lunedì 26 settembre 2011

L'ULTIMA MISSIONE di OLIVIER MARCHANT

Ecco cosa intendo quando dico che dovremmo solo imparare da quel branco di fetusi di francesi ,(gente meritevole del massimo disprezzo,ma che in questo campo son dei geniacci-acci-acci),a fare i polar o noir.

Prendete questo ottimo film :storia che rispetta assolutamente i canoni e le regole del genere,trovando nella rappresentazione della tradizione un punto di forza e non un inutile barriera per menti creative,(cioè i cazzoni del modernismo post citazionista alla ritchie e perfidi abbioni a traino,per non parlare degli americani...),grandi prove di attori e personaggi ben scritti e seguiti senza sforzare in trovate grottesche e pittoresche,dialoghi in forma di botta e risposta non divaganti in inutili sproloqui,regia forte e solida.


Schneider è uno sbirro in caduta libera:alcolizzato,perso negli incubi dovuti alla fine della sua famiglia, vittima di un incidente mentre lui se la spassava con la sua funzionaria,è rimasta una moglie immobile a letto.Caduto in disgrazia verso i suoi superiori,in particolare un giovine stronzetto ,si ritrova suo malgrado a dar la caccia a un serial killer che massacra le donne.Viene inoltre contattato da una giovane sopravissuta allo sterminio della sua famiglia perchè il responsabile,arrestato da schneider, è tornato in libertà.

Un grandissimo film malinconico,duro,spietato,eppure anche tenero in un certo senso ,ma senza smancerie e sopratutto fondato su un realismo nerissimo,disturbante,che nel suo pessimismo di fondo trova una piccola fiammela di speranza

Daniel Auteil è a dir poco memorabile

Nessun commento: