domenica 30 giugno 2013

I PONTI DI MADISON COUNTY di CLINT EASTWOOD

                                                     



                                                 




Non è il cosa  scrivi o filmi o dici,ma il come. Credo sia quello alla fine a fare la differenza sostanziale per l'esito finale di un lavoro
Perchè in fin dei conti scrivere un libro che parla di una relazione amorosa o girare un film che parli di una breve ed intensa passione tra due estranei , non è altro che la base , la radice , di un progetto. Poi ci sono tante ,ma davvero tante , cose che possono trasformare quelle parole e quelle immagini in pura delizia ed emozione per il nostro cuore e la nostra intelligenza, o farci morire soffocati dal sentimentalismo,da parole svuotate da ogni significato e ipocrite da tanto son smielate.
Ecco esiste la responsabilità dell'autore, sue le scelte decisive,sua la strada che intende far prendere alla storia che vuol narrarci. Puoi puntare sul melodramma,sulla commedia leggera,oppure sul realismo delle piccole cose,dei personaggi ben scritti,dei dialoghi comuni,ma soffusi di delicata malinconia.


Così quando seppi che il mio mito: Clint Eastwood aveva deciso di girare un film sentimentale,per poco non passai a migliore vita!

"No Clint! Non puoi!Tu sei l'ispettore Callaghan! Mi hai cresciuto con questo mito per te giustiziere laconico e cazzuto" Insomma sai? Le classiche menate da ragazzo che si sente troppo inadatto e a disagio quando si parla d'amore,di quelli che arrossiscono e abbassano la testa se si menziona il nome della ragazza che amiamo. Sono sempre stato quel tipo,quindi ho sempre preferito altre visioni.Meno imbarazzanti per me.
Cioè questo è quello che pensavo fino a un dieci e passa anni fa.

Scrivo questo perchè per un po' di tempo non ho amato questo film. Lo trovavo privo di spunti,poco interessante e insomma un passo falso di Eastwood.
Oggi è moda e pensiero comune che noi del pubblico siamo tutti in grado di giudicare un film , un'artista e che il nostro giudizio sia giusto. Il film non ci piace? Si fa schifo.Non è colpa nostra ,dei nostri limiti,e cose simili..No! Non lo è mai.

Bè,io invece sono qui per dirvi che ho sbagliato clamorosamente per anni e anni. Sbagliavo perchè non ero pronto e maturo abbastanza per capire questo piccolo,grande film.


                                                        


Il film racconta l'incontro tra una casalinga di origine italiana , Francesca, e un fotografo americano Robert, il quale si trova nel piccolo paesino dell'Iowa per fotografare alcuni ponti coperti. Sono due mondi diversi che si incontrano, si conoscono, si scoprono, si comprendono e poi come è giusto che sia si innamorano e finiscono a letto. E poi le differenze esplodono, la paura di perdere il controllo, di non sapere come finirà quella cosa meravigliosa che per un po' ha cambiato il nostro grigio universo

C'è questa bella scena di litigio dei due amanti dopo aver fatto sesso,che è una piccola lezione di cinema e di scrittura, che a mio avviso dovrebbe essere studiato da molti sceneggiatori e registi. Due persone che hanno paura della cosa che hanno cominciato e avvertono pesante la nostalgia per qualcosa che non potranno ripetere , (lei perchè sposata, lui perchè incapace di fermarsi in un posto),che scoprono quanto siano sole e quanto il tempo,la società,la vita con le sue piccole ipocrisie quotidiane,siano contro la loro felicità

Sai a volte la gente fa così, per paura distrugge quel poco di buono che hanno fatto prima. Tanto ci pensano gli altri che giudicano ogni tua debolezza,ogni tuo disperato e umanissimo desiderio di amore e soddisfazione personale.  E si, talora ci sono anche io a giudicare alla cazzo di cane, lo so e te lo dico. Non credere che io sia meglio degli altri pirla che hai conosciuto o conoscerai.

Perchè l'amore terrorizza le persona, il perdere ogni tipo di controllo e staccarsi dall'individualismo , (agente della borghesia per impedire al popolo la collettivizzazione di ogni aspetto della nostra vita), per donarci e perderci in un'altra persona, ci spaventa.

La gente oggi ha paura di perdere qualcuno,di stare male, di pensare a questa evenienza. Temo a volte che abbia dimenticato che significhi amare, non essere spaventati dai nostri sentimenti e comprendere le esigenze degli altri

L'amore è una questione di dialogo e infatti in questo film parlano tanto. Si amano,conoscono e si scontrano e litigano ,parlando. Indagando e incappando nell'altra e altro.

E son dialoghi scritti benissimo, cinematografici certo...Ma anche umanissimi. La sofferenza è concreta, come  soffre una persona normale in una situazione simile e anche la gioia delle serate passate insieme.

Qui c'è commozione vera e profonda, non ci sono i trucchi del mestiere, (la musica ruffiana,l'esagerazione della recitazione e delle parole), vedi due straordinari personaggi , due grandissimi artisti, (una sempre meravigliosa e struggente Meryl Streep e un inedito Clint), e ti affezioni a loro. Ti interessa quello che vivono, perchè sono cose che capitano.

C'è un bellissimo discorso sullo scontro tra quello che profondamente desideriamo possa essere la nostra vita e quello che invece è.

Credo sia difficile scrivere e girare una scena più bella,complessa,nella sua apparente semplicità come la scena girata sotto la pioggia,con i due amanti che si rivedono. Lui è tornato per riprenderla,ma lei tentenna e alla fine si perdono per sempre. Ci sono particolari, (la mano di lei che si aggrappa alla serratura dello sportello),che dicono molte cose e fanno piangere gli occhialuti sensibili della brianza eh!

Quanta bellezza c'è in questo film! Empatia, nessuno qui è un bastardo che merita di soffrire,anche la figura del marito ad esempio ha un suo perchè. La scena della sua morte è semplice e toccante. Un uomo medio,mediocre che si scusa per non aver dato tanto alla moglie,ma non come risarcimento finale della sua pigrizia,ma come doloroso atto di autocritica.

L'umanità vale la pena di essere raccontata e filmata, io non credo nella palle dei cinici e delle ciniche, io sono convintissimo che sia l'amore e la comprensione a farci vivere. Quello schietto e diretto, quello che teniamo per noi perchè sappiamo che è troppo puro e delicato e potrebbe disperdersi.

Ecco,io per esempio sono contento che si facciano film come questo.Ogni tanto fa bene ricordarci che sappiamo commuoverci,senza inventare nessuna giustificazione

lunedì 24 giugno 2013

MEMORIES OF MURDER di BOONG JOON HO

Memoriesofmurder-2003.png


Il fascino del cinema orientale è forte ed ammaliante per me tanto quanto quello del nord europa,del cinema sovietico del periodo 20-40 , e di quello americano del noir e western.
Sai quando trovi...ma si è come quando casualmente conosci una persona e quella diventa tua amica, o incontri l'amore della tua vita

Mi piace il senso etico,morale,la capacità di creare caratteri anche stereotipati,ma che diventano simboli potentissimi di cose importanti come : giustizia, lealtà, onore, coraggio, sacrificio e sopratutto pietà per le vittime e fedeltà assoluta nei confronti degli amici.
Questo per me è il cinema orientale, poi è la cura coreografica degli scontri, la leggerezza letale e la bellezza che uccide nei loro balletti di morte e violenza. Li adoro.

