martedì 31 luglio 2018

COLOSSAL di NACHO VIGALONDO.

La debolezza condiziona le nostre vite. Essa è alla base di tutte le nostre dipendenze, relazioni sbagliate, non scelte  e giustificazioni più o meno patetiche. Trova terreno fertile nella nostra società, dove da una parte si nega sempre di aver dei problemi (normalizzando le nostre incapacità di relazione o affettive) dall'altra , sopratutto certo cinema indipendente o legato alla commedia, mette continuamente in scena personaggi con grosse debolezze che però sono anche molto simpatici e divertenti.
Questo modo di mettere in scena i personaggi ci spinge a provar simpatia ed empatia per loro, tanto che si scimmiottano le battute e le azioni auto definendosi da soli " strani", " depressi", quando basterebbe definirci in questo modo: vigliacchi irresponsabili.  E nei peggiori dei casi rancorosi idioti.
In fin dei conti quante volte, di fronte alle critiche di un amico o di una persona che ci ama, abbiamo risposto con cazzate atroci come: " Eh, ma gli esseri umani sono deboli, piene di miserie, è normale.." o l'altro classico " Io sono fatto così.Non posso farci nulla questo sono e se mi ami devi accettare anche i miei difetti". Frasi degne del peggior sceneggiatore delle peggiori fiction di  Canale 5. Ogni volta che le sento sostituisco automaticamente la faccia del debole di turno con quella di un Garko! L'effetto è garantito. C'è anche spazio per gli spot televisivi.
In fin dei conti questo accettare le nostre debolezze è pratico, comodo, sicuro.  Possiamo passare dalla casa in cui viviamo a New York al nostro paesino di origine oppure andare direttamente sulla Luna, non cambierebbe nulla. Altra scelta, che va per la maggiore, è la seguente: odi la tua città, le persone che la popolano, ti fa schifo la tua vita ma non fai nulla per cambiarla o migliorarla, Magari finisci per lavorare nel bar di famiglia, tenti anche di dargli un tono ma alla fine ti rintani nel retro, in quella parte del bar che è rimasta tale e quale a quando eri piccolo e.. Cazzo se la detestavi quella città e quel tuo fottutissimo bar "western".
A furia di non voler accettare critiche e giudizi, a furia di lasciar perdere e insistendo che vada tutto bene tanto la vita è così e non possiamo farci nulla, ci ritroviamo con la debolezza che diventa qualcosa di enorme, potente, colossale.
Mentre guardavo il film pensavo che quasi sicuramente, anche io, sto manovrando un fottuto mostro o un robot da qualche parte nel mondo. Sicuramente i miei anni e anni passati a non far nulla per sistemare la mia vita o rivedere i miei difetti hanno costruito un enorme mostro distruttivo dentro di me. Un mostro che ha calpestato le occasioni, le persone, fatto crollare città e ammazzato diverse vittime innocenti. Solo che nella vita reali questi mostri rimangono dentro di noi e fanno malissimo a quelli che incontriamo nella nostra vita.
È difficilissimo avere la forza di volontà di uscire da una dipendenza come quella dell'alcol o contrastare e distruggere quella rabbia cattiva, rancorosa, che ti porta a voler distruggere tutti e godere delle macerie che provochi. Ancora oggi mi viene spontaneo buttarmi sul divano e lasciare che le cose vadano avanti a cazzo di cane, che tanto non mi importa. Oppure vedere in ogni ordine, ogni richiesta di fare le cose in un certo modo, come un atto di violenza nei miei confronti e quindi far cazzate totali, così vedi che sono un pirla e mi lasci in pace.
Ci ho vissuto per trenta e passa anni in questo modo.  Il mio mostro gigante ha abbattuto tanti di quegli edifici della stima, dell'affetto e così via.
In quei tempi ero pieno di rabbia e ce l'avevo con metà mondo, senza accorgermi che potevo essere felice anche io.
Però la felicità e la forza costano troppa fatica. Poi ti danno del moralista, di quello duro che non ha pietà per l'essere umano ( che è debole e fa tanti errori ma è giusto e naturale che sia così) per cui quando tenti di migliorare ti senti intrappolato da chi non vuole che tu possa cercare una via più consapevole e matura di vivere. Tu devi rimanere quella persona con tanti guai che conosco, così vivo bene.
Gloria  e Oscar  sono due personaggi meravigliosi. Mentre vedevo il film, non potevo far a meno di affezionarmi a loro. Lei è una giovane donna con problemi alcolici e di dar un senso alla sua vita, lui è un classico ragazzo di provincia, di quelli che non lasceranno mai la loro città e invecchieranno con le solite persone, i soliti clienti ascoltando sempre le solite storie.
