Quanto conta il coinvolgimento emotivo dello spettatore, nella visione di un film che sappiamo esser l'ultima opera di un regista? Quanta indulgenza? Sicuramente c'è anche questo.. Perché non possiamo negare che la morte di un artista sia qualcosa di tremendo, che ci colpisce e stordisce. Perché muore una persona che con la sua sensibilità ci ha raccontato qualcosa di noi, portandoci nel terreno dell'altro e oltre. Pur narrando o mostrando storie "sapute". Eppure ci troviamo a seguirle con la meraviglia e la commozione nel cuore. Perché un grande artista ti mostra la bellezza anche nel degrado, anche per pochissime inquadrature. Fosse solo il viso di un bambino. Una speranza nel futuro.
Cesare e Vittorio sono nati nella classe sbagliata, abitano nel posto sbagliato, e vivono una vita alla deriva, tra spaccio di pasticche, risse, noia.
Caligari ce li mostra come sono, non vuole giustificarli, non li descrive con l'ammirazione del borghese represso attratto dalla vita oltre la legge di questi delinquenti per necessità e inerzia. E non li condanna. Perché che colpa hanno costoro? Certo ce le hanno come tutti, ma - e questa è la forza del cinema di Caligari- la classe conta. Altro che superata, come dicono i liberal-scemi. Conta ancora. Nonostante le contraddizioni che si aprono al suo interno. Senza una coscienza politica, il sottoproletario è portato ad accumulare danaro, a desiderare il soldo facile, a farsi arruolare nella guerra tra poveri. A esser una manica di stronzi.
Questo lo noti nel film. Cesare e Vittorio vivono di questo. Non hanno nulla se non la droga, qualche donna con cui avere rapide avventure, ma sopratutto: la loro amicizia
Amicizia che ci viene descritta in modo commovente, partecipe, attento. Non è un regista che fa film sulle periferie e sulle sue problematiche, perché il tema è figo. No, Caligari ama quella parte di umanità e la descrive con gli occhi di chi li conosce bene, di quello che vorrebbe mostrare al mondo che nella società del libero mercato, del benessere materiale, della libertà di stampa e parola, ci sono persone che tanto libere non sono e non lo saranno, quasi, mai.
Non esser cattivo è un film che si scopre piano piano. Può esser un film gangster, un'opera pasoliniana di pedinamento dei personaggi, una commedia di borgata, un melodramma. Quante cose è? Quante emozioni ci porta a vivere?
Sì, perché per sopportare il peso delle immagini non devi far altro che abbandonarti e lasciarti travolgere.
Vero, mi si dirà: ma è uguale alla storia di tantissimi altri film di questo genere. Confondendo l'originalità di una trama o di un'idea, come perfezione cinematografica. No, non conta questo. Conta il modo in cui tu metti in scena una storia e dei personaggi. Quanti brutti film sulla droga, la borgata, i sottoproletari. Tantissimi.
Perché non sono vissuti, respirati, compresi e amati, come Caligari mostra di fare nei suoi film.
Amore Tossico è il film sulla droga perché non c'è nessun intento sensazionalistico spacciato per realismo, nessuna concezione al cinema d'intrattenimento lisergico e psichedelico, che ti fa dire: "Che fico!". Là c'erano drogati e la loro vita. Anche le parti buffe, sentimentali, tenerezza e schifo. Qui succede la stessa cosa.
Alcuni mettono in scena dei personaggi, pensati con la mentalità dello scrittore borghese che si vuol convincere di saper descrivere un certo ambiente. Ora anche questa operazione va bene. Rimane però cinema di finzione spostato verso il verosimile. Si possono anche accettare quelle regole.
Noi però preferiamo vedere Persone sullo schermo e non personaggi. Per questo amiamo il cinema di Caligari
Perché Cesare e Vittorio sono vivi, e lottano insieme a noi. O ci piacerebbe pensarlo.Ogni gesto, parola, ogni sguardo carico di rabbia, stravolto dalla droga, o pieno di lacrime, sono veri. Li puoi vedere nelle borgate, in questi spazi senza tempo, in queste aride terre di nessuno.Dove tra delinquenti di mezza tacca, violenza spiccia, sballo da pezzenti, si vive una vita persa in un'altra dimensione.
Cosa potrebbe cambiare le loro vite? L'amore, ad esempio. E sarà proprio per due donne che entrambi cercheranno di far qualcosa di buono nelle e delle loro vite. Solo che non basta questo. Qualcuno con fatica forse si staccherà dalla mentalità parassitaria del crimine, del vivere alla giornata attraverso imbrogli, alla rincorsa dei soldi facili, ma un altro forse non riuscirà a resistere.
Perché la vita è bastarda e ti toglie prima una sorella e poi un altro pezzo importante del tuo cuore. Perché lo sai che non devi esser cattivo, ma come fai? Dove la trovi la forza?
La forza di giudicarli da buon borghese e allora li condannerai a cinque mila anni, più le spese. Ma se li guardi da vicino, se non ti spaventi, se comprendi che sono fatti di carne, ossa, sogni, bisogno di amore, come te, forse riuscirai a comprenderli. A non temerli.
Questo ci vuol dire Caligari
Alla fine rimane la rabbia contro tutti quelli che gli hanno impedito di lavorare per anni, scartando i suoi progetti, il rimpianto di non averli visti vivere sullo schermo. E la gioia nel cuore per la tenacia di gente come Valerio Mastrandrea, che ha fatto in modo di non lasciare questo bellissimo film, in un angolo, tra le cose non girate, nelle intenzioni, nella polvere.
Come non possiamo ringraziare da spettatori sia Claudio per i suoi films, che Luca Marinelli e Alessandro Borghi, perché non hanno recitato la parte di Cesare e Vittorio, ma sono stati Cesare e Vittorio. Non è da tutti, è da artisti con tanto di cuore, oltre che di talento.
Un'ultima cosa: andate a vederlo al cinema. Non in streaming o cazzate simili. Andate al cinema, fate che guadagni, che diventi- come Amore Tossico- un cult movie
Non siate cattivi, Claudio lo merita
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