umani,utilizzando le proprie amiche.Complice controvoglia la cameriera una ragazza con forti disagi mentali.

Naturalmente verrà fermata e arrestata,ma come dice lei:in fondo quello che ha combinato è ben poco rispetto a quello che il fascismo,facendo entrare in guerra l'italia farà

Un film strano,diseguale,eppure per questo assai avvincente e convincente,molto particolare la scelta di fare recitare la parte delle vittime ad attori maschi vestiti da donne.
Un film macabro impregnato di morte e follia,che si trova nelle case,nelle famiglie , quelle sane e tipicamente italiane.Visto che essa è il rifugio insieme alla patria e a Dio, di chi non riesce a uscire da una povertà intellettuale e di confini,il film ci spiega che il male non è solo fuori dalle mura,o fuori dalla nazione.La cronaca è piena di fatti tragici che nascono per rapporti morbosi che stanno alla radice di un buon numero di famiglie.Questa follia è speculare con i tempi deviati di caccia alle streghe e guerre per dare potenza a regimi,come in quel periodo,o a persone diverse.

Stupefacente come il figlio abbia tutti i problemi del Luca di Povia e non sia diventato gay,vuoi vedere che quello lì ha sparato una cazzatona?

giovedì 12 febbraio 2009

IL DIVO di PAOLO SORRENTINO

La rappresentazione del potere,smaschera un nerissimo nulla. Un atto di mera autorappresentanza utile per un certo periodo di tempo,ma che l'implosione dell'Unione Sovietica-una fine naturale ultimo atto dello stalinismo- ha mostrato e attuato nei paesi sotto la guida americanaQuella compagine di uomini di potere non servivano più,quel tipo di politica andava superata L'epoca che stava arrivando non può permettersi stragi e violenze criminali e di stato per terrorizzare la cittadinanza. Perchè caduta del tutto e per sempre, la minaccia comunista e di scontro tra superpotenze si deve consolidare la nuova ed efficace/efficente dittatura mondiale del libero mercato,del capitalismo liberista giustamente condannato da un grande intellettuale come Chomsky. Per questo il nemico non è più un avversario esterno e temibile,o perlomeno non sempre,ma il vicino di casa che ci porta via il lavoro.Disgregando la classe operaia e il suo esempio si è attuato il prologo,dopodiche bisogna rendere il lavoratore ricattabile e il cittadino in allarme per un nemico che agisce all'interno della sua vita non solo pubblica,ma anche privata:per questo nei paesi capitalisti il nazionalismo e la sicurezza diventano un metodo per chiudere in una rappresentanza assolutamente irreale e fittizia la disperazione nata dalla nuova era politicadi questi ultimi 20 anni,e qualche pirla persino applaude alla fine del comunismo,manifesta ndo anche di essere un pessimo capitalista. In quanto quella minaccia serviva anche per porre equilibri interni al capitale e alla politica,capace di mantenere un forte peso sul mercato e sul dominio del territorio. Quindi,essendo inutile e sorpassata quella storia,dovevano capitolare anche i protagonisti, a questo seppure in buonissima fede si è prestata Tangentopoli, non l'inizio di una nuova era di limpida politica etica,ma la fine e la chiusura di un potere ormai inutilizzabile e la preparazione attraverso populismo,qualunqui smo,una massa urlante e desiderosa di manette che magicamente ha però alimentato la sua antitesi,cioè :il berlusconismo Molti sono spariti travolti dalla prigione,altri si stanno spegnendo mediocraticamente al senato Parlo di Andreotti,che nel bellissimo film di un grande autore come Sorrentino e nella meravigliosa interpretazione di Servillo ci dimostrano questo potere.Un satana travolto dal suo stesso lavoro?Le parole che tormentano Andreotti ,quelle di Moro , parlano chiaro,così come il suo sfogo sul male per assicurare il bene. Una prassi comune a tutti i regimi e che rende nazismo e democrazia borghese teoricamente avvicinabili, seppure usando metodi diversi-alla democrazia piace usare bombe intelligenti o la destra estrema per mettere bombe contro i suoi stessi ignari cittadini. Un uomo che sicuramente ha un buon senso dell'umorismo, ma questo in Italia può e spesso è anche un difetto,perchè con Umorismo noi sosteniamo tutto e dimentichiamo tuttoNon serve a rendere più tagliente un pensiero,ma l'umorismo andreottiano è degno di un bagaglino tanto è autoassolvente, menefreghista e reazionario.Le responsabilità sono interne al potere che uno gestisce,non si deve per forza aver baciato riina,non si deve per forza aver messo il veleno nel caffè a sindona,tutto questo però sono le parti finali di un pensiero politico votato al male e che per mascherarlo parla di atto douto per la libertà,ma quale?In italia dalla liberazione fino ad oggi seppure utilizzando diversi sistemi è in atto una guerra di classe che ha sulla propria coscienza di macchina omicida centinaia di lavoratori e dissidenti.La democrazia è come la realtà virtuale in matrix-anche il programma brutto di mentana- strumentalizzata e irreale. Però sono convinto che andreotti non lascerà nulla di sè,che cattivi pensieri e sospetti. Alla fine ha ragione Moro e come sempre noi italiani abbiamo dato peso e dignità a un grigio e mediocre uomo di abuso del potere. Un film che mi ha ricordato molto la lezione di Petri,una grande e valorosa lezione

