Keep calm and don't play the clacson.
Questa potrebbe essere la morale della storia di codesta buonissima pellicola, addirittura salutata come se fosse quasi un capolavoro da molti critici.
Non lo è e nemmeno aspira ad esserlo. Semmai il film di Borte riempie un vuoto, uno spazio lasciato troppo libero in questi anni, quello di un cinema di genere che si vanta della sua natura violenta, di grana grossa, che non aspira a diventare una testimonianza sociale o altro. Certo, c'è una sorta di messaggio sul fatto che non sai mai chi potresti incontrare per strada, che le persone danno di matto per delle piccolezze, ma è il pretesto, più che il contesto, per scatenare una caccia sadica e ferocissima contro una povera donna, già abbastanza incasinata di suo.
Per cui non è tanto "Un giorno di ordinaria follia", il metro di paragone, perché in quel bellissimo, straordinario film, il contesto sociale è fondamentale. Lo smarrimento dell'uomo medio schiacciato dal capitalismo, dal mondo economico che spersonalizza è chiara ed esplicita. Douglas reagisce con rabbia e violenza contro una società che prende degli uomini e li costringe ad abbassare la testa, a subire i meccanismi spietati del mercato. Il film mette in scena due uomini segnati e sconfitti, ma è il modo di affrontare questa sconfitta che porterà Duvall a fermare Douglas. Forse potremmo trovare una certa somiglianza in Ipotesi di reato, ma anche in questo caso i personaggi sono simbolo di una diversità di classe, ci sono elementi che ci raccontano il dramma privato del "cattivo".In questa pellicola vediamo un uomo far fuori la sua famiglia, non sappiamo nulla di lui e le sue azioni future ci daranno ben chiara l'idea che costui sia solo un mostro.
E che mostro!
Il terrificante assassino senza nome interpretato da un meraviglioso, straordinario, Russell Crowe, è molto vicino a Ron Silver di Blue Steel, al Rutger Hauer di The Hitcher, piuttosto che ai personaggi citati nel paragrafo precedente. Il suo personaggio è la quintessenza del male, una macchina-uomo votata a seminar morte e distruzione. Penso che sia di sicuro uno dei "bad guy" migliori da un po' di tempo. Sarebbe bello rivederlo all'opera in un improbabile seguito. O meglio, mi piacerebbe veder questo Crowe in versione Giuseppe Battiston incazzato nero, sfruttato al meglio in altre pellicole.
Una delle regole fondamentali- almeno per me- quando si vuol fare cinema di genere, di qualsiasi genere, è aver un cattivo che catturi l'attenzione dello spettatore. Il buono o la protagonista positiva sono la reazione alle malefatte del malvagio di turno. Così funziona una pellicola che vuol intrattenere il suo pubblico.
In questo caso ci riesce benissimo.
Perché un personaggio tanto negativo, trova un giusto avversario nel personaggio della giovane donna che vive una vita incasinata, per colpe sue, un po' superficiale e piena di debolezze. In particolare, per quanto secondario, il rapporto che costei ha con il figliolo o il fratello è ben delineato. Sembra proprio che sia predestinata a scontrarsi con il ferocissimo killer interpretato da Crowe.
Per cui abbiamo due personaggi ben scritti. Da una parte la quasi totale mancanza di informazioni sul cattivo di turno, lo rendono un personaggio-simbolo del Male. Crea più tensione e spettacolo nella mente dello spettatore, in quanto non distratta dalle motivazioni che spingono l'uomo ad esser così brutale negli omicidi. Dall'altra abbiamo una giovane eroina che rappresenta un certo universo femminile, una certa debolezza e fragilità che unisce parecchie persone in questa società, per cui ti affezioni a lei e alla sua famiglia. Il tutto ben bilanciato, pur all'interno di un film di puro genere e molto muscolare.
Sopratutto la pellicola è da sostenere e apprezzare perché riscopre la fisicità in questo genere di film. In giro ci sono moltissimi horror spesso indipendenti, che perdono tempo a suggerire, lasciar percepire, girare con il freno a mano, come se la pellicola si vergognasse di essere una pellicola dell'orrore e "sai è un film che indaga il dolore di vivere e dobbiamo proiettarla al Sundance, per cui..". Borte se ne fotte alla grande e picchia duro. I delitti sono tutti molto violenti, le ossa si rompono, la carne viene maciullata dalla coltellate, gli incidenti sono spettacolari e potenti. Perché è quella la parte che conta davvero. Creare dei piccoli schock visivi, chiaro non stiamo parlando di splatter e gore, ma di sicuro la violenza non è censurata. E a me piacciono assai i film violenti, i film che se ne fregano di trattenersi o far la bella inquadratura pittorica, che almeno si comprenda è un horror però d'autore.Nulla contro di esso, intendiamoci. Ma non tutti sono degli Eggars e affini, per cui meglio gettarsi anima e corpo a far macello, piuttosto che ammorbare non possedendo lo spirito autoriale.
In questa pellicola non ci si annoia mai. Tutto fila liscio, ci si diverte perché sappiamo che è un film, non fa nulla per nasconderlo. Certo, tanto della sua buona riuscita è dovuta all'interpretazione di Russell Crowe, monumentale e titanico nella sua ferocia, nondimeno anche il resto funziona abbastanza bene.
Forse dovremmo piantarla di spacciarci per grandissimi critici, disillusi, distaccati, persi a cercare il film da stroncare per far polemiche a cazzo di cane, o al contrario il capolavoro assoluto, e goderci la bellezza dei film medi, fatti per intrattenere, tifando per i nostri personaggi preferiti, stupendoci come bimbi per certe scene. Questo è quello che pretende da noi un film come Il Giorno Sbagliato.
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