Non è facile, non lo è per niente! Cosa? Vi chiederete voi, ma niente: essere di sinistra. Esserlo in un paese meravigliosamente assurdo, ferocemente menefreghista, placidamente pressapochista, e letalmente lamentoso come il nostro. Tanto che a volte mi chiedo pure: Ma che è sta sinistra?Che c'entra con l'italiano? Cioè con uno che è estremista, duro e puro a parole, ma anche tanto servizievole, tanto porta borse per istinto. Rassegnato ai suoi guai, uno che prega per il campionato o per le sue piccole soddisfazioni, che rifiuta ogni cosa possa portarlo a ragionare troppo, che detesta l'arte e la cultura, ma ci vive immerso. Uno che idolatra a caso e per convenienza. Eppure.. Ma sai, potrei dirti che sono di sinistra per via dei partigiani. Non tutti, quelli comunisti. Quelli come Giovanni Pesce e non Edgardo Sogno, ecco. Potrei dirti che sono di sinistra e comunista, per via di Luigi Longo, Teresa Noce, per le lotte operaie, per le rivendicazioni di certi diritti sociali-civili.
Certo, ero piccolo nel 1989, avevo 13 anni. Mi piaceva la politica, ma non avevo coscienza: né immacolata, né di classe. Ma non è questo...Insomma, ma lo avete capito che nel 1989, avete festeggiato come dei pirla la fine del comunismo, perché finalmente avremmo vissuto tutti più liberi e felici, e così non è stato? Ora che siete precari nel lavoro e nei sentimenti, che non contate un cazzo come classe lavoratrice, che la gloria economica è per pochissimi e gli altri a sbronzarci da pistola di sogni sgangherati di assurde ricchezze consumistiche? Ma non vi viene voglia di sputarvi in faccia e dirvi; ma che cazzo abbiamo combinato?
Fu un momento quello, e lo posso comprendere, di grandi e imprevisti cambiamenti e non fu per nula facile cercare di uscirne senza spezzarsi troppo. Alcune cose andavano scordate, altre perfezionate, sai quelli che ti diranno poi:e ma che schifo,che roba! Hanno ragione, ma non hanno mai avuto la forza di poter cambiare nulla. Nulla. Quindi la fine del pci e tutto il resto è un fatto storico. Anche politico, ma non quella da bar. Si, dai! Quella dove uno arriva dice cose, anche di un certo peso, poi esce e la rivoluzione è rimasta lì, sul bancone, in forma di briciole di brioche. Non è nemmeno in quelli che hanno le visione come sciamani, La storia è stata. Punto. Molti compagni si sono impegnati in una parte o in un'altra, hanno sofferto, si sono scazzati, Non è stato semplice, facile, indolore. E abbiamo sbagliato.
Però io, pur incazzandomi, ecco.. La gente di sinistra non potrò mai odiarla. Che poi finisci per far critiche da sinistra e alla fine ti ritrovi con le destre che ti fanno i complimenti. Ma non solo: che poi dare la colpa alle minoranze è anche idiota. Sono le maggioranze che perdono. Noi abbiamo un grossissimo problema con esse. Fin dal dopo 1989. La smania di governare ci ha fatto dimenticare come.
Però io credo che esser di sinistra sia anche un modo di vivere. Sia urlare : "Ma come parli?" Il non abituarsi al luogo comune, avere appunto una coscienza immacolata, essere primi nel torneo della questione comune. Sia anche amare l'umanità, voler per essa un mondo migliore, appunto più umano.
Esser di sinistra significa aver perso la memoria.
Come succede a Michele Apicella funzionario del P.C.I. che a causa di un incidente automobilistico perde la memoria. Si ritrova così arruolato all'interno di un team di giocatori della pallanuoto. Disputerà una partita mentre cercherà di ritrovare la memoria e un centro di gravita permanente che non gli faccia cambiare idea sulle cose e sulla gente. Mentre intorno si agitano personaggi alla deriva, tragicamente "macchiette" con grande spessore umano. La piscina come simbolo della Nazione, dei tempi, la memoria come elemento non tanto da ritrovare, quanto da conviverci, le colpe, i ricordi che cambiano con gli anni, il paese che diventa sempre più cialtrone, la sinistra che perde contatto con il mondo, vista come cosa perdente, come la versione politica dell'Inter. Sono interista, non è uno sfottò
Così vedi i due con i dolci che cercano di scappare dalla loro solitudine, emblema di una sinistra invadente, parolaia, in perenne crisi di affetto e di rivendicazioni infantili. E tantissimi altri personaggi.
Palombella Rossa , ci spiega tutto ciò attraverso la metafora dello sport. Moretti è stato dal 65 al 70 un validissimo giocatore di codesta disciplina, giocando in serie A. Poi, come dice lui nei contributi speciali, ha smesso per dedicarsi alla politica. Ha ripreso più tardi giocando per una squadra di serie c, che sarebbe arrivata in b, e da quell'ambiente ha tratto ispirazione per certi personaggi e situazioni.
Il film è stato girato tra il settembre e novembre del 1988, quindi anche profetico per molti versi, in una piscina vera. Le ultime scene, quelle della partita notturna, sono rammentate anche per esser state girate al freddo, o quasi. Per la famosa scena dello schiaffo, se ne son girate diverse e come sempre ci dice il regista, alla fine la povera Mariella Valentini, si rinchiuse negli spogliatoi e pianse a lungo. Quante sberle si era presa per l'arte !
Il film segna anche il debutto della collaborazione e amicizia tra Nanni Moretti e Silvio Orlando. Vede una giovanissima Asia Argento nel ruolo della figlia,e rimane tra le miglior politiche a tema "politico" di quel periodo, dove nascevano le basi e regole del cinepanettone, della battuta volgare, della volontà di rendere coglioni e volgari i pubblici, di negare alla massa di elevarsi attraverso mezzi di comunicazione e spunti come il cinema o altro. Brutto periodo che non abbiamo ancora superato. E in tutto questo una sinistra smemorata, impreparata, divisa al suo interno, bisticciona, certo, Ma che io preferirò sempre in confronto anche alla miglior destra possibile.
mercoledì 11 novembre 2015
PALOMBELLA ROSSA di NANNI MORETTI
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