venerdì 30 dicembre 2016

il film sorpresa del 2016: Perfetti Sconosciuti

Strano questo 2016, davvero strano. Guardando la lista di film che ho apprezzato, alcuni finiti nelle classifiche altri rimasti fuori, noto che sono sempre diretti da registi che non stimo o amo affatto: Boyle, Tornatore, Tarantino, Genovese.
Significa che qualsiasi regista prima o poi ti farà un film decisamente buono, ma vuol dire anche che non dobbiamo mai far in modo che i nostri pregiudizi siano o divengano, dei dogma. Mettiamoci in gioco ogni tanto.
Quando vidi la locandina di "Perfetti Sconosciuti" ebbi subito da ridire: " No, ma Genovese fa ancora film! No!!!" Stupito per i nomi del cast, ma sicuro che in mano a costui sarebbe venuto fuori un film come tanti altri: innocui, inconsistenti, televisivi come immaginario di riferimento.
Invece sono un pirla e ho pensato una pirlata!

Si, perché il film , visione dopo visione rigorosamente in sala, mi ha sempre di più riempito di emozioni contrastanti, amore e attenzione per i personaggi, odio assoluto per il povero Leo, non lui come attore, mi riferisco al personaggio.
L'accusa di esser la solita commedia italiana, che assomiglia a questo e quell'altro, mi pare davvero campata in aria. Certo che assomiglia a tanti altri film, fa parte di un genere. Sarebbe come dire che "Appaloosa" sia mediocre perchè "è il solito western". Ogni genere ha le sue regole, che vanno rispettate, l'originalità non è fondamentale.
Come anche le tante parole a vuoto su un finale, che a mio avviso, sia messo agli atti: è il miglior finale del 2016.
Siamo così ossessionati dal veder il buonismo che persino un inno all'amarezza, viene confuso come consolatorio. Siete gli stessi che anni fa usavano la parola : pretenzioso, per ogni film incompreso. Sia mai che ci sbagliamo noi, critici della domenica.



Io credo che i cambiamenti migliori avvengano all'interno della grande industria, non fuori. Perché da una parte abbiamo un pubblico attento, sicché abituato a far certe riflessioni, analisi, ma dall'altra c'è quello che va al cinema "tanto per..", " per farci due risate", " non pensare", diciamo che Genovese con le opere precedenti era il campione di questo tipo di film. Non ci troviamo davanti al nulla zaloniano, cinematograficamente parlando, ma veramente poca cosa.
In questa opera, derivativa quanto volete, ma proprio per questo universale ed accessibile a tutti, il pubblico più massificato, distratto,  ha un momento di sana riflessione su una cosa che ci riguarda: le relazioni umane.Non si tratta di un dramma sociale in un paese del terzo mondo, che gioca sulla nostra partecipazione emotiva distaccata, che tanto a noi quelle cose quando ci capitano, ma di un dramma borghese quanto vuoi, ma che ci accomuna
Il cinefilo più radical, con lo spettatore da Cinepanettone.
Questo non è poco.

Il finale non ci spinge a esser rasserenati e sicuri, ma al contrario più attenti agli altri e in particolare ai nostri partners. Cosa sappiamo, ma ancor di più cosa vogliamo vedere? Quante illusioni, finzioni, ci aiutano ad andare avanti? Avvelenando quello che potrebbe esser buono, giusto?
La stessa frase: " Come umani siamo frangibili" Non è buonista o retorica, ma ci dice che non dobbiamo mai giocare alla leggera con nessuno. Mai sottovalutare il peso e la responsabilità delle parole, delle azioni, del nostro vivere

Il tutto in un film assolutamente per le masse, commerciale, ma che sposta di poco, però lo fa, la classica commedia stile Medusa/Canale 5 di questi anni.


Per me non è assolutamente poco


http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2016/02/perfetti-sconosciuti-di-paolo-genovese.html





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