sabato 28 luglio 2012

J EDGAR di CLINT EASTWOOD

La malattia peggiore che possa colpire un popolo è senza ombra di dubbio :il colonialismo culturale.Imposto per giunta non da forze nazionali o interne,ma estere.Per giunta forze estere di estrazione capitalista-colonialista-imperialista.Moltissimi e moltissime italiani e italiane soffrono ad esempio di americanite ed euroatlantite acuta.La nostra cultura pressochè scomparsa e messa a rimorchio della non cultura yankee,dei remusagli nostalgici franco inglesi e robaccia simile.Queste nazioni come eldorado alle quali perdonare tutto nella lotta contro i famosi stati canaglia,noi ci abitiamo ma mica lo sappiamo eh!
Chiaramente l'America è il faro illuminante di questa grande narrazione sull'innocenza,la libertà,la civiltà,la democrazia."Il mondo è in pericolo" questa frase è citata in tutti i film ammmereggani,ma spesso in pericolo si trova una cittadina di caproni 'gnoranti.Si credono e si vedono come se fossero mondo,ma al massimo sono un villaggio di cafoni arroganti e arricchiti male e illegalmente.
Perchè ho scritto questo prologo al film di Eastwood,perchè attraverso la biografia di un personaggio rivoltante e squallido come John Edgar Hoover,direttamente o indirettamente ci dice tantissime cose sulla Nazione.E sui pilastri che la sorreggono:ambizione smodata,efficacia ed efficentismo per gloria personale,individualismo nocivo,paranoia quotidiana,razzismo,fascismo,mistificazione della realtà,nessun confine tra vero,verosimile,balla fraudolenta.Un ritratto nerissimo,feroce,decadente,urticante,fastidioso.

Il film segue la vita di Hoover dagli esordi come studente di legge laureato che lavora presso quella che è una prima e rozza versione del burreau o borreou o come cazzo si scriva!
Giovane ambiziosissimo,pompato a dismisura da una madre iperprotettiva e presente-fanatica religiosa,razzista e ultradestrosa-il nostro si ingegna a cambiare del tutto l'aspetto dei federali.E ci riesce.Certamente innova e migliora la macchina repressiva dello stato capitalista.La sua è una guerra classista come se ne fanno oggi:i ricchi che rovinano la nazione con le loro coglionate attaccano e macellano le popolazioni interne ed esterne.
Hoover è una sorta di bieco funzionario che usa il potere a sua disposizione per imprigionare,deportare,eliminare,ricattare,prevalicare e sapete una cosa:se fosse sovietico non ci saremmo mai tolti dai coglioni le lamentele dei democretini all'assalto dello splendido e ottimo potere della sssr,ma siccome è ammmeregggano e la sua nazione è la padrona dell'osteria Il Mondo,che famo?Beviamoci il loro vino fatto con le peggiori e velenose pisciate di una sciatta propaganda.Enjoy!
L'uomo che ne esce è di rarissima antipatia,omosessuale represso che ha un lungo legame con un suo sottoposto,mammone nevrotico-anche io!anche io!-manipolatore che ottiene prestigio rubandolo ad altri,bugiardo cronico che si narra e fa narrare un'epica irreale.
Dicono che non sia un film riuscito,e giù i paragoni con Gran Torino o Million Dollar Baby.Non concordo.
Esso è un buonissimo film,forse parte un po' così,ma è davvero ben fatto e meritevole di visione.La cosa che mi ha colpito maggiormente è la grandissima delicatezza con cui Eastwood tratta la storia d'amore gay.Perchè?Noi tradizionalisti conosciamo cose fondamentali come il pudore,ad esempio.E che ti devo far vedere?Due uomini che si ingroppano?Per dar soddisfazione agli alternativi piccoli borghesi?No,vogliamo che si capisca l'importanza dell'amore nella nostra vita.In tutte le sue forme: di un uomo,una donna ,o di un caneeee,come canterebbe Zucchero.Ne abbiamo bisogno tutti.Ed è in queste sequenze che il film diventa bellissimo e struggente.La litigata finale,ad esempio.Mi ha commosso.Molto.
La pellicola è chiaramente sulle spalle di Leonardo Di Caprio,ottimo attore che si è ripreso del tutto dalle cretinate per improvvisati spettatori ,tipo Titanic.Però Eastwood non mi delude mai.

venerdì 27 luglio 2012

ELECTION di JOHNNY TO

Società Nera ,è il titolo originale tradotto dal cinese.Indica la Triade,potentissima organizzazione criminale di quelle zone.Il film è un racconto di potere e morte all'interno di un mondo a parte rispetto a quello della gente normale ed onesta,ma inviolabile e incontrollabile da parte delle forze dell'ordine.Il regista ne descrive l'ambiente,le usanze,le tradizioni,la nascita antichissima e i riti millenari.Ai confini,soli e disperati vediamo gli uomini di legge,che certamente :arrestano,ingabbiano,ma poi come succede anche da noi si scontrano con avvocati vari che trovano cavilli e altro per farli uscire.Lo scontro generazionale ben evidente nella triade ,si nota anche tra i poliziotti:con il giovane che vorrebbe eliminarli fisicamente tutti,e l'anziano che lascia che si scannino tra di loro,l'importante è trovare un compromesso per normalizzare la società.
Election racconta dell'elezione del nuovo presidente della triade.Lock e Big D sono i giovani rampanti che dovrebbero occupare quel posto di prestigio.Il primo è più tranquillo,freddo,calcolatore,l'altro è decisamente un arrogante violento figlio di puttana.Lo scontro si fa duro,perchè Big D non accetta la sconfitta e farà di tutto per aver il bastone del capo.Quindi la pellicola mostra i metodi usati dai due rivali e rispettivi uomini per impossessarsene..Nel frattempo la polizia riesce ad arrestarli tutti,nel carcere il perdente tra i due aspiranti presidenti si metterà contro tutta la triade...Lock però lo convincerà a ritornare sui suoi passi.Fino a quando....

Johnny To è un grandissimo regista orientale.Fa parte di quella new wave che da Hong Kong ha conquistato il mondo,ma lui ha uno stile diversissimo rispetto a John Woo.Nessuna coreografia,virtuosismo,nessun cinema che si mostra alla massima potenza,a parte nella sua opera Vendicami dove rielabora elementi wooiani e li gestisce davvero divinamente,To è più concentrato sulla storia e i personaggi e un rude,crudo,forte realismo.Ci son dei momenti in cui dici:ci fosse cho Yun Fat ,qui ..finiva a schifio e invece il regista smorza questi toni.Un film gelido,feroce,sottopelle e sottotraccia,che esplode in scene di violenza senza nessuna coreografia e svulazzamento,ma con tutta la forza disumana del gesto

martedì 24 luglio 2012

CANI ARRABBIATI (SEMAFORO ROSSO)di MARIO BAVA

Estate,tempo di vacanze.La gente si muove sulle autostrade diretta alle località di villeggiatura.Tante persone chiuse dentro a scatole con le ruote ,per molto tempo.Ogni macchina un gruppo di esseri umani e ogni gruppo delle storie.Buffe,commoventi,crudeli.E poi c'è questa automobile,la vedete?Una Opel Rekord Caravan,sta viaggiando sull'autostrada Civitavecchia-L'Acquila.Ci sono delle persone,qualcuno canta anche -stonando-a squarciagola,eppure non pare che siano felici .Cosa succede?Dove vi trovate?
State assistendo alla visione di uno dei massimi capolavori della cinematografia popolare e di genere,che peraltro diventa una riflessione amarissima e nerissima sul genere umano.Un film che definirei radicale e pessimista,ma al quale va benissimo anche l'etichetta di maledetto,dannato,eccetera eccetera.Ma non nel modo che intendiamo oggi:cioè scandaletto abilmente preparato negli uffici del marketing ,a base di cattivismo da happy hour e cinismo piccolo borghese-si sto pensando proprio a quel ragazzotto ammmmericano -quindi un maledettismo infantile e alla fine consolatorio.Dove ,a parte i poveri di spirito,gli altri ridacchiano e tirano un sospiro di sollievo.Il film è finito,va andiamo al bar!
Questo non succede con questa pellicola.L'angoscia vi accompagna ben oltre il finale:che è spiazzante,feroce,beffardo,amarissimo e davvero cattivo.Senza strepiti o altro,la meschinità della natura umana dietro l'apparenza della vittima e del buon borghese.Film assolutamente sperimentale,visto che è girato quasi tutto dentro a un'automobile.Claustofobico,senza via d'uscita,anche quando una prigioniera scappa in un campo aperto.Eppure è come se fosse rinchiusa in una galera.
Una banda effettua una rapina.Finisce nel sangue.I tre sopravvissuti scappando sequestrano una donna e poi bloccano un uomo :Riccardo,viaggia con il figlio che dorme.L'uomo dice che abbia la febbre.Comincia un viaggio infernale verso una fuga impossibile.Ecco il tema della claustofobia che si allarga.Impossibile per l'uomo scappare,impossibile uscire indenni dal peso delle violenze effettuate,il male è ben nascosto,sta in agguato e ridacchia delle nostre tensioni di spettatore che tifa per il buono,ma se fosse un errore?Le musiche ipnotiche e ossessionanti,ma bellissime cercatele su youtube va, di Stelvio Cipriani ci accompagnano per tutta la durata della pellicola.Creando un climax  potentissimo.In poche parole:guarda che anche tu sei prigioniero,caro spettatore.Non ne esci mica,così con le solite cose:è solo un film.No,è realismo nerissimo.REALISMO.

