martedì 24 marzo 2009

LINEA MORTALE di JOEL SCHUMACHER

Alcuni studenti di medicina curiosi di sapere cosa c'è dopo la vita,sperimantano la morte-per pochi minuti-al ritorno però vedranno materializzarsi le loro colpe: chi sarà ossessionato dalla visione delle sue numerose amanti che lo accusano di averle usate,chi sarà ricoperto di insulti da parte di una bambina che aveva aggredito ai tempi della scuola,chi dovrà scontrarsi con la morte del padre,chi con il fantasma di un bambino del quale aveva provocato la morte.
Per salvare la loro psiche dovranno riconciliarsi con i loro fantasmi. Un film confuso sul registro da adottare:horror o film metaforico sulla colpa e la redenzone?Questa ambiguità è la forza e debolezza della pellicola che regala immagini assai suggestive,tecnicamente è un film più che valido,ma che nella sceneggiatura zoppica un po'. Tentazioni filosofiche all'americana,uno spirito cristiano un po' reazionario in sottofondo,e alcune scene che avrebbero meritato di più-vedi la scena della roberts che incontra e abbraccia lo spirito del padre morto suicida-però dalla sua ha anche un grosso fascino visivo.E poi pone domande sulla vita dopo la morte. Su questo tema il potere ha per secoli e continua farlo ora ,il suo carburante,la sua forza per spingere la gente a una vita di schiavi paurosi.La paura di un giudizio ultraterreno,la speranza nel miracolo,il crearsi un paradiso che non sia visibile nel mondo che viviamo.La religione come oppio dei popoli,sosteneva Marx, e la morte con il suo aldilà come guinzaglio stretto al collo del popolo.

Il film vanta un cast di attori allora molto in voga:Sutherland jr -che aveva già recitato con il regista nel buon ragazzi perduti un vampire movie di metà anni 80- la sempre sopravvalutata esteticamente e professionalmente Roberts,il mio stimatissimo Bacon,uno dei tanti fratelli Baldwin dalla faccia di cucciolo bagnato,e Oliver Platt attore che ha visto la sua carriera in crisi per colpa di una certa somiglianza con Jack Black

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