Credo non esista nulla di più malvagio del bigottismo. Questo annebbiamento totale della ragione, questa cupa auto flagellazione che i deboli e chi è incapace di Amare, di Godere della Vita, usa per trascinare nel dolore le loro vittime. E chi sono queste vittime? Cosa fanno? Loro diranno: peccatori e streghe. Ma quale il loro peccato? Quale la loro stregoneria?Se un Dio davvero esistesse vorrebbe veramente che degli scellerati vittime di gravi frustrazioni facessero processi sommari, portati avanti con metodi totalmente disumani,al fine di mandare una donna al rogo?
Il punto è che la gioia,la felicità, l'allegria della dolcezza, della tenerezza,dell'amore,spaventa la gente grigia e mediocre. Per questo loro, in nome di un dio, faranno di tutto per strapparvi quella gioia ,quella voglia di ridere perchè hai trovato un uomo,un ragazzo, Martin, che con la sua giovinezza ti ridona la speranza in una vita diversa da quella di donna sottomessa,schiacciata dalla presenza di una suocera incapace di donare un minimo di affetto al figlio,figurati a te Anne.
Nel 1623 doveva essere durissima la vita per una giovane donna, sposata con un anziano pastore rimasto vedovo. La suocera donna rigidissima e per nulla incline ai sentimenti è un tormento che subisci ogni giorno,così come il distacco del marito. L'uomo in passato aveva salvato la madre di Anne dal rogo,intenzionato a sposarne la giovane donna. Anni dopo una povera anziana accusata di stregoneria tenta di usare questa storia per avere clemenza dal pastore. Ma lui ,uomo di fede e frustrato asessuato orribile esecutore di delazioni e superstizioni altrui non farà nulla per salvarla dal rogo.
L'idea di morte come sublime estasi, e la vita come una lunga e tenebrosa condanna da scontare tentando di rimanere puri agli occhi di un dio lontano che tanto piace al vecchio pastore non è per nulla accettata da Anne che diverrà l'amante del giovane Martin,figlio di primo letto dell'uomo
Rinascerà, l'amore , la gioia della fisicità di un bacio,un abbraccio,una passeggiata romantica in barca, la porteranno a riscoprire da una parte le antiche usanze della madre,l'avvicinarsi alla magia come ribellione all'atmosfera tetra della casa e del suo villaggio,ma sopratutto ad amare totalmente e profondamente
Una ribellione umanissima,contro quella cupezza opprimente ,ottusa,che vorrebbe punire il male e far trionfare il bene imponendo un regime di terrore continuo, di strage degli innocenti,di caccia alla strega .
Proprio questo scontro tra la repressione del proprio istinto a vivere e godere di un amore forte e della vita ,e la voglia di Anna di non lasciar che la sua esistenza si sciupi in tutto quell'odio, dolore,senso di colpa soffocante, è il fulcro del film
Vorrei ipotizzare che si possa anche leggere come il desiderio di una nazione di ritornare libera,viva,lontana dalle grinfie del male nazista. Visto che l'opera è stata girata sotto l'occupazione.
Il senso di Morte, Punizione,Colpa,è soffocante in questo film, ogni fotogramma e dialogo portano in un modo o nell'altro a questi temi. Come se l'unico scopo dell'essere umano sia snaturarsi in un perpetuo dolore e condanna ,ricerca del perdono ,perchè l'uomo è sporco è l'unica sua salvezza, è una purezza imposta e mal vissuta e appunto perire.
Ma non è una lezione a non desistere a combattere per vivere la lezione finale di Anna capace di affrontare il suo destino amarissimo,mentre Martin si rifugerà nella vigliaccheria e nella codardia? Non vi è una forza così potente e devastante nel sacrificio di questa donna che ama,che vive, tanto da sembrar condannare le anime pie,i devoti, marci e morti dentro?
Questa pellicola , giustamente,considerata tra le migliori opere mai girate, un capolavoro assoluto, è anche tra le preferite del mio amatissimo Lars Von Trier. In un certo senso i temi di questa pellicola e il personaggio straziante,titanico,potente,gigante di Anne, assomiglia decisamente a certe figure femminili del cinema di Von Trier.
Film che sconvolge,scuote, inquieta e spaventa, nella sua freddezza formale e nel "fuoco" che cela , la sua forza e potenza che gli ha fatto passare i decenni per arrivare a noi come capolavoro da tenere in serbo per le generazioni di cinefili a venire.
mercoledì 30 aprile 2014
DIES IRAE di CARL THEODOR DREYER
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