Menzione particolare ai protagonisti:Riccardo Cucciolla,il "buono" per tutto il film fai apertamente il tifo per lui e per il bambino.La genialata finale ti distrugge ,una mazzata.Maurice Poli è il Dottore,il capo della banda,quello razionale e freddo.Don Backy giganteggia nella figura del psicopatico Bisturi, mette paura e anche un po' di umanità,personaggio complesso a suo modo,interpretato benissimo,davvero memorabile e infine George Eastman-il sopravvalutatissimo Montefiori,assolutamente da smitizzare-nel ruolo di 32-centimetri di indovinate cosa- una sorta di scimmione bullo e crudele.Infine la donna :Lea Kruger,vittima della follia degli uomini.Nessuno si salva,in un modo o nell'altro.
Il film girato nel 1974 ebbe grossi problemi per via del fallimento della casa di produzione,anni dopo venne ripreso e messo su dvd dall'attrice protagonista-la Kruger-e giunto a noi.Esistono diverse versioni con finali leggermente diversi e scene aggiunte,ma credo che al di là di questo,delle grossi liti sul set tra Backy e Eastman,si debba considerare questa pellicola come tra i più grandi classici del cinema di genere quando non è solo un modo per girare una cosa da incasso facile,ma usare esso per dire cose profonde e importanti.
Non possiamo che ringraziare Mario Bava e tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione del film

domenica 22 luglio 2012

MAGNOLIA di PAUL"QUELLO SANO,INTELLIGENTE E BRAVO"ANDERSON

Capita ,sai sono quegli scherzi della vita no?Cioè magari tu non lo trovi divertente,perchè insomma non lo è,ma a me fa molto ridere.Chiamarsi esattamente come un grandissimo autore,un creatore di potentissimi e titanici film che trasudano epopea ed epica,mentre tu sei li a far bambocciate,ma che i bambini con un minimo di scolarizzazione disapproverebbero-doppie alla cazzo come piace a me -per dignità infantile.Capisci,no?Uno ha un'idea di cinema autoriale e popolare di grande spessore,cazzo pare di leggere un fottuto romanzo di quelli davvero in gamba e te al massimo,ma perchè siamo buoni,uno scadentissimo tra gli scadentissimi fumetti scadenti.Quindi fatemi il piacere,quando si parla di Anderson, non fate confusione.Paul è solo uno,cioè l'autore di Magnolia o Il Petroliere,non uno che piace a quelli che per fare i fighi alternativi anti intellettuali,ma lo sono eh?Dei nerds davvero paurosi che però si vergognano e insomma ...-ti tirano fuori l'altro.Quello...ma che ne parliamo a fare?

Come ho scritto da qualche parte,anzi qualche post più giù,fin da ragazzino mi son sempre piaciute le commedie drammatiche,dolceamare e le tragende.Oltre ai film dove si spara sotto la pioggia con molta malinconia mentre si va a morire o a uccidere per difendere l'amicizia,la lealtà,l'onore e così via.
Anderson è stato subito un amore a prima vista,con il suo bellissimo Boogie Nights.La conferma è arrivato con questo che ,lo voglio scrivere chiaramente,è IL FILM DELLA MIA VITA.Cioè,a essere precisi:uno di quelli,ma è al terzo posto.Superato da Le onde del destino e dal mio film preferito in assoluto:Good bye Lenin.
Il film è la storia di un gruppo di persone durante una giornata a Los Angeles.Questo gruppo di persone sono in sostanza l'una legata all'altra anche per cose minime,ma insieme creano un amarissimo e umanissimo affresco dell'umanità di fine secolo e millenio,visto che è del 1999 e all'epoca avevo 23 anni.
Proprio questo elemento mi colpì profondamente ai tempi:non c'è la condanna moralistica, ma nemmeno la giustificazione.Come è la vita una serie di cose odiose,raccapriccianti,crudeli,oscene e poi esplosioni di amore,tenerezza,comprensione.L'esistenzialismo in questo film si apre a connotazioni bibbliche e apocalittiche,a pianti e lacerazioni dell'anima difficili da sostenere,a sconfitte che portano altra sconfitta in vite desolate,alle maschere che si indossano per vivere e dimenticare il passato.
Il passato è fondamentale in questo film,come nella nostra vita e sopratutto il senso di colpa.Trovo ignobile che molti davvero pensino di vivere senza provarlo almeno una volta nella vita.I rimpianti,ecco..anche questi vengono esaltati-giustamente - in questa grandiosa e bellissima pellicola.Sullo schermo vediamo gente che vive,muore,cerca di stare a galla.
C'è Frank,un tamarro che ha inventato il metodo Seduci e Distruggi,una sorta di manuale del seduttore da guerra anti femminile,che durante un'intervista dovrà rivedere alcune situazioni dolorosissime del suo passato.C'è la sua matrigna:una donna che ha sposato per prestigio nella società e danaro un vecchio produttore tv di grande successo e che ora,mentre l'uomo muore,sta scoprendo di esserne disperatamente innamorata..C'è iil produttore che chiede al suo infermiere di scoprire dove sta il figlio che non vede da moltissimo tempo.C'è la figlia di un noto conduttore televisivo ,drogata e disperata che si innamora ricambiata di un onestissimo poliziotto,il quale è fermamente convinto che nella vita sia fondamentale fare del bene,e per questo si scontra con la debolezza e miseria degli altri..C'è un ex campione di quiz ridotto al lastrico che vuole rifarsi i denti per conquistare un aitante barista.E il piccolo concorrente costretto a fare da star in quiz tv perchè il padre lo vede come una garanzia di lusso e successo.
Quello che colpisce in questa storia decisamente altmaniana è lo stile vigoroso,robusto,della regia che trasforma la materia scritta in una sorta di grande epopea americana,una sorta di epica senza eroi mitici,sostituiti da gente "comune".Film che non si vergogna dei sentimenti e di mostrarli perchè non è afflitto dallo stuporismo e dal commoventismo d'accatto tipico di altre produzioni.C'è una verissima sensazione di amore e tenerezza nei miei personaggi preferiti ,cioè il poliziotto e l'infermiere ,interpretati benissimo da due memorabili ottimi attori,rispettivamente:John C.Realy e Philip Seymour Hoffman.Sono la faccia sana dell'umanità,quasi due angeli laici che aiuteranno gli altri a superare la difficoltà di vivere e quella,per quanto riguarda la missione dell'infermiere,di morire.Questi personaggi mi coinvolgono molto,sono due esempi perfetti di quello che dovremmo essere e fare,e seppure gli altri hanno problemi gravi  e visibili,a mio avviso sono loro quelli che soffrono di più perchè sentono il peso della situazione precaria e pessima non solo per loro,ma anche per le altre persone.Quindi i dialoghi sono importanti,come la costruzione dei nove protagonisti.Si cerca una verità drammaturgica e filmica che sia più aderente a un grande dramma sporcato nel realismo di situazioni che possano capitare a molti.Cinema al  massimo della sua potenza,non documentario,ma non quel cinema pleonastico di sogni e illusioni del tutto a uso e consumo della macchina consumistica e reazionaria..Anderson,quello che è capace di fare cinema,ci cattura con piani sequenza mozzafiato,carelli possenti,e momenti di calma dove tutta la forza e la potenza è espressa dalle parole della sceneggiatura.E in tre ore di film ce ne sono di dialoghi memorabili,di scene madri strazianti,c'è tantissima roba.In poche parole c'è IL CINEMA.
Molti ricordano il prologo con i tre fatti delittuosi collegati da quello che molti possono definire coincidenze,un falso inizio,visto che la stessa voce narrante ci dice di non crederci.Oppure ci sta solo ingannando?
In ogni caso Magnolia è un film capolavoro,bellissimo  e memorabile,una delle mie opere preferite che ha anche il fatto positivo di rendere protagonisti nove ottimi attori e attrici,senza puntare sulla star di punta-che è Tom Cruise .nel ruolo del macho reazionario Frank.Il quale offre una ottima prova durante l'incontro con il padre-ma dando spazio alle sensibilità e bravure di un cast davvero molto ben diretto.Sopratutto,mi sembra di notare,che tutti si sian sentiti molto coinvolti e che per questo ci abbiano deliziato con una performance corale di altissima levatura artistica.
Guardatelo,che vi fa bene!

