giovedì 9 ottobre 2014

DOPPIA RECENSIONE: LOST

PROLOGO

Ritorna , per la gioia dei meno e dei diviso, lo spazio dedicato alla doppia recensione, che vede come sempre un film - codesta volta una serie tv- analizzata da me e dalla mia dolce metà, Valentina.
Non poteva che non essere Lost, per via delle tante motivazioni personali che ci stanno sotto,e perché garbata assai a tutte e due.

Lei si occuperò di spiegare le motivazioni del perché codesta serie sia così leggendaria,mitica,e come mai ci abbia conquistato.
Io divago nei miei pensieri da hipster,radical chic,buonista e agente pagato dalla casta.Spero sia una buona lettura
ps: questo articolo è dedicato a chi ha amato profondamente la serie. Chi,e sono un numero sufficiente per formare un nuovo partito di comunisti duri e puri no revisionisti, non l'ha amata ha le sue ottime ragioni e le hanno spiegate molto bene in tanti anni.Non le comprendo affatto,ma vabbè.
Quindi questo post è a favore della serie ed è dedicato ai suoi fans
ATTENZIONE CONTIENE SPOILER






La Versione Di Valentina


Raccontare le sei stagioni di Lost è un’impresa estremamente difficile, se non impossibile. E non intendo raccontarne la trama (anche se pure quella è piuttosto complicata e ricca di eventi e personaggi) ma intendo raccontare ciò che ha suscitato alla sua uscita e ciò che ancora suscita nello spettatore. Mi sto convincendo che amare e apprezzare Lost significhi, innanzitutto, lasciare da parte la propria razionalità ed accettare di farsi coinvolgere soprattutto dai personaggi. Se si riesce a fare questo non amarlo visceralmente diventa molto difficile.
Dico questo reduce dalla quarta visione dell’intera serie e consapevole della principale critica che, a dieci anni di distanza dalla messa in onda della prima puntata, ancora suscita in molti spettatori: non torna. E allora qui lo dichiaro una volta per tutte: non me ne frega una cippalippa se non torna!
Trovo che in una serie del genere molto più importante della coerenza narrativa (che comunque c’è, come dimostra, tra gli altri, anche Il Post in questo articolo http://www.ilpost.it/2014/09/22/lost-dieci-anni/) sia la coerenza nella descrizione dei personaggi e nel discorso unitario di fondo che vuole trasmettere, quello che, una volta, senza vergognarsene perché non ci vantavamo ancora di definirci cinici, si chiamava il messaggio. E in Lost il messaggio che attraversa tutte le sei stagioni in maniera trasversale è bellissimo e evidente, basterebbe la frase che viene ripetuta più volte durante tutta la serie per ribadirlo: Si vive insieme, si muore soli. Frase meravigliosa che, a scanso di equivoci, non vuole affatto farsi fautrice di individualismo, quanto di personale consapevolezza. Perché in quel si muore soli, coerentemente con la conclusione della serie, io scorgo la necessità di raggiungere da soli la consapevolezza di se stessi, di ciò che siamo, una consapevolezza che passa anche dall’accettazione delle imperfezioni, che passa attraverso il tormento personale per le azioni compiute (in questo il personaggio più esemplare della serie è Sayid che spessissimo si troverà a fare i conti con il suo passato di torturatore e assassino), attraverso la comprensione delle proprie debolezze (come fa Benjamin Linus, altro grandissimo personaggio, soprattutto in virtù della sua evoluzione da cattivo spietato a uomo perduto, privo di un obiettivo chiaro, costantemente tenuto all’oscuro eppure bramoso di sapere), attraverso l’accettazione dei sentimenti che si provano (e qui è Sawyer ad incarnare alla perfezione colui che si nasconde dietro un cinismo di facciata per non dover ammettere di essere estremamente sensibile; ma anche lui passerà attraverso un cammino di crescita personale che lo condurrà ad amare Juliet in maniera totale tanto da ammettere lui stesso di essere felice insieme a lei).
Ma parallelamente all’accettazione di sé e del ruolo che ognuno di noi ha nel mondo (non è forse questo che fanno tutti i personaggi per tutto il tempo? Cercare un proprio ruolo? Comprendere davvero chi sono ma, soprattutto, chi vogliono essere?) è presente un altro grande tema che è quello del legame. Il legame è quello che si manifesta in maniera, inizialmente fortuita e casuale, tra i vari personaggi della serie che si trovano costretti ad una convivenza forzata dettata, soprattutto, dalla sopravvivenza più che dalla scelta. Ma nonostante questo vediamo nascere, crescere e consolidarsi dei rapporti, dei legami, appunto. Legami che non sono quasi mai facili ma vivono quasi sempre di scontri ed incomprensioni (basta pensare alla diade Locke/Jack che rappresentano anche due visioni opposte della vita), di allontanamenti ed avvicinamenti (la storia d’amore tra Jack e Kate non avrà mai modo di diventare solida e stabile ma non per questo sarà meno significativa), di separazioni e riunioni (rappresentate principalmente da un’altra storia d’amore, quella tra Desmond e Penny, che diventa fondamentale per il destino stesso dell’isola, essendo Des una figura emblematica di tutta la vicenda) e in cui il conflitto familiare e generazionale è sempre un sottotesto importantissimo (basta pensare al rapporto tra Claire e Aaron, alla crisi di coppia di Jin e Sun, al problematico rapporto tra John Locke ed Anthony Cooper, ai conflitti tra Jack e il padre Christian, a Kate che ama sua madre che, invece, la odia, al rapporto tra Charlie e il fratello Liam, a Michael col figlio Walter…).
Lost dice ad ognuno di noi che le persone che incontra nella propria vita sono importanti, spesso fondamentali. Tocca a noi scegliere se vogliamo trattenerle o lasciarle andare via, dare loro valore, considerazione o, semplicemente, dimenticarcene una volta girato l’angolo.

