venerdì 13 marzo 2020

ALLIGATOR di LEWIS TEAGUE.

Non c'è passione cinematografica più irresistibile per me, di un classico film che racconta di animali mangiatori di uomini. No, in realtà la passione irrefrenabile è per il Musical, ma anche questo genere "bestiale", mi garba parecchio.
Opere come "Grizzly l'orso che uccide", " Tentacoli", " Lo Squalo", " Piranha", mi son rimaste nel cuore e le riguardo appena posso.
 Questo film diretto da un validissimo mestierante come Teague è uno dei prodotti tipici di questo genere, ma dalla sua ha la sceneggiatura di una piccola leggenda del cinema indipendente americano, l'ottimo John Sayles.  Anche egli deve la carriera a Roger Corman, e ha conquistato un ruolo centrale nel cinema americano con pellicole a dir poco ottime come " Otto uomini fuori", " Stella Solitaria", " Fratello di un altro pianeta".
Qui Sayles si diverte a giocare con il genere, sfruttando i lati più ridicoli e stereotipati attraverso un senso dell'ironia che mette in luce la banalità dei dialoghi e le caratterizzazioni basate sui cliché, che vengono fatte esplodere con un sottile senso del grottesco.
  Il film si basa sulla leggenda popolare che circolava anni fa in America, legata ai cuccioli di alligatore gettati nei water, una volta che erano cresciuti troppo, finiti per sopravvivere nelle fogne cittadine.
Infatti la pellicola si apre con una bambina che dopo aver assistito a uno spettacolo in cui un uomo ci rimette quasi la vita per colpa dei morsi di un alligatore, vuole a tutti i costi un cucciolo di quella bestia, da tenere con sé come fosse un normale animale domestico. Il padre un giorno prende la bestiola e la butta nel gabinetto.
Anni dopo alcuni delitti nelle condotte fognarie spingono un detective della Omicidi a investigare.
L'uomo si chiama David Madison, non è visto di buon occhio né dai suoi colleghi né dalla stampa per via di un fatto di sangue accaduto anni prima e che ha portato alla morte di un suo collega.
L'uomo scopre che è coinvolto un istituto scientifico finanziato da un milionario cinico, i cui esperimenti, gestiti dal futuro genero, incentrati sullo sviluppo ormonale portano alla morte diversi cani. I loro cadaveri gettati nelle fogne vengono divorati dall'alligatore gettato nel water a inizio film.
Il film è un ottimo B- movie che si diverte a smontare e ridicolizzare le regole del genere, ma non dimentica nel frattempo di mostrare brutali delitti e amputazioni.   Ritagliandosi un posto particolare nel cuore di ogni amante delle pellicole di serie b strafottenti e divertenti.  il compianto Robert Foster interpreta molto bene la parte di questo eroe poco eroico, tormentato dalla calvizia imminente. Un personaggio diverso dal solito eroe di questo tipo di film, che infatti viene preso per i fondelli nella rappresentazione del personaggio del cacciatore interpretato da un auto ironico Henry Silva.
La sceneggiatura grottesca si sposa bene alla regia solida di Lewis Teague, regista che abbiamo apprezzato anche per Cujio e L'occhio del gatto, che dona potenza e ritmo alla pellicola.


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