si, lo so: la vecchia storia dei remakes. Mancano idee, non si inventa
più nulla, prendiamo i grandi classici e devastiamoli. Togliamo la potenza
visiva e del testo, per farne un prodotto di largo consumo. Che i ragazzini
aspettano miss maglietta bagnata e un po' di frattaglie alla buona.
Capirai quindi con che voglia mi sia messo a veder il remake di un film
leggendario come: La Casa Una di quelle
pellicole che hanno fatto la storia del genere e del cinema, direi, di quelle
che cambiano prospettiva, aprono nuovi percorsi, scorrazzano allegre verso
nuove frontiere.
Quindi mi aspettavo il solito filmetto,e tanta nostalgia canaglia. E
invece no!
Ora non dico che ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma sicuramente è
un film di genere, che rimane nel recinto del genere, ma fa il suo lavoro
dannatamente bene. Certo non posso tacere di fronte a grosse cazzate
comportamentali dei personaggi, tipo: ma come? Hai trovato nello scantinato dei
gatti scuoiati, un libro che qualcuno ha chiuso con massima cura, e te che fai?
Rimaniamo in codesta bellissima casa, che solo a vederla ti passa la voglia di
vivere, ma sopratutto: apriamo e leggiamo quel cazzo di libro.
La fiera dell'imbecillità. Poi però comincia la mattanza ed è un allegro
festival splatter. Pop corn splatter, certo, ma di buona fattura.
Alvarez usa tutti i trucchi del classico cinema horror di questi anni,
ma non risultano mai fastidiosi. Ha rielaborato e reso attuale un film che ha
rigenerato l'horror trenta e passa anni fa, ma che chiaramente aveva bisogno di
esser attualizzato.
Fra arti amputati, chiodi conficcati in faccia, vomito di sangue a
litri, facce scarnificate, ce ne sono per tutti e per tutti i gusti. L'effetto
è quello di un roboante e possente giocattolone, ma nessuna paura più profonda.
Si dici: bleah! E che schifo, ma ridacchi di tanto in tanto. Perché sei sempre
cosciente del trucco, della finzione, ma è questo che cerca la pellicola.
Niente altro che intrattenerti con un buonissimo spettacolo. Non fa proprio per
me codesto modo di vedere e gestire le cose, ma va benissimo. Ci vuole,
sopratutto se fatto bene. Come in questo caso.
Certo l'idea di disintossicare la povera Mia, richiudendola in una casa
che nulla ha e promette di buono... Non è proprio ben gestita, per me. Però
serve giusto per farci capire i chi sono e il perché siano così idioti. Eppure,
si salva qualcosa: il rapporto fratello e sorella, ognuno alle prese con i
propri limiti, è ben descritto. Ben reso.
Forse l'approccio senza ironia di codesta pellicola, lo trovo miglior
rispetto all'ironia che poi la saga ha preso, mentre il primo capitolo era un horror
tutto sommato "serio", qui il raccapriccio è fatto per disturbare e
spaventare, entro i limiti ragionevoli di un prodotto di consumo, ma è fatto
con serietà.
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