giovedì 19 luglio 2012

DJIANGO di SERGIO CORBUCCI

La malattia che prima o poi ci condurrà tutti alla tomba del cinefilo,è senza ombra di dubbio:la nostalgia.Il cinema è da anni e anni che è piegato su se stesso,ricicla situazioni e personaggi attraverso un citazionismo che non è più gesto d'amore,ma solo e soltanto una via facile per avere qualcosa di pronto-fast food dell'immaginario-e per divertire i nerds,i cvtici del cinema popolano e popolare,ancora più tediosi e saccenti dei nostri amatissimi Morandini e company.Per cui non ci rimane che ritornare alle origini,alle radici,ai momenti alti del cinema veramente popolare-con le sale di periferia e via elencando,non i fottuti multisala di vivacchiamento borghese-e quindi il film come oggetto di intrettenimeto,esplorazione di linguaggi diversi e talora anche come istruzione alla politica per i proletari.
Django è una di quelle opere che per vari motivi segnano l'epoca e la trasformano in epica.Il genere spaghetti western è stato un atto rivoluzionario al seguito del cambiamento dei costumi e usi,sopratutto per quanto riguarda le masse giovanili,che non erano come quelle di dieci anni prima.La piazza ribolliva di tensione sociale,la musica diventava più elettrica e psichedelica,ma anche la certezza di un eroe a tutto tondo che difende dio ,patria e famiglia è demolita dalle figure di cattivi che si muovono come rockstars sul palco,dialoghi leggendari e beffardi,situazioni ora grottesche e ora violentissime.Il messico con la sua passionale rivoluzione diventa il punto centrale di tutto il discorso filmico legato al genere spaghetti western,.
Corbucci è stato per me un grandissimo autore di western.Ne ha filmati di bellissimi:Il mercenario,ad esempio e una manciata di leggendari:VAMOS A MATAR ,COMPANEROS!e sopratutto il pessimista IL GRANDE SILENZIO.

Certo alle spalle aveva anche questa magnifica pellicola.La cosa che più mi colpisce del film è come sempre l'ambientazione.Un paese semi fantasma,con un vento perenne,le strade piene di fango,sembra che si stia inabissando dentro il lerciume,la terra abbandonata.
Qui arriva un uomo,il vendicatore solitario.Ma anche un messaggiero di morte.Visto che si trascina una bara a presso di lui.Ecco,la morte è vera protagonista di questa pellicola tanto che il paese semifantasma pare una sorta di purgatorio dove le anime aspettano di finire all'inferno o in paradiso.Qui ci sta benissimo la citazione dello Springsteen der Tufello Marco Conidi:o tutto buio ,o tutta luceeeeee!No,solo per darvi l'idea che son pure un raffinato conoscitore della musica nazionale e internazionale.
La vicenda ,dico,è più o meno la solita:un uomo solitario,dal passato misterioso giunge in un villaggio.Poco dopo arrivano i cattivi e toh..Tra questi c'è quello che ha ucciso la moglie del protagonista.Niente di nuovo o particolare,eppure è ben scritta con i personaggi legati alle regole del genere,ma umanizzati il giusto.Quello che conta è l'aspetto che potremmo dire tecnico e l'intervento sul classicismo western-che io non disprezzo ,per carità.A parte John Wayne-la violenza e il sangue rossissismo,il sadismo,la vendetta ,l'atmosfera cupa e lugubre,la bara con la machine gun.Insomma la frontiera come emblema dell'anticamera per l'inferno,anche questo sarà ripetuto da altri e forse anche meglio-vedi Peckinpah,quindi togli il forse-ma è proprio questa sua originalità di leonismo esasperato,sporco,terreno,solido,rozzo,feroce ,che colpisce lo spettatore e gli fa urlare tanti wow che manco stesse scopando con chissà quale pornostar.
Il film ebbe un enorme successo,anche all'estero.Tanto da essere citato in diverse pellicole dal secondo capitolo di Star Trek al film The Harder they come.Ha influenzato un videogame-ve l'ho detto che non amo i videogiochi?Chi se ne frega,no..tanto per dire eh!-di nome BOKTAI THE SUN IN YOUR HAND "diretto" da Hideo Kojima.Ha dato vita a tantissime orribili imitazioni-tipico modo di affossare il genere,per colpa di chi ci dovrebbe campare cioè produttori,registi,sceneggiatori.Loro hanno ucciso ilcunema di genere in italia non la tv o la critica-e un seguito maldestro uscito nel 1987
A noi piace ricordare l'originale ,con il suo nome preso da un noto chitarrista jazz e quella magia malsana e potente che avevamo ai tempi.Ora Tarantino si è messo in testa di rovinarlo,già pronto il suo bruttissimo film.Vabbè,son i tempi caro mio e noi siamo troppo vecchi,stanchi,disillusi,per entusiasmarci ..almeno non con queste ragazzate!

martedì 17 luglio 2012

BRAZIL di TERRY GILLIAM

Mi son sempre chiesto:ma come mai noi che viviamo nel mondo libbberoooo,ci teniamo così tanto a raccontare di dittature e similia?Perchè siamo coscienti di averne create tante,e di essere noi stessi sudditi di una dittatura monarchia capitalista.Che poi ci dona tanti svaghi affinchè al popolino non sia fattibile comprendere la situazione e se proprio dovesse farlo:ecco le piazze virtuali dove sfogarsi e anche quelle fisiche,che tanto...
Gilliam nel lontano 1985 dirige uno dei migliori film mai girati nella storia del cinema,anche se effettivamente non è diventato uno di quei cult movie che tutti conoscono-tipo Blade Runner-e che a mio avviso rimane l'opera migliore del regista.
In un futuro imprecisato l'Inghilterra,ma potrebbe essere qualsiasi cittadina occidentale,è sotto il dominio di un regime repressivo e crudele.La burocrazia trionfa ,soffocando i cittadini.Un uomo,un modesto impiegato,piano piano viene coinvolto dalla guerra che i "terrorist" conducono contro il Potere.
Pur parlando di futuro,dittature,eccetera eccetera,si notano chiaramente agganci e riferimenti alle nostre condizioni umane-che forse allora sembravano paradossi ed esagerazioni,ma che oggi è la triste realtà- si faccia caso alla ricchissima,pleonastica,vuota alta borghesia.Chiacchiere vuote ed interventi estetici per sfuggire al tempo e alla morte,la divisione netta tra loro e gli altri,la manipolazione del reale come ad esempio:i rivoluzionari fatti passare per terroristi,cosa che accade nei nostri tempi con ancora maggior accanimento:i tagliagole siriani decantati come ribelli pacifici e i No Tav trattati da criminali.Il film è la storia di un uomo che per evadere sogna,si crea  un mondo diverso e si perde del tutto nel tragico e perfido.Quindi anche una riflessione potente sull'immaginazione che molti vedranno come un'ancora di salvezza dal grigiore,ed è vero,ma cinicamente e beffardamente è una pura illusione .Non siete salvi,siete prigionieri per sempre.Punti di vista però eh!
L'opera doveva intitolarsi 1984 8 e mezzo,con riferimenti al romanzo di Orwell-bibbia di tutte le fottute quinte colonne,il solo possesso merita una condanna di dieci anni eh- e il capolavoro di Fellini.L'idea di usare la celeberrima canzone Acquarela de Brazil di  Ary Barroso,venne a Gilliam mentre si trovava su una grigia e cupa spiaggia del Galles.Infatti il film vive di questo scontro:le atmosfere cupe e lugubri della realtà e quelle liriche,colorate della fantasia.Lo stile è quindi quello visionario,surreale,grottesco,unito alla denuncia politica e sociale.Cioè l'uso che io preferisco della fantasia.Quella che si potrebbe definire adulta,seria,di lotta.Mentre detesto le sue derive reazionarie,superomiste fru fru-la calzamaglia...-e guerrescamente stellari.
Per questo Brazil è un film fondamentale per me.
Bravissimi i protagonisti .Giganteggiano due grandissimi attori come Bob Hoskins,un idraulico del regime,e De Niro capo dei terroristi

