sabato 20 novembre 2010

LA VIA DEGLI ANGELI di PUPI AVATI

Avati ha una carriera ricca e interessante,certo sfornando un film all'anno è anche assai discontinua,ma è lo stesso identico caso di Woody Allen.Partendo dai suoi primissimi film surreali,grotteschi,folli,passando per il genere horror,il racconto storico medioevale,fino alla narrazione "magica" del passato emiliano.Quasi sempre circondato da collaboratori fissi,che creano una sana atmosfera di Famiglia,Continuità,Insieme.Questo film segue due strade che dovrebbero sfociare in un unico grande affresco.Cioè una tradizione degli anni 30 ,sulle montagne emiliane.Infatti una volta all'anno si tiene una festa danezereccia dove i maschi e le femmine della specie umana si cercano,forse si trovano,ma spesso non succede nulla.Una dattilografa in vacanza presso la famiglia trova lavoro da una donna ricca che vive con la cognata-la campagnola farà da dattilografa per questa ultima e scoprirà che ella cova una profonda gelosia e forte rancore contro la cognata per via del fratello.-questa parte è forse la più debole con colpi di scena tirati via e una recitazione rovinata da Libero De Rienzo,ma questo è un classico.La seconda ,che è decisamente migliore,parla dell'uomo che si occupa di girare per trovare i "ballerini" della manifestazione.Un racconto tenero e dolente sul viaggio verso la morta,senza nessun tipo di retorica e consolazione.Grandissimi come sempre Gianni Cavina e Carlo Delle Piane,due straordinari attori,che regalano ai loro personaggi e alla loro storia una grande atmosfera da buon cinemaUn film quindi diseguale,ma buonissimo

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