venerdì 27 gennaio 2017

Hell or high water di David Mackenzie

Ci sono storie che non hanno bisogno di grandi effetti speciali, situazioni originali, colpi di scena su cui basare tutta la struttura
Raccontano un vecchia, dannata, sporca storia e i suoi personaggi non hanno nulla di eroico,  non sono nemmeno tipi che vorremmo frequentare. Fanno cose sbagliate, vivono esistenze randagie. Vittime e carnefici di un sistema economico e sociale che ha messo in ginocchio le fasce meno abbienti, quelli che non sanno stare al passo coi tempi.
Non importa che sia una persona malata, non importa che si metta a repentaglio vite umane. Bisogna far cassa.
Questo non significa che i due fratelli rapinatori di codesta buona pellicola non abbiano colpe pesanti, non siano responsabili delle loro scelte, che rimangono assolutamente criminali e ingiustificabili, Ci viene solo fatto notare che l'ambiente e condizioni sociali, le dinamiche di classe o politiche sono fondamentali. Perché almeno uno dei due fratelli se non fosse costretto dalla "crisi" e dai rapporti di forza sfavorevoli, sarebbe sicuramente una persona onesta
E in fondo, come mostrano alcune scene del film, lo è rimasto.



Perché esser tra i buoni e cattivi non è cosa scontata. Basta poco per trovarsi dalla parte del pericolo pubblico. Ci vuole ancora meno a passar dal difendere la legge alla legge della vendetta.
I personaggi riescono sempre a farci un po' pena,  proviamo compassione per costoro. Sono deboli e fanno scelte sbagliate, ma hanno anche una missione lodevole: i fratelli riprendere il loro ranch e donarlo ai figli di uno di loro due, l il Texas Ranger servire la legge, proteggere i cittadini.
Fra di loro: paesi di rara bruttezza, desolazione, città di cow boy pronti a sparare in ogni occasione, di cameriere che forse meriterebbe altra vita, rapporti famigliari in crisi.
A brillare in questo paesaggio di rabbia e violenza è la figura dell'anziano Texas Ranger, ormai giunto a un passo dalla pensione, e il suo rapporto di lavoro e personale con il suo collega di origine indiane: Alberto.
Per tutto il film l'anziano prenderà in giro,anche pesantemente, il suo collega. il loro rapporto è speculare a quello dei fratelli, in un certo senso è come se essi fossero testimoni della forza dei legami, l'unica cosa che ci salverebbe da un mondo altrimenti spietato.
In fin dei conti non succede nulla di nuovo, in questo film: dei tizi fanno delle rapine e una coppia di tutori della legge li insegue. Conta il come vengono messi in scena e scritti questi personaggi. In ultimo dagli attori.
Jeff Bridges è formidabile: il suo personaggio spicca sul resto del film e devo dire che sposta di gran lunga il giudizio sul terreno del "positivo".
Indolente, sornione, eppure efficiente al massimo. Un uomo che rudemente nasconde la sua profondissima umanità dietro gli sberleffi all'unico amico che ha: un collega. Un uomo solo, ormai sul viale del tramonto, senza gloria, senza passare per la via della leggenda. Un onesto lavoratore.
Certo la storia dei due fratelli ci commuove,  ci interessiamo di loro, ma l'attenzione è tutta sul personaggio dell'uomo di legge.
Perché è quello che ha un brusco cambiamento a un certo punto.
Non c'è pace sulle strade soffocanti del Texas, i peccatori non sono perdonati e non subiscono nessuna redenzione. Rimane l'amarezza, la rabbia, il senso di perdita e sconfitta perché per riprendersi la vita, la casa, e donarla ai figli, si è perso troppo.
"Hell or high water" è una dolente ballata southern,  una triste canzone country di cui conosciamo da generazioni il testo e la melodia
Cinema medio, non eccezionale o imperdibile, ma di grande qualità

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