lunedì 16 luglio 2012

ATTO D'AMORE :JOHN CASSAVETES

"Non penso mai a me stesso come regista, penso di essere uno dei peggiori registi esistenti. Io non conto, non faccio nulla. Sono responsabile del film nella misura in cui ne sono responsabili tutti gli altri. Per me i film hanno poca importanza. È la gente che è più importante "
Ecco,giusto per continuare il discorso cominciato con il mio post precedente,cosa intendo per un uso dell'immaginario,dell'artistico,non onanista ed isolazionista.Con queste parole Cassavetes ha spiegato perfettamente cosa dovrebbe stare al centro del cinema e della cultura nelle sue rappresentazipni:la gente.Stare con loro,vivere l'epica della loro quotidianità e normalità,che non è affatto noia,portare sullo schermo le loro vite,ansie,disperazioni,gioie.Un cinema militante di rappresentazione e militanza.
Nato a New York il 9 dicembre del 1929 e morto a Los Angeles il 3 febbraio 1989-anno di merda politicamente e doloroso per la sua scomparsa- quando parliamo di Cassavetes parliamo di CINEMA ai massimi livelli.Attore,sceneggiatore,regista,montatore,non solo attivo sul grande schermo-spesso in ruoli di canaglia,ma mai banali e scontati-ma anche a teatro e in tv.Credo che lui -chiaramente non da solo - sia stato quello che meglio abbia definito il ruolo innovativo del regista indipendente e del cinema indipendente.Prima delle derive del sundance dove piccolo e povero,significa film ombelicale e al risparmio.Si.non sempre ,ma le necessità e l'aggressività dirompente delle opere cassavetessiane mi par andata persa tra le nuove leve.
Quali sono i punti cardine del suo cinema,che deriva da un movimento di quel periodo definito:scuola di new york?Eccoli,e fateci caso sono tutte cose buone e giuste:1)Realismo,2)Documentarismo,3)Improvvisazione,ma attenzione questo non vuol dire famo alla cazzo de cane,come è uso e costume da noi.Ma di improvvisare reazioni e dialoghi su una solida base di sceneggiatura,4)Povertà dei mezzi di produzione.Capolvogendo la grandiosità pomposa e magniloquiente di hollywood,un durissimo attacco quindi all'industria del cinema.Un omaggio serio e motivato a un altro grande maestro della celluloide e del pensiero attivo:Cesare Zavattini.
Tutto questo avviene negli anni tra la fine dei cinquanta e inizi 60,dopo il periodo nerissimo del maccartismo,si sentiva il bisogno di ribellarsi e rivoluzionare il cinema.Non per niente Cassavetes ha collaborato tra gli altri anche con un grande nome dimenticato dai più- si sa "i più " sono la massa di coglioni..che poi ti prendono in giro perchè tu fai politica e guardi quella merda di film "d'autore"- parlo del grande :Martin Ritt.Quel movimento cercò ,con successo,di rappresentare un'america vera e cruda,al di là delle frivolezze e del grandeur propagandato dagli studios.
Sul set,come regista,lasciava spazio agli attori di improvvisare,proprio per creare la massima adesione al realismo.Genio!
Per fare questo, però, si deve fare affidamento su un gruppo di attori che siano anche ottimi amici del regista.Infatti in tutte le sue pellicola appaiono e danno il meglio di sè attori del calibro di :Seymour Cassel,Ben Gazzara,Peter Falk,la moglie Gena Rowlands.Cassavetes fece pure recitare i propri parenti.Cinema famigliare,intimista,ma di potenza inaudita.
Le tematiche principali sono i rapporti di coppia,le crisi e insofferenze nelle relazioni sentimentali,e il tessuto sociale.Non sono stupide storie d'amore dove i due piccioncini vivono in altri luoghi o tempi.Sono storie d'amore ben radicate nella società.Cioè fare diventare l'amore e l'affettività materia politica .Genio!

Agli inizi della sua carriera ,lavorò molto in tv,e fondò anche una scuola di recitazione off broadway.Il suo primo film da regista è un'opera considerata sperimentale:Ombre.Narra la storia di tre fratelli di colore.Con diversi gradi di negritudine.Massimo realismo,fotografia sgranata.Venne finanziato attraverso annunci sui giornali e per radio.Il film però fu rimontato da Cassavetes in una versione più commerciale e proiettato a Venezia.Questo fatto lo portò ad avere uno scontro con chi-a ragione-sosteneva che la scelta fosse sbagliata.
In ogni caso il film andò tuttosommato bene.Diresse quindi un film Blues di mezzanotte,sul mondo del jazz,la lavorazione non fu facile perchè egli soffrì le imposizioni di produzione.Cosa che peggiorò con il successivo :Gli esclusi-peraltro un ottimo film a mio parere,anche se lontanissimo da quello che avrebbe fatto poi-la pellicola fu un grosso insuccesso e quindi finì per essere cacciatoIniziò un periodo di esilio forzato.In realtà ebbe ruoli televisivi e lavorò anche al remake de I Killers,cioè Contratto per uccidere del grande Don Siegel.

Nel frattempo coltivò un progetto sperimentale e importante per lo svolgersi della sua carriera:Volti.Una specie di work in progress da girare con attori professionisti e no.Una lavorazione davvero epica se si considera che venne girato un prodotto di 17 ore e con trecento persone coinvolte.Chiaramente il film ,che prese un arco di tempo dal 65 al 68,venne poi montato nella sua versione di due ore e dieci minuti.Opera fondamentale,capolavoro sperimentale e di crudo realismo.Partecipò a festival di cinema ed ebbe una nomination per la sceneggiatura,agli Oscar.
Nonostante questa impresa eccezionale,trova anche il tempo di recitare in film eccelsi quali Rosemary's baby e Quella sporca dozzina.

Gli anni settanta si aprono con due immensi capolavori,due film che definire magnifici è poco:Mariti e Una Moglie.Questo considerato anche il suo miglior lavoro.Un vero atto d'amore per la sua compagnia Gena che giganteggia nel ritratto di donna psicologicamente fragile.Trovare ruoli simili?Forse solo Von Trier è riuscito con alcune sue pellicole.

Ebbe invece problemi con il film successivo:Assassinio di un alibratore cinese.Perchè ,oltre a essere massacrata di tagli,non venne compreso il suo raffinato lavoro sul genere gangster.Pellicola godibilissima,comunque.

Conclude il decennio uno dei migliori e sofisticati film sulla arte del fare l'attore.Un film sofferto:la sera della prima.

Inziano i pestiferi anni 80,che avrebbero visto trionfare il reaganismo maccartista con pellicole d'azione imbecilli e lo stuporismo d'accatto spielberghiano,chiaro che per un vero innovatore e autore le cose non si mettono benissimo.
Nondimeno Cassavetes regala al pubblico un film di grande impatto,pellicola che a mio avviso ha fortemente ispirato un capolavoro come Leon,parlo di :Gloria.
Il suo vero testamento cinematografico.Storia di una donna di dubbia moralità che si ritrova a proteggere il figlio di un tizio ucciso dalla mafia.

Gli ultimi anni non sono felicissimi:litigi con i produttori e problemi di salute.
Morì a soli 59 anni.

