Segnali che pesano assai anche sulla narrazione e l'epopea, l'epica di un paese. Ognuno così chiusi nel difendere idioti localismi e folklorismi.
Proprio per questo i premi al nostro cinema mi rendono felice: per un attimo siamo italiani. Gli oligofrenici esterofili rimangano della loro provincia , non ne sentiremo la mancanza.
Torniamo alla nostra Alice, di cosa parla codesta pellicola? Di una crescita, dello smarrimento che si prova quando , nella difficile età della pubertà, ti ritrovi tra gente che non conosci e a dover sottostare a leggi e tradizioni che non capisci.
Quindi il primo tema potrebbe essere la religione , anzi la pratica religiosa,come specchio delle difficoltà di integrazione nel mondo di una ragazzina. La giovane Marta, infatti, si ritrova in un contesto alieno e degradato/ degradante. Di gente che usa un credo per mascherare un ambizione smodata e auto distruttiva, il parroco, o per riempire pulsioni sentimentali, difficoltà a vivere , bigottismi stanchi, insane passioni , come la terribile catechista.
Per cui è un film anti religioso,come si potrebbe pensare, o è un film che ci mostra come la religione sia mal interpretata e usata da certa gente?
il confine tra superstizione folkloristica e Fede, tra un nascondersi nei rituali e comprenderli , penso sia un grande tema e molto italiano. Su questa base di partenza ci mettiamo anche la vita e il punto di vista : staccato , talora, dolente a sprazzi, di una giovanissima.
Oggetto sfuggente lei stessa, come ci suggerisce Rohrwacher, inquadrandola spesso di spalle e tenendo una certa distanza, seppure partecipe, dalla sua protagonista.
Forse certi personaggi son troppo caricati , come se la tesi diventasse più importante della rappresentazione, ma per me non è sempre un difetto.
Non in questo caso almeno.
Il film infatti parla del degrado sociale che colpisce sicuramente una zona d'italia,ma che a conti fatti è un problema che si manifesta ovunque . Una grettezza, un senso pesante di sconfitta morale, etica, ideologica, di fede vissuta . Così la religione diventa un tramite per mostrarci anche altro e andare oltre.
La bruttezza della mediocrità, ecco cosa mostra veramente. E che appartenga a un parroco , o a un parente non importa.
Lo stile essenziale, freddo, quasi documentaristico, che potrebbe rimandare ai Dardenne, aiuta a mantenere una certa "giusta distanza", ( per citare il mai troppo compianto Carlo Mazzacurati), dalla materia trattata e questo pudore a me piace assai. In questo caso.
Ci sono imperfezioni, ci si disperde nel finale,ma a conti fatti è un buonissimo film, decisamente riuscito: nel trattare gli scontri tra sorelle, nella descrizione della difficoltà a crescere e nella amarissima rappresentazione del degrado religioso e civile del nostro paese.
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