Tralasciamo che da un romanzo fortemente tragico e drammatico, si siano levati ogni elementi di disturbo per le "famiglie", d'altronde è un film Disney, sicché ci può stare. Quindi occupiamoci solo della pellicola, un vecchio classico, secondo quello che alcuni considerano il canone ufficiale della Disney,che narra le vicissitudini di Red , in originale Tod, e Toby, in originale Copper, sono rispettivamente un cucciolo di volpe e uno di cane, precisamente da caccia. Nemici naturali, poiché, una volta adulto, il destino del cane è quello di cacciare la volpe. Eppure , i due , da cuccioli stringono una bella e forte amicizia.
Amicizia che sarà ostacolata in tutti i modi da Amos, il padrone zoticone di Toby. Perché i rapporti umani sono soggetti alle regole sociali e civili. Che talora non hanno nulla di civile. Non stupisce quindi che siano due cuccioli a fregarsene di queste cose che si apprendono solo crescendo. Negli occhi dei cuccioli, e dei nostri cuccioli d'uomo non c'è il diverso contro natura, non c'è lo straniero, non c'è il disabile che ti rovina, con la sua sola presenza, la tua vacanza del cazzo. No, c'è un'altra persona, con cui si passa il tempo a giocare.
Il gioco ha una funzione educativa spesso sotto stimata, poco compresa, forse perché dopo una certa età non giochiamo più. Non tanto smettiamo di far attività ludiche, molti passano giorni interi con i videogiochi ad esempio, ma quella profonda e commovente spensieratezza, quella gioia purissima di correre e nascondersi e ridere con un altro, è scomparsa.
Ben presto anche Red e Toby scopriranno che è finito il tempo libero e felice dell'amicizia, ora sono adulti e per volere degli uomini e degli dei, devono esser nemici.
Così per gran parte del film Toby darà la caccia al volpacchiotto. Costui, invece, dovrà lasciare la casa dove è stato allevato da un'adorabile vecchietta per addentrarsi nel bosco. Luogo di misteri e poco simpatici incontri.
Quello che mi colpisce è una malinconia soffusa e diffusa che diventa palese e profonda nel finale. Il ricordo lontano di un'amicizia pura, di una stagione dove tutto è nuovo e meraviglioso, sopratutto se vissuto accanto a un amico. Ma le amicizie resistono anche da lontano, anche se non sono vissute nel concreto per mille ragioni. Esistono perché abbiamo cuore, anima, sentimenti, così la volpe ammira da lontano la sua vecchia casa e il suo vecchio amico, perché l'amore non ha padroni, come cantava il buon Venditti, e ci rimane dentro come ricordo amaro e dolce di un tempo dove tutto era possibile
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