domenica 29 giugno 2014

IL CAPITALE UMANO di PAOLO VIRZI'

Spesso ci lamentiamo della mancanza di film capaci di saper rappresentare il nostro Paese. In particolare nei suoi aspetti meno gradevoli, come era usi fare ai tempi d'oro della commedia dei Monicelli o nei film impegnati e militanti dei Petri o Lizzani.
Fra le tante polemiche idiote , codesta era quella con maggior grado di veridicità.  Si è scelto quasi sempre uno sguardo leggero, indulgente, nel narrare le nostre storie. Questo sopratutto in ambito di cinema non legato alla nicchia, alla invisibilità preventiva, a quelli che ancora si ostinano a fare film per gli indisciplinati.
Per questo sono assai felice di aver notato l'arrivo di tre pellicole , ( e anche di un certo successo), le quali a modo loro sono tre grandiose rappresentazione della deriva nazionale . Non tanto in  termini di dinamiche apertamente politiche, ( in nessuna di codeste opere si parla di alternativa, se non quelle fragili del personale,ma anche qui con vaste lacune o assenze), quanto come disgregazione umana, frammentazione del sentir il proprio essere e comprendere il valore dell'altro. Rappresentazioni di  feticci,  rituali, decomposizioni della dignità umana, dell'essere umano. Travolti dall'apparire, dall'esserci, ma per cosa ?
Questi tre capolavori sono : La Grande Bellezza, Reality, Il Capitale Umano.


 


Una parte sonnolenta, bigotta, dedita all'accumulo su accumulo di danaro, di gente che  a 80 anni è in "fabrichètta" perché ul me bagai l'è un pirla, ( il mio ragazzo,inteso come figlio, è un pirla), di vecchie lampadate e ingioiellate fino al buco del culo, di beneficenza che così il prete è contento,di mattine in prima fila a messa, con la panca personale , in prima fila a far mostra dei danè . Gente che poi alla prima crisi e rinnovo del capitale vede i sorci verdi, e non parlo dei legaioli, ma di persone che vanno in panico perché il piccolo nel capitale conta fino a un certo punto.
Questa è la Brianza. Bella terra anche , non mancano spazi verdi, cose da vedere e cibi da mangiare, non manca nemmeno la buona gente con il cuore in mano,ma quella che peso ha nella società? Una società schiettamente capitalista? Poca.

Questo non è il film ,questo è il mio pensiero da brianzolo doc che si è un po' rotto dei rituali e dei personaggi della sua terra. Per questo, al pari del film ,degno di ogni tipo di sconclusionato attacco. Ma la mia morale immacolata, come sempre, sa difendermi dalla deriva materialista per pirla di cui si alimenta la mia gente.
Bigotti, incapaci di esprimere sentimenti, ( si sono inventati la meravigliosa balla che non lo mostriamo,ma li proviamo i sentimenti. Sarebbe come dire: trombo tantissimo,ma mi astengo dal fare sesso),conta il danaro e avere in qualche modo dio dalla propria parte, le vecchie generazione di paolotti, ora penso che anche il discorso religioso sia venuto un po' meno. A parte la rappresentazione più superficiale,ma d'altronde noi siamo così: superficiali.
Il signorotto locale che ha i soldi da venerare, ma ora contano anche poco,a parte quelli intelligenti che sanno seguir il corso del capitale e stare al passo con i tempi.



Esagerazioni le mie? Forse. Sono il punto di vista di uno che per 37, quasi 38 anni ha vissuto in questo ambiente di sconosciuti anche se la carta di identità dice che siamo parenti, in qualche modo. Arrivi a un certo punto che pur amando la tua terra , senti un bisogno fisiologico di abbandonarla, di andar via,anche se hai la tua attività da portare avanti
Oggi si rimane, ma non è un rimanere definitivo.
Vedendo il film non puoi che convincerti della giustezza dei tuoi pensieri.

Il Capitale Umano, ha dato fastidio perché i critici alla cazzo di cane,pieni di idiozia capital-legaiola,si sono visti sullo schermo per quel che sono.
E non tanto il proletariato triste e inerme o la mia ridicola piccola borghesia riverente , no. Noi non contiamo un cazzo e se Virzi avesse fatto il film dedicandolo al personaggio del cameriere morto, non sarebbe successo nulla.
Invece si è parlato dei sciuri, della gente di rispetto, ( ogni parte d'italia ha sta metastasi degli uomini da rispettare e più o  meno d'onore. O d'orrore, fate voi),  di quelli con la grana.
E aver la grana da noi conta moltissimo. Nulla ci fa più paura di una miseria , spesso anche immaginaria e allora più temibile. Perché non compresa in un contesto reale,ma impalpabile,pronta ad attaccarci
Noi brianzoli non vogliamo diventare dei "morti di fame", quella è la peste. Vuol dire che non sei capace di lavorare, non sei in grado di stare in società, hai perso il treno di fare i soldi. Mi sa che sei un poco terrone.
Fare soldi per i soldi, nemmeno esiste quella cosa anche positiva, se vi garba, delle origini: cioè lavorare tanto per garantire un avvenire decente alla famiglia,mandare il figlio a studiare, cose decisamente più importanti. Anche i piccoli rituali piano piano scompaiono.
E rimane questo vuoto crudele da narrare.