Oggi credo che rivedere i suoi film serva per comprendere che nel cinema non contano solo effetti speciali,storie mastodontiche di tizi con poteri paranormali,supereroi,pellicole cattiviste per fighetti.Cioè quello che si è ridotto ad essere il cinema che ha colonizzato la nostra vita,quello yankee.Che fare film è anche rappresentare la realtà,parlare di noi e delle nostre vite.Un modo di fantasticare diverso,meno isolazionista e superficiale.Il cinema come potentissima macchina di narrazione umana e sociale,a suo modo politico.Perchè tutto è politica e fare finta che non sia così non vi salverà dall'essere giudicati e criticati.
Un modo di intendere e fare film che a me personalmente commuove e conquista,ma si sa..io faccio l'intellettuale!

domenica 15 luglio 2012

MA DAVVERO TI PIACE QUESTA MERDA (NON FARE L'INTELLETTUALE..IL SOTTOTITOLO TRA PARENTESI E' X NON PAGARE IL COPYRIGHT)

Ogni cinefilo da strapazzo ha una sua biografia,una sua particolare odissea che lo vede naufragare dal mare dolce delle celestiali visioni  cinematografiche a quello putrido e latrinoso delle critiche.Derisioni.
Quello che vedi è quello che sei,qualcuno dovrebbe magari anche pensare di vivere una situazione problematica,magari lo sa e cerca di rompere i coglioni a te.Però io non credo nelle vittime,anzi anche il più puccioso degli individui non potrebbe lesinare attacchi smodati a quella parte di umanità che vede come ostile.Dopo tutto l'ostilità e la vittoria sopra gli altri sono un po' i pilastri del nostro libero e democratico mondo-e chiaramente libero e democratico lo scrivo con il senso del sarcasmo che il buon dio mi ha dato.Forse anche troppo visto che ho le scorte che mi occupano casa ,come il pane occupava quella di Fantozzi),quindi qualsiasi cosa facciamo inevitabilmente scateniamo un piccolo conflitto con la gente che ci sta intorno.Questo non sarebbe male,se condotto con il dono leggiadro e nobile dell'ironia,ahimè ,non è quasi mai così.Anzi,spesso noi riteniamo i nostri gusti discutibili in fatto di arte e spettacolo più importanti e da difendere con ogni mezzo,rispetto-a che ne so...Le nostre idee politiche?Cosa?Cosa?Si!Ho scritto :idee.E fammi pensare..mmm...si ho anche scritto politiche.Ora sapete che siamo tutti portati a fare le vittime e questo capita spesso nel nostro paese.Parli con una persona a caso e si sentire circondata da nemici che come zombi famelici la vogliono fare a pezzi.Questa fragilità è legata al bisogno di fare gruppo ,di appartenere a qualcosa o qualcuno.Non siamo persone,non è un male potremmo essere tanti simpatici militanti per la costruzione del socialismo..no!Siamo i nostri indirizzi sessuali,con discriminazioni,recriminazioni,isolamenti e accerchiamenti vari.Che non sono posizioni sessuali ,ma l'identità legata al modo in cui usiamo il pisello e la paperella e di come questo possa farci apparire cool in quel determinato periodo storico e politico.Siamo anche i libri che leggiamo,la musica che ascoltiamo,il cinema che vediamo.Ci attacchiamo a queste cose perchè ci donano emozioni ,sensazioni,fantasie sulle nostre vite.Dimenticandoci che ne abbiamo una di fianco che vorrebbe essere vissuta,magari sporcarsi anche le mani e farsi male,piangere per la disperazione di non vedere via di uscita e poi ridere quando ti accorgi che era lì davanti a te.La fantasia è importante,ma non quella colonizzata dalla sotto cultura americana,quella che ci spinge a non migliorare noi stessi nello scontro concreto,ma perderci nell'aspettare che arrivi un supereroe in calzamaglia a salvarci.Si,si,potrai protestare ,ma io ieri sera ho parlato con il tuo Es,e fidati cocca o cocco ...è così!I nostri sogni ,le nostre fantasie,quando mai sono nostre?Appartengono a studios,case editrici,roba simile che con la scusa della wow che figata ti stanno istruendo a diventare un buon suddito dell'impero.E cazzo se ci riuscite bene,tra una lamentela e l'altra,chiaramente quando qualcuno ve lo fa notare che succede?Viviamo nel tempo della comunicazione,dialogo,del dibattito e delle opinioni.Per gli altri,per te che fantastichi tanto sui meccanismi del mondo,che leggi,ti informi,ti documenti,sei sempre impegnato tra riunioni,militanza,e non vuoi accontentarti del dolce riposo della mente che ti dicono?Smettila di fare l'intellettuale.E nel tono della voce comprendi anche quello che pensano:sto rincoglionito occhialuto rompicoglioni,ma chiavasse di più.Questo è il tenore del linguaggio e della discussione.E tu naturalmente vorresti discutere,anche animatamente,incazzatissimi,ferocemente,ma discutiamo.No.Vanno avanti a sognare la dolce propaganda mascherata da fantasia popolare.L'italia diventa un paese stretto,inutile,non è come l'ammmereggga o per i più raffinati l'inghilterra.Abbiamo una nostra epopea,un nostro mito,delle nostre leggende?Si,ma chi se le ricorda.Le abbiamo svendute per acquistare e farci acquistare da ridicoli eroi per un paese ancora più ridicolo.Un paese fortunato è quello che non ha bisogno di eroi,perchè egli stesso lo è ogni giorno nella sua vita concreta.Un popolo che sta bene,la sua coscienza di classe è intatta,un popolo che vuole sapere,imparare,istruirsi,che vede la Cultura non come una brutta malattia da evitare,meglio fare il cafone anche se poi vai da mamà e mangi con le posate d'oro,anzi sono proprio questi borghesucci che alimentano la trivialità popolana.Dico un popolo che ha bisogno di eroi,chiaro che non stia bene,figurarsi se ha bisogno di supereroi.I quali se ci fossero sul serio penso che sarebbero un gruppo di fascisti,come mi ha detto il mio amico Paolo Motta citando Moore,Alan Moore.
Io da bambino guardavo i film western e quelli polizieschi.Bronson e Eastwood mi hanno tenuto a battesimo e mi hanno fatto crescere.Gli altri vedevano i film della disney.Io però non riuscivo a giocare con loro,odiavo la ricreazione,perchè dovevo fare qualcosa... tipo socializzare.Venivo dagli spazi aperti e infiniti della mia cascina.Mi hanno dato regole e un posto dove sedermi,così all'improvviso ,tra sconosciuti.E allora pensavo,pensavo,pensavo.Quindi la mia personalità da megalomane insicuro è nata lìMi piaceva la compagnia degli adulti,i discorsi dei grandi,mi sentivo indifeso,insicuro,annoiato dai miei coetanei.Ero anche figlio unico.I miei lavoravano:sono cresciuto con i miei zii,nonni e una signora del condominio,tutte persone davvero ottime.Ma ero comunque oltre che malaticcio un bambino malinconico.Quindi un perfetto occhialuto.Quanto di più vicino alla perfezione della purezza si possa vedere in giro nelle vostre città,eh!Insomma non ero tagliato per i giochi d'avventura e non mi piacevano nemmeno quei tipi di film.Tranne quelli titanici e violenti.No,vabbè:polzieschi e western,questi erano i film di genere che vedevo e quelli di guerra.Io sono passato attraverso le pellicole del nostro immaginario collettivo,ma non hanno lasciato nessuna traccia su di me,sulla mia fantasia,sulla mia voglia di pensare avanti.Rivisti oggi mi paiono delle devastanti merdate.Eh,ma tu vuoi fare l'intellettuale!E davvero ti piace quella merda svedese,danese,russa,cinese,quelle robe che guardi!Ma cazzo divertiti!Su forza!Come se fossi malato.Quello che è il mio bagaglio di immagini,sogni,affetti,non importa .Sono seghe cerebrali,quasi quasi una malattia mortale.Io non leggo fantasy,non mi perdo presso maghi e maghetti,chiedo venia.Ho letto però tantissimi saggi sulla SSSR,sulla Jugoslavia,sulla questione irlandese e israeliana.Che palle,sta politica!E ridono.Loro hanno fantasia:viaggiano avanti e indietro nel tempo,viaggiano sulle stelle,hanno superpoteri e poi tutti per far vedere che sono pure autoironici:ehi c'è KickAss che è il film per gli occhialuti che farei processare e fucilare:quelli che sognano di farsi accettare e amar diventando altro da sè.Stavo ascoltando cara moglie,ma lascia perdere che la musica italiana fa cagare e poi ste lagne ridicole sugli operai,roba vecchia vecchia e tu non hai ne i pad nè...ma non hai davvero un cazzo!Smettila di fare l'intellettuale.Quando voi orgasmavate per lo stronzo danese del ti spiezzo in due o per il belga,io mi rammentavo e proteggevo i veri duri dello schermo.Cazzo ma guardi solo film d'azione per vecchi!Lascia perdere guarda guarda che calcio volante.Vedevo e mi perdevo nelle immagini di Bergman,Visconti,ridevo come un matto con la nostra commedia degli anni gloriosi e mi commuovevo per quella legnate di malinconia straziante...perchè ve l'ho detto che son malinconico?Si,sono occhialuto e malinconico...il massimo del personaggio scontato.Non ho mai evitato il cinema di genere che mi piaceva e molto anche,ma il mio mondo nasceva tra l'ora del lupo,le onde del destino,un prato di Magnolia,le immagini di Ottobre e poi delle pellicole dei Kalatazov,Barnet,e tantissimi altri grandi maestri del cinema sovietico fino a stalker,solaris.E mi piaceva perdermi nelle disperazioni,nelle storie che parlano di Morte, e queste cose qui.Poi si corre a farsi una cura lodovico di polizieschi e post apocalittici e altre menate,ma solo per tornare a quel mondo,che molti disprezzano.Perchè una fantasia diversa,un'immaginazione non omologata sulle avventure di grana grossa,desta sospetti.Ti ritrovi per cui gente infelice che fa di tutto per dirti che sei tu quello livoroso e invidioso,ma io signori miei sto bene così come sto.Mi son fatto tante idee,perchè ho molto fantasticato su di me,ma sapendo benissimo cosa sono e dove andrò.Non riceverò nessuna brutta sorpresa quando mi accorgerò che.... cazzo sono diventato vecchio.Ho vissuto tutti i miei tempi,crescendo.Perchè si cresce,e va bene impegnatevi a difendere l'eterna adoescenza tarocca,fatelo e divertitevi.Ma non rompetemi i coglioni.Perchè non siete nemmeno in grado di farlo.Sono partito più o meno con il vostro immaginario collettivo,ma dopo me ne sono naturalmente sbarazzato.Perchè il figlio di operai non deve sapere?Perchè deve fare il pirla tutta la vita?Non assumersi le responsabilità e la maturità politica e sociale di ESSERE dentro il suo tempo vigile e pronto a combattere.Con la parola,lo scritto e la visione.Così mentre pecore ,muli,e altri animali di fattoria e macellazione andavano a godere di immagini costruite per educarli a essere omologati-pensando di essere speciali- io mi facevo i cazzi miei.Con le visioni che sceglievo io.Lars mi ha dato la forza di farmi male e anche tanto lavorando sulle mie emozioni,i Dardenne mi hanno donato un immaginario non domo legato al reale e al realismo che non sono bestemmie e maledizioni,perchè non avete scusanti quando il tempo arriva e voi ve ne siete fregati di vedere cosa è la nostra società.Bambocci,bamboccioni.E Bergman mi ha svelato il mistero della fede,della condizione umana,Petri e Volontè mi hanno formato come militante e cittadino,ne vado fierissimo.Il macabro orrorifico lo trovi nella sicilia devastata dalla mafia,nella vita in fabbrica,nel corpo e nella mente di un funzionario di polizia.Io volo alto signori miei e senza aspettare di indossare il costumino e il mantello per svullazzare.La mia mente è una fabbrica del piano quinquennale,il secondo direi,molto attiva e attenta.Lucidissima.Questo rimanere svegli nella notte lo metto anche nei miei racconti.Che usano il genere ma parlano della nostra vita quotidiana.
Quando ero ragazzo preferivo Happiness a Pretty Woman,Von Trier alle stallonate.Andavo in videoteca e quel film turco,egiziano,africano,me lo prendevo con gioia e lo guardavo.Lottavo per capire,mi sforzavo,una sfida per uno che non è nato in un posto di signori saputi,ma vuole diventarlo.La conoscenza,la cultura ci servono per rimanere svegli.Attivi.
Però ero il pirla di turno eh?Cioè mi volevano pure far passare per uno poco scrocco,sveglio.Loro che a 40 anni parlano ancora come degli incidentati gravi nella logica e nel pensiero,che non vanno oltre al :figoooo !
Io però sono sempre andato avanti sulla mia strada.Amo tutto il buon cinema oltre alle categorie,ma rivendico chiaro e tondo che si;mi piace questa merda,che me ne fotto delle vostre guerre stellari,dei vostri botti e botte,delle fottute albe rosse-perchè si è un film di merda e non vedere il messaggio chiarissimo,imperialista è un grave problema di miopia e non solo degli occhi,come si..fare un film con gli arabi idioti è una stronzata immane perchè coglione figlio di puttana e pezzo di merda-te lo scrivo anche in 3d-hai tanti terroristi imbecilli a casa tua o in Israele divertiti con loro pezzo di merda di un grande pezzo di merda,cagato in volo da uno stronzo volante-e  mi hanno rotto il cazzo le vostre giustificazioni da intellettualini snob dell'anti snob e della fantasia al potere popolare.
Quanto godo con il mio realismo,con il mio cinema d'autore,con il cinema politico e militante,fossi capace scriverei quelle cose.Non lo sono ,ripiego sul genere.
IO NON FACCIO L'INTELLETTUALE:LO SONO!L'AVETE CAPITO MASSA DI PIRLETTA?

