lunedì 24 agosto 2015

Di Chappie, gravidanze, crisi dei quarantanni

Ritornato da una lunga vacanza in quel di Toscana, e avendo visitato anche Venezia e la meravigliosa Roma, eccomi a ricominciare con il mio blog di cinema e altre amenità.
Che per me non lo sono affatto, la vita è cinema e il cinema è vita. Non una sospensione o evasione da essa, anche quando si crede che sia così.
L'anno scorso io e la mia futura moglie abbiamo preso d'assalto ogni tipo di arena estiva, codesta estate no. Abbiamo goduto talmente tanto in inverno per l'incredibile numero di ottimo cinema, che in estate si è preferito fare altro. L'unica concessione è stata questa pellicola

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"FUOCHI D'ARTIFICIO IN PIENO GIORNO" Un bellissimo noir cinese. Intenso e drammatico, ricco di personaggi tormentati, ma che non si mettono a filosofeggiare tanto per. Un film che mostra il lato più terrificante e alto dell'amore. Non un'opera semplice perché richiede attenzione assoluta, non ci sono spiegoni, è lo spettatore che deve andar incontro alla pellicola, ma ne vale la pena.

Quindi a parte questa piccola concessione al cinema in sala, quali sono i films che hanno segnato codesta vacanza in Toscana?

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Quando un film, a mio avviso, centra il bersaglio? Quando lo possiamo definire ottimo? Per me quando sfrutta un genere o uno stereotipo per parlare d'altro e lo fa benissimo. Come in questa stupenda pellicola sud africana: Chappie.
Non è tanto una macchina che scopre "l'umanità", ma un bimbo che scopre il mondo e lo fa attraverso il suo corpo robotico e l'esempio educativo degli adulti. Chappie è l'esempio di come con i bimbi sia facile dar loro cattivi esempi, usarli, ingannarli.  Basta accusarli di esser egoisti, che la mamma soffre per colpa sua, che li compriamo dei regali, e loro ci daranno tutta la loro disponibilità, la loro vita. Per questo esser genitori è una responsabilità grossissima, perché ogni nostro gesto e parola segna, nolenti o dolenti, l'esistenza del piccolo.

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Ci spinge a domandarci quale sia un ottimo genitore? L'inventore, persona perbene, ma che vede nell'androide solo un esperimento e che par non interessarsi dello sviluppo emotivo della sua creatura o la giovane donna membro di una banda di teppisti e delinquenti? Possiamo davvero dividere in buoni e cattivi, gente che per motivi economici e sociali è destinata ad essere una madre o un padre perfetta/o e sbandati senza sentimenti, degni solo di esser respinti e falciati senza umana pietà?
Raramente mi sono commosso così tanto vedendo un film di fantascienza, quando gli danno fuoco o un cattivissimo Hugh Jackman gli taglia il braccio ho pianto per il dolore intenso di quelle scene, ancor più raramente mi son affezionato in modo così totale e forte verso un personaggio di un film di questo genere.
Chappie vede il mondo con la meraviglia, la tenerezza, la paura, il bisogno di protezione di un bimbo, e noi attraverso di lui vediamo tutto l'orrore e la ferocia insensata che domina codesto mondo. La pellicola è piena anche di ottime scene d'azione, certo, ma è proprio nel suo modo di descrivere il rapporto tra l'androide, la donna dei bassifondi criminali, il suo inventore, l'idea che la vita sia una cosa preziosissima e che sia impossibile accettare di perderla,anche se sei un mucchio di metallo, che il film diventa indispensabile e straordinario.

Altra scoperta cinematografica... No, vabbè. Diciamo siamo nel mondo della quasi autocritica. Tempo fa vidi "40 anni vergine" e non mi piacque per nulla. Decisi che Apatow non mi sarebbe mai piaciuto..E invece

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MOLTO INCINTA, è un film assai divertente. Certo, come è tipico del regista americano, le battute e situazioni sono assai grevi e volgari, ma in codesta pellicola vi ho visto e trovato una buona costruzione dei personaggi. Sopratutto al servizio di una bella storia. E di un tema impegnativo e fondamentale: la paternità, l'accettare di essere padre.
La storia è quella di una giovane donna che per festeggiare la sua promozione all'interno della tv dove lavora, si lascia andare a una notte di bagordi e finisce a letto con un tizio che normalmente non le garberebbe per nulla, e infatti...
I due si ritrovano così a gestire una nuova vita in arrivo e a scoprirsi, conoscersi, amarsi. Lui pur essendo un tizio che campa di trovate a dir poco cretine e vive con un gruppo di amici un po' pirla, si prende la responsabilità di quanto successo e cerca di ritrovarsi in quel ruolo a lui sconosciuto. A dar man forte a codesta coppia, la sorella della ragazza e il suo cognato: un immenso Paul Rudd. Nel film vengono messi in scena tutti i limiti e i lati positivi dell'esser uomini o donne in occidente, un occidente decaduto e quindi moooolto americano. La penna di Apatow indovina i bersagli e porta in scena una commedia che è meno scema di quanto possa sembrare, sottile si avverte una certa malinconia, un essere inadeguati, ma anche la voglia di riscattarsi, di accettare parti della vita che ci allontanano dall'esser sempre giovani. Ben, ottimo Seth Rogen, è un personaggio davvero scritto bene e il suo evolversi rende la pellicola assai gustosa e riuscita. Molti parleranno di buonismo e moralismo, per il finale. Lasciamo che parlino va.

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QUESTI SONO I 40 è una specie di sequel, spin off, chiamalo come cavolo vuoi, di Molto Incinta. Protagonisti assoluti la famiglia della sorella della protagonista del primo film.Qui si parla di matrimonio, del raggiungimento dei 40 anni una tappa dove finisce la poesia degli enti e dell'enta e si finisce sul lungo viale del tramonto degli anta.
Si parla di crisi di coppia, di incapacità nel saper comunicare, di come sia più facile chiudersi nei propri rancori, sogni, aspettative, problematiche, che parlar agli altri. Del lavorare in un settore artistico dove non conta tanto saper comunicare sentimenti o cose sovversive, ma adagiarsi a far da buffoni stornellatori per fame effimere,e di tante altre cose. Il rapporto genitori e figli, di come sia impossibile uscirne, dell'esser a tua volta il padre del tuo sconsiderato babbo.
Il tutto travestito da commedia, ma di buon livello. Un film anche amaro e malinconico, se ti sforzi di veder dietro alla patina di volgare divertimento.
Bravo Apatow per queste due volte mi hai convinto .

Con settembre torneremo sia con il sito www.cinemacondiviso.wordpress.com che con le mie puttanate radical chic qui.
Ciao!

5 commenti:

Kris Kelvin ha detto...

Pur con tutto il mio amore per te e la tua futura moglie, e pur conoscendo piuttosto bene i vostri gusti e il vostro modo di essere e di pensare... :D

non riuscirò mai e poi mai a capire come possa piacervi un film come "Humandroid"! Per me number one tra gli "inguardabili" di quest'anno. Roba così trash che al confronto "A.I." di Spielberg ha un rigore eastwoodiano! :D

babordo76 ha detto...

e io non mi capacito del contrario ^_^
Chappie è un bellissimo, straordinario film sul cosa significhi essere bambini alla mercè degli adulti e dei loro inganni. Parla di infanzia, genitorialità, insomma è una figata della madonna

babordo76 ha detto...

e per la cronaca A.I. è un filmone di assoluta e devastante bellezza

Kris Kelvin ha detto...

In confronto a "Chappie" di sicuro... :)

babordo76 ha detto...

no, insieme a Chappie