Ci sono eventi che , anche se non vissuti in prima persona, hanno segnato una generazione. Perché talmente enormi, devastanti,aberranti, che risulta impossibile star lontani da essi.
La mia generazione, prima che trovasse rifugio nell'elogio agli anni 80 dei Goonies, è stata battezzata nella violenza e nella morte delle giornate di Genova. Tutti noi rammentiamo benissimo dove eravamo e cosa facevamo quando è morto Carlo Giuliani e quando le forze dell'ordine decisero di trasformarsi in teppisti sadici durante la rappresaglia alla diaz e le torture a Bolzaneto.
Ero in montagna,leggevo il manifesto, con la mia solita lungaggine tra pensiero ed azione ero pronto per fare politica,ma non avevo ancora nessuna tessera di partito. Anzi : Del Partito,che per me , allora, era il Prc.
Lessi la notizia della morte del compagno Carlo e poi della mattanza successiva , contro compagni e compagni inermi, colpevoli solo di esser a portata di mano di un gruppo di fascisti in divisa. Gente repellente, orribile, gente che siccome lo stato mi dà l'autorizzazione di fare male a gente disarmata , si pavoneggia in assurde punizioni e umiliazioni. Più o meno un grande cantautore cantava così: " quante volte le avete colpite?" Decisamente meno,ma voleva dire: non vi basta? Non vi è bastata la carica in piazza, la violenza feroce e brutale nella scuola? No. Ecco,cosa vi passa nelle vostre teste? Vi siete scordati che voi siete difensori dei cittadini? Vi era forse sfuggita dalla vostra testa che non stavate reprimendo dei pericolosi camorristi o mafiosi, gente che scioglie viva altra gente nell'acido, o che eravate fuori di testa perché erano morti due dei vostri. No, quella è stata un'aggressione schifosa,ignobile, e da quel giorno di luglio siete automaticamente fuori dall'umanità.
Avete fabbricato prove false, cercato il pretesto,goduto non come sbirri,ma come uomini e donne , nel fare male a gente che stava dormendo o che era ormai nelle vostre galere.
Io leggevo tutto questo sul giornale, altri molto più in gamba e svegli di me,erano là. Sul treno, mentre tornavo a casa, si discuteva con la gente e tutti erano concordi nel fatto che quell'episodio fosse vergognoso. Lo pensavano anche quelli che non erano dei bolscevichi maledetti, come me.Vi ricordate: " Un altro mondo è possibile!" ? Fa stano, vero? Avevamo grandi ideali. A essere sincero, io ce li ho ancora. Io , seppure con il gravissimo handicap di non avere una tessera di partito, sono rimasto ancora fedele alla mia idea comunista. Non solo come movimentismo,ma come costruzione di società. Sono un pirla o un romantico rottame, e più vado avanti meno sopporto il fallimentare settarismo dei duri e puri da occupazione di cabine telefoniche, visto il numero di militanti,ma sono e rimarrò un comunista. In brianza, per giunta. Merito una medaglia d'oro alla resistenza ! Scherzo.
Non sono mai stato movimentista, non credo affatto nella società civile, nei liberi cittadini, nei cani sciolti, nell'anarchia e nel comunismo libertario,ma che tempi erano quelli. Ti rendi conto, mia cara lettrice e mio amichevole lettore, che avevamo speranze e ideali? Lo so,potranno dire confusi.Ma talmente confusi e infantili che hanno usato la repressione e la mattanza fascista per fermarci. E non ci sono riusciti. Per un po'.
Ci siamo fermati noi: con divisioni,litigi, io sono più rosso di te, compagni basta con la lotta di classe , e altre orribili cazzate.
Ma sapete una cosa? Vi amo lo stesso,compagni e compagne . Perché tutti noi ci abbiamo provato.
Così molti si sono avvicinati alla politica,anche io. Ho militato con passione e sincerità nel prc e poi nel pcl. Ho conosciuto compagni e compagne a dir poco favolosi. Gli anni migliori della mia vita. Certo, dal punto di vista della formazione,poca roba. Ma ho passato nel migliore dei modi la mia gioventù. Io e gli altri eravamo presenti, in quel tempo. E non siamo sconfitti, o perdenti.Non ci hanno piegato alla loro logica. Non sarò mai di destra o un liberal capitalista.