Questo film è uno splendido e doloroso viaggio nella colpa, nella sconfitta, nel dolore, in punta di piedi, con un certo pudore,ma credo che sia tra le pellicole più amare che io abbia mai visto

Tra il 1986 e il 1991 una serie di orribili delitti colpisce un paesino di campagna del sud corea.





Cosa è lecito fare per prendere un colpevole? Fino a quando la verità deve rimanere oggettiva ed è sbagliato  fidarsi del proprio intuito o fare giustizia spicciola di fronte all'orrore di certi delitti?
Sono interrogativi che nascono spontanei vedendo questo film, sapendo che per quanto romanzata e spettacolarizzata è pur sempre una storia vera, e anche se non lo fosse è pur sempre plausibile.

Le cronache sono piene di delitti orribili contro donne, bambini, o peggio ancora di delitti inutili e squallidi e cosa fare? La giustizia è solo consegnare alla legge il colpevole o richiede un tributo di sangue? La vendetta è un atto idiota o la sola unica strada percorribile? E se alla fine non trovi il tuo uomo, se non ti rimane nulla se non il sangue,la morte,e il fantasma di un folle che ti sei lasciato scappare?

E qui entra prepotentemente la vita. Non ci sono eroi ,ma sbirri sotto pressione, uomini anche cattivi e violente che torturano indiziati, li obbligano a confessare,ma d'altronde tutto il giorno uno sbirro vede il male. Quello piccolo,spicciolo,più fastidioso , dei pervertiti e gente simile.
 Danno sfogo alla loro rabbia repressa,alla loro frustrazione fascistoide e nel film ci viene mostrato tutto questo.
Un dolore continuo,un cielo pieno di pioggia che lava via il sangue,ma non i cattivi ricordi,la sconfitta atroce.


Boong è un grandissimo regista ,di quelli che fanno cinema che piace a me. Prendi un genere e ci metti sotto testi e riferimenti alla vita politica e sociale, che sia la storia di un mostro marino o della caccia  a un serial killer, vedi gente ai margini, colpita ,sul punto di affondare,ma in bilico tra disastro e riscatto .

Esattamente come in questo film tra personaggi umanissimi seppure repellenti a volte, poliziotti senza scrupoli e devastati dal senso di colpa, una società militarizzata e una nazione che è poco più una misera colonia ,gestita e manipolata dagli Stati Uniti, (come noi! Grandi coreani,esattamente come noi!)

Mentre qui si fatica a fare cinema che non sia svuotato da ogni riferimento al reale, ogni cura del personaggio, e del rispetto di quei spettatori che da mo hanno lasciato alle spalle l'adolescenza, in asia si cerca di accontentare tutte le esigenze,e sopratutto anche se racconti di una semplice storia di mazzate,l'aspetto tecnico è curato al massimo e in più c'è quella loro fottuta magia di rendere una smargiassata qualcosa di toccante e meraviglioso.

Lo Spettatore si occuperò sempre di più di cinema asiatico e nord europeo e del buon cinema americano prima del periodo nefasto che cominciò nel 1984.

Vabbè,mo vedremo come cambierà questo blog....se cambierà....

sabato 22 giugno 2013

autocritica cinefila

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TUTTA COLPA DI VOLTAIRE di ABDEL KECHICHE

Come ho già avuto modo di dire il blog serve per conoscere film e generi diversi,per cercare di superare la ritrosia nei confronti di un modo di fare cinema, non dico che si debba poi dire: wow,ma almeno provare a confrontarsi con l'altro,senza rinunciare a quello che maggiormente ci garba ,e senza scadere nella tifoseria, nello scontro polemico per far caciara.
Io leggo spesso i bloggers che hanno un grande amore per il cinema del fantastico o popolare, per arricchirmi anche da quel punto di vista,certo sono ancora povero in canna,ma mi piace leggere la passione sincera per un modo di portare sullo schermo delle storie.
Ecco io credo nel cinema del Realismo,credo che il documentario stesso sia una grandissima opportunità e sopratutto che si Cinema, andassero a fa....Ooooopssss....ehm,  per carità comprendo benissimo quelli che si indignano per i miei soliti deliri sul bolscevismo,hanno ragione eh?Ma questo sono io. La mia è una forte e profonda passione per l'epica umana nel leggendario Regno Del Quotidiano, perchè credo che per far cinema basti una macchina da presa e un essere umano. Seguilo,pedinalo,come diceva Zavattini, e troverai tante storie. E tanti generi.

Per questo sono rimasto ammaliato e affascinato dal cinema di questo ottimo regista Kechiche, peraltro vincitore a Cannes questo anno con il suo film Blue..




Il film segue la vita e le peripezie di un giovane immigrato tunisino che si spaccia per algerino,al fine di ottenere un permesso di soggiorno per stare in Francia..motivi politici.
Trova posto in un ostello dove vivono altri immigrati come lui che si arrangiano vendendo merce nel metrò parigino. Si innamora di una bella barista, ragazza-madre disillusa e instabile, con la quale inizia una relazione che dovrebbe sfociare in un matrimonio che significa la cittadinanza per l'uomo. La donna però fugge e il nostro eroe , Jallel, impazzisce. Viene ricoverato in una struttura medica per malattie mentali
Qui conosce Lucie, una ragazza problematica che pensa di risolvere ogni cosa con il sesso . Qui si dimostra una cosa importantissima: il grande cinema è fatto di grandi personaggi perchè umanissimi. Lucie è uno di questi.
Fragile e battagliera, tenta di stare a galla in un mondo freddo e distante e trova nel giovane tunisino il suo grande amore. Il sesso è rappresentato con una tenerezza mai stucchevole, ma quotidiana,concreta,reale.
Come sono questi due personaggi che non giocano l'azzardo di essere più grandi della vita,si accontentano di essere una cosa migliore: Di Essere La Vita
Con quelle gioie e spensieratezze che tutti vivono e i drammi,la cattiveria cieca delle leggi cretine di pessimi governi borghesi e destrosi,reazionari. Quelli che tanto vanno per la maggiore in questa cazzo di europa,anche se spruzzati di liberalismo di sinistra,'na cazzata....




Così Lucie e il suo uomo si amano e scontrano,vivono con i soldi delle rose vendute nei bar e dei giornali sul metrò.
Mostrano una umanità tagliente,senza filtri, quella che spesso viene scordata nei viaggi in metro,nello schivare le macchine guidate da pazzi scellerati, nella noia e stress tipiche delle nostre parti.