oh,e se ci sono altri che han vissuto le mie stesse vicissitudini non siate timidi,non lasciate che altri si sentano i poveracci emarginati...Ma come?Ma cosa?Ma sopratutto:ma che cazzo!Ci avete sempre emarginato voi e ora facce di merda vi volete pure prendere quel posto!

ao,stasera so avvelenato eh!^_^

mercoledì 11 luglio 2012

ELEPHANT MAN di DAVID LYNCH

La dote maggiore,a mio avviso,per chiunque si avventuri nei sentieri selvaggi e ostici dell'arte ,spettacolo,cultura,è senza ombra di dubbio,una:la sensibilità.Più importante di fantasia,impegno,più importante di ogni cosa.Perchè un conto sono i filmatini delle vacanze fatte dallo zio pedante,ma un altro è FARE CINEMA.
Si devono avere antenne capaci di captare le sfumature,le distorsioni,e soffrire /gioire dieci volte di più rispetto alle persone "normali",(che poi la mancanza di sensibilità è un grosso handicapp eh!),e riuscire a trasportarle nel mondo che descriviamo sullo schermo.
Nel 1980 a Lynch capitò una grande fortuna,quale?Quella di trovarsi tra le mani la sceneggiatura di un film che affrontava la vera vita di Joseph Merrick-portato sullo schermo con il nome di John- un uomo nato con un'orribile aspetto per colpa di un incidente accorso alla madre quando era incinta.Il film venne prodotto da Mel Brooks, il quale sulle prime era abbastanza insicuro se affidare o meno la regia al giovane David,poi guardò l'opera di debutto di Lynch-La Mente che cancella,il titolo originale me lo son scordato eh!-e insomma ci vide del talento e quindi ecco che il giovane promettente si trovò a girare uno dei film più commoventi,toccanti,mai girati nel mondo.

L'opera mette per immagini la Tenerezza,la Compassione,la Pietà,l'Accettazione,con forza ma senza inutili sentimentalismi.All'inizio parlavo di sensibilità ed è proprio quello che questo film  porta sullo schermo.La capacità di fermarsi un attimo prima che una grande scena di commozione diventi una spielbergata-uno che avrebbe massacrato questa pellicola così struggente.Sofferto,doloroso,eppure anche portato a una sorta di toccante speranza.Che si sviluppa nel rapporto tra dottore e paziente.Grazie anche alla bravura  di due fuoriclasse ,due eccellenti interpreti come Anthony Hopkins e John Hurt.I quali rendono i loro personaggi qualcosa di speciale,che non ci abbanonano dopo la fine del film.Anzi non ci lasceranno mai,perchè impossibile scordarli

Ci viene mostrata anche l'ipocrisia,il cinismo,la crudeltà-anche se nella storia reale Merrick non venne rapito,ma andò lui in Belgio per continuare a vivere facendo Freakshow-degli uomini.Lynch mostra la diversità,la mostruosità,e ci dice:voi come vi comportereste?Il mostro è l'uomo elefante o la gente che lo assale in stazione?

