giovedì 16 dicembre 2010

ROMANZO POPOLARE di MARIO MONICELLI

La commedia per un paese come il nostro è davvero il genere di rappresentanza. Attraverso ad essa si è descritto la nostra quasi Nazione e il suo non popolo meglio di tanti altri sperimenti narrativi e visivi.
Non è facile scrivere una commedia e nemmeno dirigerla, si scivola nel macchiettismo,nel consolatorio,nei bozzetti fragili.Per concludere magari con basse volgarità e sciatteria.Cosa che avvenne con la tragica commedia scollacciata tanto amata da critici snob e finto popolari autori di plaetali scemenze.
Noi però vogliamo rammentare la stagione migliore,quella che sapeva unire tragedia quotidiana delle classi meno abbienti a momenti di sano umorismo.
Romanzo Popolare è un capolavoro incontrastabile del genere. Monicelli descrive benissimo e con lucidissima realtà e concretezza la natura vera e profonda della classe Operaia Lombarda,fiore all'occhiello delle grandi lotte e resistenze di classe.Insuperabile e inimitabile.Questo film esattamente come l'altro capolavoro imperdibile,la classe operaia va in paradiso,rappresenta la quotidianità delle tute blu,il tentativo di seguire le ambigue strade di un progressismo sociale nel rapporto con l'altro sesso e con i mille aspetti di una società che sbagliando o a ragione,perlomeno sperimentava e si poneva come traguardo il cambiamento rivoluzionario.
Tognazzi è un anziano operaio che sposa Vicenzina,una giovanissima ragazza del sud.Arriva il terzo incomodo che è Placido.Un dramma della gelosia,meno intellettuale-riferimento al bellissimo film di Scola-più ruspante e malinconico.L'ambiente operaio è credibilissimo,lo dico perchè lo conosco benissimo avendo la famiglia piena di lavoratori nelle fabbriche della nostra terra, con tutte le contraddizioni e slanci.Diretto benissimo da Monicelli- è uno dei suoi imperdibili-ha un trio di attori in stato di grazia:Tognazzi,Muti-una delle sue poche interpretazioni credibili- Placido.
Bellissima la colonna sonora di Enzo Jannacci,immortale Vincenzina e la fabbrica

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando c'è Monicelli a dirigere Tognazzi si vede.
Imperdibile per ogni cinefilo.
Perchè i nostri registi anzichè fare le loro commedie pecoreccie non prendono spunti da quì dove ci sono tutti i crismi del genere (tradimenti, contrasti di rango sociale e di classe) ma non si scade mai nella volgarità.
Bellissima la Muti.

Sin

babordo76 ha detto...

hai ragione,ora si scade nel borghesismo più bieco e squallido.
Non sono capaci di raccontare il contesto storico e il popolo