C'è un romanticismo sospeso tra una certa rudezza e una soffusa tenerezza. Non indulgiamo in scene madri , non cerchiamo la commozione facile , in questo film è la vita con tutto quello che può darci e togliere che comanda le danze
E a noi piace ballare questa canzone





mercoledì 19 giugno 2013

LA ZONA di RODRIGO PLA'




L'illusione dei ricchi di vivere una vita altra e oltre rispetto al resto della popolazione, di poter con il danaro comprare vite,legge, qualsiasi cosa,  trova conferma e casa nel quartiere residenziale La Zona. Roccaforte della gente che vuol condurre una vita tranquilla,sicura,piacevole,mentre fuori succede l'inferno e si muore o soffre nella totale indifferenza.
Così in questo paradiso terrestre si seguono rigide regole, si fanno riunioni dove decidono come vivere e cosa fare, la borghesia vive da secoli separata in tutto e per tutto dal resto del mondo e del popolo,ma non per motivi artistici o filosofici, semplicemente vogliono farsi i cazzi loro e sguazzare come maiali nel loro danaro. Ci tengono.
Bè,una sera , (causa un temporale), sai che succede? Che la barriera si spezza e tre ragazzini entrano in quel paradiso di benessere,soldi,tanta roba. A caso fanno irruzione in una casa, per rubare. La situazione però precipita e rimangono dei cadaveri. Una abitante,una guardia e due di quei giovani. Il terzo è fuggiasco.
Per non perdere nessuno dei loro privilegi,per una questione puramente materiale,decidono di non dire nulla alla polizia,di nascondere i cadaveri e di dare la caccia al giovane.

Un film amarissimo e crudele, una implacabile discesa negli inferni che si nascondono dietro l'apparente normalità delle persone. Il distacco totale tra questi che si reputano superiori alle masse per merito del loro danaro e che pretendono di vivere ed essere giudicati diversamente dagli altri. Inutilmente un volenteroso commissario cercherà di incastrarli e la sua rabbia la riserverà anche lui sulle vittime,che tanto..chi se ne frega sono poveri!Gentaglia, possono anche morire,sparire,essere menati,ma si!



In realtà il film parla delle nostre democrazie capitaliste,nate sfruttando le classi meno abbienti con le case del lavoro,sterminando nativi,colonizzando,tutto però sempre mantenendo ipocritamente lo status di vittima, di onesto cittadino, di brava gente.
 L'umanità dispersa nella loro tecnologia di mezzi moderni e pleonastici, della corruzione come sistema per aggiudicarsi un posto in prima fila nel sistema. C'è una strana atmosfera da fine del mondo,uomini e donne disumanizzati,il crollo di ogni forma di istituzione :sia quella famigliare,statale,della legge.



Tempo fa in Italia si pensava di organizzare ronde di cittadini per la sicurezza in città. Per fortuna l'idea è tramontata ,una delle ennesime cazzate della nostra destra e di quella legaiola in modo particolare. L'idea del cittadino giustiziere è un classico del nostro immaginario collettivo,ma essa in questa sofferta e meravigliosa pellicola viene distrutta pezzo su pezzo.
Dietro la giustizia e la sicurezze si nasconde la difesa di un modo di vivere,affidandosi a percezioni,luoghi comuni,idiozia,ignoranza,arroganza.. E non pagando perchè si ha i soldi per comprare la libertà.
In fin dei conti da noi chi avrebbe fatto ste ronde? Dei pirla. Gente che si sente Rambo,ma son convinto che alla prima grana seria, via....via..scappa ...scappa....Oppure fanno cazzate ,eccedendo nella violenza dei tanti callaghan frustrati.
Come questi cittadini "onesti" di Città del Messico, che non vedono l'ora di farsi giustizia da soli,per poi disperarsi quando scoprono che razza di coglioni siano
Il regista è bravo perchè non ce li presenta come esaltati,non tutti e giustamente sono proprio questi che per pavidità, non disturbare, non litigare con gli altri,lasciano che capitino le cose peggiori di questo mondo.
Sono verso i borghesi del "non sapevo, non volevo" che senti l'odio maggiore e la voglia di un ak 47.
Non è un film positivo,non ci sono salvezze e redenzioni, si precipita all'inferno e ci si scotta molto. Con la coscienza, quella di classe sopratutto.
Un film politico,militante,radicale,estremista, un film come il cinema dovrebbe essere:aspro realismo nel trattare i personaggi,sceneggiatura solida e messaggio forte. Questo è il cinema per me.Passione che non ti dà nulla in cambio , nemmeno ti fa vincere un premio del cazzo da parte di bloggers o altro,non ti sposta in avanti, non serve a nulla.Ma io amo questo cinema: amo vedere il dolore vero delle persone non torturate da un cazzo di enigmista ,ma dalla società ,dalla divisione di classe,dal fatto che noi i kulaki mica li abbiamo dispersi anzi....
Una pellicola che richiede da parte dello spettatore :attenzione, partecipazione, presa di coscienza. Perchè i cattivi sono ben visibili, sai chi sono, ma non lo sai mai abbastanza.

Una società che spezza l'amicizia tra due ragazzi:uno è nato nella Zona l'altro si arrangia come può, pochi momenti,poche parole , eppure si vede come essi siano solo ragazzi,in fin dei conti. Speranza soffocata dalle mani ,dai pugni,dai calci degli adulti..per bene,eh?

Un grande film, un giusto atto di denuncia.




domenica 16 giugno 2013

HURT LOCKER di KATHRYN BIGELOW




Pellicola ambigua piena di luci e ombre, di grande cinema e momenti più crudi e documentaristici. Film che ha sollevato polemiche sacrosante e che comprendo, reputo giustificabili, (le donne e gli uomini di cinema che scappano dalle polemiche , dalla riflessione sul mezzo e sul messaggio di un film non fanno bene alla settima arte. Non solo anche come persone hanno poco da dire, perchè incapaci di rielaborare, di analizzare, pensare, si fermano alle verità comode o dietro a un codardo: non lo so. Io invece ci sguazzo nel mare in tempesta della polemica ,ok? Poi posso essere stanco di ripetere sempre le stesse cose alle solite testine di vitello e questa ragazza mia , è un'altra storia), ma che ha un grandissimo merito: aver vinto l'oscar. Ora è un premio di merda, sputtanato, pieno di quella sciocca mancanza di gusto tipico degli americani, guarda è come il nostro sanremo,ma in quel anno o vinceva un dannato film di polvere,sudore,sangue,"realistico" o vinceva il 3d,la favola, la fantascienza ,che sta un pallino sopra alla Magica bula...bè fantasy...lo chiami così vero?,ma talora è davvero pesante.
Avatar ha perso e io ringrazio gli artificieri americani. Tutto qui, fine delle trasmissioni.