Ecco. Tutto qui. A qualcuno sembrerà che questo non sia molto. Per altri sarà tutto. E a quegli altri, sicuramente, Lost piacerà.



La Versione dello Spettatore Indisciplinato

Nel 2004 o giù di lì, tutti mi parlavano di Lost. Sicchè io feci di tutto per non vederlo. Non mi piaceva il look alternativo-"adidasglione", ( parola composta da adidas e da un'altra che finisce in glione...e inizia come la targa di como), di chi ne decantava le gesta.
Gli stessi che poi l'avrebbero criticata perché non seguiva le regole nerdose, ( parola anche questa composta),ma per carità...Tutto ok!
Così in aperta polemica contro costoro, ( e allora, in quei tempi, ne facevo di futili polemiche a casaccio, un po' con chiunque),e senza che loro sapessero nulla, evitai di vedere : " l'ennesima americanata, ma leggessero i libri di Domenico Losurdo!".

Come sempre- e sottolineo sempre- avevo torto. D'altronde qualcuno dovrà pure sedersi dalla parte del torto.



Credo sia dovuto al fatto che spesso la gente ami l'evento in sé , sopratutto se molto pubblicizzato e quindi i grandi numeri di appassionati è destinato , con il tempo a diminuire, rimangono solo quelli che amano quel prodotto. O quelli che di professione devono veder cose che non gli garbano solo per parlarne male, dopo.
Non che il mio atteggiamento di rifiuto a priori sia più intelligente. Assolutamente no.
E allora come ci sei arrivato? Un giorno, parlando con Vale, lei mi disse se avessi mai visto codesta serie tv. Io cominciai un lungo discorso sui grandi sistemi, e tra una mia citazione di Lenin e propositi dispotici , lei mi disse: mucala lì , pirla! Guardala prima e poi parli.



E come sempre quando una donna ti consiglia qualcosa... Ha ragione!
Lost è stato il suo primo regalo,e la prima visione che abbiamo condiviso. Cominciando un mercoledì nell'agosto del 2013 e finendo questo martedì appena trascorso.
Ecco, la visione condivisa penso sia la cosa migliore quando ti imbatti in un prodotto simile. La cosa complicata è trovare una persona dotata di arguzia e intelligenza,per poi discutere su quanto visto. Da quelle visioni in comune, parlando dei naufraghi di Lost, è nato il nostro amore. Ma non solo per questo,diciamo ha aiutato.
Cosa ho amato tantissimo di LOST? La sua reale forza: i personaggi. Come ho spiegato nelle mie riflessioni indisciplinate , proprio ieri, è la loro evoluzione in queste sei stagioni che reputo sia la chiave di successo della serie. Potevano farmi odiare Sawyer e temere Ben per tutte le stagioni,potevano dar spazio al complottismo della base segreta sull'isola, parlare di scontri tra isolani e naufraghi,potevano fare tante cose e sarebbe rimasta una bella serie di fantascienza o di azione, di genere. Di quelle che ti siedi sulla poltrona, magni patatine e bevi birra  e ti godi uno spettacolo rassicurante. Non devi partecipare più di tanto. Invece rischiando tantissimo si è cercata un'altra via. Per alcuni toppando clamorosamente, per altri no.


E, cosa più importante, mi sono divertito. Come non mi capitava da anni, ( da quando vedevo The Shield), mi sono esaltato,commosso, entusiasmato. Ed è capitata quella cosa per me fondamentale: è scattata l'empatia.
Non è una serie con i suoi eroi e con i cattivi. Non ci sono, non li trovi. Come nella vita reale che vivi ogni giorno. Talora possiamo essere Desmond e altre volte Smokey
Spesso siamo in balia del destino, ci sentiamo smarriti come dei naufraghi, cercando una pace con noi stessi e gli altri. E Lost è anche questo.
Non tanto le tante e troppe trovate di contorno ,a mio avviso,ma lo spettacolo totale dell'umanità . In equilibrio sul tuo filo d'erba, dondoli,ma dici : " Che bello" Come canta Van De Sfroos.
Le difficoltà con la paternità e la maternità, il sentirsi fregati dal destino quando pensavi di agire per una missione che sarebbe durata tutta una vita, il fatto di sfiorarsi più volte ,di essere accomunati da un unico e grande "destino". Ci sono tante,troppe,cose qui .


Cose preziose, cose che mi hanno -durante questo anno di visione- fatto sentire bene. Come se ogni martedi, io e Valentina, si andasse a trovare degli amici. E alla fine, quando vedi che troveranno quella pace con loro stessi e il mondo,quando vedi che se ne andranno verso altra destinazione, potrai criticare anche il finale cristiano,ma giusto se non hai un cazzo da fare e credi che il mondo faccia schifo e sia cattivo e la gente perfida.Ma non disturbarmi, sai sono un buonista e voglio godermi tutto il bene e il bello,che questa magnifica serie mi ha donato. Ciao!


2 commenti:

Frank M. ha detto...

Per me una serie generazionale che per molti è stato il Twin Peaks della propria generazione. Però un prodotto fuori controllo con uno dei finali più brutti che abbia mai visto. Riesco a salvarlo solo fino alla terza stagione.

babordo76 ha detto...

Nome : frank
cognome: romantico

condanna: cura lodovico rivedere il bellissimo bellissimo , in modo assurdo , finale di lost per 365 volte ! :-)

si scherza,ciao!