sabato 30 luglio 2016

UN BACIO di IVAN COTRONEO

Possiamo voler dai film l'onestà? Non è ridicolo chieder a loro di esser sinceri? Il cinema non è costruzione, programmi e tesi messi in immagini, propaganda. e sopratutto: rappresentazione del verosimile, sicché tutto fuorché esser onesti.
Oltretutto con sta balla dell'onestà, i tanti critici da blogghe hanno sostenuto filmacci osceni e cretini. Un po' come con le persone: "Si, è una testa di cazzo, però è sincero" Dovremmo riveder queste cose.
Però, pensiero di uno spettatore indisciplinato, credo che per metter in scena tutta questa manipolazione, costruzione, rappresentazione, serva una sorta di verità, che non è quella rivoluzionaria tanto cara ai marxisti, no. Mi riferisco a una verità delle immagini, dei personaggi, della storia, Che bislacca quanto vuoi deve però creare pathos, farti credere che in quel contesto via sia qualcosa di profondo, sopratutto se tu avessi l'ambizione di far un film che dovrebbe trattare argomenti seri e temi spinosi, non una cazzata di mazzate, inseguimenti e botti.

Sono tantissimi i film sull'adolescenza e moltissimi anche tragici. Ci piace ricordarla così, quel periodo. Forse perché dopo gattini e cagnolini, i ragazzini emarginati e tristi colpiscono direttamente il nostro centro emozionale, o forse, perché quello è veramente un periodo della nostra vita  dove le emozioni e i sentimenti sono fortissimi, dove tutto è importante, tra grosse insicurezze e strepitose gioie,
Molto spesso il cinema ci riesce, per farlo devi aver una buona storia e dei personaggi scritti bene. Sopratutto non mostrare il trucco, non creare spazi in cui dici: ma quanto è cinematografica questa cosa.
Ecco,: Un bacio è un film non riuscito proprio per via della storia e dei personaggi. Ora partiamo dal fatto che il regista sceglie il suo stile, come riprendere e portare sullo schermo le storie. Prendiamo atto che un film dovrebbe rivolgersi a tanti spettatori e quindi è fondamentale esser semplici e generalizzare la tematica, va bene tutto. Nondimeno la superficialità, l'accumulo di situazioni tragiche che irrompono sullo schermo, e li rimangono, personaggi sulla carta dolenti, ma che non diventano mai "epici" nel loro dolore, mai simbolo ed essenza di un malessere, un'inquietudine, delle quali non vi è traccia se non nei dialoghi didascalici, nella superficialità dello stereotipo che rimane così. Si dirà: ma sono ragazzi comuni, tanti adolescenti sono così. Certo, verissimo. Infatti un'opera a cui questo film, parare mio, deve tanto, parlo di "Noi siamo infinito", è un film in cui stereotipi e calcoli cinematografici sono messi su schermo con abilità e amore per i personaggi, la storia, il pubblico.
In questa pellicola il falso suona squillante. Già dalle prime frasi che dice la ragazzina, già dal sceglierle il nome Blu, e si procede su questa strada. Vuoi veder dei ragazzini contenti e felici? Li facciamo zompare allegramente a destra e mancina. Questo e solo questo, pure i numeri musicali, che vuol dire giocare facile con me, sono privi di potenza, non diventano mai simbolo di ribellione interna, di felicità, non senti il bisogno di muovere la gamba a ritmo.
Vi è sicuramente la mano del regista, si avverte un autore dietro. Ma è un autore che concentra su se stesso l'attenzione attraverso la superficialità ridondante dello sfruttamento di più temi importanti: l'adolescenza, l'amicizia, la diversità e l'emarginazione,  la non accettazione di sé e tanto altro. Ma che, quando, deve filmare l'orrore di una violenza è indeciso su come riprenderla. Viene fuori una cosa patinata, una cosa da ragazzini ubriachi, ma senza il coraggio che si deve aver nel girare queste cose, o viceversa spezzare e destabilizzare con un momento alto, di commozione, come per esempio fa benissimo Virzi ne " la pazza gioia" quando riprende la mamma e il figliolo che affondano nel mare. Qui sarebbe stato impossibile e allora, certe cose meritano un coraggio di rappresentazione totale, oppure se non ti viene, stai con la mdp sul volto della ragazza e mi fai seguire le sue emozioni.
Ecco i film non hanno l'obbligo di esser sinceri, ma di aver un minimo di verità per quanto assurda possa essere, in particolare se fai film che cercano di riprendere il vero, oppure se si battesse la strada più ardua e dura della sospensione del credibile, per una sorta di magia nel reale, di sguardo puramente cinematografico, allora dovresti emozionare, far sognare, stupire.
Questo non capita mai. Si viaggia tra evidenti poetismi alla speriamo in dio, per far notare che c'è un autore, ad atroci superficialità, il finale con il dialogo tra i due ragazzi è veramente roba da prender sceneggiatori e regista e spedirli per cinque anni di nuovo alle superiori. Non troveranno nessun adolescente capace di usare un linguaggio simile.
Ripeto i temi sono importanti, alcuni attori non sono nemmeno male, ci sono spunti di riflessione su cose concrete, ma quanta superficialità, inconsistenza, debolezza, nella struttura di storia e personaggi.


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