lunedì 22 agosto 2016

10 COVERFIELD LANE di DAN TRACHTENBERG

Partiamo subito con una constatazione, che però è anche una regola, anzi: un consiglio per salvarvi la vita. Non importa che tu stia giocando a bowling,godendoti la palude del sud dialogando con il fantasma di un generale sudista, nemmeno che stia arrivando la fine del mondo, non importa. Tu appena vedi John Goodman, scappa cazzo! E fallo ora, fallo in fretta. Poi è anche vero che sai, talora è persino puccioso, forse questo è il caso? Non te lo dico!
10 Coverfield Lane, è un buon film di quelli che fa sempre piacere citare, di tanto in tanto, di quelli che sanno tener alta la tensione, di quelli che fanno cinema pur usando tre-dicasi- tre attori e poche scenografie, pochi spazi. Perché ? Sceneggiatura, immagino. Poi ottimi attori, o quanto meno in grado di saper gestire la continua presenza in scena, e una regia che usa tutti i mezzi per fare cinema. No, non è inno al pauperismo di quelli che ti dicono: " Con poche lire, noi italiani.." facevamo cazzate, ecco cosa facevamo con tre lire. Prodotti che crollano di fronte alla produzione americana e spesso anche europea.
Codesta pellicola non cerca quindi una strada facile per spaventare, ma ci inchioda in un bunker con tre persone, e cosa succede sopra?



Perché un conto è mostrare l'apocalisse: ci sono i morti viventi, gli alieni, i cinesi, quello che vuoi tu. Li vedi, e poi c'è sempre l'eroe o eroina di turno, uno su cui puoi contare.
Ma se sei chiuso/a, in un posto bloccato e isolato, in compagnia di un tizio che non pare proprio lucido. Ecco? Che fare? A chi credere? Come comportarsi? D'altronde la paura è un ottimo sistema di allarme, ma talora esagera e anche tanto.
Forse quei tizi che tanto prendiamo in giro per le loro sgangherate teorie complottiste, vedi che hanno ragione, ma questo ce li rende meno pericolosi?
Su questa linea si muove il film. Fidarci o no di Howard? Il personaggio di Goodman
Prima ho scritto che il film è dotato di un'ottima sceneggiatura, forse esagero, l'ultima parte nel pre-finale, quando si scopre la natura della minaccia, si sbanda in quel rambismo in salsa femminile un po' alla cavolo. Però non inficia la struttura più di tanto, perché prima c'è stato un signor film in grado di dar vita a tre personaggi non banali, seppur legati al genere. Rimane sottile la malinconia di un biglietto per un bus che forse ti avrebbe dato una vita diversa, che tu hai voluto perdere. Per paura, perchè cambiare fa paura. Meglio la mediocrità, meglio una vita e una morte piccola, senza gloria, senza nulla.
In fin dei conti gli attori qui sono fondamentali. Perchè non hanno effetti speciali, che non siano la loro espressività e capacità di farti sentire in quel bunker, con loro.  La sapienza della scrittura ,invece, si palesa nel dar indizi, piccole cose, ma preziose. Sicché l'opera è anche in parte più raffinata delle altre pellicole del genere.
Cosa c'entra con Coverfield? Quel bellissimo film che tanto mi garba? Diciamo che molti dicono abbia degli agganci, come se fosse un'altra storia, ambientata in un altro contesto, durante lo stesso attacco. Però a me non interessa che sia sequel, reboot, spin off, quel cazzo che è . Dico solo che si tratta di una pellicola riuscita, tesa e avvincente. Con un immenso John Goodman

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