venerdì 26 aprile 2013
IL NASCONDIGLIO di PUPI AVATI.
Mentre vedevo questo film pensavo che sarebbe stato un ottimo film per il Dario Argento dei bei tempi,un modo dignitoso di lasciare che il tempo passi sopra la nostra carriera. Perchè pur non essendo del tutto riuscito,è perlomeno dignitoso ed ha un paio di sequenze horror davvero ben fatte.
La storia ha inizio negli anni 50, sotto una tormenta di neve che impedisce di viaggiare. Una vecchia casa che ha funzione di pensionato per signore gestite da alcune suore. Una ragazzina torna a casa ,sconvolta,forse ubriaca e forse molestata.Come unica confidente e amica ha una giovane serva Egle. Lei e Liuba sono legate da una forte amicizia,ma mentre la prima ha ben chiara la sua vita ,l'altra sogna di uscire da quel posto. La notte però è carica di odio,i rapporti sono tesissimi fra la madre superiora e alcune ospiti.
Passano cinquanta anni e Francesca una donna di origine italiana esce dal manicomio dove era ricoverata. Per ritornare nella società decide di riprendere il suo vecchio mestiere:aprire un ristorante.
Nondimeno il luogo scelto si mostra assai misterioso e inquietante,lei sente strani rumori e presenze, decide quindi di indagare a fondo per scoprire la verità
Il Nascondiglio segna il ritorno del regista alle atmosfere più legate al genere horror-thriller già ampiamente considerate con un paio di altissimi capolavori, (La Casa Dalle Finestre Che Ridono e Zeder) e altre prove più o meno convincenti, (l'arcano incantatore e l'amico di infanzia), il film è girato quasi tutto nella vecchia casa comprata a Davenport dai fratelli Avati per girarci uno dei loro lavori meno considerato,ma che per me è un gioiellino,parlo di :Bix.
E son proprio le scene girate nella vecchia magione che danno un senso di claustofobico incubo , rendendo il film inquietante. Piccoli rumori,voci infantili appartenenti a chissà chi,che però si perde e disperde quando vuol prendere la direzione del classico giallo con una protagonista isolata e ostacolata dai paesani. Il film perde colpi e si lascia trascinar un po' anche se ha sempre quel minimo di interesse che non ci fa scappare via o addormentare.
Il meglio l'offre nel buio e nelle ombre della casa e nel bellissimo finale apertamente horror,dove vediamo il terrificante delitto e l'apparizione della vecchia,sono girate benissimo.
Un finale ambiguo e potente: visto che Francesca ha grossi problemi psichici legati a un suo gesto davvero orribile fatto in passato contro il suo marito defunto,non sappiamo se davvero esiste questa vecchia assassina oppure no.
Lubia è un buon personaggio,fa pena e disgusto vederla viaggiare con lo scheletro della vecchia amica morta,a cui lei vuole ancora bene e ci parla pure.
Sono tanti ottimi spunti ,ma non sempre utilizzati bene
Insomma il classico film medio, non del tutto riuscito,ma che visto i tempi grami del nostro cinema di genere e in virtù di alcune sequenze davvero ottime e di una grande professionalità del prodotto,consiglio. La Morante si impegna in un ruolo interessante seppure non sempre centrato
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2 commenti:
Io questo non l'ho visto ma mi ispirava molto. Da quello che dici, anche se resta un film non completamente riuscito, mi viene voglia di recuperarlo.
Molto valido per me, assolutamente molto valido
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