venerdì 18 gennaio 2013

IL MAESTRO DI VIGEVANO di ELIO PETRI

Ci sono libri e scrittori che andrebbero recuperati perchè testimoni di un periodo storico del nostro tempo assai importante,di svolta economica e politica. Tutto è politica ,lo sapete? Il mio motto. Quindi che tu scriva direttamente di un fatto reale o che tu faccia puro intrattenimento, stai facendo politica. La nostra commedia ai tempi gloriosi , pur mascherandolo con il sorriso o la risata cattiva, descriveva spesso con arguzia il nostro paese. I suoi vizi, manie, debolezze e piccoli anti eroi di grande spessore umano o disumano, a seconda.
Il Maestro Di Vigevano è un film particolare, un oggetto filmico curioso e a sè stante nel panorama del genere commedia. Ne prende tutti gli elementi, le regole ,i luoghi comuni, ma li contamina con un uso surreale e feroce del grottesco,una sorta di fellinismo graffiante,crudele che esplode nei pensieri e sogni del maestro Antonio Mombelli.

Libro da riscoprire,perchè di rara bellezza e cosi anche il suo  autore Lucio Mastronardi. Maestro elementare,morto suicida. Tanto bello il libro quanto bello è il film. Per le sue unicità che ho descritto poc'anzi  per la perfetta indagine del luogo e delle sue tradizioni. Quale è il tema affrontato da questa ottima pellicola?
Il boom economico . Anzi a essere preciso:il boom economico che è esploso in provincia. Un luogo chiuso,reazionario,soffocante,di gente gretta,maneggiona. Il film e il libro riescono anche ad analizzare benissimo tra gli intrallazzatori con grosse fabbriche e gli improvvisati delle piccole.
Un film sullo Squallore,visto che non esistono personaggi gradevoli,positivi. Vigliaccheria e grettezza colpiscono duro e lasciano il segno.
Il maestro vessato dal borioso direttore scolastico,i colleghi meschini ,(piccoli borghesi mediocri e invidiosi), la moglie Ada vittima della sbornia per il successo facile,i soldi,la bella vita, non son sicuramente personaggi per cui provare immediata e resistente simpatia. Mi piace questo cinema, perchè ci mette in contatto con la sgradevolezza delle persone e la loro sostanziale verità oltre la finzione.
La storia della caduta nella polvere e nella disillusione,solitudine, di un uomo incapace di sostenere e inserirsi nei cambiamenti e di capire ,domare , il suo tempo. Un mediocre,circondato da mediocri con i danè, (i soldi), una provincia ricca di materiale e povera del resto.

Petri se la cava benissimo anche in questo ambito, i suoi voli onirici donano alla commedia qualcosa di più e sopratutto non sono mai fini a sè stessi,neppure la lunga scena del delirio di Mombelli influenzato.
Alberto Sordi è perfetto , una delle sue interpretazioni migliori, qui gioca molto con la mimica del viso e riesce a dar spessore a questo uomo da poco,questa vittima sacrificale senza nerbo,commuove a tratti.
Claire Bloom è stupenda come al solito e bravissima nel ruolo della moglie. Ada non è un personaggio positivo,anzi,ma lei dona la sufficiente umanità .
Una pellicola e un libro da recuperare

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