Pellicola ambigua dico? Bè,più che dire ..scrivo,ma siccome parlo mentre scrivo ..dicoscrivo è meglio no? Comunque si:ambigua. Ambigua,ambigua,ambigua, ficcatela in testa ok?
Manca del tutto il contesto politico e in un film di questo genere significa giocare sporco,ora lo sanno tutti.Tranne quelli in malafede o che votano s..e.l., (gli americanini rosa di noantri), perchè parli di un fatto storico e perchè quel fatto storico è avvenuto per un determinato motivo. Tu puoi anche non dire nulla in merito, vuoi mostrare la vita di questi giovani e meno giovani americani in guerra. Vuoi mostrare la normalità, la quotidianità, rendere l'idea che succede. Le guerre ci sono sempre state e sempre ci saranno, funziona anche. Peccato che quella guerra faccia parte di un preciso piano imperialista e colonialista,magari rammentarlo.
D'altra parte però non c'è traccia assoluta di propaganda, potresti dirmi: non ci sono soldati eroici e cittadini lieti di avere gli americani liberatori che collaborano con loro. Non ci sono dialoghi in cui si accusa Saddam Hussein, nemmeno dialoghi dove si fa la morale alla resistenza irachena. Non si dice nemmeno che sono lì per portare la democrazia e la libertà.
Io infatti l'ho visto come un film su dei ragazzi esaltati , sciocchi,umani a loro modo che affrontano un nemico ,il quale in sostanza sta solo difendendo la loro casa e la loro terra.
I marines fanno la guerra e cercano di non morire e basta. Nessun discorso sulla grande democrazia mondiale,ma nemmeno una vera e propria accusa. Come se i soldati non abbiano colpe.
Diciamolo una volta per tutte: ci sono film nettamente superiori a questo in ambito della guerra in Iraq. De Palma ha diretto il migliore in assoluto:Redected, Opera radicale,cruda,politica,che si sporca le mani e non ha paura di nulla , gli americanini rosa evidenzieranno i limiti di un film di propaganda. Quelli credono ancora nella storia dei diritti civili e umani portati dall'America negli stati canaglia. Miracolo: è arrivato Grillo e io da quel momento reputo quelli di s.e.l. come dei geni,cazzo come è strana la vita vero?



Nondimeno sono proprio questi difetti che rendono memorabile questa pellicola e se anche io preferisco altri film più coraggiosi e politicizzati,devo dire che lasciando da parte il mio soggettivismo,bè: è un buon film.

I difetti sono tutti nella sceneggiatura,ma la regia è straordinaria e dà lezione a tanti,ma tanti di quei registi fighetti che ci sono in giro.
Certo , la nostra Kathy è capace di girare qualsiasi cosa, con uno stile che omaggia i grandi Autori del cinema che vien spacciato per genere,ma loro vanno oltre.Lei fa lo stesso.
La sua attenzione per soldati,poliziotti,e così via la lega profondamente a William Friedkin uno che avrebbe fatto meraviglie alla regia di questa pellicola, la descrizione dei resistenti ha echi carpenteriani,visto che sono invisibili e letali come i delinquenti in Distretto 13,i rallenty non sono messi alla cazzo , perchè sì,perchè fa figo,ma come simbolo della morte e della potenza che blocca il tempo e lo fa rallentare della violenza.
Tutto questo è grande cinema e la Bigelow sa maneggiare benissimo la materia tecnica, (uno sceneggiatore avrebbe aiutato perchè Boal,insomma..), e lo noti nella lunga scena dell'attacco nel deserto dove invisibili cecchini colpiscono i soldati, nel bellissimo incipt con l'esplosione che alza il terreno,i particolari del parabrezza della macchina e insomma vorrei vederle le nostre registe con i loro film sulle donnette della buona borghesia che si lamentano dei mariti a girare robe simili.
Lo stile spoglio,documentaristico,realistico,crudo,evidenzia la" normalità " della guerra. Scoppiata per le mire espansionistiche americane e dei loro alleati . Una guerra che ha causato centinaia di migliaia di vittime innocenti tra i civili iracheni,donne e bambini compresi,che ha scatenato una guerra civile tra sciiti e sunniti, che ha visto i marines violentare donne,torturare prigionieri,ecco questa parte manca ed è un gravissimo e imperdonabile errore.
Comprendo invece che per altri o altre sia giusto così : è la vita nuda e cruda dei soldati,loro che ne sanno? E ti diranno sono poveri,devono lavorare.Ok,ma anche in Iraq e per gli iracheni vale la stessa cosa. Ti abbiamo telefonato dicendo:cazzo,john wayne vieni a salvarci?No. La gente di altre nazioni,vive in altre nazioni,e ha altri stili di vita e di regime.Il nostro è una merda,piena di ipocrisie sulle libertà delle quali non te ne fai un cazzo, come i miei archivi sui simpatizzanti delle destre e del democretinismo, la nostra democrazia prospera sul colonialismo e sullo sfruttamento interno delle classi meno abbienti.
Dici: è un film di guerra gustatelo per questo. Ok,infatti lo ripeto:è un bellissimo film. Non è un capolavoro, non è quello che cerco in un film storico e quindi politico. Puoi nasconderti pateticamente come e quanto vuoi, ma è così.


La tensione è alta,l'adrenalina della guerra diventa il vero motivo , il vero tema del film. Non parlar di un fatto politico,ma di uno molto intimo. Il legame strettissimo che ci lega alla morte, la sfida che si porta in scena ogni volta, il brivido di gettarsi nel vuoto, ce la faremo o no? E toccando questo tema , il film trova una sua verità e dimensione che piace a moltissimi e che rende giustizia ai premi vinti, e sopratutto alla sua esistenza.
Non sono eroi però quelli che vediamo sullo schermo,non hai tempo per provare molta empatia nei loro confronti,che infatti è del tutto assente,nè rancore. Guardi,spii,registri il mancato pericolo,è l'assuefazione che noi occidentali abbiamo per la morte e la guerra ripresa senza filtri e abbellimenti. L'esercito americano ha mezzi talora scadenti, non è capace di creare socializzazione con la popolazione, perchè la teme e mi dite come fa un esercito di liberazione ad aver paura del popolo che ha liberato?Semplice ,non lo ha liberato.Gli ha fatto credere così, ma lo ha OCCUPATO.
Il film alla fine descrive questa cosa:occupazione e resistenza.
Aggiungendo il fatto che i soldati non sanno chi sia il nemico e cosa voglia,non riescono a comprendere il loro ruolo e quello degli altri. Sono pupazzi meccanici.
La guerra è una droga e loro sono in cerca di dosi sempre più massicce,tanto che il ritorno a casa è drammatico:il nostro protagonista scopre che non ha senso per lui la vita.Non ha senso sua moglie o suo figlio,la casa..niente. Tranne disinnescare bombe. Solo questo
Un morto che cammina,un ex essere umano  e allora con questo finale e questo messaggio il film diventa titanico,enorme,epico e fa male.
In ogni caso:Gloria a Kahty!