Narrato in modo efficace  in questo splendido film. Ottimo perché mostra come Virzì sia un grandissimo regista , capace di cambiare registro e stile per adattarsi a una storia dal sapore amaro e anche universale, ( non per niente è tratto da un libro americano), aiutato in questa sua operazione da un cast memorabile.
Bravissimi e magnifiche tutti e tutte, nel rappresentare sullo schermo personaggi poco piacevoli, codardi, egoisti, incapaci di comunicare e considerare gli altri,anche e sopratutto se sono famigliari.

Lo scontro tra due modi di vivere il capitalismo ai tempi della crisi: quello perdente di chi vuol stare nel giro dei vincenti, rampanti, di chi fa i soldi con spregiudicati giochi di borsa, di amicizie influenti, di affari sul limite del legale. Bentivoglio è bravissimo nel portare sullo schermo questo perdente sgradevole, incapace di stare a galla nel mondo attuale.. Questo personaggio è stato al centro di tante critiche, perché giudicato una macchietta. Datemi retta: esistono! Ce ne sono di persone così. In Brianza, in modo particolare.



La moglie, una brava Valeria Golino, è una psicologa che lavora in una struttura pubblica. Presa dal suo ruolo di salvatrice di giovani disadattati, persa nella sua "bontà",ella ignora del tutto il dramma del marito e della sua figliastra, totalmente concentrata sulla sua gravidanza.
La figlia Serena è il biglietto da visita per entrare nella famiglia della gente che conta. Dei vincenti, invidiati, arrivati.
La ragazza , però, non si sente del tutto parte di quel mondo e così si innamora di un giovane paziente della madre: Luca. Giovane disadattato, rappresenta quelle fasce di persone che sono un po' la vergogna delle nostre zone. Ragazzo che vive una condizione di sudditanza nei confronti di uno zio delinquente , persona debole, non per scelta sua, ma perché la giovane età e la mancanza di un vero educatore lo rende smarrito di fronte alla vita e alle difficoltà
Un po' come Serena, la loro storia potrebbe essere la parte romantica della pellicola. Quella parte di dolcezza di cui si sente, avverte , prepotentemente il bisogno.
Non sarà così, perché arriveranno ad anteporre una loro infatuazione nei confronti di un atto morale e civile fondamentale, importante.



La famiglia composta da Fabrizio Giffuni e Valeria Bruni- Tedeschi , è quanto di peggio si possa vedere sullo schermo. Ricchi sfondati senza altro che l'accumulo del capitale. Lui è un individuo spregevole, il nuovo arrampicatore sociale, oramai arrivato,  che sfrutta il capitalismo finanziario per far soldi, feroce, ipocrita, amorale. Un uomo che non mostra mai un attimo di attenzione nei confronti della moglie e del figlio. Un uomo solo con il suo potere, presunto, e lo spettro del fallimento. La moglie è un'oca giuliva , nevrotica, che non sa nemmeno lei cosa vuole. Incapace di stare al mondo, ha momenti di tenerezza, di umanità, ricerca anche il contatto con figlio e marito,ma invano.
Eppure sono visti come i vincenti da imitare e idolatrare. Invidiare, questo è ammesso.

Un film feroce e crudele, cattivo,ma senza quella aria da pellicola alternativa- cool per i fighetti che si vantano del loro presunto cinismo da quattro soldi.
Qui senti tutto il peso di un'epoca devastata dal capitalismo senza freni, regole, che non siano quello di fare sempre più soldi, anche senza di loro. Gente persa , senza sentimenti e affetti, senza ideali o valori. Vivono , anzi vivacchiano soli. Persi.


E questa cosa ha dato fastidio ai bigotti borghesi e ipocriti della mia terra. Sai una cosa? Noi possiamo criticare tutto e tutti, anche se molti di noi non hanno visto mai un cazzo al di fuori della loro villetta e "fabrichetta" , un tempo. Oggi , magari, vanno pure in giro, ma da ciechi. In posti rinomati e costosi, che sai mai...
Dicevo noi critichiamo tutti: meridionali e stranieri . Quindi ci pare normale che facciano i soliti film sui mariuoli napoletani o i mafiosi siciliani o i lazzaroni romani. Normale.
Facciamo un casino patetico e ridicolo, sui nostri foglietti di sacrestia locale, perché si mette in mostra quella che è una parte di Brianza.
"Ma non siamo così.." e giù ad arrampicarsi sui vetri. Questa cosa, o polentoni miei, vale anche per le altre persone , le altre regioni. Ma voi , manica de bilott, la scordate sempre questa piccola regola.

