Perché nonostante tutto quello che si possa dire o scrivere, le relazioni umane sono fondamentali. Per cui l'amore rimane. Dovrà lottare contro una situazione di disagio fortissimo, di assoluta devastazione, di leggi marziali e psicosi sociale, ma cercherà di sopravvivere e di resistere. Perché noi siamo questo: condivsione, empatia, socializzazione, emozioni e affetto.
Sicché potranno pure parlare di quarantena, potranno anche darci un fucile e delle pallottole, ma quel mostro: è pur sempre nostra figlia.
Lo vediamo che sta cambiando, sappiamo che non possiamo fermare quel morbo, quel contagio, ma ci attacchiamo a quel poco di umano che ancora possiede. Un conto è parlare di persone sconosciute, ma altro è quando tocchiamo con mano la verità, quello che davvero capita e succede.
Io amo questi tipi di film: che usano un genere per farci riflettere su quello che faremo noi. Magari scopri che tu saresti in prima fila a sparare ai contagiati, oppure ti verrebbe da difendere quelle vite che si vanno perdendo. Cosa faresti? Ecco questo approccio, al tema abusato dell'invasione di mangiatori di uomini, a me piace moltissimo. Da In the flesh in avanti.
Hobson è bravissimo nel farci sentire e vedere il delicato equilibrio tra un padre e una figlia contagiata. Con tutto quello che codesta situazione straziante comporta. Il doppio lutto da sostenere, l'uomo è già vedovo anche se si è felicemente risposato, veder giorno dopo giorno una figliola perdersi e trasformarsi in altro. Ed è straordinario nel portare sullo schermo questo personaggio femminile. Maggie è una ragazza. Niente di più, niente di meno. Vorrebbe vivere i suoi amori, stare con gli amici, godersi la vita che dovrebbe arrivare. Invece ha una sola certezza: la trasformazione.
Intorno a lei una umanità stordita, incapace di affrontare del tutto questo problema. Ma anche qui: non esiste una netta e profonda, schematica, divisione tra buoni e cattivi. Tutti cercano di rimanere umani. Anche lo sbirro che se la prende con i famigliari che proteggono i cari infetti, lo fa per difendere la nazione e chi non è contagiato.
Qui si sceglie di analizzare il rapporto umano, di dire: ok, c'è l'apocalisse, ma le persone rimangono persone. Io ci credo in questo. La mia futura moglie l'amerò sempre anche se dovessi lottare contro morti viventi o altri pericoli. Non smetto di amare lei, gli amici e le amiche, il genere umano. Dovrò lottare con le bestialità che forse sono costretto a fare, come quando Wade uccide padre e figlia nel bosco, ma non diventerò mai una bestia del tutto. Il sangue nelle vene continuerà a ridere ogni volta che mi troverò con la gente che amo.
Questo è ben detto e scritto nel film. La descrizione del rapporto tra padre e figlia, è tenerissimo e normalissimo. Non si cerca di forzare le cose.A loro non rimane che stare insieme.
Abigail Breslin, dona al suo personaggio una forza emotiva assai potente. Noi siamo al suo fianco, avvertiamo il suo dolore, la sua paura e nel finale, quel bacio, come si fa a non commuoversi? Arnold che sicuramente non sarà un grande attore, ci regala un'ottima prova. Nel suo fisico invecchiato, negli occhi che si commuovono, dolci, ti fa provare sulla tua pelle la sensazione di perdere qualcuno, di non poter accettare una fine così atroce.
Al di là del terribile titolo italiano, a dir poco fuorviante, questo film è davvero degno di nota.
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