sabato 15 giugno 2013

OMICIDIO A LUCI ROSSE di BRIAN DE PALMA






Un film strano,ambiguo,obliquo,traversale. Che gioca e rielabora il genere del giallo,per destrutturarlo,ricomporlo,mostrare il trucco e la banalità del genere all'apparenza,ma del cinema in realtà.
Quindi quella che per i molti è un godibile giallo a sfondo erotico,diventa nelle mani di De Palma una beffarda,ironica,amarissima, accusa nei confronti degli anni 80 e di quello che era diventato il "fare film", l'industria cinematografica piegata a una estetica tanto glamour,quanto pacchiana e kitch.
Così prende come eroe Jack, un attorucolo di scarsa esperienza, uno di quelli che vivono alla periferia e ai margini del sogno american-hollywoodiano. Uno di quelli che girerà nella sua vita una manciata di squallidi e pessimi b -movie,sperando che l'onda inquinata del popolan-chic arrivi anche da loro,a intellettualizzare la merda o a inventarsi inni al conformismo basso,applaudendo simpatia  e onesta fittizie, Jack però è nato e agisce in un'altra epoca.
Migliore?No,e De Palma in questo suo sarcastico e pessimista trattato sugli anni 80 del reaganismo imperante,dell'estetismo cialtrone e ridondante, ce lo rammenta.
Così seguiamo Jack che è vittima di un attacco di claustrofobia, mentre gira la scena di un ridicolo film horror-erotico : "Bacio del Vampiro",perde il lavoro e gira alla ricerca di una nuova collocazione. Il grande regista italo-americano pare non aver fiducia nella macchina e organizzazione Cinema: tra riunioni aziendali,improvvisati maestri di recitazione e altro Il nostro povero eroe ,abbandonato anche dalla compagna,pare sul limite della caduta ,ma incontra - inaspettatamente- un amico.
Un altro attore come lui che gli affida una casa ,visto che lui se ne va per lavoro,e gli mostra l'attrattiva: una vicina di casa da spiare , attraverso un potente teleobiettivo,che si spoglia tutte le sere.
E qui troviamo un altro grandissimo tema ,che De Palma scopre e analizza in anticipo su molti altri:l'erotizzazione massificata e forzata,che crea dipendenza ,che ci trasforma in guardoni,che scredita totalmente l'individualità di una donna rendendole tutte uguali,( nel film avviene attraverso una parrucca ,ma nella realtà sono le foto con le posizione plastiche, i movimenti sexy che sono in realtà pezzi di corpo in catena montaggio),questo delirio libidinoso di corpi e sguardi che bruciano in pochi minuti lasciando l'ossessione del "rivediamolo",visto la possibilità offerta dalle vhs o dai dvd.
Una società malata terminale di trasgressioni facilone,vizi "onanistici" privati,decomposizione del piacere per un godimento da fast food. Il tutto sotto una ferrea difesa di un estetismo d'assalto,seppure ridicolo.



Jack scopre che la donna è pedinata da un tizio losco,un indiano,così la segue al centro commerciale e sulla spiaggia,dove il pellerossa scippa la donna.
La sequenza del sottopassaggio è grandissima lezione di scuola cinematografica , con il tunnel che diventa sempre più lungo e la sensazione atroce di perdersi e crollare.

Così De Palma ci mostra come la vecchia scuola del cinema, che è in crisi visto la comparsa di artisti come scott e affini che portano modelli da spot con tutta quella roba laccata,il montaggio frenetico,i fasci di luce pacchiani,ma che piacciono a chi ha gusti pacchiani ,ci mostra come anche in ambito di totale degrado,di videoclip, di spot,di decadenza della profondità del linguaggio cinematografico,si possa rendere anche questa merda profumata e gustosissima.
I rimandi ai classici di Hitchcock,( il primo piano di Jack che guida con la luce uguale a quella che illumina  James Stewart in la donna che visse due volte), i movimenti di camera, il set porno trasformato in un allucinante videoclip di Relax
Somma e summa degli anni 80 così come erano, e non come vorremo che fossero stati.
La trama gialla non è importante,alla fine la donna spiata viene uccisa,ma l'eroe scoprendo che è stato tratto in inganno e recuperando l'attricetta che si spacciava per la vittima, riuscirà ad eliminar il cattivo,che come sempre è una figura amica.
E poi torna sul set a fare il vampiro.

L'opera rimane un prodotto radicale,politico,sul cinema,sul vedere,sul sesso come prodotto massificato. La maggior parte si fermerà all'omaggio di de palma al periodo e giù di :ma che bei tempi,do you remember?
Sto cazzo,ecco la mia risposta

venerdì 14 giugno 2013

DI TROLL , DI BLOG,DEL PERCHE' SONO PER I KOLCHOZ

Di una cosa sono sicuro:dovremmo ormai superare la fase della discussione su reale e virtuale. In occidente è da anni che blog e altri social network (s), sono ormai strumenti del reale a distanza. Le parole e le frasi sono le espressioni del nostro viso,così come le faccine e altre minchiate sono i nostri abbracci e carezze nei confronti degli amici e delle amiche.
Perchè anche il sistema del modo di fare amicizia è mutato con i tempi,dicono in molti. Però un tempo non vi erano bellissimi rapporti epistolari?La parola per me è concreta. La parole è un fatto.
Le parole sono le nostra ossa,il sangue,la carne...Pensateci bene! Quando dici: ti amo,manifesti un fatto concreto. Un urticante e fastidioso bisogno di una persona. Solo chi è stupido dice:fatti e non parole. Come se ci fosse una separazione netta,come se i fatti nascessero da soli e non fossero espressi ,discussi,rielaborati attraverso un dialogo continuo, una dar peso alla parola.

Ora invece che trovarci seduti in cerchio fissando il fuoco,stiamo seduti davanti al nostro schermo.E allora?
Questo quanto modifica i rapporti interpersonali, le relazioni, è davvero altro rispetto al prima ?Mi sa che da tempo ci siamo troppo bloccati sull'analisi del mezzo, come succede sempre ogni volta che si debba analizzare un nuovo metodo , un cambiamento. Il mezzo ha sicuramente dei limiti , delle distorsioni,ma questo è dovuto ad esso e solo ad esso, oppure a chi usa e abusa del "nuovo modo" di comunicare? La persona davvero cambia per colpa di un blog, facebook, e mail, oppure era già millantatrice prima dell'invenzione di questi moderni mezzi tecnologici?
Io credo che da sempre noi umani sentiamo tre bisogni fondamentali: 1 ) comunicare , 2) Piacere,3) ma lo sai che l'ho dimenticato, eh ci son i clienti che vanno e vengono.Io scrivo al lavoro, mi sento ispirato.
Per dirti che da sempre usando mezzi diversi il comportamento umano quando comunica è lo stesso.
Certo l'individuo potrà poi evolvere e cambiare idea su cosa significhi avere un blog,qualcuno cambia prima altri dopo,altri- IO! IO! IO!- sono pieni di contraddizioni e mutano pensiero proprio perchè pensando freneticamente e di continuo  si innamorano perdutamente delle loro nuove teorie.

Però alcuni quesiti sono ormai morti e sepolti,superati assolutamente: quello della veridicità delle relazioni ad esempio.
Tutti e tutte abbiamo avuto amici e amiche che si son rivelati ipocriti, tutti abbiamo conosciuto splendide amicizie che son finite con la morte dell'estate, e quando scrivo morte dell'estate,mica parlo dell'estate sta finendo dei Righeira eh! Cazzo è una metafora che simbolizza la passione e l'amicizia gioiosa e sfrenata che nasce e muore in villeggiatura.
Quindi la fragilità, sia negativa che positiva, dei rapporti tra persone è sempre esistita. E ti dirò di più: "ma sai che ci hanno pure scritto libri, fatto film ,cantato canzoni?"
 Il senso della fine,bè quello è uno dei nostri punti fermi.

Tutto si rapporta alla persona,al suo vissuto,a quello che vuol comunicare, e al fatto che sappia o meno comunicare.

Anzi ti dirò:il blog, la parola scritta, il fatto che tu sia a casa tua e da solo, ti spinge a riflettere ,a scavare nei tuoi pensieri,e  insomma anche quando modifichi la tua personalità ,compi un grosso atto di sincerità con il mondo. Perchè : 1) ti palesi per quello che sei,senza freni,in modo limpido e cristallino 2)hai il coraggio di mettere su "foglio" la tua ambizione, fantasia, quello che vorresti essere. Quindi anche se non sei tu...SEI TU!

Con maggiore libertà rispetto alla "vita vera",perchè l'anonimato o comunque il rifugio ,la mancanza di un contatto fisico,ci fa sentire più coraggiosi ,liberi,ma anche meschini.

Perchè se da un lato proprio la parola enfatizza quanto di buono possiamo dare agli altri e in un certo senso l'amicizia reale nel virtuale è come se fosse la rappresentazione dell'amicizia e delle relazioni come dovrebbero essere,o meglio come diceva Hitchcock: "il cinema è la vita senza la parte noiosa".Lo stesso certe relazioni che nascono sui social son così.
Lo stesso una persona con grossi problemi personali usa il mezzo per fare quelle battaglie che non farebbe mai e poi mai nella vita che noi diciamo reale, (però dovremmo sforzarci di abbattere questa barriera pleonastica tra virtuale e reale,perchè ormai sono una cosa sola,ha vinto il realismo per me. In quanto il virtuale "è quello che noi sentiamo di essere veramente",senza quelle convenzioni che dobbiamo usare nei rapporti faccia a faccia),ecco questo è un problema

E IL PROBLEMA NON RISULTA MAI ESSERE IL MEZZO,MA CHI LO USA:QUINDI L'UOMO.

Si, è nella natura umana con tutti i suoi aberranti limiti,ristrettezze,prevaricazioni,maleducazione,crudeltà basse che risiede il reale problema..Non è il videogioco , o facebook. Questi amplificano forse il tutto,ma la gente era vittima di bullismo,accanimento,odio,anche prima eh.

L'odio non è una brutta cosa,solo che una persona normale la indirizza sulle cose giuste. L'alienazione che può creare una vita infelice o la semplice perfidia di chi non riesce ad accettare la propria mediocrità.

Il problema è che lo sfogo delle proprie debolezze e bassezze diventa la base per assalti smodati ad altri bloggers,e sia ben chiaro;magari fossero motivi politici, ci sta..ci sta..Sono le sciocchezze che vengono amplificate e la sensazione "goduriosa " di agire ben riparati , di mostrare i muscoli di cartapesta,tanto chi mi vede

ECCO I TROLL SONO DEI PIRLA! ANZI LA MASSIMA RAPPRESENTAZIONE DEI PIRLA.

Disturbare persone solo perchè hanno demolito il tuo film preferito, o perchè te credi che non abbiano capito un cazzo di cinema o altro, è un atto di infantilismo codardo che non merita nè pietà umana, nè giustificazione.

E sai perchè?Stai sprecando una grandissima possibilità,quella di porre il tuo sapere e le tue informazioni al servizio degli altri,il futuro dei blog è quello dei kolchoz,cioè la collettivizzazione del mezzo con altri per ampliare conoscenze,esperienze,dove tutto quello che di negativo l'individualismo crea viene plasmato da una nuova collaborazione .
Si, questo non significa che siamo autorizzati a fare quello che vogliamo sui blog altrui,non significa comportarsi da deficienti patentati,non significa cercare risse virtuali.
Credo che collettivizzare ,cooperare,collaborare,tra bloggers possa dare una mano anche a migliorare i rapporti interpersonali e creare un fermento culturale forte.
Si ,da vecchio bolscevico ho questa idea di non tenere niente per me,di dividerlo con gli altri , e ste menate qui.
Tanto che da settembre questo blog si aprirà proprio alla collaborazione.
Basta che voi non siate di quelli che offendano gli altri e sopratutto le altre.Non mi piace chi si comporta in modo meschino,lasciando sui blog insulti,insinuazioni,provocazioni sulla natura sessuale, sulla vita,sui gusti degli altri e ripeto:delle altre
Perchè poi il troll è un vigliacco che attacca nascosto sopratutto quelle categorie che lui reputa più debole,ovviamente in rete.Perchè nella vita reale si sente respinto,e altre menate.


Tutto questo ha a che fare con l'essere umano,con le sue debolezze,cretinerie,e con l'indifferenza della gente che si chiude in sè, che non agisce per difendere le persone quando sono in difficoltà. Ripeto non dobbiamo parlare dei mezzi,ma di noi. Un blog, un sito,facebook,non sono altro che contenitori .Vengono riempiti dai nostri pensieri,parole,sentimenti,illusioni,gioie e dolori.
Proprio per questo non accetto giustificazioni di sorta per quelli che abbassano il livello della rete con trolleraggio,oscenità razziste e omofobe, ottusità . E non amo che si offendano le mie amiche. Per cui posso tollerare che commentiate sul mio blog,ma sognatevi che possiate mai esser considerati dei miei collaboratori.
Perchè? perchè credo nella galanteria e nell'educazione che un uomo debba sempre avere nei confronti di una donna.

E degli altri.

La rete è il mondo con tutte le sue contraddizioni,emozioni,amplificate,rappresentate,ma c'è tantissimo di vero. Dalle gioie delle amicizie,di imparare tanto da altri e dare buoni insegnamenti, fino alla fisse tipo:perchè non mi commenta più? Perchè non risponde,che prima era di proprietà esclusiva del telefono.
Ma siamo noi,sono le nostre vite,le nostre certezze,e dobbiamo metterle al servizio di altri,confrontarci,aprirci  alle nuove idee e alle contraddizioni, essere disposti a fare un passo indietro e tre avanti, perchè noi siamo animali sociali, nati per stare in mezzo agli altri, per stare con gli altri e per questo anche il futuro nella realtà virtuale dovrà passare da tanti individui che usano un mezzo per collaborare a una massa coesa e in aperta collaborazione per far avanzare nel modo giusto la comunicazione,lo studio,l'analisi, la riflessione,comune .

Il troll è un imbecille,una testa di cazzo penosa che nel suo voler portare caos e scontri,si comporta come quelli che giustamente venivano presi a colpi di piccozza. Ecco,così dovremmo fare anche noi,prendere a picconate gli imbecilli che per una recensione negativa,una risposta non data, una normale questione di antipatia , si permettono di tormentare gente spesso superiore,migliore o diversa.

Sono quelli che una volta chiamavamo quinte colonne, nemici del popolo,e come tali vanno trattati. Il nostro futuro è l'abbattimento delle divisioni rigide e pleonastiche e una sana condivisione,collaborazione,collettivizzazione del pensiero,delle parole,delle esperienze,del sapere

Altrimenti se volete stare per conto vostro,se non volete aver a che fare con gli altri,c'è sempre il caro e vecchio onanismo eh! :-)


