La ragione per cui, tolte alcune eccezioni deprimenti, amo così tanto il cinema italiano, è dovuta all'attenzione che spesso riscontro, da parte degli autori, per i personaggi. Lezione imparata dai grandi maestri come Zavattini o Scarpelli. Il cinema al servizio dell'umanità. Rendere importanti anche chi fa vite minuscole, forse mediocri, eppure piene di amore, rancore, gioia, disillusione. Ogni vita, lo ripeto, è cinema e letteratura. Non abbiamo bisogno di super eroi o di personaggi metacinematografici. Ma solo di persone reali, da inserire in storie e situazioni che diano forza a scontri/incontri, empatia e attenzione. Cose così.
Tutte queste cose le ritrovo nel bel film di D'Alatri. Opera che si basa principalmente su tre personaggi: Gina, Riccardo, Saverio.
Gina e Riccardo, sono una coppia con pargolo, che da anni aspetta che l'ex moglie di lui firmi le carte per il divorzio. Una coppia come tante. Si amano, tollerano certe mancanze, ma nessun dramma all'orizzonte o vicino a costoro. La normalità dell'amore, la quotidianità, tutte cose importanti e fondamentali, perché è lì che vedi la forza dell'amore e dell'intesa di coppia. Lei lavora alle poste, lui guida i bus. Non sono brillanti, ma nemmeno ottusi. Gente comune con i limiti, ma anche i tentativi di far del bene.
Nella loro unione entra prepotentemente : Saverio.
D'Alatri è bravissimo nel presentare codesto personaggio, basilare per il film, non subito. Potresti pensare di trovarti in un thriller. La donna è seguita, riceve lettere, telefonate mute. L'uomo impazzisce di gelosia, ha voglia di menar le mani. Poi arriva lui: un ragazzo con problemi psichici.
L'amore è un sentimento che prende tutti. Tutti ci innamoriamo, tutti proviamo affetto per qualcun altro. Su facebook ho visto filmati di animali disperati per la morte del loro compagno, non è amore? Non ci dice che anche le bestie soffrono, gioiscono, amano? E a maggior ragione, codesta cosa tocca a noi uomini
Per questo è davvero insensato parlare di normalità o peggio ancora " contronatura" quando si parla di matrimoni, relazioni. L'amore per una persona, per tutta la vita, è a portata di mano. A volte siamo noi incapaci di viverlo, e farlo vivere.
In poche parole: Saverio entra a far parte della vita di codesta coppia. Dapprima Riccardo, agisce con violenza. Poi si sforza di comprendere l'altro e l'attaccamento della moglie per il giovane malato.
Il film, però, non essendo americano, evita di scadere nella commedia. Con Saverio presentato come un simpatico picchiatello, battute e gags. C'è leggerezza, non superficialità ridanciana, nessun improbabile lato positivo, Saverio non prende le medicine perché convinto che l'amore lo guarisca e non andrà così, ma uno sguardo partecipe ed affettuoso, che però mette in scena anche le contraddizioni, le cose che non funzionano.
La forza di codesta pellicola sono principalmente una buona sceneggiatura e un cast di tutto rispetto: Anna Galiena, Massimo Ghini, un intenso e memorabile Kim Rossi Stuart.
Non ci sono giustificazioni degli errori di tutte e tre i personaggi, ma nemmeno una condanna inopportuna, non regala illusioni, ma si limita a mostrare come vanno le cose se le prendiamo senza responsabilità.
Sbagliano spesso in buonafede. Divisi anche dal non conoscere bene la malattia, sottovalutarla, eppure è un bellissimo inno alla comprensione, alla conoscenza, dell'altro. Sempre.
Film da riscoprire
sabato 26 settembre 2015
SENZA PELLE di ALESSANDRO DALL'ATRI
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