In questi tempi siamo stati avvelenati da buonismo in salsa stuporista di bassa lega e peggio ancora dal cattivismo da happy hour.Riscopriamo la nostra umanità,buona o cattiva non importa,ma dobbiamo ricordarci che siamo esseri umani.

martedì 10 luglio 2012

LA STRADA di FEDERICO FELLINI

Eh,si ci ripetiamo:cosa è successo?Come mai c'è stato un periodo dove il nostro cinema sfornava autori,pellicole di spessore,opere artistiche,cinema d'autore con i controcazzi atomici.Rossellini,Visconti,Fellini,Antonioni,De Sica,Ferreri,Petri,Bolognini,e tanti altri.
Cioè il cinema della mia formazione da spettatore,quello che mi ha marchiato come "diverso",poichè invece di perdermi nell'universo dei vari Star Wars o leggere fumetti di supereroi e veder i relativi film.La cosa però non mi è mai pesata.Certo,che gente incapace di leggere e comprendere mi rompa le palle per i miei gusti e la mia voglia di apprendere,crescere,migliorarmi,culturalmente,un po' mi deprime.Sono i casini della democrazia.
Nondimeno io continuo a perdermi in questo mondo di immagini suggestive e ricercate.Un cinema che stimola lo spettatore a non essere solo un tizio che dice :wow!Ma riflette,si impegna,accetta una sfida stimolante.
Ecco,questo è il cinema d'autore e io lo amo.Totalmente

La strada è un'opera del 1954.Pellicola assai nota e amata,narra la storia di due "artisti di strada":il rude Zampanò e Gelsomina.
I due attraversano un paese devastato dalla miseria,dalle rovine,popolata da gente povera.Nonostante lo squallore regni sovrano nell'ambiente,l'umanità affiora di tanto in tanto,per poi essere di nuovo ingoiata dalle tenebre di una civiltà sull'orlo della più nera e cupa tristezza.Non solo esistenziale,ma anche materiale.
Immagine di purezza,candore,di un riscatto legato alla più casta innocenza è il personaggio di Gelsomina.Un clown tenero e triste.Personaggio che molti vedranno come debole e succube dei fatti,degli eventi e degli uomini,ma che in realtà ha una sua forza e potenza nel non volersi far sporcare dalla bassezza,dall'aridità,dal cinismo e violenza.Infatti il film è una sorta di martirio laico e popolare di Gelsomina.
Zampanò viceversa è un vinto,uno che la vita ha sconfitto,non sogna,non pensa,è puro istinto animale,sempre sulla difensiva,racatta amore di seconda mano,usa la violenza perchè la sua forza è l'unica cosa che lo tenga a galla,il timore della sua reazione da parte di altri,la sua unica fonte di gioia.Gira per le strade,ma rimane sempre bloccato nel suo piccolo e grezzo mondo.Nondimeno,ha dei momenti di veloce e struggente umanità,Fellini ci mostra pochissimo di lui,ma è chiaro che egli sia un animale ferito.Rabbioso contro il mondo intero.
Pur essendo un film che potremmo definire NeoRealista se ne discosta per via di alcune soluzioni stranianti.Ad esempio non si comprende bene dove sia ambientata la vicenda:Roma,dicono vagamente.Certo nella periferia più povera e abbandonata,ma potrebbe essere qualsiasi parte del mondo.Entra in scena anche il mondo del circo.Uno di quelli fatiscenti,dove regna il pauperismo totale.Perchè la pellicola rappresenta in modo crudo,ma non sensazionalistico la povertà:materiale e umana,(non spirituale,che è roba da borghesi e da Ozpetk..dio ce ne scampi),dove ogni tentativo di rivalsa di Gelsomina viene sistemanticamente tradito e affondato.La tragedia scoppia quando un loro collega,detto il Matto,a furia di rompere i coglioni a Zampanò,muore.La donna impazzisce del tutto.Fino al tragico finale ,con il pianto disperatissimo ,l'umanità che trabocca e come una fottuta inondazione fa crollare le mura di difesa del duro Zampanò

Chiaro che parliamo di un film bellissimo,che te lo devo anche scrivere?Rimane la tristezza per quello che eravamo capaci di fare e per questo cinemino democretino,di gentaglia a modo,moralisticamente petulante,sinistrati da cocktail party,che con le loro puttanate dabbeniste hanno rovinato quello che è il Cinema Italiano:Commedia,Neorealismo,Cinema d'Autore.

Consoliamoci guardando i meravigliosi:Anthony Quinn-gigantesco- e Giuletta Masina-immensa.

domenica 8 luglio 2012

LA CASA DEL DIAVOLO di ROB ZOMBIE

Negli infernali anni 90,io, non facevo altro che tirare bestemmie,(altro che i lanciatori di giavellotto),perchè la musica faceva schifo.Non sono nati gruppi memorabili,leggende,e insomma che ci vuoi fare?Ascoltavo hard rock anni 80 e tantissima roba italiana:prog e cantautorato per la maggiore.
Chiaramente ,però,qualcosina mi piaceva.E così anche se la Gloria Gloria Hallelujia di Miss Gibson,ha voluto tenere lontano da casa mia roba come i Nirvana,Alice in Chains,Hole-fottutissime cocksuckers di fottutissimi cocksuckers dei cessi pubblici delle celebrità dimenticate,penso che dopo un insulto che pare il titolo di un film della Wertmuller,non valga la pena chiedermi:che pensi delle Hole?-e quello là,il Corvo..No,non il film,ma quello che canta gracchiando fastidiosamente:ah,Smashing Pumpkins.Insomma mi faceva schifo quasi tutto...Ma ti piacevano gli White Zombie?Ehhhhhhhh!Talmente mi piacciono che ho il loro secondo disco da qualche parte in casa.Comunque si,dai,non mi dispiacevano.
Zombie poi ha continuato a cantare da solo,e poi ha debuttato come regista.
Qualcuno lo ama,qualcuno lo odia.Quelli che lo amano,chiamano Fulci poeta del macabro,qualcosa mi fa capire che forse i secondi abbiano ragione.Detto con il dovuto rispetto e in totale amicizia,perchè lovvo più io il genere umano di tre gay pride messi insieme,okkeio?Quindi..Ho visto questo film:La Casa Del Diavolo.
Prima cosa che vedo di Zombie regista.Che dire?Buono.Non quel capolavoro,quell'opera imprescindibile,quel capitolo fondamentale del genere,perchè a me ad esempio non ha fatto venire la voglia di rivederlo subito e non mi ha dato quelle sensazioni di rottura dello schermo,di partecipazione totale che mi han dato altre opere.
Per via di alcuni passaggi a vuoto,perchè in certi momenti la storia pare un po' campata in aria.
Però,è una pellicola gustosissima per via dell'uso delle musiche,del montaggio,di un'atmosfera malsana e politicamente radicale che fa molto anni 70.Il problema è questo:fa non è..
Tuttavia la pellicola si lascia guardare,esalta,colpisce per alcune scene.Ha dei personaggi borderline ,ma non caricaturali o pompatissimi.Siamo a un passo dal tarantinismo-rodreguiziano,ma Zombie sa donare umanità ai suoi eroi ,e le citazioni sono vere e sentite.
In questo film troviamo la famiglia di disadattati sociali e feroci assassini della sua opera d'esordio ,braccati da uno sceriffo in cerca di vendetta.La famiglia viene quasi sterminata durante il conflitto alla fattoria,ma alcuni si salvano.La loro fuga seminerà morte,violenza,distruzione,fino allo scontro finale con i poliziotti.
Il finale è bellissimo,splendido,commovente.Riesce dove la pellicola fallisce clamorosamente durante la durata del film:creare Epica amarissima,polverosa,di sangue e piombo.Infatti si conclude sulle note di un capolavoro come FreeBird dei leggendari Lynyrd Skynyrd.Davvero quella parte è di applausi a scena aperta e lacrime.
Quindi non credo a chi lo definisce un capolavoro,ma è sicuramente un film molto ben fatto,a tratti davvero angosciante e inquietante in altre meno.Bill Mosley e compagni -sopratutto la bionda signora Zombie una bella fanciulla che mena da matti eh!Tra le migliori donne de menare che abbia mai visto-sono dei cattivi con i fiocchi,una famiglia di folli,ma con piccole tenerezze che non li fanno diventare dei ridicoli sterminatori da barzelletta.
Non male,non male,dai!

giovedì 5 luglio 2012

LE IDI DI MARZO di GEORGE CLOONEY

Dobbiamo dare atto a Clooney di essere un buon regista.Ha uno stile classico,placido,tradizionale,che a me piace assai.Il suo capolavoro rimane Good Night and Good Luck,girato in bianco e nero ,testimonianza del periodo maccartista.
Questo film tratto da una piece teatrale,ispirata alla campagna elettorale del 2004 del democratico Howard Dean, è uno sguardo lucido sulla politica americana.Su come funziona una campagna elettorale,i meccanismi,i ricatti,niente di nuovo eh?Perchè ne han fatti di film su questo tema,nondimeno è interessante perchè prende in considerazione la figura non tanto del politico,ma degli uomini che lavorano per lui.Un po' organizzatori,procacciatori di voti,intrallazzatori,tra fede in un partito-pochissima-e obbligatorietà a vincere.
Steven è giovane,entusiasta, a suo modo idealista.Sostiene un governatore per le presidenziali,che è quasi una sorta di "rivoluzionario",(all'americana cioè con la fissa di dominare il mondo),insomma il ragazzo è davvero uno fortunato.Poi si innamora di una stagista minorenne,la quale lo coinvolgerà in uno scandalo politico.
Caduto in disgrazia,per volere di un suo collega più anziano,sfrutterà una terribile tragedia per tornare al fianco del governatore.