La rete ci offre tante potenzialità per il bene comune usiamola,avvertenze...basta che non pensiate di fondar un partito che non è un partito,un movimento stellato,manipolato da due folli e con una massa di improvvisati e incapaci ..bè li allora trollare...è giustificabile ^_^

mercoledì 12 giugno 2013

IL BUIO OLTRE LA SIEPE di ROBERT MULLIGAN

Amo i film in bianco e nero. Si,lo so il colore offre tante sfumature e la nostra vita è a colori quindi...Però a mio modesto avviso nulla sa creare un 'atmosfera simbolica,emblematica,dare pathos alla recitazione  e al film come un buon uso del bianco e nero. Se fossi un regista farei film senza usare il colore. E poi mi piacciono le storie che parlano di noi,del popolo, di quello che accade nel nostro mondo. Ce ne sono talmente tante di cose da narrare che mica dobbiamo per forza "evadere",va bene anche fermarsi ,guardarsi intorno e notare quanta grande narrativa esiste dietro la vita dei vicini di casa,della gente in metropolitana e così via. Prendi la mdp e sbattila in faccia alla gente,lascia che si abituino e poi vedi che avrai un film a portata di mano:ricordi,emozioni,rancori,amori,odi,dolori,gioie,mica devi fare altro.
No,altro devi farlo..metterci un pizzico di suggestione, un momento in cui il mezzo rimanendo pur tale, si mette al servizio di una storia ordinaria. Il reale filtrato con l'illusione della tecnica,ecco cosa è il cinema per me.
Un grandissimo esempio di tutto questo è questo immenso capolavoro,questo film di assoluta bellezza che è :Il buio oltre la siepe.
Credo che il cinema americano dal dopo guerra fino alla metà degli anni 80 abbia dato grandi pellicole da amare e portare con sè ,come esempi fulgidi di Cinema puro e ricco di sfumature sociali e umani,poi il crollo nel reaganismo e nello stuporismo a buon mercato,ma prima...
Influenzato dalle nuove correnti cinematografiche europee e mondiali,dallo stile in netta rottura con le tradizioni,uscito con rabbia dal maccartismo,ecco che anche Hollywood si sposta verso terreni prima d'ora del tutto inesplorati e a far conto con le problematiche di una società non proprio da sogno,come gli americani avevano sempre creduto,gli omicidi di Kennedy,King,Malcolm X,la guerra in vietnam e altro minarono il placido conservatorismo e la bacata idea di eroe ,stucchevole,manierato,tipico di Hollywood.



L'America si guarda con meno simpatia e giustificazionismo,d'altronde come dicevo, molti di quei registi hanno notato che in Italia un gruppo di leggendari eroi ha praticato una delle più importanti rivoluzioni nel mondo dello spettacolo:il neo realismo.
Sai, vivo in mezzo ad esterofili talora anche ridicoli e quindi ti sentirai rispondere: che palle, dai presunti cinefili italioti, ma lascia stare, lascia perdere.  Il neo realismo è la vera e sana radice italiana, insieme alla commedia. Non ci sono cazzi e mestieranti che tengano.
Questo ha influenzato anche registi e attori americani che sentivano il bisogno di fare e dire altro.
Il buio oltre la siepe è una via di mezzo:è Hollywood ma riletta secondo la sensibilità nuova e urgente del periodo
Perchè il mondo comunque influenza pesantemente il cinema e gli altri mezzi artistici.Non ci sono cazzi,detto alla francese. Il paese era attraversato da contestazioni,movimenti per i diritti civili e altro.

Le origini di questo film meritano di essere ricordate. Un libro meraviglioso come sa essere la grande narrativa americana ,quando vuole , scritto da Harper Lee, la quale era anche lei figlia di un avvocato,ma di idee profondamente reazionarie e razziste, nel romanzo l'autrice ha creato il padre che voleva. Amica di  Truman Capote lo descrive come suo amichetto nel ruolo del bambino che ogni estate va nel paese della protagonista in vacanza di una zia. Il libro mette in evidenza personaggi come  la maestra e le vicine di casa in modo più preciso e irriverente,ed è per me una lettura imperdibile e fondamentale per ciascuno di noi
Vuoi sapere perchè? Il pregiudizio. Ognuno di noi ne ha uno,ognuno di noi deve lottare contro la sua parte reazionaria,quella parte negativa che impedisce al genere umano di progredire

Se la piccola Scout e il suo fratello Jam attraverso la vicenda del padre che difende un nero, Tom Robinson, ingiustamente accusato di stupro, scoprono con orrore la natura razzista, violenta, del loro paese, la vicenda di Boo parla di noi più quanto ci piaccia credere

Non siamo forse stati più o meno tutti portatori di leggende negative su persone che non conosciamo ,ma che abbiamo sentito dire siano strane. Strano...che cosa è strano?Normale per voi è uno che offende chi è dell'altra razza?O chi è gay,lesbica, o crede in altri dei o vuole altri tipi di regimi?Il provincialotto medio americano e  italiano che vive senza sapere , felice della sua enorme ignoranza umana è causa di dolori e sofferenze atroci da parte di chi ha un colore di pelle diverso o vive in altro modo.

C'era in quel tempo un tentativo di migliorarsi e migliorare la società. Oggi va di moda il cinismo, il cattivismo, c'è gente che non ha nulla da far di meglio che rompere i coglioni e insultare attraverso il loro esser troll di merda altra gente.
C'è una bassezza morale,etica,umana clamorosa e viene accettata o criticata blandamente

Il buio oltre la siepe ci ricorda questo:superare la rozza rabbia, il pregiudizio,l'odio insensato e siocco,e scoprire gli altri. Non è perdonismo o giustificazionismo alla cazzo di cane, esistono categorie protette e che non devono esser criticate,ma questo fa parte della vita.

Una pellicola fondamentale, un libro importante, personaggi memorabili e grandi interpretazioni da Gregory Peck a una bravissima Mary Badham, sorella del celebre regista John,fino al debutto di Robert Duvall.

Il cinema che amo:quello che ci mostra la nostra storia e realtà e ci dice che possiamo anche essere meglio di quello che una sorta di maleducata apatia e frustrazione ci rende.






UNA RAGAZZA di DAVIDE VIGAN0'

Un lunghissimo primo piano,con la macchina da presa posta molto vicina all'attrice. Lo schermo è totalmente invaso dal suo viso. Niente rumore in sottofondo, solo la faccia della ragazza. Per 20 minuti assistiamo solo a questo.

Poi un timido sorriso,gli occhi che cercano quasi una fuga del tutto insensata dalla mdp,e infine il fastidio.
Stacco.

"Non serve molto per fare cinema, non ho mai creduto che fosse una grande storia o un virtuosismo esasperato. Chiaro come spettatore sono rimasto affascinato, come tutti, dalle epiche storie e leggende hollywoodiane o dal virtuosismo esasperato di molti nobili padri del cinema. Tuttavia con "Una Ragazza" volevo mostrare come la vita stessa fosse cinema. Basta un'inquadratura. E fai cinema"

Ora , dopo lo stacco, vediamo la ragazza che pedala lungo una via della sua città.  La mdp la segue riprendendola da destra. Una lunga carrellata,lei pedala ...Assorta, poi si rilassa. Pedala senza tenere le mani sul manubrio. Un attimo di pudica e devastante felicità. Improvvisamente, con gli occhi guarda in camera. Rimette le mani sul manubrio e a testa china pedala verso il luogo di lavoro.

Lavora da sola in un piccolo ufficio. I poster alla parete ci mostrano luoghi di villeggiatura,ma potrebbe fare anche altro. Una normalissima impiegata. Gioca a solitario sul computer,pubblica post su facebook,riceve una telefonata al cellulare.Ci mette molto a rispondere, guardando l'oggetto con spavento e insofferenza,quasi si aspetti che si blocchi da solo.
Altro sguardo in macchina:supplichevole e timido.

