martedì 3 febbraio 2015

13 TZAMETI DI Gèla Babluani

Il bianco e nero, ( a prescindere, ineluttabilmente, automaticamente), è simbolo e segno di grande cinema. Tu puoi avere una storiella esile, personaggi raccogliticci, tutto quello che vuoi, ma con il Bianco e Nero tutto diventa migliore. La commedia assume un tono romantico-chic, il dramma diventa più cupo. Come in questo caso. Gran parte del successo critico del film, e del piacere che se ne prova a vederlo, ( a mio meraviglioso avviso), sta proprio nella sua fotografia in bianco e nero.

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Il protagonista è un ragazzo qualunque, non ha particolari doti o difetti evidenti. Pare un numero,uno dei tanti, e per macabra ironia della sorte "diventerà" per un giorno un numero, ( perduto in un ingranaggio più grande di lui). Si chiama Sebastien e vive a malapena , ( con la sua numerosa famiglia, composta dalla madre, il fratello, il padre,la sorella), grazie a qualche lavoretto come muratore. Un giorno gli capita un lavoro in casa di un tizio assai strano e malandato di salute.
Quando costui ci rimette le penne, il ragazzo decide di sostituirsi all'uomo partendo per un lavoro ben retribuito,ma del quale non sa nulla.



L'abilità del regista è nel proporci una prima mezzora di film la quale come scopo ha quello di depistarci,confonderci,spiazzarci e ci riesce benissimo. Infatti lo spettatore è convinto di vedere un classico noir, ( giovane per bisogno di denaro si mette nei pasticci, bande di gangsters, soldi, dark lady e così via),per poi fare un'inversione di rotta da lasciarci senza fiato e la pellicola diventa altro.
Punto di forza e anche sua debolezza,perché chiaramente la seconda volta sai dove andrà a parare,ma non inficia più di tanto sulla buona riuscita della pellicola.



Oltretutto Gèla usa molto bene anche questa parte. Non interviene calcando la mano, non cerca il morboso,il grottesco, non enfatizza i personaggi cattivi cercando di renderli fighi e con le battute citazioniste che dovranno diventare oggetto di scambio per i più pirla tra i cinefili. No, lui mostra il grado zero della nostra società. Sono gangsters? Sono delinquenti? O sono solo uomini d'affari? Annoiati perché hanno tutto, resi dal loro sistema capitalistico,quasi dei semi dei. Io pago , io pretendo, io devo avere. E una volta che ho comprato macchine, case, amici, donne, che mi resta? La vita. Sostituirmi a Dio, perché in questa società il danaro è quanto di più si avvicini al sacro.
Sottotraccia , sottopelle, vibra e scuote questa visione "classista" del mondo. I partecipanti sono disperati e tra chi scommette ci sono piccoli e medi borghesi,che vogliono stare nel giro. Esserci . Come tanti piccoli e sgangherati imprenditori con il sogno di divenire i nuovi Agnelli. Perderanno. Sempre. Sono anche loro sacrificabili.



Così con la forza delle immagini, di dialoghi lasciati in sospeso, di piccole e veloci espressioni, il regista ci accompagna in questo girone infernale. Dove spari e non sai mai se sarai la vittima o il carnefice. Immagine potente, simbolica, metaforica, del nostro mondo. Ci sono, fragili e veloci,anche momenti di umanità tra i concorrenti. Quanto basta per non vedere solo corpi destinati a crepare male, e sopratutto per farti provare quella piccola empatia che ti impedisca di tifare per i sadici di turno.. Una feroce,dolente, disperata, pietà umana.



Il film funziona assai bene, ti dispiace per la sorte del suo protagonista, si segue con interesse, si rimane affascinati dalla sua confezione molto curata. E ci si domanda per quale cazzo di motivo , lo stesso regista, abbia accettato di dirigere il remake, a colori, in America. Mah!

2 commenti:

Frank M. ha detto...

Un film che a me deluse abbastanza. Sì, mi piacque, ma avevo aspettative molto più alte. Forse perché l'ho trovato pesante, e io non sono certo uno che guarda solo film leggeri. F<orse meriterebbe una nuova visione.

babordo76 ha detto...

Si,magari una seconda visione aiuta. Però è fattibile anche che possa esser "vissuto"come è capitato a te.
A me non è dispiaciuto,non sarà uno di quelli che devo rivedere di tanto in tanto,ma mi è sembrato un buon prodotto
Ciao Frank!