Mi piacciono i film politici,perchè amo la politica.Seguo sempre con interesse film di questo tipo perchè reputo che il metodo americano di fare campagna elettorale sia pacchiano assai.Non credo affatto nelle primarie.Un atto di falsificazione della democrazia,un modo per dividere ulteriormente i partiti,di creare correnti divise e in lotta interna per un po' di potere.Una carnavalata continua.
Io credo nel partito organizzato,disciplinato,che guida la nazione.

La pellicola non è male.Si guarda e ha alcuni momenti anche di sana riflessione,però rimane nel recinto del buon film.Non è poco,ma secondo me altre pellicole hanno detto e fatto di meglio.
Sicuramente qualora non si fosse visto nulla su queste cose,bè allora è perfetto.Perchè riassume velocemente tutte le regole del genere
Quindi se cercate un buon film,lo avete trovato.Se cercaste un capolavoro radicale,militante,feroce,allora guardatevi Bob Roberts di Tim Robinson

martedì 3 luglio 2012

QUARTO POTERE DI ORSON WELLS

Certe volte alcune pellicole smettono di essere film e vanno oltre leggenda.In un territorio dove solo i Giganti possono vivere abbastanza tranquillamente,e diciamo che pure per loro non è vita comoda.
Noi non siamo uguali in tutto e per tutto,in campo artistico -per esempio-ci sono i Geni e gli altri.Hanno pari dignità,nel senso che anche chi non è un Grande potrebbe regalarci opere gustose.Però sono colpi di culo eh?
La fine del senso critico,del giudizio,l'avanzata dell'opinionismo selvaggio,del fai da te,dei cvitici snob del cinema popolano e sguaito,quelli che vedono poeti e sottotesti nei film dei peggiori macellai italici,ci rende sempre più ostica la visione della grandezza.Piccoli tempi per piccoli film dedicati ai nani del pensiero.Una tristezza.

Quarto Potere,in originale Citazen Kane, è la prima opera di un uomo di nome Orson Wells,il padre del mito  e della leggenda.Uno non può-per legge-dichiararsi cinefilo,se non vede i film di questo uomo di spettacolo travolgente e spettacolare.

Dopo aver firmato un contratto importante con la R.K.O. ,che gli offre massima libertà artistica e controllo sulle sue opere,Wells si dedica a dei progetti che non vedranno però la luce,ad esempio una riduzione di Cuore di Tenebre da Condrad,per cui decide di debuttare portando sullo schermo quello che dovrebbe essere il suo terzo film.Oltretutto punta su un soggetto originale che scrive lui stesso con Herman J.Mankiewicz.Lo spunto iniziale è la figura reale del magnate del legno e dell'editoria Hearst,
Ci lavorarono duramente per oltre tre mesi,il povero Herman pure dal letto di ospedale dove era ricoverato.
Tra i tanti titoli scelti ,vi era da principio,quello decisamente più suggestivo di :American.In omaggio ,non so quanto ironico,al sogno americano che è anche uno-se non Il-tema di fondo di questo capolavoro.
Poi venne scelto:Citazen Kane.

Talmente era il fervore artistico di Wells,che decise di girare nonostante non solo le scenografie non fossero ancora del tutto realizzate,ma nemmeno il cast fosse del tutto costruito.Tanto che Joseph Cotten,bravissimo nel ruolo dell'amico di Kane,il critico drammatico Leland,appare come giornalista all'inizio del film.Dopo il cinegiornale.

Il film pur raccontando una storia classice e in altre mani forse anche pedante e didascalica-l'ascesa e la caduta di un potentissimo uomo d'affari- riesce a diventare una pellicola suggestiva e immortale grazie a una sceneggiatura scritta come dio comanda,al gioco ad incastri grazie alle memorie dei personaggi che intervengono per spiegarci chi sia Kane e cosa o chi è quella Rosabella,(Rosebud,in originale:bocciolo di rosa),che il magnate ha sospirato prima di morire.Sei flashback che descrivono un personaggio complesso,più grande delle vita ,certo,ma anche terribilmente arido,solo,disperato.Uomo che vive solo in funzione della gloria e della santificazione del denaro e del potere che egli offre alla gente.Parte come giornalista d'assalto in favore delle masse meno abbienti,si dedica alla politica,ne esce a pezzi per uno scandalo sentimentale.Si sposa con la nipote del presidente degli stati uniti,ma poi lascia moglie e figlio-che moriranno in un incidente stradale-per sposare una pessima e ridicola cantante di opera lirica.Rompe con l'unico vero amico,(subendo l'affronto del rifiuto da parte sua di ricevere il danaro che Kane gli elargisce ogni mese,per pulirsi la coscienza),viene abbandonato dalla moglie,da tutti.
Opera che potrebbe essere considerato come un noir filosofico e anche politico,se vogliamo.Visto che tutto si basa sull'indagine per la ricerca di Rosabella,ma è anche potente,titanica,gigantesca pellicola che parla dell'America e del suo Sogno.Esaltandoli e colpendoli duramente,senza sconti.
Spesso noi parliamo di capolavoro alla cazzo di cane.Questa opera è davvero qualcosa che va oltre a questo termine per entrare nell'Olimpo degli Dei.

domenica 1 luglio 2012

THE DAY AFTER di NICHOLAS MEYER

La storia del cinema è fatta spesso da nomi di artigiani che hanno scritto e diretto pellicola di successo o perlomeno note,che poi scompaiono dall'immaginario collettivo.Perchè troppo occupati a dar spazio ai Maicol Bei o Marco Nispier di sto cazzo di monno 'nfame!
Insomma Meyer è uno di questi.Cosa ha fatto?Come regista ha diretto L'Uomo Venuto Dall'Impossibile.Un fantathriller con protagonisti H.G Wells e Jack Lo Squartatore.Un piccolo classico,segnalerei per gli appassionati di Star Trek anche la regia dei capitoli due-quello con la morte di Spock- e il 4-rotta verso la terra.
A me la fantascienza fa abbastanza schifo,ma questi due film son notevoli.Per me.
Come sceneggiatore sciagure come SOMMERSBY e trashate clamorose come L'Invasione delle Api regine.
Quindi un robusto artigiano,che fa cinema nel bene e nel male.

Negli anni della guerra fredda il tema del conflitto atomico era alla base di pellicole girate da grandi maestri come Lumet ,ad esempio.Spesso il finale catastrofico simboleggiava la paura possibile di quello che potrebbe capitare.

Nel 1983,Meyer gira un film per la tv che ottiene un grande successo di pubblico e di critica:The day after.
Il film parla della crisi internazionale tra lo stato canaglia U.S.A. e la Grande Madre SSSR.A seguito dell'inasprirsi della crisi scoppia il patatrac:cazzo l'ammmereggga viene attaccata e distrutta con la bomba atomica.Dopo che le avevano lanciate contro l'U.R.S.S.

Cosa succederà il giorno dopo?

Reputo questa pellicola tra le migliori girate sul tema,anzi una specie di canto funebre del cigno drogato del genere.
La  costruzione è perfetta:ci vengono presentati nella prima mezzora i personaggi.Gente normale,come tutti noi.Poi scoppia la tragedia e son dieci minuti di apocalisse clamorosi.La potenza distruttrice dell'atomica,il vento che riduce in cenere le persone e le cose.
Poi la tragedia continua con la popolazione allo sbando.Colpita dalle radiazioni,con la massa ridotta un'armata di poveri cristi con le carni devastate.Un meraviglioso film post-apocalittico e una grande lezione di cinema del realismo.Un mix esplosivo:suggestivo a livello visivo e toccante nel suo umanismo straziante e dolente.Senza però scadere in sentimentalismi  stucchevoli..

Il finale con uno dei protagonisti ormai morenti che tornando nella sua casa la trova occupata da una famiglia distrutta dalle radiazioni,che prima vorrebbe allontanare e poi accetta è un inno alla grandezza dell'essere umano davvero commovente.

L'opera colpì duramente un popolo di bambocci come gli ammmeregggani,tanto che durante la visione ci fu anche un gruppo di psicologi ad assistere gli spettatori del Kansans e della cittadina di Lawrence,molti spettatori spaventati telefonarono all'Abc ,come se un centralinista ti possa salvare -che coglioni.

Rimane un grandissimo film,da vedere e tenere.Un piccolo classico dimenticato.

Ottimo il cast in particolare il protagonista Jason Robards,splendido il pessimismo sul destino di tutti i personaggi principali.