"Non prendo la distanza dai miei personaggi. Esattamente come mi ha insegnato Lars o i fratelli Dardenne. Noi li seguiamo passo a passo e a pochi centimetri,la ragazza guardando in sala non vede il pubblico,eppure sente una presenza.Sai come capita a noi. Sei solo in casa,senti un malessere,qualcosa e cerchi una comunicazione con qualcuno. Se non trovi nessuno su facebook...Ti guardi allo specchio,no?Succede..Lei vede non un pubblico amico o consapevole,ma la sua solitudine amplificata dallo sguardo della mdp."

Una serata tra amiche che si vedono dopo tanto tempo. Una sua amica la rimprovera di aver saltato le ultime riunioni,ma non sappiamo di cosa. In poche battute la ragazza manifesta una stanchezza, un sentirsi vecchia, senza scopo,e a poco serve canticchiare una sigla di un vecchio cartoon.

"La mia generazione di bamboccioni è vecchia dentro. Non nel senso positivo di..Che ne so?Recupero della lotta politica, o dell'emancipazione culturale.No, non quello. Parlo della debolezza che colpisce i vecchi,che vivono giorno per giorno,sperando di morire. Cosa abbiamo noi?Abbiamo fatto i partigiani?O abbiamo vissuto l'autunno caldo degli operai?No.Non siamo ancora arrivati a 40 anni,ma siamo nostalgici::film orribili e cretini diventano grandi classici, canzonette patetiche hit da ricantare e i cartoni animati la vecchia terra promessa abbandonata."


Vediamo la ragazza mettere qualcosa in un pacco.. Attraverso diversi stacchi vediamo molti pacchi sparsi per la sua casa. Fino a quando attraverso un morbido e lento zoom arriviamo al primo piano dello schermo del computer . C'è una pagina di Google: come fabbricare bombe in casa..

Seguiamo cosi la protagonista mentre va a distribuire i pacchi : a un suo ex, alla sua migliore amica, a una collega. a una ragazza con la quale ha un rapporto ambiguo. Ne lascia uno in una chiesa durante una messa mattutina piena di fedeli, la lascia all'uscita di un asilo.
E alla fine la vediamo mentre vende i suoi pacchi al  mercato.

Fine


Il film ha ottenuto un enorme successo di critica, più che di pubblico, ma come dice Davide: "ho il mio lavoro da giornalaio. Il film è stato girato durante le mie vacanze,in estate. Per questo non mi interessa più di tanto che non piaccia al grande pubblico,piuttosto mi interessa che sia arrivato a quelle avanguardie che sentono come me una grande insofferenza nei confronti dell'ipocrita dittatura del regime liberale"

Esistenzialismo e realismo, sono miscelati insieme in questa pellicola per nulla accomodante, consolatoria,priva di enfasi e drammi,ma straziante e crudele.

"Bè,guardala anche come un film sull'emancipazione femminile,se vuoi. Ma se proprio vuoi. Credo che le donne abbiano a che fare con l'emozione , con l'empatia, non so...Prendi Bess , sai la protagonista de Le Onde del Destino? Ecco,difficilmente un personaggio maschile potrebbe risultare credibile. Mi stupisco sempre di come tanto cinema popolare , per le masse, non dia risalto alle figure femminili. Son lì per essere trombate,per fare la mamma,la dark lady, ok tirano mazzate,ora..Ma quella cosa in più che legato al silenzio, alle espressioni del viso,ecco manca. Non sempre, appunto Von Trier, Dardenne, Smith in Triangle fa un ottimo uso della persona Melissa George e quindi anche del personaggio. Ma lei è anche me.,noi,è quella rabbia che passa prima un lungo apprendistato di rassegnazione,apatia, sai quando dici:va tutto alla malore,e che cazzo posso farci? Se avessimo una società basata sulla dittatura del proletariato, bè iscriviti al partito e consolida il potere del comunismo,ma qui?Se schiava della tua libertà,che non è tua. Un prodotto a buon mercato del capitalismo.
Mi chiedono perchè in questo film non vi siano quasi mai dialoghi, tranne quelli ridotti all'osso con una sua amica.
Perchè noi combattiamo tanto per esportare la democrazia e il diritto di espressione,parola,discussione, ma non lo pratichiamo mai . Tu prova a parlare di Stalin, o di comunismo, o a proporre un film decolonizzato da un immaginario collettivo ormai morente, ti tagliano fuori e ti danno del pirla. I liberali amano fare queste cose, noi lo diciamo chiaramente.
Ecco per questo la ragazza vive in una società democratica, è libera,ma non ha vere amicizie e non sa con chi parlare..Sfugge gli inviti alla conoscenza di un amico di facebook e alla fine trova come rivalsa la lotta individuale,la distruzione assoluta e totale di tutto quello che c'è intorno a lei."


Non vediamo esplosioni, non ci sono scene drammatiche,ma il pacco in mano a un bambino allegro ,immagine che conclude con un lungo fermo immagine il film, è disturbante e fa molto male.


"Si..uhm...vedi un bambino con in mano questo pacco , e c'è una bomba. Ok?Lui gioca spensierato e sorride    alla fine . Un bel sorriso aperto,ottimista,sicuro,ho fatto un carrello sul suo viso , di quelli che talora spielberg usa quando inquadra un piccolo attore. Sai,il massimo dell'ottimismo. Però la bomba esploderà.
Perchè quello che voglio dire è: ci tengo che ti diverta. Davvero tanto,godila eh! Per carità non guardare nel pacco, non avere dubbi,mai! Vai avanti contento per la tua strada spensierata, nel frattempo la vita ti sta preparando qualcosa...."

Bergman,Dardenne,Von Trier,Loach, tutto miscelato insieme.

"Amo profondamente il neo realismo italiano, credi sia un reato? Non mi interessa. Come ho detto :non ci vuole molto per fare cinema. Prendi una mdp e riprendi la gente intorno a te. Trovi un vecchio che si lamenta, una coppia che fa sesso, una macchina della polizia che insegue qualcuno,ecco :dramma,porno,poliziesco. Il rifiuto del reale è il rifiuto della potenzialità assoluta che ha come trama l'esistenza umana. Io e te siamo cinema, aspettiamo solo un autore e i titoli di coda. Vado matto anche per Bergman e i tormenti esistenzialisti.
La lotta di classe contro i nemici e collaborazionisti è in stretto legame con quella che noi viviamo contro le nostre contraddizioni. Penso questo.

Sai il cinema lo divido in due.1)cinema della finzione, 2)cinema della verità. Non è legato a vecchie etichette :autore o genere. Perchè sbaglieremmo di grosso se ci dovessimo fermare a questa incomprensione.La verità è riscontrabile in tanti filmoni per le masse o di genere. Cosa sarebbe?L'urgenza che ha portato Millius a girare Dillinger, o Mann Collateral,ad esempio.
Vivere o Morire a Los Angeles,e poi chiaramente Le onde del destino,dogville. Ecco:Dogville è la verità rotonda,pura,totale.Eppure è un film astratto,ma non credo....L'astrattismo delle cose non scalfisce minimamente il realismo doloroso dei personaggi,eppure tutti a guardar il dito astrattista,piuttosto che la luna realista delle persone come Grace,ad esempio.

E quindi..ah,si siccome devo pagare le bollette e pagare le nipotine di mubarack,bè....Girerò un cinepanettone con De Sica"