L'astuzia del regista e sceneggiatore è quello di farci credere che tra questi due possa esserci del tenero o comunque che alla base del loro rapporto vi sia l'amicizia.
In realtà un debole non ha amici. Non può permetterselo. Lui considera amici solo persone in cui rivede le sue difficoltà o che stanno peggio rispetto alla sua situazione quotidiana di fallimenti e rancori.
Gloria è una donna irresponsabile, non è capace di cattiverie ma non si rende conto dei danni che combina agli altri. Ha un fidanzato che l'ama davvero e infatti non è tenero con le sue debolezze ma non sa liberarsi da una vita apatica, da continue notti alcoliche. Lei dimentica tutto, non ha memoria per non far i conti col problema dell'alcol e non prendersi nessuna responsabilità. La capisco e comprendo, molte volte agisco così anche io. Lascio che una serie di eventi si succedano l'un l'altro senza porvi rimedio. Alla fine il piccolo problema diventa un enorme problema composto da tanti problemi minuscoli.
Le cose per lei cambiano quando prende coscienza. Gloria nota che il terribile mostro che sta distruggendo Seul segue meccanicamente ogni suo movimento. Comprende che è lei a comandarlo. Capisce che le persone schiacciate da quel bestione sono morte per colpa sua, magari perché è inciampata e caduta per terra. Ella si rende conto di aver un problema e che per questo motivo ci stanno rimettendo persone innocenti.
Perché funziona proprio così! Non abbiamo il diritto di prender alla leggere il nostro comportamento, le nostre azioni e parole, Non possiamo travolgere la vita degli altri. Ogni nostra azione ha un effetto sull'esistenza altrui e ci vuole davvero poco per creare danni irreparabili.
Un giorno anche Oscar comprende di aver lo stesso potere di Gloria. Tanto che a Seul si materializza dal nulla un Robot che crea panico e morte.
Da questo momento il film cambia registro e atmosfera. Da commedia surreale, quasi romantica, l'opera diventa sempre più cupa, violenta, oscura. Sia ben chiaro sottopelle rimane anche l'elemento di commedia ma ora è il rancore e la posizione di potere nelle relazioni che prende il comando portando alla luce la natura reale di Oscar.
Lui è la classica persona che dietro un'apparente calma cova dolore e rabbia. Uno dei tantissimi che odia la sua vita, la sua città, il suo lavoro e l'unica cosa che lo mantiene in vita è la certezza di aver un minimo di potere su qualcuno che sta peggio di lui.
Oscar ha Gloria e due avventori del suo bar. Su di loro mantiene un grande potere. Sa che costoro non cambieranno mai. Sono troppo deboli per farlo.
Ecco questo è un altro elemento bellissimo del film: non è tanta la gelosia a muovere Oscar ma il fatto che una persona stia facendo qualcosa per migliorare sé stessa. Il che vuol dire portare dei cambiamenti anche minimi nella persona e nelle relazioni che potrà affrontare.
Questa cosa ci terrorizza e infatti non manchiamo mai di evidenziare come negativi i cambiamenti delle persone che- mentendo a noi stessi o non sapendo cosa significhi davvero amare- diciamo di amare. Non manca mai quello che ti ricorda come eri da giovane, quello che ti fa notare quanto ti sei imborghesito perché non passi intere notti alcoliche o a far cazzate. La normalità paralizza e spaventa. Essere come tanti altri e condividere le loro gioie è un peccato.
Per questo (come Oscar) cerchiamo qualcuno da controllare e quando questo qualcuno giustamente decide di prendersi delle responsabilità (anche minime) scatta l'odio e la rabbia.
Colossal  è un film davvero notevole. Sulla carta pensi di assistere a una sgangherata commedia, una pellicola assurda e folle, invece è un 'opera piena di significati e riflessioni per nulla banali e scontate. Ogni recensione che ho letto esplora un lato di questa pellicola perchè - come dovrebbe far il cinema- essa ci porta a riflettere su quelli che sono le nostre debolezze o paure o traumi.  Lo fa divertendoci e regalandoci un bellissimo finale tanto epico quanto beffardo ( strepitosa la smorfia finale di Gloria) che non regala assoluzioni o soluzioni ma nemmeno scade nel facile cinismo.
Il film funziona anche grazie anche a una straordinaria Anne Hataway e un bravissimo Jason Sudeikis, nei ruoli di Gloria e Oscar.
Menzione speciale ai bellissimi e simpaticissimi Mostro gigante e Robot.  Ogni film diventa automaticamente bello quando ci sono costoro tra i protagonisti!

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