Ma Diaz, inteso come film, come è? Stupendo.
Stupendo perché necessario,fondamentale, perché è il cinema che voglio vedere. Vicari gira un horror sulla nostra società,sulla nostra storia. Ci ricorda che i marescialli rocca, gli agenti che manca solo ti offrano caffè e briosche mentre ti interrogano, sono una bella invenzione televisiva. O meglio: esistono anche loro, esistono uomini di legge democratici e coscienti del loro ruolo,ma una parte di esaltati fascisti, di gente frustrata che non vede l'ora di menare c'è. Lavoro difficilissimo, certo. Pieno di stress,certo. Ma ditemi chi non lo è da oltre venti anni? Da quando viviamo nel paradiso del capitalismo?
E io non sono un garantista dal cuore d'oro. No, non lo sono per nulla,ma riconosco l'orrore disumano di certe azioni vigliacche,ripeto: non stai attaccando dei sanguinari,sadici, assassini. Ma gente che dormiva, inerme.
Non dimentichiamolo,perché poi arrivano i provocatori a sparare minchiate.
Diaz è un film che non perdona, non dimentica e mostra. Attraverso flashback , attraverso la vita di alcune persone che sono rimaste coinvolte. Giustamente non vuol nemmeno fare di ogni erba un fascio. Ci mostra anche la minoranza delle forze dell'ordine che vivono male quanto fatto. Giusto così.Ma non dimentica che i veri offesi e vittime sono i manifestanti.
Impeccabile dal punto di vista tecnico, carico di inaudita tensione, coinvolgente e sconvolgente. Cinema indisciplinato, che ti obbliga a partecipare, a non nasconderti. Perché le violenze inaudite che vediamo,sono verissime. Il ragazzo costretto a fare il cane,la ragazza umiliata -e cosa atroce,quella che gode di più della sua umiliazione è una donna poliziotto- sono cose reali,accadute.
Prima di perderci nei deliri dei debunker e dei complottisti, prima di chiuderci a fare i grandi rivoluzionari su facebook,prima avevamo voglia di credere in mondi diversi possibili. Ognuno con metodi diversi,ma il fine era quello.
Come sempre ci siamo sconfitti da soli,ma non siamo morti. Ricordiamolo e ricordiamocelo
venerdì 24 ottobre 2014
DIAZ di DANIELE VICARI
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4 commenti:
Ricordo che ai tempi il grande Alberto Crespi, su 'L'Unità', paragonò Diaz a Salò di Pasolini: paragone tutt'altro che blasfemo... qui non c'entra solo la politica, intesa come repressione da parte del potere a chi non la pensa come te. Qui si va oltre, arrivando alla cancellazione della dignità dell'essere umano. Mi è capitato tante volte di piangere al cinema, ma mai, dico mai, di rabbia come in questo caso. Un film straordinario, che mai avrò il coraggio di rivedere...
si,credo che un grande critico come Crespo abbia colto nel segno
Un film sulla repressione universale.Sul come tu possa rimanere vittima della violenza di stato senza capirne la ragione.
Ha fatto bene vicari a non insistere con notazioni più precise. Sul g8 ci sono tanti documentari e altro,questo è un film di devastante bellezza e importanza perchè ci rammenta la violenza statale .
Diaz è un pugno nello stomaco, un film da vedere.
Tutti sapevamo quello che era successo ma ci passa un mondo dal saperlo a vedere una rappresentazione realistica della violenza sconfinata e immotivata avvenuta in quei luoghi.
Però... però... la mia sensazione è che mancasse qualcosa per definirlo un ottimo film, forse una ricerca di un "senso" alla vicenda, rappresentata bene ma in ottica quasi documentaristica... (non come inchiesta ma come scelte di inquadrature, narrazione etc...)
a mio avviso,quel modo , è il modo migliore per girare un film simile. Altrimenti diventa un romanzare fin troppo esibito,qui si voleva denunciare la prassi violenta delle forze dell'ordine . Mi par che vi siano riusciti
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