mercoledì 11 febbraio 2009

SEGRETI E BUGIE di MIKE LEIGH

Il cinema britannico negli anni 90 è stato un vero e proprio punto di riferimento per chi cercava quel cinema realistico e duro,che non concede emozioni precotte e prevedibili come quello americano.Sia che analizzano la società dal punto di vista delle istanze politiche,sia che analizzino la società dal punto di vista delle relazioni umane e famigliari,i cineasti inglesi ci donavano grandissime opere dense di emozioni e significato.Poi anche lì le commediole insulse e sdolcinate,l' amore è l'argomento borghese preferito per lavare il cervello alla popolazione che si perde in privatismi di poco peso e tralascia la realtà in cui si muove e vive. Mike Leigh è uno straordinario regista e sceneggiatiore, questo "Segreti e Bugie" è tipicamente dentro nel settore del grande cinema britannico. La storia:Morris, di professione fotografo è sposato con Monica e vive in una bella casa.Lui è molto legato alla sorella ,Cynthia,un' operaia dalla vita assai incasinata,madre di una ragazza Roxanne, una giovane dal carattere scontroso. Proprio l'occasione di festeggiare il compleanno della ragazza ,sarà un doloroso,ma necessario punto di svolta nella vita di tutti i personaggi Un bellissimo film,interpretato benissimo e scritto ottimamente.

lunedì 9 febbraio 2009

THOMAS...GLI INDEMONIATI! di PUPI AVATI

Opera prima e pressochè introvabile, quanto pare esiste solo una copia alla cineteca di Bologna, di un grande autore del nostro cinema nazionale:Pupi Avati.Regista che ammiro tantissimo,perchè capace di svolte e cambiamenti nel metodo registico:le prime bizzarre ed eccentriche pellicole,i suoi horror assolutamente originali per l'ambientazione nella bassa padana,i suoi film più calligrafici sui ricordi dei genitori e su un'italia antica.Vabbè,ha dalla sua che è un vero baciapile e sinceramente come persona non mi sta molto simpatica,ma riconosco grandi meriti al suo cinema.Oggettivamen te è così al di là delle singole e poco fruttuose critice soggettive e personalistiche. Dicevo questa opera è il suo debutto -e a mio avviso pure di Mariangela Melato,che l'anno dppo avrebbe avuto un'occasione lavorativa importante nel film Per Grazia Ricevuta-una pellicola immaginifica, inquietante, surreale, simbolica molto felliniana per certi versi. Una compagnia di attori durante una seduta spiritica attira a sè lo spirito di un bambino-thomas, come il protagonista della commedia che stanno interpretando- tutti vogliono che il bimbo li scelga per vivere insieme,così passa da persona a persona. Nel frattempo gli attori si trasferiscono in un paese,per portare in scena il loro lavoro,sul treno però un misterioso personaggio li avvisa che lui è l'unico sopravvissuto di un'altra compagnia massacrata e fatta a pezzi dal pubblico inferocito. Arrivati al paese accadono fatti surreali e in qualche modo anche disturbanti- un'ospizio per vecchie e vecchi attrici /attori,una lezione di sesso grottesca,una misteriosa fanciulla e il regista che distrugge statue estratte dalla terra- fino a quando la commedia andrà in scena...e se fosse solo un sogno oppure la rappresentazione teatrale stessa? Un film potente come simbologia artistica,la rappresentazione teatrale e i suoi riflessi /specchi su una realtà deformante e deformata, una ricerca continua degli artisti della purezza dell'ispirazione che invece li abbandona nonostante essi cerchino di trattenerla a sè,il rapporto arte e pubblico che cannibalizza e distrugge nella sua furiosa ignoranza ogni tentativo altro e oltre. Insomma una grandissima opera prima piena di significati e significanti!