Così per settimane ho letto inenarrabili cazzate , scritte da gente vergognosamente ipocrita e politicamente nulla.
Vi urta questo bellissimo film? Guardatevi le puttanate di Boldi su canale cinque. Sguazzate nella vostra mediocrità, divertitevi.



In realtà , questo stupendo film, è uno sguardo amarissimo sul mondo attuale e sul capitale. Opera a suo modo militante, radicale, pessimista, che sinceramente non ti aspetteresti da un Virzì e solo per questo vale oro.
Opera talmente brillante da spazzare via anche le note di risposta di una mediocre star letteraria locale o di altri che con il dente avvelenato e il fegato spappolato , hanno cercato di ostacolare la visione di questo film.
O l'hanno criticato da pirla rancorosi.

Non c'e salvezza in questa pellicola. Per nessuno, io da incrollabile romantico difendo i due giovani , Serena e Luca,ma anche loro compiono un gesto amorale che non giustifica il loro amore. Nondimeno nel finale qualcosa volendo si potrebbe sperare,ma vale solo per quelli che come me ci vogliono veder del buono. Alla cazzo di cane.

Per il resto siamo ad un passo dal capolavoro.
Ne prendano atto i brianzalotti incattiviti e inaciditi e tutta quella zavorra di criticon de criticonis i quali devono sempre parlare male del cinema italico. Per manifesta rabbia, invidia, o semplice pirlaggine.
Ai cinefili e agli spettatori , spettatrici , indisciplinati/e, invece rimarrà la meraviglia amarissima e dolente di un grande film importante.


RECENSIONE DEL CAPITALE UMANO X GIOVANNA DEL (STRA) FATTO QUOTIDIANO

Un giornale che ospita Cigadu Cigada Skanzi, non può che esser gentista fino al midollo. Quindi le recensioni sono affidate ai veri gentisti, ai veri portavoce del Popolo: uno si addormenta a veder una pellicola e se ne vanta, ( quindi dormi sul posto di lavoro?Ma bravo), l'altro delira su Macharty lo scrittore e confonde on the road con the road, e l'altra...
Ecco per questa donna meravigliosa, sublime, che dovrebbe esser nostra amica a vita e oltre, sto film non è bello perché il vero protagonista dovrebbe essere il cameriere. Cioè uno che muore sui titoli di testa.
Ma accontentiamola va


Bellissimo film di Virzì , che per una volta lascia la Toscana e dintorni,per avventurarsi a casa mia: Brianza's county. Con il genitivo sassone,che non si sa mai, ( uè ho visto corona's , perchè podi mica metterl anca mi?), pellicola amarissima che narra la povera vita di un eroe del proletariato nella zona più ricca e motore economico d'Italia.
Seguiamo le sue avventure alla ricerca di un lavoro, le file alle agenzie interinali, ( già protagoniste di quel film davvero brutto che è: "tutta la vita davanti"), patiamo con e per lui perché vittima sacrificale del capitale. Bellissime le lunghe sequenze sulla preparazione della festa di beneficenza che rammentano un po'  i Dardenne
Personaggio memorabile,indimenticabile: Il Cameriere.Rimanda a una vecchia e bellissima commedia degli anni 90.Camerieri, appunto.
Qui però non c'è più un collettivo,ma il singolo. Non ha nome, perché gli eroi del popolo, la gente non ha nome , ma un credo: VERGOGNA, A CASA , MAGNAMAGNA, MORTOZOMBI
E questo era anche lui. Uno del popolo che si sfogava così, no comunista che poi si sa : son tutti spinelli e distintivo.
No, lui era un eroe,( certo senza cadere in una rissa tra gentiluomini o mica l'hanno fatto prigioniero in india e nemmeno giocava a pallone. Quindi eroe di panchina,va), ogni mattina leggeva il Fatto e mandava a fanculo la casta
Poi viene ucciso da..vabbè non facciamo spoiler!
Film comunque bellissimo, ripeto. Pensa che cazzata , se Virzì  dimostrandosi un servo di renzie, avesse fatto il film parlando dei ricchi,dai!

CONCLUSIONE

Film importante che non risparmia nessuna classe, nessun personaggio. Forse il miglior Virzì di sempre



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un gran bel film, mi ha molto colpito e mi ha convinto. Forse il finale poteva essere più drastico ancora.

Un ottimo Virzì.

Qual'è secondo te il personaggio peggiore in assoluto della vicenda ?

babordo76 ha detto...

Il personaggio peggiore nella vicenda è quello di Bentivoglio: uno che annaspa , che reclama, che fa di tutto per starci. Giffuni è un grande figlio di puttana,ma Bentivoglio con la sua richiesta di denaro e bacio, mio dio