domenica 8 febbraio 2009

L'OSPITE DI INVERNO di ALAN RICKMAN

A me piacciono i film -e le canzoni- tristi,malinconici, che mi fanno gonfiare e bruciare la gola per il pianto trattenuto.Fa parte del mio carattere malinconico e riflessivo,fa parte del fatto che uno dei miei pensieri fissi e temi ricorrenti è quello della morte.mi affascina pensare alla scomparsa,all' oblio. Questo magnifico film-tratto da un 'opera teatrale e si sente e vede- è uno dei miei film preferiti.Perchè in punta di piedi,delicatamente ,teneramente parla di perdite,di fragili rapporti,delle stagioni della vita,di amicizia e amore e sopratutto di morte-l'ospite di inverno,cioè la signora con la falce. Una madre anziana che non accetta di invecchiare e la figlia vedova che è indecisa tra ricordo doloroso e dimenticare il lutto,il figlio timido alle prese con il primo amore,la ragazza del giovane che non si sente femminile e desiderabile, due ragazzini alla presa con la presa di coscienza della vita:nasci,studia, produci,muori e una fuga lontana verso il nulla,due anziane che esorcizzano la fine andando ad altrui funerali.Un grande film commovente,che scava dentro,fa riflettere e pensare,il finale con il ragazzo che si allontana con la gattina sul mare ghiacciato verso il nulla è uno dei più strazianti che mi sia capitato di vedere Ma alla fine moriranno i due ragazzini?Un tributo,un sacrificio dovuto alla morte ,ma per cosa?

venerdì 6 febbraio 2009

INTO THE WILD di SEAN PENN

Si respira aria di grande cinema in questa pellicola. Quello buono,libertario,esplorativo,sensoriale,universale,cosmico,hippy degli anni 70. Con i suoi personaggi in cerca di nuove dimensioni,vite alternative,un rapporto simbiotico tra uomo e natura.
Il tutto però non ambientato negli anni 60,ma nei 90 quelli di Bush padre. Chris prenderà il nome di Alex Supertramp e si perderà in una America diversa,anche se al suo modo tradizionalista e persino-ma questa potrebbe essere anche una mia provocazione- conservatrice.
In fin dei conti si tratta di un uomo solo che vive in un posto selvaggio e incontaminato cacciando,cosa che è portata avanti anche da una rockstar ultraconservatrice come Ted Nugent.
Qui però alla base ci sono ottime letture e forse l'influenza della beat generation e di On The Road di Keruack- un altro che poi ha sposato tesi reazionarie durante la guerra in vietnam.
Lungo la strada il ragazzo conoscerà persone speciali:una coppia di tardi-hippy,un vecchio solitario che vive il tormento trentennale della perdita di figlio e moglie,campi nudisti,ritrovi di moderne comuni. Insomma un'altra america,diversissima da quella che conosciamo vedendo la tv.
La natura e il suo sogno di vivere in alaska però non lo premieranno con una vita migliore,ma con la morte solitaria in un bus abbandonato e disperso.

Film di rara bellezza,che dimostra come Penn non sia solo un bravissimo attore,ma anche un ottimo regista. Suggestiva la fotografia,la colonna sonora,e le interpretrazioni degli attori tutti molto toccanti e memorabili.
Il film però può fare nascere un grande e importante dibattito sull'uomo e il suo esserci o non esserci nella società.Io non ho ammirato per nulla la scelta del protagonista,che mi pare una via di fuga molto piccola borghese,tanto calcolata male che finisce con la morte tristissima in completa solitudine. Credo che quando uno sia contrario e giustamente come il protagonista a un modello di vita occidentale e capitalista assai malsano,il suo dovere sia rimanere e combattere per ribaltarlo e ostacolarlo. La sua scelta è quella di una idea assai amerikana di libertà,distorta e che non offre nessun tentativo di reale ostacolo a tutte le cose che il ragazzo detesta
Comunque rimane un bellissimo film,una storia emozionante sopratutto perchè vera. Colonna sonora con brani di Eddie Vedder